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STORIA MEDIEVALE E RINASCIMENTALE
Gli storici e i filosofi che si occuparono del passaggio dal Medioevo al Rinascimento furono
numerosi e tra loro ricordiamo:
- Burckhardt: storico svizzero, autore di “Die Kultur der Renaissance in Italien” ( 1860 –
69).
- Huizinga: storico olandese, autore di “L’autunno del Medioevo” (1919).
- Garin: filoso italiano, autore di “L’uomo del Rinascimento” (1988), opera che descrive le
tipologie umane del ‘500.
nuova concezione dell’uomo e della sua debolezza, nuovo ruolo dell’uomo.
La Riforma luterana
Martin Lutero nacque a Eisleben, in Sassonia, nel 1483.
Nel 1505-06 Lutero entrò nell’ordine degli agostiniani eremiti a Erfurt, dove l’anno dopo divenne
sacerdote e cominciò a studiare teologia.
Nel 1508 venne chiamato all’Università di Wittenberg, fondata nel 1502, dove tenne corsi di
dialettica e di fisica aristotelica oltre che letture bibliche con commento. Qui divenne esegeta,
ovvero studioso delle sacre scritture.
Nel 1512 divenne dottore in teologia e professore biblista a Wittenberg.
Nel 1515 Leone X emise la bolla “Sacrosanti salvatori et redetemptoris nostri”, attraverso la
quale stabilì l’indulgenza plenaria per otto anni nei territori.
Il 31 ottobre del 1517 Lutero afflisse alla porta del duomo di Wittenberg le 95 tesi contro la
vendita delle indulgenze, le quali si diffusero velocemente e suscitarono le prime reazioni a
Roma.
Nel 1520 Leone X emise la bolla “Exsurge Domine” contro Lutero. In risposta quest’ultimo
bruciò la bolla papale a Wittenberg insieme a testi di teologia scolastica.
Nel maggio – aprile del 1521 Lutero confermò le sue posizioni alla dieta di Worms e
conseguentemente venne messo al bando.
Venne successivamente portato al sicuro nella Wartburg, castello della Turingia, residenza di
Federico il Saggio, principe elettore di Sassonia e suo difensore.
A dicembre dello stesso anno iniziò a tradurre il Nuovo Testamento e alla fine del 1522 venne
pubblicato.
Nell’aprile del 1534 uscì a Wittenberg la prima Bibbia integrale in basso tedesco e successivamente
in alto tedesco.
Nel 1544 operò l’ultima revisione della Bibbia, che venne pubblicata postuma.
Nel 1545 rivolse una polemica contro il Papa Paolo III riguardo alla convocazione del Concilio di
Treno.
Nel 1546 Lutero morì ad Eisleben.
“Der XLVI Psalm. Deus noster refugium et virtus” – Martin Luther
Questa poesia possiede la forma tipica del meistersang: la strofa, in questo caso chiamata
barform, è suddivisa infatti in due aree. La prima area, costituita dai primi quattro versi, è chiamata
Aufgesang ( Stollen + Stollen), mentre la seconda area, costituita dai versi rimanenti, viene
chiamata Abgesang.
Più tardi Lutero svilupperà una sua Lutherform, che diverrà famosa e molto studiata.
Questa poesia dimostra che Lutero possedeva una profonda conoscenza delle modalità di fare
poesia del tempo. Infatti utilizza i principi fondamentali per realizzare una comunicazione
caratterizzata da efficacia e chiarezza.
Questa poesia sembra seguire le regole retoriche: la costruzione tiene infatti conto del pubblico e di
ciò che vuole comunicare: Lutero, tenendo conto del pubblico a cui vuole rivolgersi, decide di
utilizzare una forma poetica nota per entrare velocemente nell’orecchio delle persone e non
utilizza disquisizioni teologiche per raggiungere le proprie intenzioni, ma il lessico della guerra, la
quale rappresentava una dimensione concreta, quotidiana, vicina all’uomo del tempo.
“Una rocca forte è il nostro Dio” – Martin Luther
Questa poesia possiede la stessa struttura della precedente. A differenza di essa, però, l’ultimo verso
è weise, ovvero orfano, non rima e in questo modo balza all’occhio, si distacca dal resto dei suoni.
Anche in questo caso Lutero segue le regole retoriche e costruisce il discorso tenendo conto del
pubblico a cui vuole rivolgersi e di ciò che vuole trasmettere.
Lo scopo di Lutero è dare certezze: non pone interrogativi e domande senza dare risposte, non
suscita una riflessione sui pro e i contro, ma suscita la fede l’uomo deve abbandonarsi alla
grandezza di Dio, alla fede, altrimenti è nulla.
Lutero non entra però nel merito della teologia, non vuole raggiungere il suo obiettivo tramite una
disquisizione teorica, una riflessione filosofico – teologica, ma vuole colpire la dimensione
emotiva dell’uomo: egli vuole suscitare paura, ma al contempo generare sollievo perché esiste
qualcuno di forte, ovvero Dio , che può salvare gli uomini. Per accendere il desiderio di abbandono
in Dio Lutero utilizza il linguaggio delle persone semplici, non filosofico, teorico, astratto. Anche
nel caso del lessico sembra seguire le regole del discorso retorico, che vuole causare emozioni.
„Der Edelfalk“ - Hans Sachs (pag. 61)
Hans Sachs fu un autore molto prolifico del Meistersang ed abbracciò la Riforma luterana.
Nel 1776 venne ripreso da Goethe e fu anche il protagonista dell’opera di Wagner “I maestri cantori
di Norimberga” ( 1868), nella quale sono espressi i valori dell’essenza pura tedesca ( Deutschtum).
Il Decameron (1300) di Giovanni Boccaccio venne tradotto e pubblicato sei volte con il titolo
“Centonovella”.
Questa poesia di H. Sachs riprende la novella del falcone che ha come protagonista Federigo degli
Alberighi.
La poesia è costituita di tre strofe, ognuna delle quali contiene venti versi (Rosenton) così suddivisi:
- Aufgesang: Stollen (6versi) + Stollen (6versi);
- Abgesang: 8versi.
Il metro qui utilizzato è il giambo. ( pag. 167 dispensa)
In questa poesia viene espresso l’amore per una gentildonna, una donna nobile d’animo, ma non di
famiglia. BAROCCO
Il Barocco inizia come un periodo in cui la lingua tedesca soffre di un complesso di inferiorità
rispetto alle altre lingue straniere e perciò i poeti cercano di creare una poesia più ricercata al livello
degli autori stranieri e anche all’altezza dei poeti tedeschi delle epoche passate.
Un autore particolarmente importante in questo periodo è Martin Opitz che pone le basi per
raggiungere una maggiore raffinatezza linguistica:
- il verso tradizionale deve essere abbandonato e bisogna invece adottare il verso
alessandrino, verso con un ritmo giambico (cioè con il susseguirsi di una sillaba accentata e
una non accentata), composto da 12 o 13 sillabe: questo è un verso più lungo, ricercato e di
più ampio respiro;
- inoltre devono essere tradotti in tedesco i più grandi poeti stranieri, in modo da dimostrare
che anche la poesia tedesca può arrivare a raggiungere queste vette: in questo periodo il più
grande poeta straniero era considerato Petrarca. Lo stesso Opitz infatti tradurrà il canzoniere
di Petrarca (pag. 85 dispensa).
In questo periodo vengono anche create delle società linguistiche.
Anche le vicende storiche hanno condizionato la visione del mondo di questo periodo.
Tra il 1618 e il 1648 avviene la guerra dei trent’anni: essa ha portato alla devastazione delle terre
tedesche e ha condizionato la vita e la letteratura tedesche di questo periodo.
Autori come Opitz, Gryphius, Fleming e Gerhard hanno sottolineato il tema della vanitas: vista con
la tragica coscienza dell’uomo barocco la vita è vana (pag. 86 dispensa “Es ist alles eitel” –
Gryphius).
Il termine “Barocco” deriva dal termine portoghese che significa “perla irregolare”, che sta ad
indicare la sua ridondanza, il suo “horror vacui”, la sua ampollosità, il suo tenace lavoro sulla
lingua, la sua sfrenata ricerca di mezzi espressivi nuovi, soprattutto di figure retoriche.
Tra le figure retoriche maggiormente utilizzate troviamo:
- accumulazione: allineamento di parole, esempi, paragoni, tutti connessi allo stesso tema;
- amplificazione: il messaggio viene amplificato tramite la sua analisi da prospettive diverse;
- antitesi: contrapposizione di due concetti contrapposti;
- chiasmo: posizione incrociata di elementi che si corrispondono per significato o per sintassi;
- iperbole: esagerazione di un’espressione;
- ossimoro: unione di due termini di senso opposto;
- sinestesia: associazione di due termini appartenenti a due sfere sensoriali diverse.
Il modello per i poeti del Barocco è l’Accademia della Crusca: questa accademia era stata fondata a
Firenze nel 1582 e la sua sede si trovava nella villa medicea del castello.
Questa era chiamata così perché i suoi fondatori avevano l’intento di separare metaforicamente la
crusca, cioè la parte non buona del grano, dal grano che era invece buono e pronto al consumo:
questa era quindi una sorta di “purificazione del grano” che l’accademia si proponeva di operare
anche sulla lingua, ripulendo quindi la lingua italiana.
La stessa operazione voleva essere compiuta anche dai barocchi sulla lingua tedesca: in Germania
nasce infatti la Fruchtbringende Gesellschaft.
Questo è anche il periodo in cui si diffondono gli emblemi, cioè immagini che racchiudono in realtà
al loro interno un significato simbolico, immagini che bisogna quindi decifrare e alle quali bisogna
trovare un senso (es. civetta: dotto): essi sono chiamati in tedesco Figurengedichten.
Oltre infatti alle figure retoriche, anche i simboli vengono molto utilizzati: li si inizia ad usare da
quando si scopre che i geroglifici egizi in realtà sono delle lettere.
Dell’uso di emblemi ritroviamo dei precedenti in:
- “I geroglifici” di Orapollo: questo era un manoscritto greco che giunge a Firenze nel 1422 e
ne circolano più di 30 edizioni;
- “Hypnerotomachia Poliphili” di Colonna: pubblicata a Venezia nel 1497.
Successivamente Enkel e Schöne hanno pubblicato un manuale nel quale erano racchiuse tutte le
immagini simboliche utilizzate.
Il rimando di queste immagini a dei significati non ha sempre delle spiegazioni non trova sempre la
sua spiegazione all’interno del componimento: infatti l’autore si limita a citare quest’immagine, ma
senza spiegarne il significato simbolico; sta quindi al lettore decifrare il significato simbolico di
quest’immagine, esercitando così la sua erudizione, la sua cultura.
Questo manifesta un progressivo allontanamento della poesia dalla cultura popolare: essa si
allontana dai riferimenti a esperienze e sentimenti che possono essere sperimentati da tutti e ricerca
invece l’erudizione.
La struttura dell’emblema è caratterizzata da:
- Inscriptio: il titolo;
- Imago / pictura: immagina simbolica;
- Subscriptio: testo esplicativo.
Questa cultura dell’immagine