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La didattica si trasforma

Gli sforzi per cambiare la cultura scolastica, per renderla accogliente ed inclusiva e per contrastare i pregiudizi, devono essere attentamente progettati. La creazione di una cultura inclusiva richiede approcci ecologici multipli. I mutamenti sociali sono alla base delle nuove conformazioni delle comunità; esse appaiono mutevoli, fortemente influenzate da fattori esterni di media-breve durata. Gli effetti della rapidità di tali cambiamenti hanno bisogno di una capacità di interpretazione molto sottile e il docente è chiamato a riflettere criticamente sui contesti in cui esplica la sua professione e a saper creare le condizioni migliori affinché gli alunni possano orientarsi, e non disperdersi, intrecciando rapporti significativi con l'alterità, di qualunque alterità si tratti. Vi sono tre elementi su cui si fonda la didattica inclusiva: democrazia, ruolo del contesto e controllo del pregiudizio. Cinque

dimensioni della didattica ritenute indispensabili, in riferimento alla competenza professionale dell'insegnante, in un'ottica inclusiva. Queste dimensioni, presentate separatamente per ragioni espositive, si intersecano e si rimandano le une con le altre continuamente proprio come avviene nel concreto agire educativo dell'insegnante. Si farà riferimento non a strategie di insegnamento specifiche per determinate categorie di studenti, ma ad un insieme comune di strategie ed elementi ritenuti efficaci per tutta la classe nel suo insieme, di cui possono beneficiare tutti gli studenti. L'efficacia delle competenze e delle strategie individuate dipenderà anche da una serie di altri fattori che includono gli atteggiamenti, l'intenzionalità educativa e i valori di tutte le persone coinvolte nel processo educativo.

3.1 La didattica tra democrazia e reciprocità

La poliedricità del concetto di inclusione scolastica fa sì che esso non sia

ascrivibile ad un unicomodello, ma ad una posizione teorica ampia che faccia allo stesso tempo riferimento alla percezione positiva dell'ambiente e del clima scolastico, che comprende il senso di soddisfazione per quanto avviene a scuola, alla riduzione dei fattori di disagio e di esclusione, alla partecipazione piena ed attiva di tutti gli alunni a tutte le attività. Per questo è necessario che l'attenzione sia focalizzata non solo sul singolo "caso" e i suoi limiti, ma sulle potenzialità e sul contesto nella sua complessità, facendo leva sul concetto di responsabilità collettiva. L'educazione inclusiva pretende il superamento del concetto di omogeneità valutativa e formativa. Non è possibile ristrutturare con successo le scuole per renderle efficaci, finché non si smetterà di considerare la diversità degli alunni come un problema. La sfida cui è chiamata a rispondere la scuola non èquella di far sì che gli studenti "speciali" si adattino meglio ai soliti compiti ed alle attività scolastiche; piuttosto garantire che a tutti gli alunni siano garantiti i loro diritti. Gli studenti hanno il diritto a un'istruzione che obblighi l'insegnante, come il medico, a cambiare strategia quando non si verifica nessun progresso. L'inclusione autentica si ottiene quando la scuola è in grado di accogliere le differenze individuali di ogni alunno, quando si fa portatrice dei valori dell'accoglienza e della democrazia; quando si impegna perché possa garantire un contesto in grado di permettere a tutti di partecipare e di sentirsi parte di esso; quando si sforza di tenere sotto controllo i propri pregiudizi per permettere all'altro di manifestare tutte le sue potenzialità.

3.1.1 La cultura democratica della didattica

Una visione dell'educazione che trasforma la vita di persone, comunità e società, senza

lasciareindietro nessuno e che si caratterizza per una prospettiva umanistica e democratica, ispirata ai valori inclusivi e ai diritti umani della dignità personale, della giustizia sociale, della pace, della protezione, della diversità culturale, linguistica ed etnica, e basata anche sui doveri della corresponsabilità. L'Agenda dell'Unesco pone come suapietra angolare l'inclusione e l'equità nella e attraverso l'istruzione, e assume come prospettiva di fondo la promozione della persona in tutte le dimensioni sue proprie. Metter dentro non basta: l'inclusione deve comportare il processo di trasformazione dei contesti scolastici, lo stesso processo educativo è processo di continua riorganizzazione, ricostruzione, trasformazione. Ne deriva un invito alla creatività, alla apertura, all'accoglienza e al non barricarsi dentro fortezze fatte di etichette, tecniche ripetitive e comportamenti schematici. La didattica inprospettiva inclusiva va ripensata come un orientamento metodologico in grado di caratterizzare la comune prassi quotidiana di tutti gli insegnanti (Cottini, 2018), una prassi attenta a tutti e ad ognuno, orientata al prendersi cura e finalizzata a promuovere le potenzialità dell'alunno, a generarne l'empowerment. La scuola si può trasformare in una comunità dove ciascuno impara a prendersi cura degli altri attraverso collaborazione e sostegno reciproco superando le difficoltà. Per realizzare il progetto dell'inclusione è fondamentale che la persona viva all'interno di una relazione interpersonale. Essa è molla per la formazione del sé e per il riconoscimento di un "tu" diverso dall'"io". Questa è inclusione: spostarsi dal proprio baricentro per cadere nel baricentro dell'altro. Ascoltare, senza pregiudizi, ciò che l'altro ha da dirci, comprendere le sue richieste e i suoi.

Bisogni non "speciali" ma "umani". Quando affrontiamo i problemi che più ci urgono e coinvolgono, la sospensione del giudizio e il silenzio attento sono i nostri primi alleati, necessari a rendere autentica la relazione educativa. L'insegnante che è in grado di creare uno spazio di incontro nella relazione educativa riesce a custodire il singolo nella sua identità, astenendosi dal formulare qualsiasi forma di giudizio. A scuola, la cultura educativa dell'inclusione è prima di ogni cosa una pedagogia dell'incontro, un incontro che avviene tra insegnanti e alunni, alla base del quale vi è il dialogo e il riconoscimento delle differenze. La creazione di un ambiente democratico in cui la persona possa esprimere il proprio pensiero e le proprie idee, uno sviluppo umano condotto fino alla piena fioritura può avvenire solo in un contesto democratico. La scuola democratica secondo Meirieu deve formare cittadini capaci di

Costruire il bene comune. Dunque, il richiamo alla democrazia non è riferito ad una forma di governo, ma alla creazione di una cultura, alla promozione di un valore, alla generazione di una forma mentis capace di costruire una scuola che sappia ascoltare, che sappia lasciar spazio a ogni alunno affinché ciascuno possa sentirsi a proprio agio nell'ambiente di appartenenza.

Le azioni didattiche devono essere fondate sul ed essere orientate al rispetto, alla rimozione agli ostacoli alla partecipazione, alla prevenzione degli stereotipi, dei pregiudizi e delle discriminazioni.

Questo significa "scuola democratica": una scuola che non rifiuta, ma include. Lo sguardo clinico cede il passo alla prospettiva educativa e la didattica si evolve e si trasforma: da "adattata", cioè pensata ed implementata solo per le esigenze del singolo alunno in difficoltà, diventa "inclusiva" per evitare derive pericolose di categorizzazione e frammentazione.

degli interventi in classe. In altri termini, si sta spostando il baricentro pedagogico e didattico da una visione "specialistica", che appartiene alla cornice concettuale dell'integrazione scolastica di specifiche tipologie di alunni (disabili, BES, stranieri, DSA, svantaggiati, ecc.), ad una visione "inclusiva". La scuola e in particolare la classe, deve essere accogliente e sicura, dove ognuno ha la possibilità di essere sé stesso, di sentirsi gratificato e soprattutto di non sentirsi giudicato. 3.1.2 L'attenzione al contesto: partecipare per appartenere Una persona, sin dalla nascita, avverte la necessità di trovare una risposta affettivo-relazionale da parte di persone significative che lo gratifichino dal punto di vista emozionale e lo facciano sentire al sicuro e accolto. Tale condizione di soddisfacimento, consente di sviluppare autostima, benessere psichico, sentimenti positivi verso gli altri e, in particolare, verso il gruppo di appartenenza.

Perché ciò si realizzi è necessario, intanto, crederci, che vuol dire credere che il cambiamento sia possibile, combattendo l'immobilismo, facendosi promotori dell'innovazione. In un contesto educativo non c'è e non deve esserci spazio per la sopportazione e la tolleranza, ma i valori che vanno promossi sono quelli dell'apertura, dell'accoglienza e dell'appartenenza, promuovendo sempre l'autonomia, l'emancipazione, la crescita degli studenti e mai la dipendenza.

Questa idea inclusiva si poggia sulla prospettiva ecologica, che si costruisce a partire da un legame reciproco e dipendente fra la persona e il contesto: la persona si identifica con un sistema che coinvolge culture, storie, universi e vissuti personali; il contesto si identifica, invece, come un sistema significativo per le singole persone o per i gruppi che ne fanno parte.

Il contesto scolastico accoglie e si apre all'eterogeneità che, se

opportunamente sfruttata, può trasformarsi in occasione di crescita e di incontro con l'altro. Più forte è il sentimento di fiducia in una comunità scolastica, maggiore sarà il successo della scuola. 3.1.3 Strappare le etichette La trasformazione culturale, insita nel processo inclusivo, riguarda tutta la comunità scolastica e non solo chi è "diverso" o ha un "bisogno speciale". In questo secondo caso la prospettiva rimane ancorata alla mancanza, al deficit, mai al talento, ai punti di forza e alle attitudini straordinarie di ciascuno. Si profila il rischio di una pedagogia dell'assistenza, peggio, dell'assistenzialismo. Il paradigma educativo che dovrebbe sottostare ad ogni normativa, pratica didattica, attitudine professionale del docente è il riguardo verso ogni persona, senza categorizzare compulsivamente. La categorizzazione, l'inquadramento in scomparti prestabiliti può agevolare la

Definizione chiara e puntuale dei profili funzionali generali, ma non potrà supplire alla nostra capacità di ascoltare la persona nei suoi successi, nelle sue difficoltà, nelle conquiste scolastiche e personali.

Dettagli
A.A. 2022-2023
32 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher daria.borsellino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia speciale e laboratorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Pedone Francesca.