Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 29
Riassunto esame di Islamistica, libro consigliato Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo), Volume Primo. Il vicino Oriente, Claudio Lo Jacono Pag. 1 Riassunto esame di Islamistica, libro consigliato Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo), Volume Primo. Il vicino Oriente, Claudio Lo Jacono Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di Islamistica, libro consigliato Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo), Volume Primo. Il vicino Oriente, Claudio Lo Jacono Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di Islamistica, libro consigliato Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo), Volume Primo. Il vicino Oriente, Claudio Lo Jacono Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di Islamistica, libro consigliato Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo), Volume Primo. Il vicino Oriente, Claudio Lo Jacono Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di Islamistica, libro consigliato Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo), Volume Primo. Il vicino Oriente, Claudio Lo Jacono Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di Islamistica, libro consigliato Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo), Volume Primo. Il vicino Oriente, Claudio Lo Jacono Pag. 26
1 su 29
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Costituzione di Medina. Infatti, si venne a scoprire che gli ebrei non solo non avevano

rispettato il patto, ma avevano aiutato gli assedianti, vendendo loro una quantità enorme di

viveri. Ciò era una netta violazione del patto con i musulmani, in base al quale non doveva

essere fornito alcun aiuto ai nemici. Dopo circa due settimane di assedio alle loro fortezze,

questi decisero di arrendersi, decretando la loro stessa fine, poiché Sa’d b. Mu’aadh, a cui

Muhammad aveva affidato il compito di decretare la loro fine, decise che tutti i maschi

puberi venissero sterminati e le donne e i fanciulli resi schiavi.

L’accordo di al-Hudaybiyya

L’insuccesso dell’assedio di Medina convinse molte tribù a chiedere un’alleanza con

Muhammad, il quale pretese che i nomadi si impegnassero a versare una sorta di tributo in

cambio della protezione della umma islamica.

Il Profeta decise di compiere una ‘umra alla Ka’ba, nel marzo 628 con milleseicento soldati

e una settantina di bestie per il rituale sacrificio. Pur credendo che fosse lo scontro

definitivo, questo si risolse in una tregua sancita ad al-Hudaybiyya, secondo cui l’anno

successivo i medinesi avrebbero potuto effettuare la ‘umra, mentre i meccani si ritiravano

sulle alture circostanti per evitare scontri. Tuttavia nell’immediato i medinesi dovevano

ritornare nella loro città.

Questa tregua permise ai musulmani di ampliare il loro retroterra economico e politico,

mettendo sotto controllo le rotte battute dai meccani e staccando alcune tribù dai

filobizantini Ghassanidi.

Nel marzo 629 i Quraysh lasciarono campo libero ai medinesi per la ‘umra della durata di

tre giorni, come concordato nella tregua. I pellegrini girarono intorno al santuario in senso

antiorario, compirono i sette tragitti tra al-Safaa’ e Marwa, sacrificarono gli animali portati e

si rasarono la testa.

La conquista di Mecca

La tregua con Mecca durò 22 mesi a causa dello riaccendersi dell’ostilità tra i Bakr b. ‘Abd

Manaat b. Kinaana (alleati dei Quraysh) e i Ka’b b. ‘Amr, un clan dei Khuzaa’a, alleato con

Medina. Uno dei Bakr era stato ucciso in territori Khuzaa’a e i primi decisero di vendicarsi,

finché la situazione si calmò grazie all’intervento di alcuni arbitri che avevano stabilito che i

Khuzaa’a pagassero il prezzo di sangue per le uccisioni seguite al primo omicidio.

La reazione di uno dei Ka’b a certi versi satirici proclamati da un certo Bakr contro il

profeta, portò all’uccisione di alcuni Ka’b, mentre gli assassini si rinchiusero in città. Ciò

fornì il pretesto a Muhammad per rinunciare alla tregua.

In città entrarono quattro contingenti, uno dei quali affidato allo stesso Muhammad, con

l’ordine di uccidere quanti resistevano con le armi e quanti era scritti in una ‘lista nera’.

Successivamente, il Profeta si recò alla Ka’ba dove tocco la Pietra Nera con il bastone, girò

sette volte in senso antiorario intorno al tempio e fece distruggere la statua di Hubal e ogni

possibile segno del politeismo, salvando solo il maqaam Ibraahiim (la stazione di Abramo),

un macigno che si diceva servì al patriarca e al figlio Ismaele per riassettare la Ka’ba dopo il

Diluvio Universale.

La conquista della Mecca fu poco cruenta ma comportò la schiavitù di tutti i suoi abitanti.

Venti giorni dopo ritornò a Medina.

La vittoria di Hunayn. L’epilogo

Nel 631, grazie ad una rivelazione, si ebbe una nuova fase di non tolleranza contro qualsiasi

attacco dei pagani all’Islam, punito con la morte.

Nello stesso anno, Muhammad compì il suo primo hajj, chiamato poi “d’addio”. Tornato a

Medina, fu colpito da violente emicranie e malgrado ogni cura, morì l’8 giugno del 632.

Capitolo secondo. Il califfato “ortodosso”.

La successione del Profeta

La morte di Muhammad rappresentò uno shock di non poco conto poiché lasciava tutti i

musulmani, in particolare i suoi Compagni, privi dell’interprete del messaggio divino, in

grado di risolvere i problemi che si affacciavano all’interno di una comunità guidata da

regole divine. Sebbene nel Corano si faccia uso del termine khaliifa, esso è comunque

collegato alle figure di Adamo e David e non assume il termine di ‘successore’.

Alcuni secoli dopo lo sciismo sosterrà che il Profeta prima di morire aveva designato come

suo successore il cugino ‘Alii, tuttavia il fatto è negato dalla maggior parte dei musulmani,

insieme alla credenza secondo cui l’Ahl al-Bayt, la Famiglia del Profeta, godi di un primato

politico.

Il califfato di Abuu Bakr

La sera della morte del Profeta alcuni Ausiliari decisero di riunirsi nella corte coperta

(saqiifa) per riprendere in mano la gestione della città, volendo eleggere come guida il

sayyid dei Khazraj, Sa’d b. ‘Ubaada. Tuttavia alcuni Emigrati, messi al corrente della

situazione, li raggiunsero per realizzare un accordo per la gestione della Umma. E’ con

queste premesse che durante questa occasione verrà messa in atto l’idea di creare un istituto

califfale: infatti fu significativo il gesto di Abuu ‘Ubayda e di ‘Umar che proclamarono

Abuu Bakr come il miglior uomo per guidare la umma, ottenendo il consenso dei presenti.

Questa scelta votata a favore di Abuu Bakr fu dettata anche dal fatto che non contava tanto il

censo, la capacità guerriera o politica, quanto l’anzianità di fede (saabiqa) e l’intimità con il

Profeta (qaraaba). Abuu Bakr rispettava queste caratteristiche: era stato amico intimo del

Profeta fin da prima della Rivelazione, fu forse il primo uomo adulto a convertirsi, e insieme

ad ‘Umar fu il suo più intimo collaboratore.

Abuu Bakr inoltre era un uomo molto generoso e autorevole e ciò gli permise di acquisire il

favore della maggior parte dei musulmani, sebbene altri, come ‘Alii, per qualche tempo non

lo riconobbero come successore del Profeta.

In particolare, ‘Alii era stato escluso a priori dalla carica a causa della sua giovane età,

perché a pari di Abuu Bakr poteva vantare una certa intimità con il Profeta, per aver dormito

nella stessa casa ed essere diventato non solo suo genero, ma anche fratello di fede all’arrivo

a Medina.

La guerra della ridda

La morte di Muhammad portò ad un periodo di grave conflitti e scontri con molte tribù

beduine che credevano cessata l’intesa pattuita con i musulmani. Fino all’anno precedente

alla morte del Profeta, a Medina erano arrivate alcune rappresentanze tribali a favorire

l’alleanza e la protezione e gli accordi era stati sanciti con l’usuale scambio di doni. Tuttavia

mentre per le tribù questi doni rappresentavano un tributo che agevolasse l’intesa, per i

musulmani erano stati semplicemente il pagamento della zakat, cioè l’imposta legale che

ogni uomo valido convertitosi all’Islam deve versare.

Dunque il califfo vide che i nomadi stavano riprendendo libertà d’azione e li fermò,

sanzionando il peccato di apostasia (ridda) e ricorrendo alle armi, per ristabilire l’ordine.

Infatti tutti i nomadi, dopo diversi attacchi militari, si arresero e tornarono a far parte della

umma. Ma Abuu Bakr era consapevole del fatto che questi problemi sarebbero rimasti a

lungo e avrebbero minato le fondamenta della Comunità alla sua morte. Per questo decise di

far riconoscere, alla sua morte, ad alcuni membri fondamentali, la successione a Imaam

(guida) di ‘Umar.

Il primo dei califfi ortodossi (khulafaa’ raashiduun) morì il 23 agosto 634, ricevendo senza

ostacoli il riconoscimento di tutti i musulmani.

‘Umar b. al-Khattaab e le prime conquiste

‘Umar b. al-Khattaab era uno dei 10 benedetti a cui Muhammad si rivolgeva per cercare un

consiglio o un aiuto. Salì al potere e acquisì il titolo di Comandante dei Credenti, che voleva

sottolineare la totale potestà di guida.

Ricordiamo il suo califfato in particolare per le conquiste esterne all’Arabia.

L’espansione arabo-islamica di questo periodo si configura come la logica conseguenza del

lungo confronto che aveva contrapposto e logorato l’impero bizantino e quello persiano-

sasanide. Entrambi avevano necessità di risanare l’economia e ciò li portò ad assumere una

politica di austerity che ebbe come conseguenza la rimozione di cospicue somme di denaro

ai rispetti alleati, il cui compito era quello di controllare e proteggere i confini degli imperi

dalle razzie degli arabi peninsulari.

Il regno lakhmide aveva il compito di controllare i confini mesopotamici contigui

all’altopiano iranico. Fu il primo a capitolare quando il suo re fu deposto, messo a morte e

sostituito da un governatore persiano, misura poi sfruttata dagli arabi.

I Ghassanidi avevano il compito di controllare la Siria e non fecero mancare il loro aiuto

durante l’invasione islamica, sebbene i rapporti con i Bizantini fossero molto freddi a causa

della politica di austerity.

Con ‘Umar si intraprese con più forza la strada di Dio del jihaad, non solo per allargare

territorialmente, ma anche spiritualmente i confini della Daar al-Islaam in cui vige la Legge

islamica.

La conquista della Siria rappresentò un cambiamento radicale per la umma, non sono

economicamente, ma anche culturalmente. Si mostrò infatti la profonda differenza

tecnologica che distanziava gli Arabi, i quali si facevano comunque forti una superiorità

razziale, morale e spirituale, per essere stati scelti da Dio a ricevere la sua definitiva

Rivelazione.

La costruzione amministrativa del califfato

Con l’acquisizione di un vasto ed eterogeneo impero era necessario avviare alcune riforme,

in particolare, una di esse riguardò l’amministrazione delle regioni conquistate e delle loro

ricchezze, mentre la seconda riguardò l’organizzazione dei guerrieri lontani da casa, al fine

delle operazioni belliche.

Nelle aree conquistate gli aspetti politico-militari ed economico-fiscali erano spesso gestiti

dall’amiir che aveva condotto le operazioni belliche, il quale era poi sostituito da un waalii

(governatore) e da un ‘aamil (agente) che si occupava delle questioni fiscali.

Le ricchezze erano costituite non solo dai bottini sottratti durante le operazioni di guerra, ma

anche dai tributi a cui erano state assoggettate le popolazioni, il fay’, ed infine anche

dall’imposta coranica rivolta a tutti i musulmani.

Le popolazioni sottomesse che potevano godere della protezione islamica erano costrette a

pagare la jizya, un tributo dovuto da ogni uomo adulto che sapesse lavorare, e un kharaaj, in

caso di proprietà fondiarie. Questi tributi servivano perlopi&ugra

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
29 pagine
5 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/10 Storia dei paesi islamici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher morreale.9 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Islamistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Lagdaf Souadou.