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Bene e sommo bene. Spinoza, Leibniz, Kant

Il concetto di bene è problematico nella filosofia antica. Aristotele non avrebbe avuto alcun timore a riconoscere che c'è una particolarità del bene, ma ciò non esclude che vi sia un bene supremo, la felicità, cui ciascun uomo tende e che richiede la realizzazione della dimensione specificamente umana dell'anima, ovvero della sua parte razionale.

Nella filosofia moderna si sottolinea con maggiore insistenza la relatività del bene, si estremizza il carattere di particolarità.

- Spinoza (1632-1677) vede venir meno una giustificazione ontologica del bene.

- Leibniz (1646-1716) è in aperta antitesi con Spinoza, considerando il bene come un concetto altamente problematico.

- Kant (1724-1804) cercherà di ricondurre la problematicità a un uso attento del termine stesso, nel quale finiscono per confondersi significati tra loro assai diversi.

Spinoza sostiene che la conservazione del proprio essere e

L'AMORE INTELLETTUALE DI DIOLA CRITICA DEL FINALISMOETICA (1677) nella quarta parte - La SCHIAVITÙ UMANA, OSSIA le FORZE degli AFFETTI - uomo non è padrone di sé ed è in®balia della fortuna quando non riesce a moderare e a reprimere quel particolare tipo di affetti che sono le passioni. SE uomosoggiogato dalle passioni schiavo.

I concetti di bene e male sono relativi, di solito noi abbiamo un MODELLO della NATURA UMANA e i due concetti si definisconoin rapporto a tale modello:

  • BENE - buono sarà ciò che sappiamo con certezza essere un mezzo che ci avvicina al modello.
  • MALE - cattivo ciò che sappiamo con certezza ci impedisce di riprodurre il modello.

PERFETTI uomini che maggiormente si avvicinano al modello.

IMPERFETTI uomini che maggiormente si allontanano dal modello.

Nell'APPENDICE si prendeva di mira la concezione ebraico-cristiana del Dio creatore - "fa tutto in vista"

di un fine” – in vista®del BENE. Ma così si sottomette l’azione di Dio a dei principi esterni, quindi si presuppone che Dio desideri qualcosa di cui sisente la mancanza.

Critica:

  • ANTROPOCENTRISMO pretesa che l’uomo sia al centro della natura e tutto sia in sua funzione.
  • ANTROPOMORFISMO rappresentazione di Dio attraverso le sembianze umane.

CONCEZIONE DETERMINISTICA e NECESSITANTE della REALTÀ La realtà è determinata secondo un ordinamento causale®necessario. Se Dio l’avesse scelto questo mondo tra tanti altri allora ce ne sarebbero un’infinità che non è riuscito a creare. Lecose sono state prodotte da Dio con somma perfezione, perché sono seguite necessariamente da una natura data che èperfettissima.

Rifiuto del FINALISMO.

SOSTANZA, ATTRIBUTI, MODI

SOSTANZA necessariamente infinita, unica e si identifica con Dio – solo di lui si può dire che non ha bisogno di altro per essere

E per essere® concepito, solo di lui si può dire che sia causa sui, ossia che abbia in sé la causa della sua esistenza.

ATTRIBUTO: ciò che l'intelletto percepisce della sostanza come costituente la sua esistenza. Infiniti attributi della medesima e unica sostanza,® ma l'intelletto umano è in grado di coglierne solo due: PENSIERO ed ESTENSIONE.

MODI: le affezioni della sostanza, ossia ciò che è in altro, per il cui mezzo è pure concepito. Sono modificazione, determinazioni particolari® della sostanza unica. Dipendono da dio e devono a lui la loro essenza ed esistenza.

NATURA NATURANTE: indica la sostanza e i suoi attributi – CAUSA.®

NATURA NATURATA: indica i modi che dipendono dagli attributi della sostanza – EFFETTO della CAUSALITÀ.®

IL BENE COME CONSERVAZIONE DI SÉ: IDENTIFICAZIONE TRA BENE e UTILE. UTILE = ciò che permette di conservare il proprio essere.® 17

CONATUS (SFORZO):-

VOLONTÀ quando lo sforzo si riferisce soltanto alla mente.- APPETITO quando lo sforzo si riferisce si alla mente che al corpo.

CUPIDITÀ (cupiditas) appetito consapevole di sé. Definisce la natura stessa dell’uomo.

Due obiettivi attraverso teorie del conatus e cupiditas:

  1. Interpretazione energetica del reale. Centrata sui criteri di POTENZIALITÀ e FORZA e quindi contraria ad una concezione sostanzialistica cartesiana. Essenza stessa di Dio = potenza. Conatus = capacità di agire avvertita come un accrescimento della perfezione o della potenza della cosa stessa.
  2. Contraddistinguere l’essere dell’uomo, rispetto a quello degli altri enti: anche l’uomo si sforza di preservare il suo vero essere, ma in lui l’appetito (conatus) è consapevole di sé. Conatus e cupiditas sono criterio di giudizio della bontà di qualcosa, è rispetto a esso che si determina che cosa sia bene o male, non viceversa.

BENE

conservazione del proprio essere è un tema centrale nella filosofia di Spinoza. Secondo lui, il sommo bene consiste nella conoscenza di Dio. La virtù, invece, è la trasformazione dell'individuo che agisce, vive e conserva la propria esistenza. La virtù è intesa come la ricerca dell'utile sotto la guida della ragione. Spinoza sostiene che il bene supremo della mente è conoscere Dio, mentre la virtù suprema della mente è conoscere Dio. Il cammino verso la liberazione raggiunge il suo culmine nell'amore intellettuale di Dio, che è il risultato di una conoscenza vera e adeguata dell'intelletto. Spinoza distingue tre tipi di conoscenza: la conoscenza razionale, che è la conoscenza adeguata del tutto basata sull'ordine necessario che lo governa e nella prospettiva dell'eternità, che consiste nella conoscenza di Dio; l'immaginazione, che conosce in modo inadeguato e si affida alle indicazioni provenienti dai sensi, considerando le cose come contingenti e non necessarie.

CONOSCENZA ADEGUATA si distingue nella CONOSCENZA RAZIONALE di secondo genere che conosce in modo mediato e discorsivo; CONOSCENZA INTELLETTUALE di terzo genere, quest'ultima è superiore perché conosce in modo diretto e immediato.

LEIBNIZ: LA VERITÀ INNATA DEL BENE LA CRITICA DEL RELATIVISMO E DEL VOLONTARISMO

DISCORSO di METAFISICA (1686) giudica pericolosa tesi di SPINOZA e anche semplicistica la tesi in base alla quale la bellezza dell'universo e la bontà attribuita alle opere di Dio altro non sarebbero che chimere di uomini che concepiscono Dio come simile a loro. Sia SPINOZA che HOBBES sono accusati di concepire la bontà, giustizia e la saggezza come delle finzioni:

- ERRORE di HOBBES di far dipendere la giustizia delle "leggi arbitrarie dei superiori" e non delle "regole eterne" della saggezza e della bontà. Per L - LEGGE di NATURA diritto naturale che vale in sé e per sé.

- LEGGE

POSITIVA giusta o ingiusta, dipende dal potere che la promulga.

LEGGE di NATURA insieme delle regole oggettive del giusto e del bene. Tale oggettività non vale solo nei confronti degli uomini, ma anche di Dio.

Critica VOLONTARISMO e ARBITRARISMO = ciò che Dio ha deciso è bene, male ciò che egli ha voluto sia male. Ma quando il bene e il giusto rispondono al criterio di ciò che piace al più potente, Dio finisce per essere rappresentato come un despota o tiranno.

PRIMATO della RAGIONE sulla VOLONTÀ. 18- VERITÀ METAFISICHE e MATEMATICHE verità innate. Possiamo accedervi attraverso il "lume naturale" della ragione.

VERITÀ ETICHE alle quali possiamo giungere con l'ausilio degli istinti.

TESTO 2 – LEIBNIZ: LE VERITÀ ETERNE DEL BENE (PAGINA 97)

LE PERSONE MORALI NELLA CITTÀ DI DIO

Si parla di DIO in una duplice maniera:

- METAFISICAMENTE come principio e causa di tutte le sostanze.

MORALMENTE come il capo di tutte le persone o sostanze intelligenti. DIO = monarca degli spiriti. Suo obiettivo è la felicità piena della città e di tutti i suoi membri. MONADOLOGIA gerarchia tra le diverse MONADI:
  1. Al livello più basso – SOSTANZE SEMPLICI (entelechie) – forme sostanziali che hanno in sé una certa perfezione, capaci di percepire in modo confuso e indistinto.
  2. ANIME proprie degli animali, sono in grado di sentire, primo abbozzo di coscienza.
  3. SPIRITI la cui coscienza è una vera e propria consapevolezza di sé e del proprio agire, frutto della ragione. Chiamati anche ANIME RAZIONALI – capaci di cogliere le verità innate.
Uomo in quanto anima razionale è specchio di Dio stesso – Dio spirito per antonomasia. Per questo gli spiriti possono comunicare ed essere in relazione con Dio. CITTÀ di DIO dove risiede il SOMMO BENE, nella comunione degli spiriti tra loro e con Dio si.dà la massima felicità possibile® per i membri della città. SOMMO BENE = vivere con Dio e con gli spiriti – conservando però la propria identità individuale e morale. KANT: IL PRIMATO DELLA LEGGE MORALE E IL BENEBENE SENSIBILE E BENE MORALE CRITICA della RAGION PRATICA (1788) qual è l'oggetto della ragion pura pratica? Il BENE (e il MALE).® Problema: come determinare il bene. PARADOSSO il concetto del bene e del male non deve essere determinato prima dalla legge morale ma soltanto dopo® mediante essa. FORMALISMO il motivo che determina la volontà morale non può essere secondo materia (non può fondarsi sulla ricerca del® proprio interesse) MA deve essere secondo la FORMA della LEGGE – secondo l'universalità che è propria della legge stessa. - Nel primo caso quando il movente della volontà è rappresentato da una qualche materia, i principi pratici sono meramente

soggettivi ed empirici.- Nel secondo caso il movente della volontà è costituito dalla forma della legge – si hanno LEGGI PRATICHE – principi pratici che in quanto leggi devono valere per ogni essere razionale, dei principi cioè che sono oggettivi e per questo sono anche morali.

BONUM e MALUM designano sia il bene che il male in senso morale sia il bene e il male in senso empirico e sensibile.

Errore delle teorie precedenti:- Determinare il bene prima della legge morale.- Introdotto una qualificazione di carattere empirico e quindi materiale.

Per K ciò che determina la volontà morale è la legge secondo la forma che le è propria dell’universalità.- IMPERATIVO CATEGORICO su cui si basa l’AZIONE MORALMENTE BUONA, categorico = assoluto, non sottoposto ad alcuna condizione.- IMPERATIVO IPOTETICO viene sottoposto a delle condizioni, dipende da ipotesi. Non è sinonimo

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A.A. 2021-2022
52 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marydf00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Grion Luca.