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L’ETNIA E LE MINORANZE ETNICHE

Anne-Christine Taylor, Patrick Williams, Jean-Paul Razon

Etnia = insieme linguistico, culturale e territoriale di una certa grandezza (le tribù hanno dimensioni più

ridotte).

Il termine etnia viene a lungo usato solo in ambito ecclesiastico per definire i pagani in opposizione ai

cristiani. Poi si afferma ovunque a causa della necessità di inquadramento della colonizzazione: le società

conquistate non possono essere chiamate nazioni perché è un termine riservato agli stati civilizzati

dell’Occidente, non popolo perché è troppo nobile per i selvaggi, razza è troppo generale.

L’etnia si definisce quindi come una somma di tratti negativi.

La visione sostantivista che fa di ogni etnia un’entità dotata di una cultura, una lingua e una psicologia

specifiche dominerà a lungo l’antropologia.

Quando si sviluppa la prospettiva storica in antropologia viene messa in discussione questa idea di etnia

come categoria sostanziale.

Le etnie sono creazioni coloniali. La cristallizzazione delle etnie rinvia sempre a processi di dominazione

politica, economica e ideologica.

Col tempo però l’etnicità è diventato un valore positivo di identità.

I movimenti etnicisti hanno adottato la visione sostantivista del fatto etnico. Problema: capire se l’etnicità

rivendicata è di natura diversa da quella che le è imposta.

La proliferazione degli etnicismi è la conferma che l’etnia non è altro se non quello che ne fanno gli uni o gli

altri.

Il gruppo può essere definito secondo criteri obiettivi interni o esterni e secondo criteri soggettivi.

Esistono minoranze di varia natura e con una storia motlo diversa fra loro.

Il gruppo minoritario non poggia la sua esistenza sull’opposizione a gruppi equivalenti ma sul rapporto con

la società globale che non si dichiara di natura etnica.

Un esame critico della nozione di etnica conduce a dubitare che essa esista come entità definita. Essa sarebbe

solo una categoria di analisi che permette di comprendere una realtà in movimento.

Non esistono etnie minoritarie in sé, esse lo sono in rapporto ad altri gruppi.

Esse soffrono per l’usurpazione della società globale essendo i loro interessi subordinati agli scopi degli

stati-nazione. Questa dominazione si traduce nella negazione della loro identità, nel controllo dei loro

territori. Alcuni gruppi sono sottoposti a regolamenti che urtano le loro tradizioni, altre a forme di

assoggettamento e spoliazione territoriale.

La natura e i mezzi delle rivendicazioni delle etnie minoritarie possono variare molto.

UNA SPIEGAZIONE DEI SIGNIFICATI SESSUALI

Sherry Beth Ortner, Harriet Whitehead

I ruoli sessuali variano da cultura a cultura.

L’asimmetria sociale fra sessi è molto variabile fra culture.

Non è stato ancora riconosciuto da tutti che si tratta di un pregiudio quello di pensare di sapere cosa sono

uomini e donne.

Le caratteristiche naturali del genere forniscono solo uno sfondo all’organizzazione culturale del genere e

della sessualità. Gli uomini non sono solo i loro dati biologici ma sono soprattutto prodotti dei processi

sociali e culturali.

L’enfasi sul fattore biologico all’interno di tradizioni culturali cambia.

Fino a poco tempo pochi si erano occupati di individuare i processi culturali che definiscono sesso e genere.

Vari autori iniziano poi a interrogarsi su cosa significhino maschio e femmina, sesso in contesti culturali.

Alcuni temi generali sulla natura di uomini e donne si presentano in molti casi.Nella maggior parte dei casi

le differenze fra uomini e donne sono concettualizzate in termini di opposizioni binarie, ci sono opposizioni

che si ripetono con frequenza (femmina-natura/maschio-cultura per es.)

Strathern e Llewelyn-Davies dicono che l’opposizione più rilevante fra popolazione di Mount Hagen e

Nuova Guinea è interesse personale/bene sociale.

➢ Le donne sono più coinvolte in interessi privati e particolari.

➢ Gli uomini hanno un orientamento più universalistico.

Probabilmente la differenza è legata alla distinzione sociologica diffusa per cui gli uomini controllano la

sfera pubblica mentre le donne sono relegate alla sfera domestica.

Inoltre gli uomini sono in genere definiti in termini di status o ruolo (guerriero, anziano), mentre le donne

sono definite in base ai rapporti di parentela che hanno con gli uomini (moglie, sorella).

Ortner e Shore, Polinesia → le categorie di parentela femminile (moglie e sorella) includono la distinzione

fra donne sessuate e donne non sessuate. La maggiore preminenza culturale delle sorelle ha implicazioni per

la valutazione in Polinesia delle donne.

Altra caratteristica generale: gli stessi assi che dividono maschio e femmina intersecano anche le categorie di

genere determinando gradazioni. Distinzioni fra investitori e consumatori, prestigioso e spazzatura, successo

e insuccesso → queste categorie regolano sia distinzione uomo-donna che distinzioni fra maschi migliori-

maschi peggiori.

Molti assi relativi alle distinzioni di genere sono condivisi da altre sfere della vita sociale.

Ci sono ambiti sociali cruciali per modellare nozioni di genere.

• Parentela e matrimonio.

Nelle monografie si trovano sempre le donne in una sezione sulla parentela e matrimonio.

Poiché questi studi sono fondamentali per l’antropologia, le questioni di genere hanno trovato molte

collocazioni in questo ambito prima dell’ondata femminista.

Parentela e matrimonio trattano sempre di genere perché richiedono due varietà di persone: maschio

e femmina.

Rubin mostra la necessità di analizzare i modi in cui transazioni matrimoniali si legano a situazioni

politiche ed economiche più ampie. In ogni società le strutture più importanti per la costruzione

culturale del genere sono le strutture di prestigio.

• Strutture di prestigio.

In ogni società il prestigio ha qualità diverse e ricade su persone diverse.

Strutture di prestigio = insieme di posizioni di prestigio che risultano da un programma di

valutazione sociale; meccanismi con cui gli individui raggiungono certi livelli.

L’organizzazione sociale del prestigio è la sfera che influisce di più sulle nozioni culturali di genere.

Un sistema di genere è una struttura di prestigio → i concetti usati per distinguere uomini dalle

donne in termini di valore sociale sono gli stessi che si usano per distinguere altri tipi sociali o per

classificare individui dello stesso genere. Le posizioni di prestigio fuori dall’ambito del genere sono

spesso rappresentate in termini di genere (un uomo che non fa cose “da uomo”, che arrecano

prestigio, è considerato come una donna).

Le strutture di prestigio tendono verso la coerenza simbolica → alcuni ordini (es. natura-cultura)

verranno invocati nella spiegazione di qualsiasi tipo di differenziale del valore sociale. Possono

esserci sistemi sociali in cui il genere e un’altra dimensione di prestigio non sono differenziati

(genere-età), e altri in cui si riconoscono differenti assi del prestigio sui cui però è stata imposta unità

per un deliberato sforzo di razionalizzazione (genere-casta).

Le categorie fondamentali del maschile non provengono solo dalla sfera pubblica, ma in particolare

da quella delle relazioni di prestigio. La tendenza a definire le donne in termini relazioni è un riflesso

della loro esclusione dal mondo del prestigio maschile. Le categorie del femminile non sono

simmetriche a quelle del maschile, sono in posizione di subordinazione.

La nozione di genere varierà a seconda del modo in cui le donne e le relazioni fra sessi sono

organizzate nella struttura che sostiene il sistema di prestigio.

Le relazioni fra i sessi influiscono sull’azione maschile orientata verso il prestigio → nelle varie

società le donne influiscono più o meno sul prestigio maschile a seconda di quali siano le fonti del

prestigio. Es: in Nuova Guinea la separazione fra fonti del prestigio maschile e relazioni fra i sessi

permettono lo sviluppo di gruppi femminili indipendenti.

Nella maggior parte dei casi il prestigio maschile è molto implicato nelle relazioni fra i sessi..

Alcuni modelli di relazione fra parentela e matrimonio, prestigio e ideologie di genere.

In sistemi culturali differenti, i diversi ruoli relazionali femminili dominano la categoria del femminile.

• Società brideservice: domina la moglie. La maggioranza delle società. La moglie è una risorsa

produttiva e produttrice di beni utilizzati nelle attività di scambio che generano prestigio maschile.

Inoltre le mogli mettono al mondo i figli che sono una risorsa.

• Polinesia: domina la sorella. Tutte le donne sono considerate in qualche modo sorelle. Poiché le

sorelle sono rispettate, ogni donna guadagna rispetto dal fatto di essere sorella metaforica.

• Società americana del XX secolo: domina la madre. Le mogli sono considerate come madri, ma

paragonate alle madri sono ritenute imperfette.

Il dominio di uno dei tipi è consequenziale ai modi in cui in una cultura vengono considerate tutte le donne.

Il dominio emerge come una funzione dei modi in cui il prestigio maschile dipende o no dal matrimonio,

dalle relazioni fra fratelli o dalla filiazione → il sistema di prestigio mette in rilievo i legami tra i sessi.

Si possono prevedere ripercussioni generali sull’immagine della donna a seconda di quale tipo di legame

sessuale è messo in risalto da ciò che interessa il prestigio. Ortner: dove prevale l’enfasi sulla sessualità

femminile le donne sono trattate con meno rispetto, sono considerate esseri naturali di tipo diverso rispetto

agli uomini, a differenza delle parenti di sesso femminile che sono considerate solo attori sociali diversi.

La sfera erotica e quella sociale sono strettamente connesse: la sessualità è socialmente modellate ma le

forme sociali sono esse stesse erotizzate. CAPITOLO 6

MOBILITA’/ MIGRAZIONI

L’antropologia ha dedicato studi ai gruppi nomadi. Sistemi produttivi fondati sulla mobilità dei gruppi

costruiscono uno specifico senso del tempo e dello spazio, specifiche forme di relazioni sociali.

Lo studio di questi gruppi permette di relativizzare l’ordine sedentario reso ormai universale dallo Stato-

nazione come unità politica standard.

I gruppi marginali mobili sono spesso bersaglio di pregiudizi e ostilità da parte degli Stati con conseguenti

politiche coercitive volte alla loro sedentarizzazione.

Lo stato infatti pensa se stesso attraverso l’immigrazione e il suo controllo, attraverso i confini.

La categoria del rifugiato è variabile , continuamente ridefinita dagli interessi degli Stati.

Uno dei temi centrali affrontati dal testo sulle migr

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
39 pagine
28 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher noemicalgaro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Allovio Stefano.