Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 65
Riassunto esame di economia degli intermediari finanziari Pag. 1 Riassunto esame di economia degli intermediari finanziari Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di economia degli intermediari finanziari Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di economia degli intermediari finanziari Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di economia degli intermediari finanziari Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di economia degli intermediari finanziari Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di economia degli intermediari finanziari Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di economia degli intermediari finanziari Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di economia degli intermediari finanziari Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di economia degli intermediari finanziari Pag. 41
1 su 65
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CAPITOLO 16: I RISCHI DELL’ATTIVITA BANCARIA

Il documento di Basilea 2 vuole convincere l’investitore a presidiare tutte le

fonti di rischio e di disporre del capitale necessario per la copertura di queste

esposizioni.

Il rischio di mercato: si identifica nell’attivo di bilancio delle banche un

aggregato denominato portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza, all’interno

del quale confluiscono le posizioni destinate a una successiva dimissione a

breve termine e o assunte allo scopo di beneficiare, nel breve termine, di

differenze tra i prezzi di acquisto e di vendita o di altre variazioni di prezzo o di

tasso di interesse. Questa porzione dell’attivo delle banche è chiaramente

esposta al cosiddetto rischio di posizione. In funzione della natura del titolo

oggetto di analisi, tale rischio può derivare dall’andamento dei tassi di

interesse dei mercati azionari e della volatilità di alcuni di questi fattori, che

influenza il valore dei contratti derivarti.

La normativa di vigilanza in materia di rischi di mercato considera: il rischio

connesso a transazioni (il rischio di regolamento), il rischio riguardante

l0eccessiva esposizione nei confronti di un'unica controparte (rischio di

concentrazione), il rischio di cambio, il rischio di posizione in merci.

Per ognuna di queste tipologie sono stati previsti alcuni coefficienti che

consentono di quantificare l’assorbimento di patrimonio riconducibile

all’insieme dei rischi di mercato. Alcune banche, quelle più avanzate, hanno

optato per l’utilizzo dei propri modelli interni che devono essere validati dalla

banca di Italia. Tali modelli interni si basano sul controllo quotidiano

dell’esposizione al rischio e consentono di stimare la perdita massima

potenziale cui può andare incontro la banca su una posizione o su un

portafoglio di posizione su un determinato orizzonte temporale e con un certo

intervallo probabilistico.

Il valore a rischio: è un indicatore che esprime il rischio in termini monetari e

quindi in modo omogeneo aggregabile a livello di portafoglio: VaR = valore di

mercato x la duration modificata x volatilità dei tassi di interesse x costante.

Il VaR costituisce il miglior compromesso tra robustezza metodologica e

comprensibilità.

Il rischio di tasso di interesse: per gestire il rischio del tasso di interesse si

costruisce e utilizza un modello di asset&liability managment chiamato la gap

analisys. La gap analysis studia l’impatto dei tassi sul valore del patrimonio

netto della banca.

Si identifica un gap= G=attività sensibili – passività sensibili= variazione

assoluta del margine di interesse.

Nel caso in cui il valore delle attività sensibili è uguale a quello delle passività

sensibili significherebbe che il margine di interesse di competenza sarebbe

immune alle variazioni dei tassi di mercato.

La gestione attivo passivo può perseguire l’obbiettivo:

51 di immunizzazione del margine di interesse rispetto alle variazioni dei

o rendimenti di mercato

della massimizzazione dell’addetto positivo sul margine di interesse

o ottenibile dalle variazioni previste dei tassi di mercato.

In realtà possono essere fatti degli affidamenti consistenti nel modello dei gap

incrementale finalizzato a risolvere il problema insito nel gap di base di

assumere un'unica ridefinizione del tasso di interesse e a una sola variazione

delle condizioni di mercato per tutto il periodo di gap. Qui si scompone il gap di

tutto il periodo in tanti gap di sotto periodi per ognuno dei quali si procede alla

quantificazione del gap. La rappresentazione dei gap sotto periodali permette

alla banca di individuare le azioni correttive da intraprendere al fine di ridurre la

propria esposizione al rischio.

L’ipotesi che i tassi di mercato si muovono in misura analoga per direzione e

intensità nei diversi segmenti è credibile? Nella realtà dei mercati è più

probabile, che nonostante ci siano trend comini, i tassi che caratterizzano

diversi comparti si muovono a velocita diverse, perché legati a condizioni di

scambio differenti. In questo senso si rappresenta alla banca il problema di non

poter annullare, anche in presenza di gap nulli, gli effetti sul margine di

interesse di una variazione nei tassi di mercato.

Una logica alternativa alla gap analysis, può essere anche analizzata attraverso

un altra tecnica di asset liability management, nota con il termine duration gap.

La duration modificata è un indicatore di sensibilità del prezzo di un

attività/passività finanziaria al variare dei tassi di interesse. La duration gap è

la differenza tra la duration modificata dell’attivo e la duration modificata del

passivo. Con la duration gap si ha modo di quantificare l’impatto di istantanee

variazioni dei tassi di mercato sul valore del patrimonio netto di una banca.

Tanto più ampio sarà il duration gap tanto più sensibile risulterà il valore del

patrimonio netto della banca alle variazioni esogene delle condizioni di

mercato.

La logica della duration gap è quella di presidiare il valore dello stato

patrimoniale della banca, dando maggiore enfasi al controllo interno. Essa

costituisce un complemento alla logica del gap analysis.

Il richio operativo: attiene allo svolgimento dell’attività di impresa,

l’esposizione a tale rischio deriva dall’incremento delle dimensioni aziendali.

L’assorbimento patrimoniale utilizza:

Approcci standardizzati: si fa riferimento a due modelli che determinano il

requisito patrimoniale applicando al margine di intermediazione un unico

coefficiente regolamentare

Nei modelli interni: l’ammontare del requisito patrimoniale è misurato dalla

banca attraverso modelli di calcolo basati su dati di perdita operativa e altri

elementi di valutazione raccolti ed elaborati dalla banca stessa.

Altre tipologie di rischio

rischio strategico

Il è legato a un potenziale flessione degli utili o del capitale

derivante da cambiamenti del contesto operativo, da decisioni aziendali errate,

52

da attuazione inadeguata di decisioni e da scarsa redditività a variazioni del

contesto competitivo. Le banche tendono a distinguere all’interno del rischio

strategico due componenti: la prima riconducibile agli eventuali impatti

discendenti da errate decisioni aziendale e scarsa redditività a variazioni del

contesto competitivo, la seconda denominata anche rischio di business è

legata alla potenziale flessione degli utili derivante dal congiunto agire della

volatilità dei ricavi e alla volatilità dei costi.

Il rischio reputazione è legato a una potenziale flessione degli utili o del

capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da

parte di clienti, controparti, azionisti, investitori e auto vigilanza. Questo

espone il rischio di contestazioni da parte della clientela e a ricadute in termini

di immagine per la banca.

Il rischio immobiliare è legato alle potenziali perdite a dronte di oscillazioni

inattese del valore degli immobili presenti in portafoglio, dovute al generale

andamento del mercato immobiliare. È prassi diffusa stimare questa

componente mediante il ricorso a un approccio Var analogo a quello utilizzato

per i rischi di mercato

Il rischio assicurativo deriva dalla presenza nel gruppo bancario del business

del ramo vita e o del ramo danni ed è legati a variazioni avverse

dell’embedded value assicurativo. Tale rischio riflette il rischio che il valore

dell’attivita assicurativa possa deteriorarsi andando a compromettere la

solidità delle altee componenti del conglomerato finanziario in oggetto.

Rischio di liquidita; attiene alla possibilità che la banca non riesca a far

fronte ai propri impegni di pagamento. Basilea 3 ha previsto che per calcolare il

rischio di liquidita si devono utilizzare due coefficienti di liquidita: il LCR e il

NSFR.

L’allocazione del capitale e la creazione del valore

Analizzando le diverse tipologie di rischio si è più volte fatto riferimento alle

modalità con le quali le autorità di vigilanza chiedono che venga calcolato,

mediante modelli standardizzati o modelli interni il capitale osservato.

Patrimonio di vigilanza > Krc + Krm + Kro

La logica del risk adjusted return on capital: consente di confrontare un

paramento di redditività con la misura del capitale richiesto da una singola

operazione o da un’interna area di business. Analizza la reddittività tenendo un

adeguata considerazione sia della stima della perdita attesa, sia l’entità dei

costi di funding dell’operazione.

Racoc=[tasso impiego(1 –%perdita attesa)- tasso funding -%perdita attesa–

costi operativi tot]/ (capitale assorbito o allocato) .

La nozione di racoc è duplice poiché puo essere calcolato sul capitale allocato

ex ante, o su quello assorbito.

La gestione dei rischi vista nella prospettiva delle misure di performance delle

banche assume un significato diverso a quello che si otterrebbe da un’analisi

stand alone. Il capitale rappresenta una risorsa scarsa che deve essere

adeguatamente remunerate e, una volta definita la dotazione patrimoniale,

deve essere messa a frutto definendo strateficamente quali debbano essere le

linee di business sulle quali puntare (Figura pag 338)

53

CAPITOLO 17: IL BILANCIO DELLE BANCHE

Nei paesi dell’UE è stata elaborata una nuova legislazione IAS/IFRS, se ne è

imposta l’applicazione dal 2005.

Il sistema di bilancio prevede accanto ai documenti di base (quali: stato

patrimoniale, conto economico, nota integrativa e relazione degli

amministratori sulla gestione) anche altri prospetti, quali: il prospetto della

redditività complessiva, il prospetto delle variazioni del patrimonio netto, e il

rendiconto finanziario.

Un ulteriore novità è rappresentato dal livello di flessibilità che caratterizza la

forma del bilancio, ovvero il modo con cui i valori sono presentati al lettore.

La normativa recupera l’obbiettivo della comparabilità attraverso una maggiore

attenzione alla trasparenza informativa dei bilanci. Si passa cosi a un modello

di bilancio basato sull’impiego del fire value quale criterio di valutazione delle

operazioni in essere a fine esercizio. Il fire value è definito come il prezzo che

si percepirebbe per la vendita di una attività, ovvero il prezzo che si

pagherebbe per il trasferimento di una passivista in una regolare operazione

tra operatori di mercato alla data di valutazione. Il concetto si avvicina molto, e

si sovrappone a quello di valore di mercato. Infatti, la quotazione ufficiale di

mercato di un attività/passivit&

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
65 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher adachiara di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di economia dei mercati e degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Cocozza Rosa.