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GRIGLIA PER ANALIZZARE UN'OPERA
ci sono notizie a riguardo?
• guardo oggetto e lo descrivo per prenderne coscienza
• lo stato di conservazione a che livello è? è originale o è stato trasformato?
• che cosa è stato detto su quest'opera precedentemente?
•
IL PERGAMO DEL DUOMO DI SIENA
Presenta differenze rispetto a Pisa:
oggetto poligonale ma ha 8 lati anzichè 8; esso si raggiunge con due sostegni in più (otto colonne laterali
• e una centrale) e due scene in più (strage degli innocenti e due giudizi universali);
il parapetto anzichè essere diviso da colonne a fasci di tre, è diviso da gruppi scultorei (da contratto
• non previsti, quindi vi è stata una trasformazione in senso nuovo per un senso maggiore di movimento);
stilisticamente è molto innovativo e si distacca, vi sono moltissime figure piccole e in movimento.
• 14/3/17
PERGAMO DELLA CATTEDRALE DI SIENA
Le notizie storiche a riguardo ci dicono che è l'unico caso di Pergamo dei Pisano a non avere un'iscrizione e
neppure le fonti ne ricordano una, tuttavia è l'unico pergamo dei Pisano ad essere documentato da moltissimi
documenti; abbiamo il contratto di commissione e una serie molto nutrita di pagamenti a Nicola che a volte
riceve soldi da solo e poi li divide mentre altri specifica a chi sono destinati (nomi precisi della sua bottega,
importanza straordinaria). Il documento piu importante è il contratto di allogagione (commissione) che viene
stipulato in duplice copia nel Battistero di Pisa; i documenti bassomedievali in questo caso venivano scritti in
un luogo preciso. Quindi il documento viene stilato nel 1265 davanti al Pergamo di Pisa appena finito da
Nicola. Si ritrovano Nicola Pisano, Fra Melano (capo dell'Opera della cattedrale di Siena), alcuni testimoni, i
capi dell'Opera della cattedrale di Pisa e due notai; uno di Pisa e uno di Siena che ha accompagnato Fra
Melano (per questo abbiamo 2 copie). Questo documento dice che il frate e Nicola si mettono d'accordo per
l'esecuzione, la consegna e la lavorazione di un'opera che è chiamata "pervium" = pergamo; sono date le
misure ma la descrizione non è precisissima (questo contratto è solo il risultato di accordi precedenti...), vi è
anche un disegno accennato. Ovviamente i Pisano vogliono pattuire i giorni in cui essi possono restare
comunque a Pisa (lavoro importante ma non esclusivo). Si dice che deve essere costituito in marmo e poi
vengono date indicazioni precise riguardo ai pezzi che Nicola deve far arrivare entro 1 anno a Siena. Essi sono
dei pezzi che devono essere inviati o in fase di abbozzo/lavorazione primitiva e sono:
11 colonne di marmo di Carrara (9 del pergamo + 2 che servivano a collegarlo al recinto presbiteriale);
• 7 pietre per gli archetti (sono 8 in realtà ma sono solo 7 visibili perchè l'ottava era in origine sotto la
• scala ed era in pietra meno preziosa);
8 pietre necessarie tra gli archetti;
• 7 grandi lastre di marmo (per le storie di Cristo);
• 16 colonnelle (in origine come a Pisa - che sono però triine - era previsto che le storie di Cristo fossero
• divise con colonne e non con figure).
Nel marzo del 1266 fu chiesto a Nicola di trasferirsi da Pisa a Siena e di rimanervi stabilmente per lavorare al
Pergamo affinchè si potesse completare il lavoro. Qui Nicola avrebbe lavorato i pezzi abbozzati e le altre parti
di cui però non si fa menzione nel contratto (leoni che in un primo tempo si pensava di lavorare direttamente
a Siena in quanto inizialmente considerate parti meno preziose). Nicola poteva recarsi così 4 volte a Pisa per
15 giorni ciascuna (esclusi i giorni del viaggio). E' chiesto a Nicola di portare anche la sua bottega, in primis
Arnolfo di Cambio e Lapo e poi altre due figure, cioè Donato (fratello di Lapo) e Giovanni Pisano (si lascia a
Nicola la possibilità di scegliere se portarlo o no, anche se poi arriverà e lo sappiamo dai pagamenti; egli
poteva e doveva sostituire il padre nei lavori a Pisa). Ci sono due tipi di pagamento per il pergamo:
uno relativo alle pietre da recuperare per il pergamo;
• uno relativo ai lavori (pagati a giornata: ogni giorno di lavoro 8 soldi a Nicola, Lapo e Arnolfo 6 soldi,
• Giovanni se fosse arrivato 4 soldi... modalità di pagamento molto strana, anche se di recente dopo aver
fatto il conteggio dei giorni di lavoro si è capito che in effetti fu una delle opere più costose del basso-
medioevo) da effettuare direttamente a Siena.
A quel tempo sia Giovanni che Arnolfo erano sì discepoli di Nicola ma già indipendenti (soprattutto Arnolfo;
molto probabilmente ricevevano entrambi 6 soldi). Abbiamo un documento del 1266 in cui si legge come Fra
Melano - tramite un notaio - intima dietro penale economica Nicola per far arrivare immediatamente Arnolfo
a Siena; questo in parte conferma l'importanza di questo artista nella bottega dei Pisano, ma forse Fra Melano
e Arnolfo si conoscevano già. Arnolfo ha infatti un peso notevole in un'opera contemporanea a questo
momento, cioè l'Arca di San Domenico a Bologna che viene finita nel 1267 (perciò Arnolfo non era ancora
presente a Siena...). Il documento d'allogagione si chiude con penali pesantissime se il pergamo non fosse
stato terminato (penali che Nicola avrebbe dovuto pagare). La documentazione successiva è relativa a dei
singoli pagamenti che vengono versati a Nicola per se e il resto della bottega e tramite essi veniamo a sapere
i nomi degli artisti della sua bottega; proprio da questi sappiamo dell'arrivo effettivo di Arnolfo e Giovanni.
Dopo questa commissione sia Arnolfo sia Giovanni continueranno la loro carriera in modo molto brillante.
Il pergamo com'è fatto oggi? Ha 8 lati ed è più ampio di Pisa (edificio più grosso rispetto al battistero),
esternamente è retto da 8 colonne alternatamente su base singola o leoni stilofori che atterrano alcune fiere/
leonesse con i cuccioli, sotto i leoni e le basi ora si trova un piedistallo, centralmente il pergamo è retto da
una colonna recante le immagini delle 7 Arti Liberali + la Filosofia (regina di esse) e il tutto è retto da un
basamento. Al di sopra delle colonne policrome (non in marmo di Carrara) ci sono capitelli al di sopra dei
quali troviamo le 4 virtù cardinali + l'umiltà + 3 virtù teologali. Gli archetti trilobati sono affiancati da figure
di profeti, sibille e Virgilio. Salendo abbiamo le storie della vita di Cristo (strage degli innocenti è nuova, non
c'era nel pergamo di Pisa); il Giudizio Universale occupa qui 2 formelle (a Pisa occupa solo 1). Diversamente
dal contratto le formelle sono divise non da colonne ma da gruppi scultorei, che nella sequenza che ora
abbiamo sono (in ordine, partendo dalla scala monumentale che è presente dal 1500): l'Annunciata, San
Paolo (dietro cui spuntano discepoli Tito e Timoteo), la Madonna con Bambino, gruppo di 3 Angeli, il Cristo
Mistico (iconografia molto complessa del Cristo come Chiesa con un tralcio che esce dal costato), il
Tetramorfo, il Cristo Giudice e un altro gruppo con 3 Angeli. Queste scultore sono però nate per dialogare
con le formelle; ad esempio il Cristo Giudice è in mezzo alle lastre con il Giudizio Universale, mentre le altre
sono montate male. Il pergamo si trova in fondo alla navata sx prossimo all'altare maggiore; in origine il
pergamo si trovava a dx sotto la cupola e si agganciava all'antico recinto presbiteriale (di cui rimane qualche
pezzo ma non nel Duomo). Le colonne originarie che dovevano essere di marmo di Carrara sono state
sostituite nel 1329. Da un documento sappiamo anche che il pergamo - come tutti i pergami nelle chiese - è
stato smontato negli anni del Concilio di Treno; in questo caso nel 1543 fu smembrato e rimontato dove lo
vediamo ora, privato del raccordo che aveva con il recinto presbiteriale (e quindi delle due colonne e della
scala e del ponte) e munito dell'attuale scala monumentale per garantirne l'acceso. E' stato quindi molto
trasformato (anche se meno di quello di Pisa). Noi dobbiamo immaginarcelo quindi originariamente di forma
rettangolare quadrata, ed era - come altri oggetti di questo tipo - coperto da un drappo (nero) che veniva
tolto nei momenti necessari e in più era chiuso da un cancello. Originariamente l'Annunciata doveva avere
un corrispettivo sul ponte sostituito; solo così si spiega il fatto che essa sia rivolta di spalle al resto delle figure
ancora presenti. Questo corrispettivo era un Angelo Annunciante che si è ritrovato anche se mutilato. Da una
delle due colonne del pontile andato perso arriva un capitello con foglie di edera conservato nel museo
dell'Opera. Come dovevano essere montate le statue in origine?
Dopo l'Annunciata doveva esserci la Madonna con Bambino;
• In terza posizione doveva esserci il Tetramorfo con sopra il leggio sostenuto da esso (ora perduto);
• In quarta posizione doveva esserci San Paolo;
• In quinta posizione doveva esserci il Cristo Mistico;
• In sesta posizione doveva esserci il primo gruppo di Angeli;
• In settima posizione doveva esserci il Cristo Giudice;
• In ottava posizione doveva esserci l'altro gruppo di Angeli;
•
Nel 1500 si era perso il senso dell'iconografia originale e perciò vengono montati malamente. Noi oggi
risaliamo al montaggio originale grazie all'iconografia - che oggi leggiamo e capiamo in modo serrato - e non
ai documenti. I leoni stilofori ora si trovano su un'ampia base modanata e bombata tipicamente
cinquecentesca, ma in origine il pergamo doveva sicuramente toccare terra.
Nel livello più basso il pergamo si collega a tutto ciò che è frutto del creato e proprio dell'indole umana.
Troviamo come detti leoni/leonesse ma rispetto a Pisa l'aspetto ferino è meno forte, avendo una valenza più
positiva mostrando il creato predisposto maggiormente alla Salvezza; proprio per questo nella colonna
centrale vengono raffigurate le 7 Arti Liberali + Filosofia. Per quanto riguarda i due leoni che atterrano fiere
si può ricordare un passo di Ugo da San Vittore che racconta una caratteristica propria solo di questi animali;
essi hanno un'indole positiva, tale da non infierire sulle prede una volta uccise (quindi leone diventa metafora
di magnanimità e clemenza). Per quanto riguarda le leonesse, esse potrebbero essere spiegate a partire da
una favola del Fisiologo (raffigurata anche da Giotto nella cappella degli Scrovegni e in altri luoghi); quando
la leonessa partorisce il figlio esso muore e lo custodisce morto per 3 giorni, finchè giunge il padre che
soffiando resuscita i cuccioli. La colonna centrale si regge su di una base in cui sono raffigurate appunto le
Arti e la Filosofia; qui vi è una chiave importante per capire Nicola, che non fu solo straordi