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CURRENTES - LAUDENT PER SAECULA GENTES).
All'interno della lunetta San Giorgio ha trafitto il drago con la lancia e si appresta a finirlo con un colpo di
spada. Si tratta di un rilievo di grande valore artistico per il dinamismo dell’azione e la resa plastica del
cavallo e del cavaliere. Sono ancora visibili tracce della colorazione originale.
La parte superiore del protiro è opera data intorno al 1250. È costituita da una loggia al di sopra della
quale, su tre registri, si sviluppa il tema del Giudizio Universale. Opera di influenza francese, costituisce
un unicum nel panorama della scultura architettonica gotica in Italia.
Se l’attività di Niccolò a Ferrara si svolse probabilmente attorno al 1135, precedente è la sua attività nella
Sacra di San Michele (Piemonte) in cui scolpisce un’opera di grande interesse anche iconografico nei
rilievi del portale: raffigurazioni dello Zodiaco e delle dodici Costellazioni.
In San Zeno a Verona decora invece la lunetta - originariamente policroma - raffigurante San Zeno che
benedice le milizie cittadine.
③ Veneto
San Zeno a Verona: lo schema compositivo, con l’articolazione degli spazi interni e la concezione della
facciata che nella tripartizione dichiara la struttura dell’interno, è molto simile a quello della cattedrale
di Modena.
Questa composizione non è tuttavia estendibile a tutta l’area veneta, nella quale dominano influssi
bizantini. Un esempio fortemente parlante è San Marco a Venezia, che è ispirata nello schema
planimetrico a croce greca con cinque cupole a un modello costantinopolitano, presentando all’interno
le pareti completamente rivestite da mosaici.
Basilica di Santa Maria Assunta e chiesa di Santa Fosca a Torcello: originato nel VII secolo l’abitato di
Torcello fu un importante centro agricolo nel quale si aggregarono numerosi insediamenti religiosi, che
però già nel XIV secolo si era avviata verso la decadenza. Della primitiva grandezza rimane ora il
complesso di Santa Maria Assunta (Basilica) e di Santa Fosca (chiesa).
L’edificio principale del complesso è la cattedrale dell’Assunta, costruita in forme paleocristiane nel VII
secolo. All’inizio dell’XI secolo venne aggiornato con:
la costruzione delle absidi laterali;
- l’innalzamento della navata centrale che assunse l’attuale decorazione ad archi ciechi su lesene;
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la modifica dell’interno con la costruzione di una cripta e l’innalzamento del coro che venne
- delimitato da un’iconostasi (separazione tra presbiterio e navate).
Il campanile è aperto solo a livello della cella campanaria e le sue facce sono divise in due da una lesena
unita ai contrafforti laterali da due coppie di archi ciechi.
Alla destra della cattedrale sorge un interessante edificio, Santa Fosca, posto sul limitare di quello che
era il cimitero dell’insediamento religioso. Costruita in diverse fasi tra il IX ed il XII secolo, la chiesa ha
una pianta a croce greca con il braccio orientale più sviluppato e triabsidato e internamente presenta dei
capitelli classici probabilmente di rimpiego.
④ Piemonte, Liguria, Val d’Aosta
Terra di confine, il Piemonte è aperto agli influssi del Romanico francese e di quello lombardo.
Non diversa è la situazione della Val d’Aosta, come appare nella chiesa dei Santi Pietro e Orso ad Aosta,
i cui capitelli del chiostro manifestano suggestioni provenzali e lombarde. Queste stesse si ritrovano nella
chiesa abbaziale di Vezzolano (presso Asti, secolo XII), in particolare nella facciata movimentata da
colonnine architravate. Il grande tramezzo che suddivide la fascia interna della facciata, sostenuto da
arcate a sesto acuto, presenta un fregio scolpito raffigurante Storie della Vergine e profeti, opera di un
artista della Borgogna.
Caratteri lombardi mostra anche, nel serrato concatenarsi di volumi, l’imponente edificio della Sacra di
San Michele, che sorge alla sommità di un picco roccioso già consacrato all’arcangelo dai Longobardi e in
cui prestò opera, come si è visto, lo scultore Niccolò.
Attraverso il Piemonte penetrano anche in Liguria influssi lombardi, ai quali però si aggiungono anche
quelli toscani, provenzali e talvolta bizantini. Vicino alle costruzioni della Francia meridionale è il Duomo
di Ventimiglia mentre echi bizantini si hanno nella cupola traforata da finestre della chiesa annessa al
monastero di San Fruttuoso.
⑤ Toscana
Pisa
Il Campo dei Miracoli testimonia la potenza cittadina della repubblica marinara di Pisa ed è un esempio
perfetto di urbanistica medievale, conservatosi nella sua omogeneità stilistica nonostante gli interventi
successivi. Tra i nomi degli artefici del Duomo spiccano quello di Buscheto (commemorato da un’epigrafe
sulla facciata) e poi Rainaldo, il battistero fu invece progettato da Diotisalvi, da Bonanno la torre
campanaria, mentre il camposanto sfocia nel XIII secolo con Giovanni di Simone.
La struttura del Duomo rivela l’attenzione di Buscheto a modelli classici, paleocristiani (la pianta
longitudinale con il lungo transetto), ma anche orientali e di area lombarda (la cupola impostata sul
transetto, sebbene la sua forma ellittica terminante a bulbo sia di origine islamica). Altro elemento che
caratterizza l’area pisana ma è di derivazione musulmana è il paramento a fasce bianche e nere. L’effetto
di insieme è totalmente innovativo e non risulta alterato neanche dagli interventi posteriori di Rainaldo
nella metà del XII secolo: suoi sono il prolungamento delle navate e i quattro ordini di loggette pensili di
derivazione lombarda che conferiscono estrema leggerezza alla superficie e un’unità stilistica. Sempre
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sua è la successione di arcate cieche che a partire dalla facciata percorre tutta la superficie della
cattedrale.
Fino al Cinquecento il fronte era occupato dalle porte bronzee di Bonanno Pisano, distrutte da un
incendio. Sempre a Pisa eseguirà poi la “Porta di San Ranieri” nel braccio destro del transetto, con storie
della vita di Cristo e scene teofaniche: la sua scultura è pervasa da componenti classiche (le rosette che
inquadrano gli episodi), bizantine (iconografia) e renane (il modellato delle figure). A lui spetta anche la
decorazione del portale maggiore del Duomo di Monreale.
Elementi lombardi e bizantini li ha invece Maestro Guglielmo, che scolpisce un pergamo originariamente
per il duomo di Pisa ma oggi nel duomo di Cagliari, dove fu spostato per lasciare spazio a quello di
Giovanni Pisano. Il duomo pisano sarà da modello per molte altre costruzioni, non solo nella stessa Pisa
(San Paolo a Ripa d’Arno, che ne riprende il motivo della facciata), ma anche a Lucca (Cattedrale di San
Martino sempre nella facciata), a Pistoia (San Giovanni Fuoricivitas, per l’esterno a fasce bianche e nere
percorso da arcate cieche) e addirittura in Sardegna e in Corsica.
Firenze
Caratteristica è la scansione ritmica dei volumi, oltre all’estremo rigore delle decorazioni geometriche.
Battistero di San Giovanni: non è sicuro se si tratti di un impianto di origine paleocristiana o sia una
fabbrica pienamente romanica, ma sicuramente appaiono assodati i canoni stilistici del romanico
fiorentino. A pianta ottagonale, coperto da una cupola a otto spicchi, presenta dal punto di vista
planimetrico analogie con edifici paleocristiani. Innovativo è invece il paramento esterno, costituito da
una serie di tarsie di marmi bianchi e serpentina verde che, sfruttando la bicromia dei materiali e il
comporsi di linee rette e curve, crea raffinati effetti decorativi.
San Miniato al Monte: si ritrova la stessa policromia e la derivazione paleocristiana della struttura.
Raffinatissimo è il disegno marmoreo che nell’abside e nella facciata riprende la sequenza delle arcate
che suddividono le navate. Questa complessa soluzione non trovò però, salvo qualche raro caso, grande
seguito.
Di diverso impianto è la chiesa dell’abbazia benedettina di Sant’Antonio, nel territorio di Montalcino, che
presenta influenze oltralpine. Ha una pianta basilicale a tre navate con pilastri cruciformi alternati a
colonne e un deambulatorio a cappelle radiali che la pongono in contatto con la cultura francese.
⑥ Umbria
La zona si contraddistingue per il ritorno a motivi lombardi, nonostante gli edifici accolgano anche
suggestioni classiche, probabilmente desunte dai monumenti antichi presenti sul territorio (San Salvatore
a Spoleto).
Spoleto
San Pietro: si intrecciano elementi classici e propriamente romanici. 22
Assisi
San Rufino: ricostruita attorno alla metà del XII secolo, la sua facciata è decorata con una spartizione a
riquadri di tipo classicheggiante, che riprende quella di San Pietro a Spoleto.
Croci dipinte in Italia centrale
Se architettura e scultura in Umbria interpretano con una certa originalità aspetti della tradizione classica
e di quella settentrionale, la pittura si rifà ancora a schemi bizantineggianti.
Ci sono pervenute alcune tavole in cui Cristo è raffigurato crocifisso con San Giovanni Evangelista (alla
sua sx), la Vergine (alla sua dx) e talora scene della Passione.
Tra gli esemplari che ci sono pervenuti c’è la Croce di Guglielmo, dello stesso Maestro Guglielmo che
aveva scolpito il pergamo originariamente per il duomo di Pisa e poi traslato nel duomo di Cagliari: il
Salvatore è raffigurato ancora vivo, in maniera tale da sottolineare la sua vittoria sulla morte → questo
schema iconografico è di derivazione bizantina e detto Christus triumphans. Dalla fine del XII secolo e
l’inizio del XIII, quest’iconografia sarà sostituita da quella più drammatica del Christus patiens, a opera di
artisti quali Giunta Pisano e Cimabue.
⑦ Marche
La cultura bizantina costituisce uno degli aspetti che formano il Romanico marchigiano e in particolare,
della sua architettura, che tuttavia si sostanzia anche di apporti settentrionali.
Ancona
San Ciriaco: orientaleggiante è lo schema planimetrico a croce latina, che si fonde con una struttura
attingente dal repertorio lombardo per ciò che riguarda gli aspetti decorativi, con cornici dentellate e
archetti pensili.
⑧ Lazio
Anche il Lazio è interessato dalla diffusione di modelli lombardi, che qui si confronta da vicino con la
tradizione antica.
Santa Maria Maggiore a Tuscania: dal repertorio umbro riprende il modello dei prospetti, con la parte
centrale sporgente rispetto ai fianchi. Il portale centrale presenta uno sviluppo iconografico del tema
della Sedes Sapientiae, ossia la Madonna con in braccio il bambino seduta, come Salomone, su un trono
alla cui base stanno due leoni (i leoni stilofori, come si è visto a Modena, sono un’immagine famigliare
nel Romanico) → in questo caso, i piedi della Vergine fuoriesc