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GOETHE
Johann Wolfgang von Goethe fu uno dei geni più grandi e più poliedrici dell'umanità ed ha
rappresentato in molte delle sue figura solo una parte si se stesso. Le figure in cui Goethe si
rappresentò sono figure demoniache: ad esempio Werther che si abbandona alla passione amorosa,
il viandante che si getta nel movimento per amore, Prometeo che crea vita per l'impulso creativo e
Faust che si supera per una necessità di progresso e di autosuperamento. In Goethe, passione e
saggezza si coiciliano e si potenziano. Egli creò una vasta galleria di tipi umani anche se le sue
figure femminili si somigliano spesso mentre nelle figure maschili si ha il seduttore per debolezza
morale. La sua rappresentazione più compiuta è quella del “favorito degli dei”, ricorrente in molte
opere, ma egli si sentiva anche vittima degli dei perché condannato a vivere la comune condizione
umana di felicità e di infelicità. Goethe fu poeta, pittore, diplomatico, uomo di mondo, scienziato e
visse diverse attitudini artistiche ed intellettuali; ebbe la capacità di sperimentare tutto. La sua
particolare universalità denota come Goethe abbia raggiunto un altissimo grado di eccellenza in
diversi generi letterari: egli scrisse liriche, drammi, un poema e vari romanzi. Goethe fu spesso
divinizzato dagli amici e per questo trattò gli altri con indifferenza perché non riusciva a prendere
sul serio i comuni mortali, giocava con i sentimenti altrui. La sua vita si basò sulla seduzione e sulla
socievolezza, affascinava e veniva affascinato; il suo dongiovannismo è una manifestazione
estetico-erotica di un senso di cosmicità: la sua passionalità sociale, erotica e cosmica è indivisibile
dalla saggezza; la seduzione è pedagogia, è Bildung e cultura dell'anima, è una possibilità di
educare la sensibilità e la nobiltà dell'amata. Aveva il bisogno di travestirsi per dissimulare la
propria personalità e di fingersi simile agli altri; vi è un'interferenza tra le forze dell'anima e le forze
del cosmo. Goethe dedico anni alle ricerche di botanica e si sente troppo attaccato alla terra. La vita
viene sentita come lotta e la lotta è parte di una misteriosa armonia che non risolve i contrasti ma è
l'interferenza di forze opposte.
Goethe fu il creatore dello Sturm und Drang anche se i suoi contemporanei furono incapaci di
comprenderlo ed amarlo. La sua rivalutazione si ebbe quando il materialismo scientifico scoprì in
lui il precursore di Darwin.Varie correnti irrazionalistiche riscoprirono il Goethe irrazionale e
demoniaco, sebbene la figura di Goethe non potesse esser limitata all'ambito demoniaco. Quando
aveva 7 anni, Goethe affermò di credere all'oroscopo e di disprezzare coloro che “vivevano senza
stelle”; la mattina compiva un rito in cui accendeva una fiamma grazie ad una lente che rifletteva i
raggi solari. Afferò di aver ricevuto dal padre la condotta di vita e dalla madre il comportamento
pacato e la fantasia ma si discostò dalla sua religiosità pietistica, conservando però il culto religioso
della natura e dell'alba. A 15 anni subì una crisi morale a causa d un processo per truffa in cui, a
differenza dei suoi compagni, ne uscì senza condanne. L'anno dopo si trasferì a Lipsia in cui studò
giurisprudenza e sperimentò il rococò.
«Le poesie lipsiensi»
Delle poesie lipsiensi si conservarono solo Das Buch Annette e i Neue Lieder; si trattava di
frammenti di una confessione generale per liberarsi da un sentimento gioioso o doloroso. Qui le
esperienze vissute e le acquisizioni culturali vengono trasfigurate dalla fantasia.
Il poeta non vede le bellezze terrene ma ama soltanto l'amore. Si ha una lotta tra la sensibilità e la
virtù, la saggezza. Goethe sente il richiamo dei sensi e non resiste alla tentazione ma venera la
donna soprattutto nel momento in cui, vicino a cedere, si appella alla generosità dell'amato,
pregandolo di essere forte più di quanto essa non sia.
Goethe riprese gli studi di giurisprudenza a Stasburgo, dove conobbe Herder. Qui si sviluppò lo
Sturm und Drang. Gli anni stürmeriani di Goethe sono quelli dal 1771 al 1775, i più intensi,
drammatici e caratterizzati da una ricchissima produzione poetica. Il poeta imparò la tecnica
compositiva e stilistica e s'impossessò maggiormente del linguaggio e della metrica. Ma nel 1775 si
ha una crisi goethiana che rivela l'inconciliabilità tra cultura e politica.
Goethe si sentiva rinato nella natura e la rinascita nella natura è rinascita nell'alba; la natura è
inondata dal color porpora del sole sorgente: qui la natura e l'amore sono una cosa sola.
«Le poesie di Sesenheim»
L'argomento principale di queste poesie è la rosa, rosa che non è più decorativa e allegorica. In
Heidenröslein si ha un aspetto diverso dell'amore, un drammatico e violento contrasto tra
l'innamorato e la fanciulla, paragonata ad una rosa mattutina e diversa dalle altre rose. Le poesie di
Sesenheim si chiudono con Wilkommen und Abschied, che narra l'ultima visita fatta a Friederike a
cui poi Goethe si staccò per sempre. In questa poesia si ha inizialmente la cavalcata notturna
eseguita dal poeta perché seguì il proprio demone imponendosi di non abbandonare Friederike.
«Il discorso su Shakespeare»
Goethe scrive il discorso Zum Shakespeare-Tag per la celebrazione shakespeariana da lui tenuta a
Francoforte. Si tratta del manifesto più rivoluzionario dello Sturm und Drang. Qui Shakespeare
viene definito come il “più grande viandante dell'umanità” quindi il suo più grande genio. Il teatro
shakespeariano rappresenta l'infinita varietà della vita. Con quest'interpretazione Goethe non
giustifica la fatalità storica ma scopre anche in Shakespeare la concezione dell'Uno-Tutto (l'Uno
come principio indicante l'unità del Tutto). Goethe viandante trascina con sé nella folle avventura
della vita tutti quelli che sentivano sé.
Il culto goethiano del genio ha un carattere aggiunto poiché sembra derivare da due esperienze
culturali: Hamann e Shakespeare. Ma il sentimento della genialità nasce da un'esperienza personale,
vissuta con passionalità, cioè l'esperienza del demoniaco scoperto in sé e nella natura → fatto
psicologico nell'anima di Goethe. La sostanza dello Sturm und Drang goethiano è nei momenti di
ebbrezza lirica in cui egli sperimenta il demoniaco delle forze della natura e nella propria anima. La
lirica di stürmeriana di Goethe è lirica dello Sturm nel senso concreto della parola perché è lirica
della tempesta, in cui la natura manifesta tutta la sua potenza. Nella tempesta Goethe non vede Dio
ma una forza elementare a cui si espone per fondersi con essa. Goethe viandante non è ancora
sicuro di essere un genio ma è sicuro di avere un genio. Il genio acquista un carattere nuovo per la
sua opposizione alla capanna. Si tratta di un'opposizione di principio ed è in essa la grandezza del
viandante, il quale è spinto dal suo genio a peregrinare senza sosta perché è escluso dalla capanna o
non riesce più ad accettarla. La capanna è la realtà di coloro che non sono viandanti (non vi sono
cenni alla capanna pietistica in Goethe). Lo Sturm un Drang si realizza con massima evidenza nel
rapporto tra genio e viandante quindi tra natura ed anima e nel rapporto tra viandante e capanna
quindi tra rnnovamento e rimpianto della serenità. Questo portò alla composizione degli inni dal
ritmo libero. Alle poesie del viandante si possono aggiungere due poesie del 1774, Ganymed e il
monologo incompiuto Prometheus. Ogni poesia dal ritmo libero volge un tema nuovo e diverso con
immagini di varietà ed originalità; sono poesie improvvisate svolte in strofe di varia lunghezza di
versi irregolari senza rima. Ogni strofa rappresenta una nuova impressione di natura; la vita è sentita
come viaggio e come moto che non si arresta mai perché non può mai raggiungere la propria meta.
Il nume di Goethe è inscindibile dalla nube ed è la nube stessa; la nube è divina perché è parte del
cosmo goethiano, è divina perché è acqua, elemento primitivo da cui trae origine ogni vita. Il
viandante, esponendosi alla tempesta, si riconosce genio perché combatte contro il nume per
diventargli simile. Il genio può diventare o aspira a diventare dentro vivo dell'universo, realizzando
l'Uno-Tutto.
«Der Wanderer»
Der Wanderer è un idillio svolto in fomra logica e composto dopo la visita di una galleria d'arte di
Mannheim, in cui l'antichità greca si presentò come realtà concreta agli occhi di Goethe. L'antichità
classica risorge animata dal proprio genio che è il genio della natura stessa, la quale rinasce dalle
proprie rovine. Nello Sturmlied il viandante si aiuta da sé opponendo il proprio ardore al gelo della
tempesta. Nel Wanderer la natura (in questo caso quella meridionale) si rivela nel suo aspetto
positivo. Le rovine morte del tempio diventano una realtà viva: esse rappresentano la capanna
protettrice; la natura distrugge per riedificare.
«Ganymed»
Nell'inno Ganymed del 1774 il sentimento cosmico-religioso presenta un aspetto nuovo, languido e
femmineo. Il poeta è sdraiato su una collina tra erba e fiori, riscaldato dai raggi solari e si strugge
nel desiderio di stringere fra le sue braccia tutta la belleza del creato. In estasi, vede la nube
scendere verso di lui ed invoca un congiungimento: il grido dell'uomo sembra una risposta al canto
degli usignoli, è uno scatto passionale. Si ha una sorta di miracolo: attraverso lo slancio di Ganymed
verso l'alto la nube della divinità viene incontro alla sua anima, verso il Padre. Si ha quindi un
dramma lirico-religioso anche se si tratta di un drammatico spettacolo naturale.
Verso il 1773 nasce un nuovo Goethe che scopre in sé la forza che prima cercava nella natura o in
geni a lui superiori. Egli comprende l'ìimportanza della disciplina artistica ed acquista l'Anpacken”
che presuppone un lavoro fisico concreto, come la mano che plasma la creta. Lo studio del poeta
quindi si trasforma come lo studio d un pittore.
«Prometheus»
Il Prometheus è una tragedia scritta nel 1773 e divisa in due atti. Il titano, spregiatore degli dei,
rifiuta la proposta di dividere con loro il cielo perché rifiuta che le figure da lui create siano animate
dagli dei dato chenon vuole avere nulla a che fare con lo