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12. GLI ONLINE VIDEO AGGREGATOR
Uno dei protagonisti centrali per le nuove forme di televisione sono gli Online Video
Aggregators. Con questa espressione si fa riferimento a quei siti che raccolgono,
organizzano e mettono a disposizione degli utenti contenuti audiovisivi provenienti da
diverse fonti. Il consumo di video online offre, per certi versi, uno spaccato ideale della
condizione complessiva del Web, con un soggetto dominante – naturalmente YouTube
– che rischia di distogliere l’attenzione da una pluralità di esperienze non meno
interessanti, anche se non tutte destinate ad un successo universale. Lo sviluppo degli
online video aggregators, da questo punto di vista, offre un interessante angolo di
visuale per prendere in considerazione il futuro del Web e del consumo culturale in
genere. Com’è noto, il lancio di YouTube, nel 2005, ha modificato drasticamente lo
scenario. Da un lato, infatti, YouTube si inserisce in un momento di trasformazione
dell’offerta culturale del Web, contemporanea e probabilmente resa possibile dalla
diffusione della banda larga, che ha segnato il passaggio definitivo dalla fase più
sperimentale delle Web Tv; nello stesso periodo sono comparsi sul mercato
DailyMotion (2005), di fatto il primo competitor di YouTube, e Vimeo (2004), che ha
scelto la strada di un profilo meno commerciale, e maggiormente dedicato alla
sperimentazione artistica.
- 12.1. Profili socioeconomici degli Online Video Aggregators
Questa imponente crescita del mercato dell’audiovisivo, guidata da YouTube, ha
evidentemente un impatto sostanziale sulle infrastrutture di rete, sia fisse che mobili,
che oggi indirizzano e governano il traffico di dati sul web. L’intrattenimento in real-
time rappresenta infatti la categoria di utilizzo del web che consuma di gran lunga la
maggiore quantità di banda; YouTube, che costituisce nel mercato mondiale la
principale risorsa proprio per il consumo di intrattenimento in tempo reale, è dunque il
singolo operatore del web che occupa la maggior quantità di traffico. La tendenza del
colosso di video-sharing ad occupare una quota massiccia della banda disponibile per
la navigazione online nei prossimi anni è destinata a essere confermata dalla crescita
costante di contenuti video in alta definizione, dall’aumento della lunghezza dei video
e dal miglioramento continuo delle funzionalità dei device per la connessione. I
contenuti audiovisivi, diventano i protagonisti assoluti dei comportamenti di fruizione
di un’audience sempre più connessa e sempre più esigente, la questione della qualità
dell’esperienza diventa fondamentale per tutti gli operatori del web. Sarà necessario
dunque nel prossimo futuro sviluppare e implementare metriche per la valutazione
della QoE sempre più sofisticate, che sappiano adeguarsi, attraverso il proprio
algoritmo, alle differenti tipologie di consumo che caratterizzano la rete.
Resta da fare i conti, però, con la duplice natura del consumo di video su YouTube con
la spaccatura tra “i due YouTube”, quello di broadcast e quello amatoriale. L’analisi di
Burgess e Green mostra infatti come, su YouTube, i video più visualizzati siano
regolarmente quelli professionali, prodotti dai diversi segmenti dell’industria culturale;
i video più commentati, all’opposto, sono quelli generati dagli utenti; e questo dato
sembra indicare il fatto che tra le due dimensioni principali dell’esperienza online – il
consumo di contenuti e la pratica di networking – l’offerta video non ha ancora
realizzato una sintesi apprezzabile.
A partire dall’ottobre del 2011 YouTube ha messo in atto una serie di operazioni,
accordi commerciali e ristrutturazione del design della piattaforma, che sembrano
testimoniare la scelta di puntare sempre di più sull’offerta di contenuti professionali.
Tradendo in parte lo slogan che lo ha portato al suo rapido successo, broadcast
yourself, YouTube sembra aver individuato nel mercato del consumo “televisivo” di
video online il core business dei prossimi anni, lanciando così la sfida a quei soggetti –
gli OTT come Hulu e Netflix, o i broadcaster come AOL – che hanno direttamente
puntato il settore del consumo di video professionali via web e la torta delle revenue
generate da advertising su video digitale. I video maker amatoriali e i paladini degli
UGC hanno in parte cominciato a migrare verso nuove piattaforme di video-sharing
(Vimeo) o verso ambienti che valorizzano maggiormente la dimensione della
condivisione e della socialità (Facebook su tutti).
- 12.2. Linee di evoluzione
Il mercato è conteso da 4 tipologie di soggetti: gli aggregatori online in senso stretto, i
player diretti, i player televisivi, le communities. Per quanto riguarda gli
aggregatori di video online è plausibile ipotizzare che YouTube goda da tempo del
cosiddetto first Movie Advantage: rendita di cui dispone un nodo che ha guadagnato e
consolidato un’egemonia nel proprio settore. Alcuni continent provide hanno iniziato a
bypassare gli aggregatori e fornire direttamente contenuti e consumatori; quindi le
pratiche di Time shifting si associano a quelle di Place shifting, consentendo all'utente
un accesso ubiquo e diretto alle libraries. Più definito sembra invece il modello di
business, che si fonda sullo sfruttamento di due canali: il cosiddetto catch-up, o
recupero dei contenuti recenti della programmazione generalista, e il video on
demand, che offre invece l’accesso ad un catalogo più ampio, spesso comprensivo dei
prodotti più particolari contenuti nelle offerte premium a pagamento. Con l'avvento
diretto dei player del settore gli aggregatori di contenuti sono costretti a sviluppare
nuove strategie per sopravvivere al mercato e questo vale anche per gli ultimi soggetti
considerati, i player non specialistici. L'ultimo potenziale segmento del mercato
sembra essere quello delle piattaforme di condivisione, quasi tutte le offerte degli
aggregatori video contengono, misura variabile, alcuni elementi di networking Ma
nessuno di questi sembra averla sviluppata fino in fondo.
13. LA CONNECTED TELEVISION: PENETRAZIONE E DIFFUSIONE
L'ingresso delle connected Television è dato per scontato. Un'analisi di DisplaySearch
rivela che la connected Television sta diventando dominante in molti paesi, con una
penetrazione superiore al 20%. Esiste una seria distinzione tra mercati: sembra che i
consumatori nordamericani siano naturalmente più interessati alle dimensioni degli
schermi che ha la loro connettività. Europa occidentale e Giappone sono mercati più
stabili grazie ad un approccio unificato da parte dei network televisivi e dei produttori
di hardware per creare commercializzare le piattaforme. Le funzionalità più utilizzate
richieste sono quelle relative alla fruizione lean-blak dei contenuti audiovisivi. Le
connected Television si dividono per:
a. Basic connected TV possono accedere ai servizi strutturati di broadcaster
b. smart TV- set marker possono anche accedere le piattaforme di broadcaster ma
offrono anche servizi unici e differenti a cui si accede da un portale. Si è dipendenti dal
brand.
c. Smart TV - Consumer Controlled, danno accesso all'intero Internet tramite un
browser. In Europa quasi la metà dei proprietari di connected tv non utilizza affatto le
funzionalità che avrebbe a disposizione. In America invece troviamo una situazione
ribaltata. gli utilizzatori delle connected TV la utilizzano per guardare video
possibilmente on demand, in alta qualità e potendo scegliere da cataloghi ampi. L'uso
principale che i consumatori fanno delle televisioni connesse è la funzione di video,
vuol dire che la proliferazione di device all'interno delle abitazioni sta portando a una
specializzazione nel loro uso.
- 13.1. la mobile Television
La visione di contenuti audiovisivi in mobilità si sta rivelando una pratica sempre più
diffusa anche se non ha mai avuto molto successo. È poco probabile che la
mobile-TV broadcast riprenda a decollare considerando i costi necessari per creare una
rete mobile di trasmissione tv e che le reti esistenti sono al momento scarsamente
utilizzate. Al tempo stesso con i miglioramenti nella rete 3G lo sviluppo dei servizi 4G
la copertura wi-fi è probabile che nel breve periodo tutti gli utenti avranno facilmente
accesso a una rete mobile che consentirà lo streaming video in alta qualità. È molto
probabile ipotizzare che la mobile TV lineare come la conoscevamo sia
superata, rimpiazzata da servizi che utilizzano lo streaming video e che già
oggi rappresentano una parte significativa dell'esperienza di consumo degli utenti. I
tablet sono sostituti ideali per consumo di contenuti io di medio lunghi. Uno degli
ostacoli principali per i network televisivi che hanno sviluppato un'offerta mobile ha
riguardato i contenuti trasmessi, spesso non in linea con l'evoluzione delle aspettative
dei consumatori. I servizi video On Demand sono diventati sempre più popolari. I
comportamenti e le abitudini dei consumatori sono cambiati di conseguenza, con una
crescente riluttanza dei consumatori a conformarsi agli orari televisivi stabili,
decidendo loro stessi cosa vedere e in quale momento. La mobile Television consente
di aggiungere a queste abitudini la pratica del Place shifting, portando i contenuti fuori
dalle mura domestiche permettendone la fruizione in mobilità, aggiungendo così una
nuova dimensione l'esperienza televisiva.
14. IL RISCHO E I FATTORI DI SUCCESSO
- 14.1. La maledizione della prima copia
Una peculiarità che rende diversa l’industria cinematografica, e più in generale
l’industria media, dagli altri settori economici sta nella maggiore componente di
rischio che le imprese operanti in quest’ambito devono affrontare. Il surplus di rischio
si deve al fatto che i costi necessari per realizzare e proporre al mercato un prodotto
media sono spesi per la maggior parte prima che il prodotto entri effettivamente a
contatto con il pubblico. Ciò significa che se l’opera (cinematografica, televisiva,
letteraria, giornalistica54 etc.) non ha successo, l’imprenditore media non avrà modo,
se non in minima parte, di arginare le perdite. Ed è proprio per premunirsi contro
questi rischi ineliminabili che tutta l’industria cinematografica, e in modo particolare
quella statunitense (sul modello della quale hanno poi cercato di definirsi tutte le
cinematografie occidentali e non solo), ha adottato una struttura imprenditoriale
adatta e flessibile, strutturando il lavoro in diverse fasi progressive al fine di
ottimizzare i risultati.
- 14.2. Economic approach, communication theory approach
Sui due ambiti in cui ogni progetto cinematografico