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A.
B. iniziativa autonoma delle comunità
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—> per Bastide ci si ritrova nel <<dilemma del relativismo culturale>> = assimilare e integrare
con poca spesa comunità che si è dovuto in precedenza individuare come diverse—>
antropologia culturale sfocia in pratica in antropologia applicata (Herskovits) ossia in visione
etnocentrica che il relativismo culturale vuole combattere.
Seguito degli avvenimenti non ha dato del tutto ragione a Bastide poiché il culturalismo si è al
contrario notevolmente sviluppato nell’ ANTROPOLOGIA AMERICANA: esempio di Sahlins
(periodo marxista, poi confutato) > la cultura, distinta dalla ragione pratica o utilitaria, sta alla
base di ogni società: ogni cultura è costruita su un sistema di segni che è a sua volta schema
integratore della cultura in questione. Tratta della moda nelle società americane (p.80)
Clifford Geertz > fenomeni sociali si devono spiegare contestualizzati nei quadri di coscienza
locali, in modo che possiamo capire intenti diversi dai nostri. Etnografia si apparenta a critica
letteraria, ovvero a ermeneutica VS antropologia consiste nel tradurre le altre culture nel nostro
sistema culturale. Posizione di G. è quella del TRANSCULTURALISMO, un comparativismo che
si basa sulla conoscenza profonda di diverse culture e non sulla cattura inconscia di queste
ultime.
Che si tratti di tranculturalismo o strutturalismo, operazione antropologia consiste nel comparare
oggetti culturali costruiti per lo scopo che si vuole raggiungere. Procedimento leibniziano che
consente di passare da universali concreti a universale astratto presuppone esistenza
preventiva di un universale astratto (Dio o la conoscenza), cioè di una matrice cooperativistica
che produce i differenti elementi che si tratta di comparare. In questo senso possiamo affermare
che ogni società è olistica: non è forse proprio il comparativismo in quanto tale a fornire versione
unificata e globalizzante delle diverse culture? E’ il comparativismo che costruisce le diverse
culture in quanto tali.
Si può definire una consuetudine o una tradizione appartenenti alla loro cultura perché si è stati
o ci si è costituiti come portatori di tale consuetudine o tradizione. Quando si appartiene a una
data cultura non si è consapevoli di viverla in quanto tale. Liberati da sguardo esterno, membri di
società X o Y sono soltanto i supporti di pratiche disseminate, che non sono tuttavia sussunte in
una determinata cultura.
—> assegnazione a questa o quella cultura è risultato di SGUARDO ESTERNO
OGGETTIVANTE ke produce a sua volta tutta la gamma degli Altri che la storia può ricordare: il
selvaggio, il barbaro, il pagano, il gentile, l’infedele, il negro ecc.
Michel Leris > nozione di arte negra non esiste per gli africani + di quanto esista quella di
scultura europea per gli occidentali. Apparente unità arte negra è illusione ottica: può esistere
soltanto nella sua opposizione con arte europea ed è il prodotto dell’appropriazione estetica, da
parte dei pittori europei della prima metà secolo XX, di ogg. magico-religiosi decontestualizzati,
inglobati in stessa categoria—> questa posizione globalizzante e oggettivante è posta sotto
sigillo della dominazione e tiene poco conto delle diversità culturali.
Riconoscimento diverse culture = creazione di <<comunità immaginarie>>: essa non avviene in
modo assolutamente arbitrario; questo perché costituzione delle culture è processo storico
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recente, che risulta a sua volta dal rapporto di forza tra coloro che assegnano e coloro che sono
oggetto di un’assegnazione.
Benedict Anderson > nascita di certe culture in Europa ha obbedito a questi stessi principi.
Buona parte lingue e culture europee sono state create da di fatto dagli intellettuali. Costoro
trascrivendo lingue, consuetudini, folclore, musica, diffondendo loro scritti, hanno contribuito a
far emergere nazionalismi europei dei sec. XVIII e XIX, nonché a comparsa dei loro
<<sottoprodotti>>, le culture delle minoranze etniche.
- emergere dell’arabità in Libano fa parte dello stesso processo
—> logica culturale è l’effetto del ritorno della dominazione delle culture scritte su quelle orali. Se
oggi parliamo in termini di relativismo culturale è perché i nostri predecessori hanno identificato
per noi una serie limitata di società.
- alcune di queste unità sono scomparse: perché non hanno <<fatto presa>> nell’immaginario
degli attori sociali; non sono state rivendicate da individui situati all’esterno di queste società;
non sono diventate delle <<culture>>: perché una cultura diventi tale bisogna che abbia
capacità di interessare certi attori sociali e che questi la spingano sulla scena sociale e
politica.
—> corso della storia degli ultimi secoli caratterizzato da LOTTA PER IL RICONOSCIMENTO
DEL DIRITTO DELL’ESISTENZA IDENTITARIA IN UN CONTESTO DI RARITA’.
La cultura come risultante di un rapporto di forza
Una cultura specifica può essere concepita come un insieme di tratti culturali diffusi—>
approccio diffusionistico: i tratti culturali non sono ripartiti a caso nello spazio: perché una cultura
<<faccia presa>>, occorre che costituisca schema culturale coerente, capace di essere
incorporato da un soggetto —> comparazione con LINGUAGGIO: linguaggio è articolato, ogni
lingua possiede una grammatica, cioè un insieme di regole, scritte o non scritte, fatte proprie da
un soggetto e che fanno di questo un parlante.
# CULTURA > appare come insieme di regole incorporate solo se si è dimenticato com’è giunta
a essere quello che è e se sono state cancellate le condizioni della sua produzione. E’ possibile
fissare le culture solo fotografandole in un istante t e imponendosi di non considerarle come
degli insiemi viventi. E’ oblio delle condizioni di produzione della cultura ke consente di trattarla
come tale.
Produzione della cultura comporta 2 aspetti:
1. produzione esterna
produzione interna
2.
Specifica Cultura può essere colta come tale solo se essa è stata prelevata arbitrariamente e
dissociata dal tessuto interculturale nel quale era inserita. Culture si trovano in insieme mobile
che è a sua volta un campo strutturato di relazioni: se si esamina determinata area culturale non
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si ha diritto di supporre che le diverse culture presenti in quell’area siano semplicemente
giustapposte oppure che esse intrattengano fra di loro legame puramente occasionali.
Definizione di data cultura > risultante di un rapporto di forze interculturali—> cultura
spazialmente dominante detiene facoltà di assegnare alle altre culture il loro posto nel sistema,
facendo di queste delle identità sottomesse o determinate. Esistono culture che hanno potere di
<<nominare>> altre culture, di circoscrivere campo della loro espressione VS culture con
capacità solo di essere nominate.
Sistema non è statico:
certe culture un tempo assoggettate diventano dominanti
A.
B. altre nascono e spariscono
sistema di parentela > si può passare da struttura patrilineare a matrilineare e viceversa, il che
• inverte ordine di successione riconosciuto da quando sono comparse le tesi evoluzionistiche.
religione > analogia con parentela: diverse culture sopratutto quelle primitive manifestano
• dinamico religioso. Anche qui relazioni interculturali condizionano svolgimento della vita
religiosa. Esse sono infatti sistemi di pratiche imito-rituali pragmatici, plastici e politici.
Commercio di culti e delle maschere fornisce prova che innovazione religiosa è senza dubbio
molto più importante nelle culture primitive che nelle nostre.
campo politico > una società può passare da sistema politico centralizzato a uno segretario e
• viceversa.
cultura materiale ed economia > anch’essi notevoli mutamenti con adozione di nuove tecniche,
• nuove monete, nuovi prodotti.
Ogni cultura è anche risultante di di un rapporto di FORZE INTERNE. Lotta per le identità tra
gruppi si perpetua e si inscrive in dibattito circa la loro distribuzione all’interno di data cultura,
cioè di unità sociale concepita come formazione politica. Lotta x identità molto forte nelle società
di ordini e di classi, dove competizione attorno agli statuti sociali è nettamente segnata, ma
conflitto per riconoscimento sociale esiste anche nelle società segmentare e lignatiche ke
prevedono divisioni tra <<primi arrivati>> e <<conquistatori>>, tra uomini liberi e schiavi.
—> coscienza collettiva o comunità culturale sono in realtà illusione ottica retrospettiva che
risulta dall’appiattimento operato da sguardo esterno.
Culture dette PRIMITIVE devono essere concepite come molto più aperte delle nostre non solo
perché nelle culture orali si possono fare senza difficoltà rimaneggiamenti sociali, in quanto non
esiste alcuna traccia scritta, ma anche e soprattutto perché esse non conoscono lo Stato
centrale burocratizzato il quale, capitalizzando lo scritto, è sia garante sia testimone dei
cambiamenti sociali.
—> tradizione e cultura = illusioni ottiche risultanti da scarsezza fonti scritte relative alle
<<società primitive>> e da scarso interesse degli antropologi per tale problema. Antropologia
evoluzionistica ha assegnato a certe società il posto della tradizione, cioè dell’oralità per meglio
negare loro ogni storicità. Esempio + conosciuto è quello della domanda posta da antropologo a
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informatore: “Perchè fate questa o quella cosa?” “Perchè l’abbia sempre fatta”—> convinzione
degli antropologi circa la forza della tradizione + potere degli anziani.
Esempio: regione del Sudan / area culturale mande o mandinga
Il culturalismo come fondamentalismo
La percezione dei fatti sociali attraverso le <<tradizioni>>, le <<consuetudini>>, le <<culture>>,
le <<nazioni>> in termini di sostanza o essenza esige:
1. OBLIO DELLE CONDIZIONI DI CREAZIONE DELL’ENTITA’ IN QUESTIONE
INIEZIONE DEL PRESENTE NEL PASSATO
2.
—> in ogni culturalismo c’è fondamentalismo che sonnecchia.
FONDAMENTALISMO > inizialmente designa sette protestanti americane ke vogliono
preservare purezza e verità atemporale delle Scritture di fronte a minaccia del liberalismo,
socialismo, comunismo. Nozione resa famosa da J. Barr poi applicata a serie di fenomeni
relig