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ANIMALI DEGLI SPECCHI
Ad alcuni uccelli in cattività si mette uno specchio dentro la gabbia perché il proprio riflesso faccia credere loro di avere compagnia: la capacità di riconoscersi allo specchio, infatti, è propria solo dei primati superiori, e la maggior parte degli animali vede nel suo riflesso un nemico o un alleato. Noi umani, invece, che siamo i primati più evoluti, possiamo sia riconoscerci nel riflesso sia vedere in noi stessi un avversario o un compagno: utilizziamo infatti gli specchi per indagare l'identità.
Sono molti gli specchi famosi, come quello di Alice di Carroll. Anche nell'arte classica compaiono moltissimi specchi, in cui le donne si specchiavano durante la loro toeletta o mentre si pavoneggiano; il Barocco e il manierismo hanno poi introdotto nello specchio alcuni giochi di immagine e di sguardo, includendo ad esempio l'artista nello specchio, mentre la Modernità l'ha poi usato come un fattore di
distorsione della percezione.
BENVENUTI NELLA NOOSFERA
Internet fa sentire a portata di mano l'utopia della noosfera, ovvero la possibilità di connessione nodale di tutta l'intelligenza umana. I cambiamenti ottenuti con Internet sono davvero enormi (vedi pag. 89-90).
RIFLESSOGRAMMI
La combinazione tra Internet, le macchine digitali e gli smartphone ha dato vita a un nuovo genere estremamente popolare, soprattutto tra i giovani, cioè l'autoritratto davanti allo specchio: la sua caratteristica è la presenza della fotocamera riflessa nell'immagine.
Gli specchi allora riguardano sia la necessità e il gusto di guardarsi, sia la necessità e il gusto di condividere questo sguardo.
Esistono milioni di riflessogrammi che circolano in diverse pagine web che determinano la natura del contenuto:
- Blog personali: come dei diari o delle agende, esprimono la volontà di rendere pubblici i contenuti per condividerli e ottenere
Dei feedback.
- Social Network come Facebook o Twitter: rappresentano un'estensione del blog, che permettono uno scambio e una partecipazione su una scala maggiore. In queste piattaforme, scattarsi fotografie e condividerle fa parte del gioco di seduzione e dei rituali delle tribù più giovani.
- Portali specializzati sulla fotografia come Pinterest, Instagram, Flickr: essi si concentrano sulla fotografia e si organizzano secondo sottogruppi, i cui membri si relazionano per affinità di interessi (The Mirror Project o Public Bathroom Self Portraits per esempio).
Esiste anche un capitolo a parte tra i portali specializzati dedicato alla ricerca di relazioni sentimentali e/o sessuali: esiste ad esempio www.reflectoporn.com, nella quale i partecipanti forniscono immagini dell'atto sessuale riflesse su superfici insolite come un tostapane o un bollitore, trasformando il tutto in un atto artistico e umoristico. "MISE-EN-SCÈNE"
ELL'IOOggi ci troviamo ad essere invasi dagli specchi, motivo per cui se ne trovano di ogni tipologia: esistono degli orizzonti e degli scopi variabili nei vari riflessogrammi-
Scopo utilitario: corrisponde alla registrazione dei dati che conviene conservare ed è la versione postfotografica del quaderno di appunti, nel quale le immagini rappresentano i dati visivi da conservare.
Scopo celebrativo: la macchina fotografica si inserisce nella trama dei festeggiamenti e consacra una situazione particolare, facendo la sua comparsa in ogni evento che sia degno di nota.
Scopo sperimentale: rappresenta la ricerca di effetti estetici che si possono ottenere con Photoshop o altri programmi di elaborazione delle immagini che non sono più utilizzati solo dai professionisti, o tramite l'utilizzo di filtri, una sorta di fai da te dell'era digitale.
Scopo introspettivo: è il tentativo di dialogare con il nostro doppio nello specchio per cercare di
indagare l'io multiplo. Questi autoritratti rappresentano una riconciliazione con la propria immagine.
Scopo seduttivo: sono le immagini destinate al corteggiamento, fatte per suscitare attrazione in qualcuno, per iniziare una relazione. I riflessogrammi spingono a enfatizzare lo sfoggio del proprio fisico, ma possono anche trasmettere altri aspetti della propria personalità che sono attraenti (come la simpatia): lo scopo è comunque quello di suscitare piacere, di rendersi appetibile o divertente.
Scopo erotico: corrisponde alla fase in cui si integra l'immagine all'interno dei giochi di tipo sessuale. Autoritrarsi durante l'atto sessuale diventa un modo per intensificare il godimento e prolungarlo nel tempo: è infatti possibile osservare a posteriori l'immagine.
Scopo pornografico: l'industria del porno ha fatto propri alcuni riflessogrammi, dato il cambio di gusto delle persone, che apprezzavano più una
pornografia amatoriale, fatta di persone nelle quali potevano identificarsi. - Scopo politico: corrisponde al proposito trasgressivo che molte immagini portano con sé. Mescolare il decente con l'indecente e oltrepassare la soglia di ciò che è tollerabile, mostrando anche i tabù, equivale a lanciare una provocazione.
L'IMMAGINE A CHI LA LAVORA
La nascita della fotografia era stata una svolta fondamentale, poiché l'abilità manuale non era più un requisito, ma chiunque poteva realizzare delle fotografie decenti. Inoltre, sebbene una macchina digitale rappresenti una certa spesa, ora le fotografie non hanno alcun costo: la cosa importante non è stampare le immagini ma inviarle, quindi essa smette di essere riservata ai momenti solenni.
Ai giorni nostri tutti siamo autori delle nostre immagini, siamo responsabili e padroni della nostra immagine; i riflessogrammi fatti da donne sono molto più numerosi di quelli maschili.
evidenziare la presenza di due tipologie di foto: le foto condivise e le foto discorsive. Le foto condivise sono quelle che vengono scattate e condivise sui social media o su altre piattaforme online, spesso senza particolare attenzione alla qualità artistica o tecnica. Queste foto sono spesso utilizzate per esprimere se stessi, per comunicare con gli altri o per documentare momenti della propria vita. D'altra parte, le foto discorsive sono quelle che vengono scattate con un intento più artistico o concettuale. Queste foto sono spesso il risultato di un processo creativo più elaborato e possono essere utilizzate per esprimere idee, emozioni o concetti specifici. Le foto discorsive possono essere considerate come una forma di espressione artistica e possono essere utilizzate per avviare un dialogo o una riflessione sulle tematiche rappresentate. In entrambi i casi, l'evoluzione dell'Homo photographicus ha permesso una maggiore diffusione e accessibilità alla fotografia, consentendo a un numero sempre maggiore di persone di esprimersi attraverso questo mezzo. L'amateur, in particolare, rappresenta una figura che si avvicina alla fotografia per passione e piacere personale, senza necessariamente essere un professionista. Questo permette una maggiore diversità di stili e approcci alla fotografia, contribuendo a arricchire il panorama fotografico contemporaneo.distinguere tra: - Semplici utenti: sono coloro che si limitano a fotografare senza preoccuparsi della destinazione e della conservazione dell'immagine. L'atto fotografico, quindi, prevale sulla fotografia stessa. I semplici utenti inventano una nuova categoria di fotografia, ovvero la fotografia discorsiva: le foto iniziano a funzionare come messaggi che inviamo l'un l'altro, come una comunicazione. - Utenti avanzati: sono coloro che progettano le loro fotografie secondo criteri determinati, e poi gestiscono la loro diffusione, ad esempio pubblicandole su pagine web. Gli utenti avanzati si rivolgono verso piattaforme visuali che si reggono sulla volontà di condividere e scambiare contenuti: le immagini rimangono a disposizione di tutti, poiché l'aspetto fondamentale della postfotografia è la sua possibile condivisione. PER UNA FOTOGRAFIA SENZA QUALITÀ: L'ERRORE COME STRUMENTO COGNITIVO La fotografia che èrealizzata dai normali utenti spesso nasce piena di difetti e di errori: inquadrature che mutilano le figure, sfocature, movimenti.. Questo perché l'inesperienza dei creatori di queste immagini conduce naturalmente ad una serie di errori che, tuttavia, invece che essere disturbanti ci appaiono molto graditi. L'errore è diventato un generatore di creatività: l'errore è il risultato di un'azione accidentale o deliberata, quindi estranea o integrata in un programma estetico. Clément Chéroux nel saggio L'errore fotografico sostiene che le foto sbagliate o malriuscite hanno costituito un ricco filone del quale si sono imbevute le avanguardie per forgiare il linguaggio della fotografia moderna. Internet appare quindi come un limbo caratterizzato dalla mancanza di un canone: nulla è più vietato, ma tutto è concesso, anche gli errori e gli sbagli, che danno vita ad un'estetica.
dell'imperfezione. Un errore comune è quello legato all'utilizzo del flash: quando ci si fotografa di fronte allo specchio, il flash va a creare un potente controluce che vela zone consistenti dell'inquadratura, dando vita a bagliori fantasmatici. Questo è stato utilizzato da molti per nascondere alcune parti del corpo o il viso: era una forma di autocensura utilizzata in molti riflessogrammi.
RIFORMULARE LA CONSAPEVOLEZZA AUTORIALE
Una questione importante relativa alla postfotografia riguarda la condizione dell'autore: l'idea iniziale era quella che l'opera fotografica è quella che manifesta un'intenzione, mentre la mera fotografia (quella di molti riflessogrammi ad esempio) si riduce a una semplice registrazione meccanica.
Le novità della postfotografia, tuttavia, portano a tutta una serie di problemi. Il gesto creativo più genuino non consiste infatti nel creare immagini, ma nel saper attribuire un senso.
proprio a quelle esistenti : l'artisticità, quindi, non risiede più nell'atto fisico della produzione d'immagini, ma nella prescrizione dei valori che queste possono accogliere. 10. Un occhio, una macchina fotografica, uno specchio I riflessogrammi mettono sul piatto il debito che la fotografia ha con lo specchio. Ci furono molti artisti in quegli anni che si dedicarono ad alcuni studi su questi argomenti: ● Ugo Mulas: a partire dal 1968 realizza Verifiche, una serie di fotografie che aveva come tema la fotografia stessa. L'obiettivo era quello di verificare buona parte della pratica fotografica, analizzando gli elementi costruttivi dell'immagine: esse sono delle semplici immagini fotografiche, ma anche un manuale per leggere fotografie. Una di queste verifiche si chiama Autoritratto per Lee Friedlander: Friedlander un anno prima aveva pubblicato una serie di fotografie che catturavano la