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CAPITOLO 5 – L’ESPANSIONE DELLA CULTURA UBAID E LA CREAZIONE DELLA GRANDE
MESOPOTAMIA
Tra la fine del VI e inizi V millennio si assiste a un fenomeno di omogeneizzazione culturale in
tutte le regioni sul Tigri e Eufrate e si delinea la Grande Mesopotamia. Nel periodo Ubaid si
creano al suo interno dei legami fortissimi dovuti a contatti diretti, basati su un graduale
spostamento di popolazione meridionale verso nord.
Lo sviluppo degli aspetti di Ubaid 3 e 4 nella Bassa Mesopotamia mostra elementi di novità che
segnano l’avvio di un processo di emergenza di élites sociali e una continuità nelle caratteristiche
dell’economia primaria e nell’assetto degli insediamenti. L’insediamento è di tipo disperso e
costituito da siti piccoli che si addensano più a sud intorno ai siti di Ur e Eridu. Compaiono rari
insediamenti di dimensioni maggiori in ognuna delle zone della piana, come Tell Oueili , Uruk e
Tell Uqair, interpretati come località centrali, sede di pellegrinaggi o luoghi per gli scambi, in cui
interagivano le varie componenti di una società costituita da unità specializzate nello sfruttamento
di risorse alimentari. Tra queste unità Adams ipotizza la presenza di un’importante componente
pastorale o seminomadica. Tell Oueili è un villaggio con un’agricoltura irrigua basata sui cereali
ma che produce anche lino e conosce la palma da datteri, un allevamento di bovini e suini,
attività di pesca, documentata da resti di pesci d’acqua dolce e salata e dalla presenza di stazioni
Ubaid interpretate come approdi. La ceramica Ubaid ritrovata in questi siti era stata fabbricata in
Mesopotamia e gli insediamenti consistevano in tracce di frequentazione temporanea di piccoli
gruppi che si portavano appresso parte delle loro suppellettili, mentre fabbricavano sul posto gli
oggetti più di uso quotidiano. Come per le fasi più antiche, non ci sono tracce di attività
amministrativa collegata a questa gestione e si può ipotizzare che le vaste strutture di
immagazzinamento fossero o la concentrazione in un’unica area dei magazzini di una o più
famiglie allargate gestiti autonomamente, o il luogo per l’accantonamento del surplus della
comunità destinato a riserva alimentare nei momenti di difficoltà e a forme di redistribuzione in
particolari occasioni. Nel caso della seconda ipotesi la gestione di un surplus in nome della
comunità potrebbe avvenire in due modi: mediante persone incaricate di questo dalla comunità e
quindi responsabili di fronte a essa del loro operato.
A Eridu è stata messa in luce una sequenza di edifici monumentali in mattoni crudi ricostruiti più
volte su una piattaforma di mattoni. Questi edifici, pur ripetendo lo schema della pianta tripartita
caratteristica delle case, con la grande sala centrale e due file di stanze più piccole lungo i lati
lunghi, ne modificano la distribuzione degli spazi e i rapporti volumetrici interni, il tipo di
circolazione tra ambienti, gli accessi. La sala centrale diviene l’elemento principale della struttura
per la sua grandezza, per le decorazioni delle pareti che presentano nicchie, per la sua
collocazione come punto verso cui convergono tutte le entrate. Le stanze laterali si trasformano
in annessi per funzioni collegate con le attività che si dovevano svolgere all’interno della sala
grande, all’interno della quale in ognuno degli edifici erano disposte una banchina laterale e
piattaforme in argilla collocate in posizione fissa contro la parete di fondo. Le caratteristiche di
questi edifici li hanno fatti considerare come primi edifici templari conosciuti. Aurenche e Forest
hanno visto negli edifici templari di Eridu delle grandi sale di ricevimento edificate da un potente
capo tribù per riunire uomini del suo clan. In quest’ottica le piattaforme della sala centrale degli
edifici sarebbero state tavole destinate ai banchetti mentre la presenza di tracce di fuoco sulla
piattaforma del tempio del livelli VI.
Il forte senso di appartenenza al gruppo e il legame con il territorio è suggerito dalla comparsa di
vere e proprie necropoli che presentano un rituale standardizzato. Solo nella fase tarda del
periodo compaiono a Eridu inumazioni in casse di mattoni crudi.
La società del periodo Ubaid appare con una base essenzialmente egalitaria e élites di rango che
assumono un importante ruolo di guida della comunità. La ceramica mostra una tendenza alla
progressiva standardizzazione e semplificazione dei motivi decorativi.
L’area primariamente coinvolta dalla diffusione della cultura Ubaid fu quella precedentemente
occupata dai gruppi Samarra e caratterizzata da comunità strutturalmente non dissimili da quelle
meridionali. Nei due siti di Tell Songor e Tell Abada si ha la comparsa della nuova ceramica
dipinta diffusa nella piana alluvionale mesopotamica e l’affermazione di un nuovo tipo di casa
tripartita che mostra nello schema planimetrico generale un importante aspetto che l’avvicina
funzionalmente alle case di Tell Oueili più che alle strutture tripartite di Tell es-Sawwan. La sala
centrale è ora indivisa e costituisce il perno intorno a cui ruota tutta la casa.
Villaggio riportato in luce a Tell Abada, dove sorgevano due livelli d’abitato, entrambi della fase
antica di Ubaid. E’ un piccolo nucleo di popolazione, occupanti grandi case tripartite isolate, in cui
la sala centrale, che divideva la casa in due settori, si ampliava in due ali laterali assumendo una
forma a croce. Alcuni edifici mostrano ancora una chiara somiglianza con la casa di Abada III e
mettono così in evidenza il processo di transizione graduale dal modello delle case di Sawwan.
Due di questi edifici duplicano le unità tripartite con sala cruciforme ai due lati della grande sala
centrale disponendole in un caso parallelamente a quest’ultima, nell’altro trasversalmente a essa.
Un ruolo sicuramente dominante doveva essere svolto dagli occupanti dell’edificio A, il più
grande, con muri rinforzati e decorati da pilastri e una grande terrazza alle spalle circondata da
uno spesso muro. Mostra anche una maggior autonomia del corpo centrale, che si arricchisce di
due file di stanzette comunicanti tra loro. Non c’erano oggetti e attrezzature di tipo domestico e i
recipienti in ceramica erano concentrati nella sala centrale. In varie sale si trovavano gruppi di
contatori d’argilla di varie forme geometriche (tokens) contenuti in vasi.
Sotto i pavimenti erano collocate urne di 57 bambini. Potrebbe trattarsi della casa del capo. La
presenza dei tokens solo in questo edificio indica che il capo e la sua famiglia dovevano svolgere
una funzione di controllo e annotazione di movimenti di beni all’interno del villaggio o verso altre
unità residenziali.
Alcuni aspetti della vita del villaggio dovevano svolgersi in comune. Un edificio del livello II,
l’edificio I, presentava caratteristiche planimetriche e funzionali del tutto diverse dalle altre
costruzioni e che probabilmente era adibito a recinto e riparo per animali, come indicano i grandi
cortili allungati. L’altra metà della struttura era stata destinata a deposito di materiali vegetali. Non
ci sono comunque vere e proprie strutture di immagazzinamento collettive.
Agli inizi del V millennio tutta la regione occupata dai gruppi Halaf vede il declino di questa cultura
e l’affermazione di nuovi modi di vita accompagnati dal diffondersi di una ceramica quasi identica
a quella meridionale di Ubaid 3. Trovate fosse contenenti ceramica tardo Halaf impoverita, che a
volte imita le produzioni Ubaid, insieme a vera ceramica Ubaid e alcuni frammenti con
decorazione Ubaid su ceramica di fabbrica Halaf. A Tepe Gawra è attestata ancora ceramica
Halaf, e nel livello 19 si ha un grande complesso con file di piccole stanze di grandezza più o
meno costante disposte ai lati di due ampi cortili o spazi di circolazione e transito. Nell’abitato di
Tepe Gawra si registra la comparsa di un’architettura di derivazione meridionale, come le due
case tripartite ad ali laterali trasversali e aggettanti del livello XV e caratteristiche della regione
dello Hamrin, o un edificio presente nei livelli 16 e 15 A molto simile alla stalla-magazzino di Tell
Abada II. Sembra delinearsi una presenza di gruppi stranieri provenienti da sud, forse da Hamrin
stesso. L’architettura tripartita di Gawra segue un diverso modulo con le stanze laterali disposte
parallelamente alla sala centrale, che appare una rielaborazione tipicamente locale dello schema
di origine meridionale. La stratigrafia di Tepe Gawra delinea una situazione in cui si osserva da
un lato un’influenza straniera che modifica i comportamenti e rapporti sociali delle popolazioni
locali, dall’altro una presenza saltuaria in determinati luoghi e momenti di gruppi esterni di
provenienza meridionale, che si sovrappongono alla popolazione locale. Queste presenze
straniere sono quelle che possono giustificare la trasformazione avvenuta nelle società
settentrionali. E’ probabile che piccoli gruppi di popolazione continuassero a espandersi verso
nord, dalla Mesopotamia centrale, imponendosi sulle comunità Halaf, generando fenomeni di
sottomissione di alcuni gruppi e imitazione dei comportamenti dei Ci sono casi noti di popolazioni
con organizzazione gerarchica ben strutturata che si diffondono su nuovi territori occupati d
gruppi sprovvisti di capi, cui impongono come governanti propri membri di alto lignaggio. Gli Alur
dell’Uganda erano un popolo di origine nilotica che si stabilì sugli altopiani dell’Africa orientale
diffondendosi su un vasto territorio e mettendo alla guida delle popolazioni locali prive di
governanti i figli del capo. I capi degli Alur svolgevano funzioni politiche e rituali. La formazione di
vere gerarchie diventa apparente a Tepe Gawra solo nell’ultima parte del periodo. Nel livello 13 e
12, che mostra un insediamento fitto ben organizzato, dotato di strade, strutture diversificate e
una fila di case tripartite di tipo locale, tra cui ne spicca una per grandezza e rifiniture. Questo
edificio, che aveva una grande sala centrale intonacata di bianco, sembra rappresentare la casa
del grande capo. Anche nel rituale funerario si osservano novità negli ultimi livelli Ubaid di Gawra.
Infatti solo dal livello 13 si osserva una netta prevalenza di sepolture di bambini per lo più in urna,
in connessione con l’affermazione di necropoli fuori dagli insediamenti per adulti. Al tempo stesso
si diversificano i rituali di deposizione del corpo, che mostrano alcuni inumati in casse di mattoni
crudi coperti da stuoie, mattoni, frammenti di ceramica. Questi diversi tipi di deposizione sono in
parte in connessione con le classi d’età, ma in parte non mostrano correlazione evidente nè con
questo né con altri fattori riconoscibili e sono di difficile interpretazione perché privi d