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PRIMA ETÀ IMPERIALE

1. Seneca

● Nasce a Cordova (Spagna) da una famiglia ricca nel 4 a.C.

- Studia retorica e filosofia per intraprendere la carriera politica.

Viene poi accusato dall'imperatore Claudio di coinvolgimento nell'aduletrio di Giulia Livilla e rilegato

in Corsica.

Agrippina riesce a farlo tornare a Roma come precetto di Nerone, il futuro imperatore.

Seneca regge lo stato e fa da guida al giovane Nerone nei primi anni del suo governo (sono gli anni

del buon governo ispirato ai principi di equilibrio fra poteri di principe e senato).

Con la degenerazione dispotica del governo neroniano, Seneca si ritira a vita privata.

Seneca viene poi coinvolto nella congiura di Pisone, condannato a morte da Nerone e si suicida nel

65 d.C.

● Le opere:

1. I Dialoghi: sono trattati autonomi di carattere psicologico e etico.

- Il tema comune ai trattati è la trilogia del De constantia sapientis, De tranquillitate animi e De otio in

cui l'autore abbandona le teorie epicuree e si accosta a quelle stoiche.

A. De constantia sapientis: esalta l'imperturbabilità del saggio stoico

B. De tranquillitate animi: affronta il problema della partecipazione del saggio alla vita politica.

Seneca cerca una mediazione tra i due estremi suggerendo un comportamento flessibile.

C. De otio: appare chiara la scelta di vita appartata

+

- Scrive altri trattati indipendenti come il De Ira (fenomenologia delle passioni umane e modi per

dominarle), De via beata (affronta il problema della felicità e ruolo delle ricchezze/agi in tutto ciò).

2. Naturales quaestiones: Opera di carattere scientifico in 7 libri. Nel settimo vengono trattati

fenomeni atomosferici e celesti.

3. De Beneficis: sette libri in cui si tratta della natura e delle varie modalità di atti di beneficenza. Il

beneficio viene visto come unico elemento coesivo dei rapporti sociali in una società equilibrata.

4. De Clementia: Dedicato a Nerone, Seneca traccia un programma politico ideale ispirato a equità e

moderazione: sarà la coscienza del sovrano che dovrà trattenerlo dal governare in modo tirannico.

La clemenza è la virtù da infondere nei suoi rapporti con i sudditi: solo con essa otterrà il loro

consenso (non incutendo terrore).

5. Epistulae morales ad Lucillum: sono 20 libri comprendenti 124 lettere di vario argomento,

indirizzate all'amico Lucillo.

- Il modello a cui fa riferimento è Epicuro, il quale con le sue lettere ha saputo realizzare un rapporto

di amicizia e educazione spirituale indirizzate a una crescita morale costante e da entrambe le parti;

infatti Seneca non si impone come maestro severo, al contrario ricerca egli stesso la via verso la

saggezza.

- I temi sono vari anche se alla fine vengono ricondotti alle tematiche della tradizione: trattano le

norme di vita del saggio, la sua indipendenza e autosufficienza, della sua indifferenza di fronte alla

mondanità ecc..

6. Le tragedie: tutte le tragedie di Seneca (10) hanno un rimando nella tradizione ellenistica, infatti i

soggetti sono mitologici greci.

Hercules Furens Troades, Phoenissae, Medea, Phoedra (modello Euripide), Oedipus (modello

Sofocle), Agamennon, Thyestes, Hercules Oetaeus, Octavia.

- Il linguaggio delle tragedie: rimandi alla lingua latina arcaica, agli stili dell'età augustea + gusto per

il pathos esasperato.

2. Lucano

● Nasce a Cordova (Spagna) ed è nipote di Seneca.

- A Roma entra alla corte di Nerone. Dopo una brusca rottura con l'imperatore prende parte alla

congiura di Pisone e una volta sventata si suicida (a meno di 26 anni).

● Le Opere: 1. Bellum Civile o Pharsalia: poema epico in esametri costituito da 10 libri.

- La trama: vuole esaltare la antica libertà repubblicana condannando il regime imperiale,

raccontando della guerra civile tra Cesare e Pompeo.

● Il Poema Epico, nella tradizione romana, era la celebrazione solenne delle glorie dello Stagto e dei

suoi eserciti.

All'inizio (nel proemio) Lucano condivide le speranze della trasformazione politico – sociale suscitate

dall'avvento di Nerone, dunque ne loda le gesta (= si attiene alla tradizione del genere epico

prendendo spunto dal modo in cui Virgilio loda Augusto).

Ben presto però il pessimismo dell'autore si fa più radicale e sfocia nella volontà di presentare l'anti

– mito di Roma: da questo momento in poi, il poema epico diventa strumento di denuncia della

guerra, del sovvertimento dei valori e dell'avvento di un'era di ingiustizie.

● D'ora in poi Nerone non viene mai più nominato e l'opera si indirizza apertamente a confutare il

mito della grande Roma.

Per fare ciò, ovviamente Lucano prende in esame il grande Poema Epico Virgiliano.

Lucano vede in Virgilio il modello da rovesciare e confutare; e la via che sceglie per fare ciò è quella

di esporre fedelmente la storia.

In realtà nell'opera la fedeltà alla fonte storica viene sacrificata alle "deformazioni" della verità ai fini

ideologici, soprattutto per quel che riguarda Cesare, Pompeo e i loro sistenitori. Alcuni eventi inseriti

sono addirittura inventati.

● Lucano impersonifica quindi una sorta di "Antivirgilio" e la sua opera una "Antieneide".

NB: A causa dell'inserimento di elementi fittizi, dell'esclusione delle divinità e la narrazione quasi

annalistica, la critica ancitca muove nei confronti dell'opera molte censure.

● Differenze Eneide – Pharsalia:

1. Entrambe si articolano intorno a una serie di profezie, quelle dell'Eneide rivelano le future glorie e

quelle del Pharsalia le sconfitte. Entrambe le profezie vengono inserite nel sesto libro.

2. L'Eneide ha un personaggio principale. La Pharsalia si articola attorno a Cesare, Pompeo e Catone.

- In particolare Cesare viene rappresentato come un "Eroe Nero" che rappresenta il trionfo del

Furor, Ira e Impatientia (che nell'Eneide vengono condannati) + Lucano spoglia Cesare della sua

clemenza verso i vinti (stravolge la verità storica).

- Pompeo invece è un personaggio in declino, una figura tragica sempre più debole che, alafine, si

apparta nella sfera privata.

consapevolezza della malvagità di un Fato che cerca unicamente la distruzione di Roma, diviene

impossibile, per Catone, l'adesione alla volontà del destino. Matura così la convinzione che il criterio

della giustizia è da ricercarsi altrove che nel volere del cielo: essa d'ora in poi risiede nella coscienza

del saggio. Nella sua ribellione "titanistica", Catone si fa pari agli dei.

Questo personaggio si impegna nella guerra civile con piena consapevolezza della sconfitta alla

quale va incontro, e la necessità di darsi la morte è l'unico modo che gli resta per continuare ad

affermare il diritto e la libertà.

- Ci sono personaggi minori, la cui unica caratteristica è di essere schierati con uno o con l'altro

personaggio.

● Lo stile è incalzante, il ritmo narrativo è veloce e i periodi straripano oltre i confini dell'esametro (=

continui enjambement). Ricco di Pathos e linguaggio sublime, si parla addirittura di "manierismo".

L'io del poeta è sempre presente e condanna con tono indignato i fatti.

NB: Lucano non tenta la rifondazione del linguaggio epico, anzi denuncia il genere attraverso

un'ossessiva presenza nello stile della sua ideologia politico – moralistica.

3. Petronio

● Si hanno pochissime informazioni sulla sua identità, vita e morte.

● Le opere:

1. La più importante è il Satyricon: di esso ci resta un frammento dei libri 14 e 16 e l'intero libro 15.

Non sappiamo di quanti libri dovesse essere costituito il romanzo.

- Probabilmente composta alla fine del II secolo d.C.

- Si dice abbia avuto enorme successo al tempo

● La struttura: è un prosimetro: troviamo alternate parti narrate e parti in versi.

Quelle in versi sono affidate alla voce dei personaggi o al narratore (funzione ironica).

● La trama: è compatibile con l'età neroniana ed è la narrazione in prima persona del protagonista,

Encolpio, il quale attraversa varie peripezie.

- La trama è complessa, è costituita da una successione di scene collegate tra loro da un complesso

gioco di richiami narrativi.

● I temi: l'opera non ha intenti morali. L'amore non viene idealizzato, al contrario il sesso è

argomento trattato esplicitamente e fonte di situazioni comiche.

Sembra che volesse rappresentare una parodia dell'idealizzato romanzo greco d'amore.

● Vi è uno scontro tra toni seri e giocosi, il linguaggio è volgare ma la narrazione del reale è

disincantata.

2. Priapea: libro/raccolta di poesie. Tra esse spicca una rilettura dell'Odissea in chave pornografica,

che fa pensare a spunti parodici del Satyricon.

4. Persio

● Nasce a Volterra da una famiglia ricca, nel 34 d.C. Ebbe vita assai breve.

- A Roma frequenta le migliori scuole di grammatica e retorica, ma poi si avvicina alla filosofia.

● Le opere:

Dopo un componimento che fa da prologo in cui polemizza contro le mode letterarie del tempo (14

coliambi), Persio scrive 6 componimenti satirici in esametri dattilici.

NB: L'adesione al genere satirico è alimentata da un'esigenza etica.

La sua esigenza etica deriva dalla filosofia stoica: con le satire, l'autore vuole criticare la corruzione e

il vizio, vuole rigenerare le coscienze facendole andare oltre le apparenze ingannevoli.

+

La fenomenologia del vizio è l'aspetto più analizzato nelle satire.

L'autore utilizza il lessico del corpo e del sesso, sfruttandone il patrimonio metaforico ampio utile a

deformare in chiave macabra la realtà.

● La trama narra di un maestro inascoltato, destinato a non incontrare seguaci.

- La perdita del destinatario lascia però spazio ai monologhi confessionali interiori = itinerario verso

la filosofia e l'esame di coscienza.

● La lingua è scarna e oscura, urta il lettore con la sua asprezza (iunctura acris) sia dal punto di vista

fonico che semantico.

La lingua è quella quotidiana ma lo stile cerca di deformarla mettendo in evidenza aspetti nuovi e

più macabri.

Sovente utilizzo della metafora.

5. Giovenale

● Nasce nel Lazio tra il %0 e il 60 d.C, da famiglia benestante.

- Svolge attività di avvocato e si avvicina all'attività poetica solo in età matura.

● Le opere: scrive 16 satire in esametri, suddivise in 5 libri. Scritte tra il 100 e il 127 d.C.

- La Prima parte: qui Giovenale enuncia le ragioni della sua poetica: la tradizione satirica precedente

era legata alla commedia e la morale contemporanea insegnava a restare indifferenti di fronte alle

cose concrete, di fronte all'inarrestabile dilagarsi del vizio;

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
49 pagine
4 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gloria_Rose di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Bonvicini Mariella.