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I LAVORI PER LA FACCIATA DELLA CATTEDRALE DI SIENA
Essi si collocano in un momento particolare del cantiere senese, cominciato tra la fine del 1100 e
l'inizio del 1200. All'inizio degli anni '80 del 1200 si rade al suolo la vecchia facciata, che aveva un
portico d'ingresso e si decide di aggiungere una campata - qui si inserisce Giovanni - e così nel 1284
si pone la prima pietra della nuova facciata nel mese di maggio (mese di Maria, fatto molto importante
fulcro della trasformazione; prima della battaglia di Montaperti, infatti, i senesi votano la cattedrale
alla Vergine). Fino al 1297 egli lavora abbastanza speditamente a quest'opera, fino a quando nel 1297
il lavoro di Giovanni termina e se ne va in malomodo: la chiesa è quindi lasciata al livello del
cornicione, il quale si profila dietro la punta delle ghimberghe dietro ai portali. L'idea che la parte sia
essenzialmente questa, cioè le due torri-piloni alterali e i due portali, viene messa a punto in anni
recenti, cioè quando gli studiosi - che lavorano da tanti anni per conto del Kunsthistorisches Institut
di Firenze - fanno un grande lavoro di analisi di archeologia architettonica. Essi si rendono conto che
ci sono delle incongruenze; nei portali laterali, ad esempio, troviamo un capitello senza colonnina.
Che cosa voleva fare Giovanni? Lavorando nella zona del cornicione, gli architetti di questo Institut si
sono resi conto che egli voleva realizzare una terminazione, nella parte superiore, molto simile alla
tradizione pisano-lucchese, cioè con una serie di archetti e loggette; in effetti si trova un inizio di fila
di loggette interrotta dal rosone che avrebbe avuto senso solo se completata. Si andrà avanti, negli
anni successivi, con Camaino che reggerà il cantiere fino agli anni '30 del 1300 e che metterà in
progetto diversi lavori, tra le quali fu scelto appunto il rosone enorme con le loggette laterali e con i
due contrafforti che riecheggiano le due laterali già impostate da Giovanni. Questa soluzione spinge
molto di più sul pedale del gotico rispetto a quanto aveva pensato Giovanni; vi è una forte
accelerazione verso l'alto e un senso di verticalità e slancio. A partire dagli anni '10 del 1300 si inizia a
costruire il battistero della cattedrale che resta nel retro, dalla parte opposta alla facciata. La
soluzione originaria di Giovanni doveva presentare una serie di arcate cieche con un andamento che
doveva essere completato da pezzi scultorei - in chiave comunque più gotica rispetto allo stile
pisano-lucchese. C'è un'idea di tripartizione molto forte generata dai tre portali che hanno un lessico
totalmente gotico, coperti da ghimberghe e gattoni rampanti. Il portone centrale è a tutto sesto
mentre quelli laterali sono leggermente a sesto acuto, tuttavia il colmo degli archi tocca la stessa
quota; il modello che ha Giovanni è antico e qui vi è un mix tra linguaggio gotico e antico assieme.
Nelle cattedrali francesi si trovano soprattutto nei portali e sono statue-colonna nelle strombature,
per qualificare i portali in modo dottrinale-filosofico. Giovanni invece, pur prendendo molto da esse,
reinterpreta a suo modo questo linguaggio; le ghimberghe hanno spessore minimo e non colloca
statue-colonna, bensì statue che devono schizzare in avanti in modo che esse possano dialogare
con la lunetta centrale del portale centrale (che ora non c'è più) che presentava anch'essa un gruppo
di statue con la Vergine. Queste sculture raffigurano profeti, sibille e filosofi e sono colti da un grande
furor e hanno tutte la bocca aperta in dialogo (idea nuovissima). Nella lunetta del portale centrale vi
erano figure ad alto-rilievo (non alto come le statue che si sono mantenute) e vediamo in un dipinto
come doveva essere originariamente: al centro c'è Maria con il bambino e a sinistra e destra vi sono
figure inginocchiate con angeli. Esse sono il generale della battaglia di Montaperti, Bonaguida Lucari
(che ha portato la città alla vittoria), e una personificazione della città stessa; si ricordava così quindi il
voto alla Vergine fatto dai cittadini. Nel 1700 queste sculture vennero tolte e venne posto il
Monogramma di San Bernardino (santo senese). L'idea di una dedicatio simile, su una facciata di una
cattedrale, sembra comune ma in effetti al tempo non lo era, tanto che Giovanni poi la riprese in altre
occasioni; egli la mutuò dai monumenti funebri il cui punto forte era proprio la dedicatio del defunto
alla Vergine. Sotto a questa scena troviamo la predella (è un'architrave in realtà ovviamente, ma qui è
una logica di pala d'altare) che raffigura le cene, con piccole statue scolpite ad alto-rilievo, di Anna e
Gioacchino. Sappiamo dai documenti che tra le colonne vi erano parti in mosaico; questo crea grossi
problemi, infatti nella strombatura non c'è molto spazio e quindi hanno magari cambiato le colonne?
Per qualificare maggiormente il portale centrale, Giovanni inserisce due colonne tortili a racemi che
"chiudono" il portale centrale stesso; dai girali d'acanto escono una grandissima quantità di figure.
Queste colonne vennero sostituite da copie solo tardivamente, negli anni '70 del 1900 e presentano
un totale recupero di stampo classicista da parte dell'artista, improbabile a questo punto, tanto che
alcuni studiosi hanno negato che fossero state realizzate da lui. Accanto agli animali e ad altre figure,
in queste colonne per la prima volta in quel momento si assiste al recupero del "putto dispettoso"
(l'Erote romano) che da qui in avanti sarà ripreso più volte - anche da Giotto. Queste figure sono
molto animate, cariche di virtuosismo; ciò lo vediamo nella raffigurazione delle storie di Davide e
Bezabea, che è allegoria dell'innamoramento di Cristo per l'ecclesia. Le storie di Davide e Bezabea
però potrebbero essere opera di Ramo di Paganello, per lo stile fortemente francese.
CORREDO DI CONVERSAZIONI TRA TORRI-PILONI
Queste statue sono molto alte, fino a 2 metri, e prendono figure sia dalla filosofia antica, sia dalla
Bibbia ma anche dalla cultura pagana. Come si fa a realizzare un insieme di figure così diverse tra
loro? La prima fonte a cui si rifà Giovanni è il Sermo de Simbolo, recitato nella notte di Natale nel
Duomo di Siena, che mette in scena una sorta di tribunale in cui si discutono gli errori degli antichi
pagani citando testi di filosofi e sibille e profeti. Giovanni prende spunto anche da un testo del XVIII
secolo in greco che era un manuale per pittori; esso serviva a dare delle norme durante la
raffigurazione di sibille, profeti eccetera ed è molto utile. Nel corso dell'800 le statue hanno però
subito molte variazioni di spostamenti nella facciata:
la torre sud di destra è stata ad esempio distrutta e ricostruita;
sono state restaurate le statue e una di esse è sparita (quella che ora è al Victoria and Albert).
sono state fatte alcune copie per sostituire le originali che però sono statue sostituite, per
proteggerle, solo nel 1970.
Le posizioni delle statue ci fanno capire che dovevano dialogare con la lunetta del portone centrale.
Analizzando i testi dei cartigli si capisce chi siano questi personaggi. 28/3/17
CORREDO DI CONVERSAZIONI TRA TORRI-PILONI
Le due nicchie presenti non sono segno di una statua persa, ma sono elementi pensati
appositamente in questo modo da Giovanni Pisano. Il cartiglio che il busto di Aggeo, ora conservato
al Victoria and Albert Museum, tiene, è relativo alla nascita del Messia e presente in Isaia. La figura del
profeta Balaam - che non è propriamente tale - ha un'enorme importanza in quanto collegato alla
storia dei Magi; egli è considerato un premonitore di questi ultimi e la sua storia non appartiene al
popolo di Israele ma ad un popolo nemico. Quando il re di questo popolo invade Israele, alla richiesta
di maledire gli israeliti, egli si oppone facendo invece una maledizione al proprio popolo. Questa
profezia è contenuta nel cartiglio che la statua tiene in mano e leggibile. La figura che succede a
quest'ultima è quella di Platone; è una delle figure più potenti di tutto il complesso scultoreo di
Pisano ed è caratterizzato da una fisionomia molto comunicativa ed espressiva. Egli reca
un'iscrizione che dice "devi rivelarti soltanto come il frutto di una madre fanciulla, Vergine e
immacolatissima" e che nel manuale dei Pittori del Monte Athos è legata alla nascita di Cristo. Queste
statue presentano più livelli, il primo è legato a come esse sono fatte e il secondo è invece legato
proprio a questi riferimenti, leggibili solamente da chi poteva effettivamente coglierli. La figura di una
Sibilla reca un'iscrizione che fa riferimento a una provenienza non del tutto chiara; che si tratti però di
una Sibilla è certo proprio guardando i vestiti; in queste statue - profeti, sibille e filosofi - sono infatti
tutti molto semplici e stereotipati. Gli occhi di questa Sibilla sono molto calcati poichè essendo vista
da sotto dovevano essere molto comunicativi. Le figure dei due profeti re, Davide e Salomone, sono
collocate nel portale centrale. Davide presenta una corona molto rovinata - ha perso le punte - e reca
un cartiglio con un versetto preso dal Salmo che parla del trasferimento dell'Arca dell'Alleanza (idea
del Cristo Re cantata da un profeta Re). Anche qui i panneggi danno l'idea dell'incedere e del
muoversi, così come il volto è molto espressivo. Salomone invece presenta ancora la corona con le
punte - che però sono state rifatte - e ancora una volta le orbite sono molto scavate. Egli reca un
passo del Libro della Sapienza, a lui attribuito, che fa riferimento alla nascita senza macchia e alla
generazione casta di Cristo. La figura successiva, collocata sopra la colonna esterna del portale di
dx, è Mosè, che si volge completamente verso la sua destra. Egli ha i raggi in testa - attribuite a lui per
errore durante l'età medievale - che probabilmente sono state aggiunte in seguito. Ha un volto molto
carico di pathos e anch'egli presenta un'iscrizione, in mano, che fa riferimento alla benedizione che
egli stesso dà alla tribù di Beniamino prima di morire. Viene, dopo una figura delle Ecclesiaste che
reca ancora una volta un'iscrizione che fa riferimento alla castità e alla purezza della Vergine, il
profeta Abbakuk che è una figura molto oscura; egli infatti incede con uno sguardo un po' invasato.
E' molto rovinata ma vediamo dei segni che indicano probabilmente una barba che ora non c'è più.
La figura di Miriam presenta un cartiglio con un'iscrizione che fa riferimento alla pacificazione che
sarà in grado di portare Gesù; questa profezia è più tipicamente da Sibilla e non si trova spesso
acc