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CAPITOLO 16: I RISCHI DELL’ATTIVITA BANCARIA
Il documento di Basilea 2 vuole convincere l’investitore a presidiare tutte le
fonti di rischio e di disporre del capitale necessario per la copertura di queste
esposizioni.
Il rischio di mercato: si identifica nell’attivo di bilancio delle banche un
aggregato denominato portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza, all’interno
del quale confluiscono le posizioni destinate a una successiva dimissione a
breve termine e o assunte allo scopo di beneficiare, nel breve termine, di
differenze tra i prezzi di acquisto e di vendita o di altre variazioni di prezzo o di
tasso di interesse. Questa porzione dell’attivo delle banche è chiaramente
esposta al cosiddetto rischio di posizione. In funzione della natura del titolo
oggetto di analisi, tale rischio può derivare dall’andamento dei tassi di
interesse dei mercati azionari e della volatilità di alcuni di questi fattori, che
influenza il valore dei contratti derivarti.
La normativa di vigilanza in materia di rischi di mercato considera: il rischio
connesso a transazioni (il rischio di regolamento), il rischio riguardante
l0eccessiva esposizione nei confronti di un'unica controparte (rischio di
concentrazione), il rischio di cambio, il rischio di posizione in merci.
Per ognuna di queste tipologie sono stati previsti alcuni coefficienti che
consentono di quantificare l’assorbimento di patrimonio riconducibile
all’insieme dei rischi di mercato. Alcune banche, quelle più avanzate, hanno
optato per l’utilizzo dei propri modelli interni che devono essere validati dalla
banca di Italia. Tali modelli interni si basano sul controllo quotidiano
dell’esposizione al rischio e consentono di stimare la perdita massima
potenziale cui può andare incontro la banca su una posizione o su un
portafoglio di posizione su un determinato orizzonte temporale e con un certo
intervallo probabilistico.
Il valore a rischio: è un indicatore che esprime il rischio in termini monetari e
quindi in modo omogeneo aggregabile a livello di portafoglio: VaR = valore di
mercato x la duration modificata x volatilità dei tassi di interesse x costante.
Il VaR costituisce il miglior compromesso tra robustezza metodologica e
comprensibilità.
Il rischio di tasso di interesse: per gestire il rischio del tasso di interesse si
costruisce e utilizza un modello di asset&liability managment chiamato la gap
analisys. La gap analysis studia l’impatto dei tassi sul valore del patrimonio
netto della banca.
Si identifica un gap= G=attività sensibili – passività sensibili= variazione
assoluta del margine di interesse.
Nel caso in cui il valore delle attività sensibili è uguale a quello delle passività
sensibili significherebbe che il margine di interesse di competenza sarebbe
immune alle variazioni dei tassi di mercato.
La gestione attivo passivo può perseguire l’obbiettivo:
51 di immunizzazione del margine di interesse rispetto alle variazioni dei
o rendimenti di mercato
della massimizzazione dell’addetto positivo sul margine di interesse
o ottenibile dalle variazioni previste dei tassi di mercato.
In realtà possono essere fatti degli affidamenti consistenti nel modello dei gap
incrementale finalizzato a risolvere il problema insito nel gap di base di
assumere un'unica ridefinizione del tasso di interesse e a una sola variazione
delle condizioni di mercato per tutto il periodo di gap. Qui si scompone il gap di
tutto il periodo in tanti gap di sotto periodi per ognuno dei quali si procede alla
quantificazione del gap. La rappresentazione dei gap sotto periodali permette
alla banca di individuare le azioni correttive da intraprendere al fine di ridurre la
propria esposizione al rischio.
L’ipotesi che i tassi di mercato si muovono in misura analoga per direzione e
intensità nei diversi segmenti è credibile? Nella realtà dei mercati è più
probabile, che nonostante ci siano trend comini, i tassi che caratterizzano
diversi comparti si muovono a velocita diverse, perché legati a condizioni di
scambio differenti. In questo senso si rappresenta alla banca il problema di non
poter annullare, anche in presenza di gap nulli, gli effetti sul margine di
interesse di una variazione nei tassi di mercato.
Una logica alternativa alla gap analysis, può essere anche analizzata attraverso
un altra tecnica di asset liability management, nota con il termine duration gap.
La duration modificata è un indicatore di sensibilità del prezzo di un
attività/passività finanziaria al variare dei tassi di interesse. La duration gap è
la differenza tra la duration modificata dell’attivo e la duration modificata del
passivo. Con la duration gap si ha modo di quantificare l’impatto di istantanee
variazioni dei tassi di mercato sul valore del patrimonio netto di una banca.
Tanto più ampio sarà il duration gap tanto più sensibile risulterà il valore del
patrimonio netto della banca alle variazioni esogene delle condizioni di
mercato.
La logica della duration gap è quella di presidiare il valore dello stato
patrimoniale della banca, dando maggiore enfasi al controllo interno. Essa
costituisce un complemento alla logica del gap analysis.
Il richio operativo: attiene allo svolgimento dell’attività di impresa,
l’esposizione a tale rischio deriva dall’incremento delle dimensioni aziendali.
L’assorbimento patrimoniale utilizza:
Approcci standardizzati: si fa riferimento a due modelli che determinano il
requisito patrimoniale applicando al margine di intermediazione un unico
coefficiente regolamentare
Nei modelli interni: l’ammontare del requisito patrimoniale è misurato dalla
banca attraverso modelli di calcolo basati su dati di perdita operativa e altri
elementi di valutazione raccolti ed elaborati dalla banca stessa.
Altre tipologie di rischio
rischio strategico
Il è legato a un potenziale flessione degli utili o del capitale
derivante da cambiamenti del contesto operativo, da decisioni aziendali errate,
52
da attuazione inadeguata di decisioni e da scarsa redditività a variazioni del
contesto competitivo. Le banche tendono a distinguere all’interno del rischio
strategico due componenti: la prima riconducibile agli eventuali impatti
discendenti da errate decisioni aziendale e scarsa redditività a variazioni del
contesto competitivo, la seconda denominata anche rischio di business è
legata alla potenziale flessione degli utili derivante dal congiunto agire della
volatilità dei ricavi e alla volatilità dei costi.
Il rischio reputazione è legato a una potenziale flessione degli utili o del
capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da
parte di clienti, controparti, azionisti, investitori e auto vigilanza. Questo
espone il rischio di contestazioni da parte della clientela e a ricadute in termini
di immagine per la banca.
Il rischio immobiliare è legato alle potenziali perdite a dronte di oscillazioni
inattese del valore degli immobili presenti in portafoglio, dovute al generale
andamento del mercato immobiliare. È prassi diffusa stimare questa
componente mediante il ricorso a un approccio Var analogo a quello utilizzato
per i rischi di mercato
Il rischio assicurativo deriva dalla presenza nel gruppo bancario del business
del ramo vita e o del ramo danni ed è legati a variazioni avverse
dell’embedded value assicurativo. Tale rischio riflette il rischio che il valore
dell’attivita assicurativa possa deteriorarsi andando a compromettere la
solidità delle altee componenti del conglomerato finanziario in oggetto.
Rischio di liquidita; attiene alla possibilità che la banca non riesca a far
fronte ai propri impegni di pagamento. Basilea 3 ha previsto che per calcolare il
rischio di liquidita si devono utilizzare due coefficienti di liquidita: il LCR e il
NSFR.
L’allocazione del capitale e la creazione del valore
Analizzando le diverse tipologie di rischio si è più volte fatto riferimento alle
modalità con le quali le autorità di vigilanza chiedono che venga calcolato,
mediante modelli standardizzati o modelli interni il capitale osservato.
Patrimonio di vigilanza > Krc + Krm + Kro
La logica del risk adjusted return on capital: consente di confrontare un
paramento di redditività con la misura del capitale richiesto da una singola
operazione o da un’interna area di business. Analizza la reddittività tenendo un
adeguata considerazione sia della stima della perdita attesa, sia l’entità dei
costi di funding dell’operazione.
Racoc=[tasso impiego(1 –%perdita attesa)- tasso funding -%perdita attesa–
costi operativi tot]/ (capitale assorbito o allocato) .
La nozione di racoc è duplice poiché puo essere calcolato sul capitale allocato
ex ante, o su quello assorbito.
La gestione dei rischi vista nella prospettiva delle misure di performance delle
banche assume un significato diverso a quello che si otterrebbe da un’analisi
stand alone. Il capitale rappresenta una risorsa scarsa che deve essere
adeguatamente remunerate e, una volta definita la dotazione patrimoniale,
deve essere messa a frutto definendo strateficamente quali debbano essere le
linee di business sulle quali puntare (Figura pag 338)
53
CAPITOLO 17: IL BILANCIO DELLE BANCHE
Nei paesi dell’UE è stata elaborata una nuova legislazione IAS/IFRS, se ne è
imposta l’applicazione dal 2005.
Il sistema di bilancio prevede accanto ai documenti di base (quali: stato
patrimoniale, conto economico, nota integrativa e relazione degli
amministratori sulla gestione) anche altri prospetti, quali: il prospetto della
redditività complessiva, il prospetto delle variazioni del patrimonio netto, e il
rendiconto finanziario.
Un ulteriore novità è rappresentato dal livello di flessibilità che caratterizza la
forma del bilancio, ovvero il modo con cui i valori sono presentati al lettore.
La normativa recupera l’obbiettivo della comparabilità attraverso una maggiore
attenzione alla trasparenza informativa dei bilanci. Si passa cosi a un modello
di bilancio basato sull’impiego del fire value quale criterio di valutazione delle
operazioni in essere a fine esercizio. Il fire value è definito come il prezzo che
si percepirebbe per la vendita di una attività, ovvero il prezzo che si
pagherebbe per il trasferimento di una passivista in una regolare operazione
tra operatori di mercato alla data di valutazione. Il concetto si avvicina molto, e
si sovrappone a quello di valore di mercato. Infatti, la quotazione ufficiale di
mercato di un attività/passivit&