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Il ritocco digitale e l'evoluzione della fotografia

Ancora prima della diffusione della fotografia digitale, la comparsa di un software per il trattamento delle immagini aveva suscitato scalpore tra gli specialisti. Il ritocco digitale si inserisce nella tradizione delle pratiche fotografiche professionali, e l'inquietudine provocata nel mondo della fotografia dall'irruzione di Photoshop non dipende dalla nuova versatilità del supporto, ma dalla visibilità del trattamento visivo, ormai sotto gli occhi di tutti. Da quando esiste Photoshop è difficile nascondere il ritocco, ma non impossibile, nonostante la nascita di siti come Photoshop Disaster che mostrano gli errori compiuti nella manipolazione di immagini. 6. L'immagine condivisa: come internet ha cambiato l'economia delle immagini Alla fine degli anni '80, Bill Gates intuisce che il mercato delle immagini sarà uno dei settori portanti della nuova economia digitale. Egli, però, aveva sbagliato su un punto: prevedeva che il mercato delle immagini sarebbe stato dominato dalle grandi aziende, mentre in realtà è stato il web e la condivisione delle immagini online a rivoluzionare l'economia delle immagini.un’era degli amatori, in cui chiunque può creare e condividere contenuti digitali senza bisogno di competenze professionali specifiche. Le piattaforme come Flickr e Youtube hanno rivoluzionato il modo in cui le immagini e i video vengono prodotti, condivisi e consumati. Prima di queste piattaforme, l'economia delle immagini era basata principalmente sulla commercializzazione delle riproduzioni dei fondi istituzionali esistenti. Oggi, invece, la parte più consistente dell'economia delle immagini si basa sull'autoproduzione e sulla diffusione da parte degli utenti. Chiunque può scattare una foto o girare un video e condividerlo online, raggiungendo un vasto pubblico senza dover passare attraverso intermediari o agenzie. Questa democratizzazione della produzione e della diffusione delle immagini ha aperto nuove opportunità per gli amatori e ha permesso la nascita di nuove forme di espressione artistica e di comunicazione. Tuttavia, nonostante l'era degli amatori abbia portato molti vantaggi, ha anche sollevato nuove sfide. La quantità di contenuti prodotti è diventata enorme e la competizione per attirare l'attenzione del pubblico è diventata sempre più feroce. Inoltre, la questione dei diritti d'autore e della protezione della proprietà intellettuale è diventata più complessa. Molti utenti condividono contenuti senza rispettare i diritti degli autori, causando problemi di pirateria e violazione del copyright. Nonostante queste sfide, l'era degli amatori ha aperto nuove possibilità per la creatività e la condivisione delle immagini. Le piattaforme come Flickr e Youtube continuano a evolversi e a offrire nuovi strumenti e opportunità per gli utenti di tutto il mondo.

user-generated content (UGC): il caricamento di contenuti da parte dell'utente, si scopre, è dettato più da motivi di espressione personale e riconoscimento, e non implica un'aspettativa di remunerazione.

L'era del buzz

Ostili all'ampliamento della cultura della condivisione e della gratuità incoraggiata dagli suidi Internet, dal 2005 la stampa e l'industria culturale si ritrovano a criminalizzare gli amatori, accusati di concorrenza sleale che svalorizza la produzione dei professionisti.

La figura dell'amatore virtuoso svanisce, mentre fa comparsa un nuovo schema di comprensione basato su una semiologia dell'audience. La nozione di audience non era facile da trasferire nel mondo dell'online: vengono quindi inventati sistemi di rivelazione degli indici di ascolto che, in realtà, si mostrano poco compatibili ad Internet. Internet, infatti, produce numerose informazioni quantificabili, ma questi dati non riescono a

Definire e valutare un pubblico: permettono di calcolare il numero di accessi, ma questo non costituisce l'audience. Flickr e Youtube, allora, elaborano intorno alle immagini una serie di funzioni destinate a favorire lo scambio e l'interazione, per favorire la conversazione e la circolazione; avevano inoltre associato a ogni foto e video un contatore di accessi che permettesse di valutare la reazione degli utenti alla pubblicazione online di un'immagine.

Le performance di Internet, però, hanno senso solo se paragonate alla scala precedente, cioè quella televisiva. Per evocare i nuovi usi del web basta rimandare al video che fa buzz: buzz indica in origine la rapida propagazione di una segnalazione attraverso mezzi non convenzionali, come il passaparola.

Il caso di Susan Boyle testimonia questa inversione: gli osservatori del web voltano le spalle agli usi specifici del mezzo.

Pragmatica dell'archivio

L'era del buzz ha smentito quindi la fiducia

Nell'era degli amatori, ma non ha diminuito l'importanza delle piattaforme, che vengono utilizzate soprattutto come consultazione enciclopedica: Wikipedia costituisce la parte più attiva del nostro patrimonio di conoscenze, mentre Youtube costituisce il più grande serbatoio della parte viva della nostra cultura visiva.

Come l'invenzione della fotografia, la transizione digitale poteva far temere un fenomeno di svalorizzazione delle immagini, ma non è stato così: il punto di forza delle piattaforme visive, infatti, è legato alla collettivizzazione dei contenuti. Oggi il valore delle immagini risiede nella loro condivisibilità, che ha portato alla realizzazione collaborativa del più importante archivio visivo.

7. La cultura della condivisione o la rivincita delle masse 6Nel corso degli anni '20, il cinema stava modificando il rapporto dei contemporanei con la cultura. A esprimere meglio questo cambiamento è stato

Walter Benjamin, che nel saggio L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica ha tratteggiato l'opposizione tra l'antica cultura borghese, basata sul modello dell'unicità dell'opera, e i nuovi media di registrazione, che permettono invece la riproducibilità. Nei primi anni 2000 il cambiamento è stato ancora più forte con l'avvento di Internet, che ha modificato le pratiche culturali. Dal contributo degli amatori alla conversazione Nel 1990 Tim Berners-Lee inventò il World Wide Web; nato inizialmente come un media di consumo passivo come la radio o la televisione, esso prevedeva in realtà già la condivisione e l'uso sociale delle informazioni. Nel 1999 in particolare si fa un passo avanti con la piattaforma Blogger, che permette di creare in modo semplice il proprio database on-line. Questi siti di condivisione di contenuti favoriscono un nuovo modello espressivo, cioèsono limitate. Era necessario acquistare un supporto fisico, come un CD o un DVD, e utilizzare un lettore apposito per riprodurre il contenuto. Inoltre, la condivisione di un'opera era spesso limitata al proprio circolo di amici o familiari. Con l'avvento di Internet e dei social network, la condivisione di contenuti è diventata molto più semplice e accessibile a tutti. Basta un click per condividere un video, una foto o un articolo con migliaia di persone in tutto il mondo. Questo ha portato ad un aumento esponenziale della diffusione di contenuti e ad una maggiore interazione tra gli utenti. Tuttavia, questa facilità di condivisione ha anche sollevato questioni legali legate al diritto d'autore e alla proprietà intellettuale. La copia privata, ad esempio, è diventata una pratica diffusa, ma spesso illegale, che consiste nel scaricare o condividere contenuti protetti da copyright senza il consenso dell'autore. Inoltre, la possibilità di modificare e remixare i contenuti ha portato alla nascita di nuove forme di espressione artistica e creativa, ma ha anche sollevato interrogativi sulla paternità e l'originalità delle opere. In conclusione, l'ascesa dei social network e la facilità di condivisione hanno accentuato il ruolo della conversazione e dell'appropriazione dei contenuti nel contesto pubblico. Tuttavia, è importante trovare un equilibrio tra la condivisione e il rispetto dei diritti degli autori, al fine di garantire una cultura digitale sostenibile e rispettosa della proprietà intellettuale.

limitavano la diffusione, e la circolazione era limitata a una piccola cerchia. Il digitale, invece, elimina questi vincoli e incoraggia la copia in proporzioni finora sconosciute: questo è un fenomeno che l'industria dei contenuti, vedendo crollare la vendita di supporti fisici come CD o DVD, decide di combattere, chiamandolo pirateria.

Estetica dell'appropriazione

La fluidità digitale ha favorito lo sviluppo di una cultura dell'anonimato, della citazione e della condivisione, intesi come manifestazioni di una proprietà collettiva, basata sulla libera circolazione delle informazioni.

Questa cultura non privilegia i contenuti, ma la loro appropriabilità: il valore dell'oggetto sarà più elevato se presenta buone condizioni di appropriazione sul piano tecnico (cioè è disponibile online), giuridico (non presenta alcun pericolo per chi lo diffonde) e stilistico (in grado di generare attenzione e facile da imitare).

pensa ad esempio al video di Psy Gangnam Style, che ha avuto un successo enorme, adessere apprezzato è stato l'aspetto divertente e la possibilità di realizzarne una riproduzione ludica: il ludico e la parodia, infatti, sono i punti di forza più usati dalla cultura della condivisione. 8. Le foto che non si mostrano Gunthert parla di una vacanza in famiglia a Lisbona, dove ogni stanza dell'albergo possedeva un computer Apple; utilizzandolo, aveva trovato una vasta quantità di fotografie che i clienti precedenti si erano dimenticati di eliminare, e tra queste un'ampia serie di fotografie realizzate da una coppia di donne. Questo campione di foto rubate in albergo è prezioso perché permette di scorgere un uso della fotografia prima della selezione: in alcune occasioni, quelle più importanti, si è soliti scattare numerose foto, per imprimere meglio il ricordo di quel momento. Osservando le fotografie della coppia, egli

percepisce l'affetto inserito in quelle immagini, un amore che non lo riguardava e che era destinato all'intimità della coppia. Gunthert capisce che quelle immagini sono servite a scrivere la storia della coppia;➢ tra di esse vi erano immagini che potevano essere inviate come cartoline a famiglia e amici, ma altre che riguardano solo la coppia, che coinvolgono la parte più intima e non adatta a essere vista, il che la rende preziosa. La vera fotografia privata è quella che non vogliamo mostrare, che non abbiamo bisogno di far vedere ma soltanto di condividere con coloro che amiamo e poi di conservare in un angolo, come una reliquia di felicità9. La colpa degli amatori La capacità di produrre immagini oggi rappresenta una competenza elementare e diffusa in tutte le classi sociali; inoltre, gli strumenti di pubblicazione online permettono una diffusione senza precedenti del materiale visivo. Come potrebbero tali evoluzioni non avere conseguenze

media. Questo può dare un tocco di freschezza e originalità al giornale, ma non rappresenta una vera e propria concorrenza per i fotografi professionisti. 2. Per molti altri media, l'utilizzo di immagini amatoriali è una scelta economica. Le immagini amatoriali sono spesso disponibili gratuitamente o a costi molto bassi, rispetto alle tariffe richieste dai fotografi professionisti. Questo permette ai media di risparmiare sui costi di produzione e di avere un'ampia scelta di immagini da utilizzare. Tuttavia, è importante sottolineare che l'utilizzo di immagini amatoriali comporta dei rischi. Le immagini amatoriali potrebbero non essere di alta qualità o non soddisfare i requisiti tecnici richiesti per la pubblicazione sui media. Inoltre, non essendo state realizzate per un uso mediatico, potrebbero mancare di professionalità e non essere in grado di trasmettere il messaggio desiderato. In conclusione, sebbene l'utilizzo di immagini amatoriali stia aumentando nei media, non rappresenta una vera e propria concorrenza per i fotografi professionisti. I fotografi professionisti offrono competenze, esperienza e qualità che le immagini amatoriali spesso non possono garantire.essere tollerata in quanto viola le norme etiche e professionali del giornalismo. Inoltre, la diffusione di notizie false o non verificate può causare danni alla reputazione delle persone coinvolte e contribuire alla diffusione di disinformazione nella società. È importante ricordare che il giornalismo è una professione basata sull'accuratezza, l'obiettività e l'etica. I giornalisti hanno il compito di fornire informazioni verificate e affidabili al pubblico, in modo da consentire loro di formarsi un'opinione informata sui fatti. Per questo motivo, è fondamentale fare affidamento su fonti di informazione affidabili e verificate, come giornali, agenzie di stampa e siti web di organizzazioni giornalistiche riconosciute. Inoltre, è importante sviluppare un pensiero critico e valutare attentamente le fonti di informazione prima di condividerle o basarsi su di esse. In conclusione, diffondere notizie false o non verificate è una pratica inaccettabile nel giornalismo e nella società in generale. Dobbiamo tutti fare la nostra parte per combattere la disinformazione e promuovere l'importanza dell'informazione accurata e verificata.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
11 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aeea11 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione visiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Grazioli Elio.