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CAPITOLO 1.

Centralizzazione Vs Decentralizzazione: il caso di Ford e General Motors.

Nel 1921 Ford domina il mercato automobilistico statunitense (55%) con una strategia monopro-dotto (modello-T) a basso costo e una struttura organizzativa molto centralizzata.

GM ha una strategia multiprodotto (Cadillac, Buick, Oakland, Chevrolet), poiche' e' un insieme di compagnie automobilistiche e di fornitori operante senza nessuna direzione centralizzata. GM e' in crisi: anche se i modelli sono di qualita' migliore, hanno un costo maggiore del modello-T e finiscono per competere tra di loro invece che con questo. Che fare per risollevare la situazione?

Nel 1921 Sloan venne designato a capo della GM e la rivoluziona: ogni brand un segmento diverso di mercato (Cadillac auto di lusso, Chevrolet auto economiche, etc.), introduzione della struttura multidivisionale (ogni brand diviene una divisione autonoma per le decisioni operative ma sottoposta al controllo centralizzato del management per quelle strategiche), le divisioni devono utilizzare la stessa componentistica (candele, bulloni, gomme, etc.). La critica di Ford: la burocrazia rende l'organizzazione inefficiente.

  • Risultato: Nel 1937 la GM domina il mercato (45% contro 16% delle Ford) e impone enormi perdite al concorrente.

Just-in-time: il caso della Toyota.

Negli anni '50 la Toyota era di piccole dimensioni, con scarso capitale e non poteva sfruttare le economie di scala dei competitori. Nel tentativo di trovare altre vie la Toyota sviluppo' la strategia del Kanban o Just-in-time, ovvero la produzione senza scorte. Quali i cambiamenti necessari?

Requisiti per produrre senza scorte (per evitare i tempi di arresto), coordinazione nella filiera, affidabilita' del processo produttivo, rapporto piu' stretto con i propri fornitori, specializzazione degli operai per la risoluzione di problemi.

  • Risultato: La Toyota riusci' a recuperare lo svantaggio e divenne uno dei piu' grandi produttori mondiali ottenendo una piu' elevata affidabilita' delle vetture e una maggiore velocita' di innovazione prodotto

Incentivi a livello Micro: il caso della Salomon Brothers.

Salomon era la piu' importante banca d'investimento degli anni '80 e probabilmente l'impresa piu' redditizia al mondo (tali societa' si occupano principalmente di corporate governance e sales and trading). Salomon divenne famosa per il suo redditizio sale and trading nel settore obbligazionario quando negli anni '80 i tassi erano particolarmente volatili. Come mai Salomon fa tanti profitti? Gli incentivi del sistema performance-pay dei 150 senior executives: paga composta di componente fissa (1/3) e variabile (2/3) componente variabile basata sui profitti ottenuti dal singolo o dalla sua divisione.

Problema: Salomon perde buone occasioni di investimento perche' divisioni e individui non collaborano a sufficienza (scambio di informazioni, suggerimenti, esperienza) e avvengono casi criminosi dannosi per l'azienda. Come agire in questo caso? La soluzione di Scholes: rendere i senior executives in parte proprietari dell'impresa (parte del bonus dato in azioni) e imporre il divieto di vendita di tale proprieta' per 5 anni.

Pro: maggior interesse per la performance d'impresa di medio periodo dei senior executives (quindi maggior allineamento degli obiettivi di questi a quelli della Salomon)

Contro: aumento del rischio sostenuto dai senior executives e quindi necessita' di un compenso maggiore (nell'ipotesi che il rischio sia un male).

Incentivi a livello Macro: il caso dell'economia piani_cata Sovietica

Pillole di storia del XX Secolo: a partire dal 1924 l'URSS conobbe un periodo di poderoso sviluppo con i piani quinquennali staliniani nonostante le distruzioni subite durante la II Guerra Mondiale (14 milioni di morti e PIL ridotto del 70%); nel dopoguerra l'URSS recupero' molto terreno e nel 1957 sballordi' il mondo lanciando il primo uomo nello spazio alla fine degli anni '70; l'economia pianificata sembrava garantire uno sviluppo piu' veloce di quello capitalistico e molti paesi in erano convertiti ad un modello simile a quello sovietico (cina, vietnam, cuba, mongolia, angola, etc.); alla fine degli anni '80 l'URSS era in profonda crisi e negli anni successivi l'economia pianificata fu abbandonata da un numero sempre piu' elevato di paesi, Russia compresa.

Sintomi della crisi degli anni '80: scarsita' di alcuni beni di consumo e conseguente razionamento degli stessi, scarsa produttivita' del lavoro in generale, scarsa produttivita' agricola (l'URSS divenne importatrice netta di generi alimentari), peso crescente delle spese militari per sostenere la competizione con gli USA. Quali sono le cause di un cambiamento cosi' profondo della performance dell'URSS in un periodo di tempo relativamente breve?

Le caratteristiche del modello Sovietico: proprieta' dei capitali da parte dello stato e pianificazione centralizzata da parte del partito comunista, le decisioni di investimento e produzione decise dall'autorita' di piano congiuntamente ai prezzi delle merci incentivi basati sulla performance dell'anno precedente per motivare le singole unita' produttive

Conseguenze: i prezzi non potevano funzionare come segnali per indirizzare domanda e offerta (causando il razionamento) la massa di informazioni era enorme ma spesso incompleta, inoltre la capacita' di calcolo e previsione era limitata (difficolta' ad ottimizzare la produzione) le singole unita' produttive erano incentivate ad essere inefficienti (effetto rachet)

  • Cosa causa il successo o il fallimento di un'organizzazione?
  • Incentivi e motivazioni (come allineare gli obiettivi individuali con quelli dell'organizzazione);
  • chi deve prendere le decisioni (chi possiede le maggiori informazioni utili);
  • come si coordinano le decisioni (il risultato di una scelta puo' dipendere dalle scelte altrui).

specializzazione nell'attività di coordinamento. Questi assumeva i lavoratori e li assegnava ai differenti compiti, decideva i livelli di impegno, rilevava la loro performance, e le condizioni esterne e aggiustava di conseguenza i piani di produzione. Questo individuo era normalmente il proprietario del capitale fisico utilizzato: egli sosteneva i costi e riscuoteva il ricavo delle vendite. L’antico e altamente decentralizzato sistema basato sul lavoro di singoli artigiani, ciascuno dei quali produceva da solo gli sforzi, sacrificava le possibilità offerte dalla specializzazione, ma riduceva le necessità di coordinamento. Un’altra soluzione avrebbe potuto essere quella di organizzare ciascuna fase della produzione come un’impresa separata, e lasciare poi che le transazioni fra vari stadi fossero intermediate dal mercato. Infine, all’interno delle imprese moderne, i prodotti vengono venduti da una divisione all’altra, usando dei prezzi di trasferimento, ed i direttori di divisione sono giudicati sulla base della profittabilità individuale della loro divisione; con questo sistema l’organizzazione interna di un’impresa imita il funzionamento di un mercato.

Il coordinamento attraverso un sistema di mercati e di prezzi.

Un uso pervasivo del mercato rappresenta una delle soluzioni possibili al problema della coordinazione dell’attività economica. In un caso estremo, tutte le transazioni potrebbero avvenire sulla base di relazioni tra individui separati e ogn-vi sarebbero né imprese né altre organizzazioni oltre al mercato stesso. All’estremo opposto, il sistema dei prezzi potrebbe venire completamente eliminato e sostituito con un regime di pianificazione centrale esplicita, nel quale tutte le decisioni sono prese all’interno di una stessa organizzazione. Nessun sistema economico reale assomiglia a questi casi estremi: persino nelle versioni più centralizzate le economie comuniste parzialmente pianificate lasciavano molte decisioni ai consumatori individuali, i quali operavano le loro scelte parzialmente in risposta ai prezzi. E nelle economie di mercato vi sono imprese che operano sui mercati, ma all’interno delle quali l’attività viene esplicitamente coordinata con l’utilizzo di piani e di strutture gerarchiche. Nessun sistema diretto può risolvere il problema della coordinazione più efficacemente di un sistema di mercati coordinati dai prezzi, inoltre, il sistema dei prezzi raggruppa e trasmette conoscenze indispensabili per l’efficienza rilevante: il sistema riesce di trasmettere meno informazioni di qualsiasi altro sistema pur assicurare il'efficienza dei risultati; infatti, in un perfetto sistema di mercato, tutto ciò che gli individui hanno bisogno di conoscere sono le loro capacità e i loro gusti e i prezzi. Non vi è alcuna necessità di trasmettere informazioni dettagliate sui bisogni segreti, le possibilità tecnologiche, le disponibilità delle risorse e simili, che sarebbero necessarie per ottenere una soluzione centralizzata, perché i prezzi approssimano tale rilevante. Inoltre, al mutare delle circostanze, la nuova rilevanza delle opzioni è immediatamente chiarita ai tali cambiamenti non ha alcun bisogno di essere trasmessa per assicurare l’efficacia degli adeguamenti: al contrario, i cambiamenti nei prezzi continuano a convogliare tutte le informazioni che sono effettivamente necessarie agli individui per una reazione efficace.

Gli incentivi nei mercati.

Il punto di forza di un sistema di mercato di proprietà privata non risiede solamente nella sua capacità di fornire le informazioni necessarie alla determinazione di un efficiente allocazione delle risorse: altrettanto importante è il fatto che i comportamenti degli individui, basati sul loro interesse personale, vengono indirizzati verso gli obiettivi desiderati. Le persone non devono essere persuase, indotte artificialmente o forzate a fare la loro parte in un sistema di mercato ben funzionante: esse sono lasciate perseguire i loro propri obiettivi come meglio li aggrada. E tuttavia, gli individui sono condotti dalla smithiana "mano invisibile" delle forze impersonali del mercato a compiere le azioni necessarie all’ottenimento di un insieme coordinato ed efficace di scelte. I produttori, che perseguono solo il loro profitto privato, sono portati a sviluppare i beni e i servizi a quali i consumatori assegnano i valori più elevati ed a produrli al minor costo possibile. I proprietari di risorse e di capitali, che cercano solo di accrescere la propria ricchezza, vengono spinti a usare il loro patrimonio in modi socialmente desiderabili. Infine, i consumatori, i quali perseguono la propria di soddisfazione e ricchezza e desideri individuali, sono portati a fare ciò nella maniera che, a pari di soddisfazione, richiede la minor utilizzo possibile delle risorse della società. Tutti questi risultati sono basati su di una particolare teoria dei mercati che postula perfetta competizione, nel senso che le imprese abbiano un potere di mercato ridotto e

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A.A. 2019-2020
58 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Manulela91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia dell'impresa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Sarra Alessandro.