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CAPITOLO PRIMO - STRUTTURA DEI FATTI URBANI

 Individualità dei fatti urbani

Nel descrivere una città ci occupiamo prevalentemente della sua forma. Essa si riassume

nell'architettura della città ed è da questa architettura che si risale ai problemi della città.

Per architettura della città si possono intendere 2 aspetti: nel primo caso è possibile assimilare la

città a un grande manufatto, un'opera di ingegneria e di architettura, nel secondo caso possiamo

riferirci a dei fatti urbani caratterizzati da una loro architettura e quindi da una loro forma. Dove

comincia l'individualità di un palazzo? L'individualità dipende senz'altro dalla sua forma più che

dalla sua materia, anche se questa vi ha grande parte. Alcuni valori e alcune funzioni originali sono

rimaste, altre sono cambiate, di alcuni aspetti della forma abbiamo una certezza stilistica altri

suggeriscono apporti lontani.

 I fatti urbani come opera d'arte

Nel porci interrogativi sulla individualità e la struttura di un singolo fatto urbano si sono poste una

serie di domande per rispondere alle quali dovremmo saper analizzare un'opera d'arte. Vi è quindi

qualcosa nella natura dei fatti urbani che li rende molto simili a un'opera d'arte. Questa artisticità è

molto legata alla loro qualità, al loro unicum, alla loro definizione. Per definire un fatto urbano

dovremmo occuparci della geografia urbana, della topografia urbana, dell'architettura e di altre

discipline. Ciò significa che, in maniera più generale, potremo stabilire una geografia logica della

città; questa geografia dovrà applicarsi ai problemi del linguaggio, della descrizione, della

classificazione.

Ma questa concezione della città e dei fatti urbani come opera d'arte ha precorso lo studio della città

stessa. Questa questione però è stata esposta esplicitamente in modo scientifico soprattutto

attraverso la concezione della natura dei fatti collettivi. Tutte le grandi manifestazioni della vita

sociale hanno in comune con l'opera d'arte il fatto di nascere dalla vita incosciente. Levi-Strauss ha

notato come la città, più delle altre opere d'arte, sta tra l'elemento naturale e l'artificiale, oggetto di

natura e soggetto di cultura. Carlo Cattaneo invece indica come ci sia una stretta connessione tra

città e campagna in quanto tutto l'insieme dei luoghi abitati è opera dell'uomo. La città è nella sua

storia. Quindi il rapporto tra il luogo e gli uomini ci indica che l'opera d'arte è fondamentale, il fatto

ultimo, che testimonia un'evoluzione secondo finalità estetica.

Riprendendo l'ipotesi della città come manufatto, come opera di architettura, citiamo le

considerazioni di Camillo Sitte. Egli afferma: "Noi oggi abbiamo tre sistemi proncipali di costruire

la città: il sistema ortogonale, il sistema radiale e il sistema triangolare. Tutti questi sistemi hanno

un valore artistico nullo, il loro scopo è la regolazione della rete stradale. Uno scopo puramente

tecnico, lontano dall'arte". Ma d'altra parte la lezione di Sitte contiene un grosso equivoco; che la

città come opera d'arte sia riducibile a qualche episodio artistico e non alla sua esperienza concreta.

Noi crediamo al contrario che tutto sia più importante delle singole parti. Il fatto urbano va

considerato nella sua totalità. Dobbiamo esaminare questa architettura totale, partendo da una

classificazione.

 Questioni tipologiche

Gli uomini dall'età del bronzo adattarono il paesaggio alle necessità sociali costruendo isole

artificiali, pozzi, canali di scolo, corsi d'acqua. Antica quanto l'uomo è dunque la patria artificiale.

Nel senso stesso di queste trasformazioni, si costituiscono le prime forme e i primi tipi d'abitazione;

e i templi e gli edifici più complessi. Il tipo si va costruendo secondo delle necessità e delle

aspirazioni di bellezza. È quindi logico che il concetto di tipo si costituisca a fondamento

dell'architettura e ritorni nella pratica come nei trattati. Negli antichi trattati ritroviamo il concetto di

tipo non come un modello fisico architettonico da imitare ma piuttosto come l'idea di un elemento

che deve egli stesso servire di regola al modello (il modello è inteso come esecuzione pratica d'arte,

il tipo è un oggetto secondo il quale ognuno può concepire delle opere, che non si rassomiglieranno

punto fra loro. Tutto nel "tipo" è più vago). Il tipo è la regola, quindi il modo costruttivo

dell'architettura. Sono propenso a credere che i tipi della casa d'abitazione non siano cambiati

dall'antichità, anche se sono cambiati i modi di vivere.

Infine, potremmo dire che il tipo è l'idea stessa dell'architettura, ciò che sta più vicino alla sua

essenza.

 Critica al funzionalismo ingenuo

Penso che la spiegazione dei fatti urbani mediante la loro funzione sia da respingere in quanto

spesso essa cambierà o, spesso, una funzione specifica non esiste. Ridurre tutto al funzionalismo

ingenuo, vuol dire non conoscere il mondo dell'architettura secondo le sue vere leggi. Il

funzionalismo nasce dal fatto che è logico immaginare come, accettata una classificazione per

funzioni, la funzione commerciale si presenti come quella più convincente a spiegare la molteplicità

dei fatti urbani (riflessione di Max Weber). Bisogna aggiungere che se i fatti urbani sono un mero

problema di organizzazione essi non possono presentare nè continuità, nè individualità; i

monumenti e l'architettura non hanno ragione d'essere, essi "non ci dicono nulla".

Si può affermare, in conclusione, che un criterio di classificazione basato sulle funzioni

(funzionalismo) è accettabile come regola pratica alla pari di altri criteri, per esempio, associativi,

costruttivi, di sfruttamento dell'area, ecc.

 Problemi di classificazione

Presentiamo teorie diverse di classificazione. Per Tricart la base della lettura della città è il

contenuto sociale; lo studio del contenuto sociale deve venire prima della descrizione dei fatti

geografici che danno al paesaggio urbano il suo significato. I fatti sociali, in quanto di presentano

appunto come contenuto, sono precedenti le forme e le funzioni e per così dire le comprendono.

È compito della geografia umana studiare le strutture della città in connessione con la forma del

luogo in cui queste si manifestano; ma bisogna stabilire i limiti entro cui viene svolto questo studio

sociologico. Tricart individua 3 ordini o scale diverse:

a) la scala della strada che comprende le costruzioni e gli spazi non costruiti che la circondano,

b) la scala del quartiere che è costruito da un insieme di isolati con caratteristiche comuni,

c) scala della città intera considerata come un insieme di quartieri.

Ma dobbiamo contraddire Tricart, in quanto non possiamo pensare che i fatti urbani mutino in

qualche modo a causa della loro dimensione. Rathcliff afferma: "rimandare i problemi della città a

un problema di dimensioni vuol dire che le soluzioni stiano nel proiettare dall'esterno il processo di

crescita.". Potremmo "correggere" Tricart considerando gli immobili d'abitazione e della struttura

della proprietà urbana. Un'analisi di questo tipo potrebbe considerarsi descrittiva, geografica,

topografica. Ma di particolare importanza è anche la conoscenza della struttura fondiaria e delle

questioni economiche (visti in chiave economico-sociale gli immobili possono essere a) casa extra-

capitalista, costruita dal proprietario senza fini di sfruttamento, b) casa capitalista, forma di rendita

urbana, destinata ad essere affittata e dove tutto è subordinato alla rendita, c) casa paracapitalista per

una famiglia con un piano in affitto; d) casa socialista ).

L'analisi del contenuto sociale, applicata alla topografia urbana, possono darci una visione più

completa della città.

L'opera di Marcel Poete è una delle più moderne dal punto di vista scientifico delle studio delle

città. Egli analizza la città nella sua continuità: al dato storico, vanno aggiunte le notizie

geografiche, economiche, stilistiche. Questa conoscenza si ritrova nello studio delle piante delle

città, le quali possiedono caratteristiche formali precise: l'andamento delle loro strade può essere

diritto, sinuoso, curvo. Attraverso il divario delle epoche e delle civiltà è possibile constatare una

costanza di motivi che assicura una relativa unità nella espressione urbana. Rapporti che sono

analizzabili dal valore della strada. La strada diventa elemento importante. (Studio del rapporto tra

strade e città di Poete). Dalla strada poi si passa all'analizzare il suolo urbano che è un dato naturale

ma sicuramente legato alla costruzione della città.

In secondo luogo, ogni singolo elemento viene considerato come parte di un sistema e questo

sistema è la città.

Anche Francesco Milizia costruisce un'ipotesi di città che si costruisce assieme all'architettura. La

sua classificazione distingue gli edifici in pubblici e privati, intendendo con i primi le abitazioni e

con i secondi degli elementi principali, inoltre Milizia pone questi raggruppamenti come classi

(questo gli permette di individuare vari elementi all'interno di una classe. es. Nella prima classe vi

sono i palazzi e le case, nella seconda gli edifici di sicurezza, pubblica utilità). --> Quindi, dopo

aver stabilito il concetto di classe, si è detto, il Milizia precisa ogni edificio-tipo all'interno di

un'idea generale e lo caratterizza mediante una funzione. Questa funzione viene considerata

indipendentemente dalle considerazioni generali sulla forma.

 Complessità dei fatti urbani

Per Georges Chabot la città è una totalità che si costruisce da se stessa; la città spiega se stessa,

quindi il classificarla per funzione sarebbe un sistema descrittivo. La classificazione in funzioni è

possibile, ma non bisogna ridursi al funzionalismo.

Da questi studi possiamo capire il concetto di città come totalità e possiamo avvicinarci a questa

totalità mediante lo studio delle sue diverse manifestazioni, del suo comportamento.

Tricart--> studia il contenuto sociale, che mette in luce l'evoluzione urbana.

Lavedan--> la struttura materiale della città.

Poete --> struttura dei fatti urbani, persistenza del piano e delle generatrici del piano. Ma questi

elementi intrattengono rapporti con le funzioni (perché ogni funzione è rilevabile attraverso

una form

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
9 pagine
19 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher danidams di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi della comunicazione visiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Leonardi Paolo.