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INTRODUZIONE:
Patrimonio oggi è un termine ampio e sfuggente. Potrebbe essere usato per descrivere
qualsiasi cosa, sia essa concreta come edifici e monumenti, o immateriale come
canzoni e linguaggi.
Può essere utilizzato per descrivere tutto da interi paesaggi, a minuscoli frammenti di
ossa, pietre nei siti archeologici.
Il patrimonio descrive i processi globalizzati e globalizzanti di ampia portata
internazionale. In tal modo si può ritenere che il patrimonio operi su una gamma di
scale spaziali, temporali e istituzionale differenti.
Il concetto di patrimonio è in continua evoluzione e il modo in cui il termine viene
inteso è sempre ambiguo e mai certo.
Inoltre, il contesto in cui è impiegato il concetto di patrimonio è di cruciale importanza.
Il patrimonio è spesso evocato durante dibattiti e proteste su oggetti e pratiche
considerati minacciati, o a rischio. L'elemento di potenziale o reale minaccia al
patrimonio, di distruzione, perdita o decadimento, lega il patrimonio storico e politico
al movimento di conservazione.
Anche quando un edificio o un oggetto non è minacciato da una distruzione immediata,
la sua inclusione in un registro di patrimonio è un'azione che implica l'esistenza di una
potenziale e futura minaccia da cui esso deve essere protetto. 69
CAPITOLO 1: Il patrimonio ovunque + Postfazione
Il patrimonio culturale è qualcosa che si è molto espanso, e lo scopo di Harrison è
quello di studiare questa espansione.
Vediamo che cosa può essere considerato patrimonio culturale:
• Monumenti,
• Canti tradizionali,
• Beni mobili o immobili,
• Dieta mediterranea, (per quanto sembri strano è un patrimonio culturale).
Dunque, il patrimonio culturale presuppone un oggetto o una traduzione e la tutela di
questa.
Tutelati dal patrimonio culturale non sono solo patrimoni artistici, ma anche oggetti e
usanze comuni. Anche se questa tutela non è stata inserita da tanto tempo nella
definizione di patrimonio culturale.
Esistono infatti due definizioni di patrimonio culturale per L’UNESCO, una che
comprende solo i monumenti e una che comprende anche le tradizioni, i saperi e gli
oggetti comuni.
Un’oggetto o una tradizione per essere definito patrimonio deve avere queste
caratteristiche:
• Eccezionalità
• Deve essere rappresentativo,
• Deve essere legato a gruppi umani e a minoranze.
La prima cosa che l’autore ci mette in luce è che sembra che la definizione di
patrimonio non abbia limiti, la troviamo ovunque.
Cose anche fatte ieri, sono già patrimonio, l’antichità non è più un requisito. Vediamo
questa natura espansiva del patrimonio anche dal punto di vista del tempo.
Questa natura espansiva si è anche allargata a tutti i luoghi, negli ultimi anni si può
parlare anche di globalizzazione del patrimonio.
In questo continuo allargamento vi è una caratteristica del patrimonio che è decisiva
nel decidere o meno se una cosa è patrimonio, ovvero il rischio della scomparsa.
L’investitura di patrimonio va verso oggetti del passato o del recente passato, che
abbiano come attributo un certo livello di rischio di scomparire e travolto dalle
innovazioni del presente. 70
In questo libro non sono analizzati tanto gli oggetti e le pratiche patrimoniali, ma più
che altro lo studio dei processi di patrimonializzazione, (per chi è patrimonio, per chi
no, cosa succede dopo la patrimonializzazione…).
L’atto di patrimonializzazione, (pt), non è un atto passivo, che si riconduce al mero
riconoscimento. Questo riconoscimento produce infatti una serie di effetti sociali.
Oltre ad essere un processo di valorizzazione, la natura attiva del patrimonio la si vede
nel momento in cui stringe un rapporto stretto con una comunità, un’identificazione.
In questa idea attiva di patrimonio, l’effetto sociale principale è proprio quello di creare
un legame di identificazione tra gruppi.
In questo senso quindi i patrimoni definiscono le persone, ma anche viceversa. Nel
momento in cui c’è il rischio della scomparsa di questi beni, sembra proprio che le
popolazioni a loro legate rischino di perdere qualcosa di se stessi. Da questo nasce la
natura attiva del patrimonio.
Guardando in questo senso il patrimonio si aprono punti diversi di analisi,
(postfazione). Nella postfazione del libro, infatti, ci si concentra sugli effetti del
riconoscimento di determinati beni come patrimonio, soprattutto dal punto di vista
della costruzione delle identità.
Riguardo a questo ci sono due livelli:
• Come possiamo rivolgerci e studiare il patrimonio? Attraverso una postura
interna, ovvero attraverso degli esperti di un determinato bene, che discutono
se esso sia patrimonio o no.
• La postura critica. Analizza il difetto della postura interna che rischia di
tralasciare la struttura attiva del patrimonio. La postura critica va a cogliere più
l’aspetto attivo del patrimonio, e lo studio dei suoi effetti.
Questa postura critica, però, corre il rischio di trascurare del tutto le problematiche
legate alla postura interna. Rischia di fare un discorso solo intorno agli elementi
patrimoniali, disinteressandosi della loro specificità.
È stata quindi aggiunta una terza postura, la postura interpretativa, che sta nel mezzo
tra queste due, (interno ma non ingenuo, esterno ma non ipercritico).
Diciamo però che il testo di Harrison, sta per la maggior parte nella postura critica,
rischiando a volte di essere troppo esterno. 71
Dal punto di vista ufficiale, (UNESCO), si fa una distinzione tra patrimonio materiale e
non materiale, anche se nella sostanza i due elementi non possono essere separati.
La distinzione tra materialità e non materialità è una distinzione convenzionale. È
meglio pensare ad una sorta di processo di continuo investimento tra l’una e l’altra.
Sotto questo aspetto possiamo quindi identificare altri tre termini con i quali possiamo
definire un patrimonio:
• Materialità
• Connettività, il patrimonio deve essere anche una connessione tra cose,
persone, usanze.
• Dialogicità, gli oggetti patrimoniali sono sempre legati a dei gruppi, e il mondo
in cui questi oggetti si legano a questi gruppi è esso stesso qualcosa di
interessante da mettere in luce.
Il patrimonio è infine un modo specifico di costruire un ponte tra presente e passato.
In questo senso il patrimonio è una forma di costruzione del passato.
Dunque, con queste idee di patrimonio si sono creati quelli che sono chiamati gli
heritage studies, ovvero arene multidisciplinari, tecnici del patrimonio, che si occupano
delle diverse categorie dei patrimoni.
Heritage studies→ Gli studi sul patrimonio. Uzzell, descrive in modo pittoresco gli studi
sul patrimonio come i figli di una moltitudine di relazioni tra accademici di molte
discipline, nutriti da professionisti istituzioni. Per questo motivo il patrimonio è stato
spesso percepito come un compromesso del suo rapporto contingente con altre aree,
in particolare il turismo e le industrie del tempo libero.
Tuttavia, al momento, gli studi sul patrimonio non hanno una dimora stabile all'interno
di una particolare disciplina accademica.
CAPITOLO 2: Alcune definizioni:
Analizziamo in questo capitolo alcune definizioni:
• Patrimonio,
• Modernità,
• Materialità.
Patrimonio: 72
Il patrimonio è definito come uno specifico atteggiamento verso il passato. Crea un
ponte tra presente e passato, ed è il presente stesso a creare questo ponte.
Il patrimonio è supportato anche dal fatto che ci troviamo in una situazione tipica della
contemporaneità, ovvero una crisi della memoria e del tempo.
Importante è distinguere anche tra:
• Patrimonio ufficiale: Il patrimonio che è riconosciuto da determinate istituzioni.
Questo patrimonio produce un’ufficialità, che spesso è contestata. Nel
momento che avviene questa ufficialità avviene una distinzione con tutto ciò che
è ordinario.
• Patrimonio non ufficiale, quello che non è riconosciuto o non ancora
riconosciuto, ma che però è significativo per alcune persone.
Un esempio per fare la differenza tra i due è il sito di Stonehenge, le pietre fisiche, e la
loro importanza sono riconosciute come patrimonio culturale. Ma le usanze intorno a
queste pietre, come quelle delle popolazioni che le venerano, non sono riconosciute
come patrimonio.
Lo stile di patrimonializzazione è dunque uno stile specifico, che costituisce un legame
con il passato, ma non è l’unica forma di stile possibile.
Proseguendo con le argomentazioni del capitolo, possiamo parlare dell’ACN, Actor
Network Theory, (di Bruno Latour), ovvero un modo di pensare alle strutture sociali
non come delle cose, ma come un insieme di relazioni. Relazioni che devono essere
messe in pratica, senza queste relazioni non c’è sistema sociale.
La cosa interessante è che questa rete di relazione che congiunge degli attori non
comprende solo persone ma anche oggetti, (gli actor, non sono solo persone, ma
anche oggetti), proprio perché il comportamento di chi sta in questo sistema è
determinato sia dalle persone che dagli oggetti. (Le lastre di plexiglass messe durante
il periodo Covid ci ha influenzato come persone).
Un altro termine di Latour è assemblaggio, infatti questo insieme di cose e oggetti può
essere definito assemblaggio, lo stesso vale per il patrimonio.
L’invito è quello di pensare il patrimonio non come oggetti e pratiche a sé stanti, ma
collocate dentro questo insieme di relazioni.
Sempre da Latour arriva il termine agency, ovvero la capacità di azione, che collocata
dentro all’ACN, vuol dire che un particolare assemblaggio, distribuisce anche ai diversi
73
oggetti e soggetti differenti capacità di azioni, (L’agency è il modo in cui una persona
reagisce al plexiglass, chi lo toglie, chi lo odia e lo vandalizza, chi lo ama e lo lascia,
ecc..).
L’agency è una prerogativa anche degli oggetti, in quanto anche loro actors di questo
assemblaggio, (per esempio guardiamo solo come ci influenza l’abbigliamento).
Agency è utilizzato negli studi sociali anche in un altro modo, ovvero inteso come la
capacità di azione degli individui rispetto alla struttura.
Un altro termine ancora da citare è dispositivo, i dispositivi sono assemblaggi tecnici
che orientano le nostre azioni e le controllano, (telefonini, macchina, televisione…).
C’è quindi di nuovo l’idea che alcuni oggetti, se collocati in una specifica form