vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Le strutture di base della scrittura classica si fondano su un’omogeneità tra logica narrativa e
logica della messa in scena basata sulla motivazione e sul rapporto di causa-effetto. Ogni azione,
persino quella della macchina da presa, ha una motivazione: un esempio sono gli establishing
shot, ovvero quelle inquadrature larghe che hanno il compito di presentare lo spazio diegetico. La
macchina e il montaggio diventano invisibili perché subordinati alle necessità narrative; la
motivazione e la causalità sono ancorati al personaggio, sono i suoi desideri che lo spingono
all’azione. Il desiderio forte dei personaggi è un elemento caratterizzante del cinema classico e
costituisce un aspetto discriminante nel cinema moderno che invece è molto più focalizzato sulla
psicologia del personaggio. I personaggi moderni non sono più motivati da qualcosa, non si
muovono più in base ad un processo di causa-effetto, ma sono riflessivi, dominati da un inconscio
ingombrante, non sono capaci di direzionare il proprio desiderio e di tradurlo in azione.
Il mondo di Hawks
Il testo classico evidenzia la presenza di un autore implicito e presenta un movimento che attiva
una lettura dominante. “Susanna” è un esempio significativo di convergenza tra scrittura classica e
autorialità, tra scrittura e sonoro (integrato ma che ne ha anche modificato degli aspetti), ma anche
dell’aggiunta del mondo hawksiano che gioca tra normalità ed eccentricità, lavoro e divertimento.
Troviamo l’autorialità di Hawks anche nelle espressioni di genere: nel film d’avventura troviamo un
uomo che riesce a piegare la natura, la donna, l’animalesco etc… dando prove di forze e eroismo;
nella commedia (screwball comedy) troviamo l’opposto, la figura femminile è quella che prende le
redini dell’azione e l’uomo si trova ad essere più riflessivo e subalterno alla vivacità della donna. Lo
ritroviamo questo in “Susanna”, dove la figura maschile di Cary Grant è noiosa e dedita al lavoro,
un paleontologo asessuato che è vicino al soggetto dell’osso, ovvero alla morte ma anche ad una
sessualità inattiva; invece la figura femminile di Katherine Hepburn è vivace e piena di vita, vicino
alla figura del leopardo, che rappresenta la libido e quindi passione e sensualità.
La dialettica come forma simbolica
Seguendo l’utile suggerimento di Thomas Schatz, che divide i generi hollywoodiani in genres of
order e genres of integration, “Susanna” lo possiamo integrare nel secondo gruppo. Il primo
(genres of order) che racchiude i western, i gangster e i detective, sono quelli ambientati in un
contesto dove manca l’ordine sociale; i secondi (genres of integration) che include musical,
screwball comedy, i family melodrama, sono dediti a promuovere l’integrazione della coppia in un
contesto sociale già stabile. Possiamo dire però che tutti i generi e i film classici iniziano con un
rapporto conflittuale tra due momenti o due episodi: la sequenza iniziale di Susanna ha infatti
un’alternanza di movimento e staticità, seguita da due diverse figure femminili e due opposti modi
di essere del soggetto e della coppia. La sequenza si presenta con un establishing shot dove
troviamo David intento nella ricostruzione di uno scheletro di un dinosauro, la fidanzata Alice e un
altro professore intenti ad aiutarlo. Vengono subito presentate due linee narrative: quella lavorativa
(museo, paleontologia etc…) e quella sentimentale (i due si devono sposare l’indomani), che però
è molto “fredda” perché scandita dalla focalizzazione sul lavoro di David e quindi di conseguenza
anche di Alice. L’aspetto più importante è lo spazio e le modalità tramite cui l’azione spazio-
personaggi definisce la loro identità, in particolare il rapporto maschile-femminile. La dimensione
spaziale è la principale artefice della costruzione del film classico: non si tratta solo di uno spazio
unitario e organico, ma anche di uno spazio relazionale che include o esclude i soggetti; marca
dunque la differenza e il desiderio. La rappresentazione dello spazio riguarda la composizione
formale delle singole inquadrature e il loro concatenamento: nel cinema classico è importante il
principio del centramento (centering), dove appunto troviamo al centro dell’inquadratura il corpo
umano. Vengono privilegiati il piano americano e la mezza figura per permettere di centrare bene il
corpo umano e dare una panoramica del luogo circostante e avere un bilanciamento tra vuoti e
pieni. Il concatenamento delle inquadrature e del montaggio seguono due regole fondamentali:
assicurare una continuità grafica e una continuità spaziale. La prima consiste nel mantenere il
centro d’interesse e le proprietà iconiche dell’immagine simile da un piano all’altro, non si può
saltare da un campo lungo a un primo piano troppo bruscamente; la seconda invece è quello di
rendere una rappresentazione organica e unitaria rendendo chiaro ogni momento il
posizionamento di personaggi e oggetti. Possiamo dire che a differenza di Hitchcock, il cinema di
Hawks è ovvio, il rapporto tra vedere e sapere corrisponde: lo spettatore conosce già tutto, non
deve immaginare nulla. Da un lato abbiamo la prima scena tra Alice e David, in cui c’è staticità e i
vari campi/controcampi sono caratterizzati da una distanza tar i personaggi che sottolinea la
freddezza nella coppia. David è il protagonista e la donna anche se sembra importante nel campo
lavorativo dell’uomo, avrà sempre un ruolo secondario nella coppia. Dall’altro lato abbiamo una
scena più movimentata, all’aria aperta sul campo di golf, dove vediamo la figura femminile divenire
protagonista. Non ci sono più differenze nella modalità di ripresa e il dinamismo entra anche nel
dialogo tra i due (Susan conduce l’azione, David non può far altro che tenerle testa). La donna
anche nella scena della cena è il perno dell’azione. L’uomo con lunghi discorsi e serietà racconta
alla donna che l’indomani si sarebbe dovuto sposare, lei per tutto il tempo lo deride e resta in
silenzio, pronuncia solo due parole “Without me?” (Senza di me?) che rappresentano il fulcro del
dialogo tra i due: riflette la sfida di gender della screwball comedy, ovvero il partner iniziale deve
essere sostituito alla fine del racconto da quello ideale, esprimendo la motivazione dell’intreccio e il
conflitto del ruolo maschile di riuscire a non stare con Susan.
I luoghi
Questa impossibilità di liberarsi di Susan arriverà negli episodi successivi, dove la donna diventerà
l’agente dell’azione. Un esempio lo vediamo nella scena successiva dove David riceve una
chiamata prima da Alice poi da Susan. Entrambe le donne sono posizionate nella stessa maniera,
hanno anche una posizione degli oggetti filmici identica; ciò che le differenzia è l’abbigliamento:
Alice con capelli raccolti, giacca e occhiali rappresenta la noia, la rigidità, l’ordine; Susan invece
con un vestito di organza libero rappresenta la classe media benestante, che si diverte ed è
spensierata. Importante sono anche i luoghi dell’azione: la prima parte si sviluppa a New York e la
seconda in campagna, nel Connecticut. La città rappresenta David, il lavoro, il Super-Io, l’ordine e
la rigidità; la campagna è legata a Susan, al divertimento, al desiderio. La virilità dell’uomo viene
messa in discussione, veste abiti femminili e si esibisce in posture ed espressioni bizzarre, una
volta abbandonata la sua consueta rigidità. Il film raggiungi picchi di follia e nosense, dove già
nelle scene inziali aveva tradito i segni del proprio raccontare posizionando Susan come modello
su cui puntare.
Laura Mulvey, Piacere visivo e cinema narrativo
-
1. Introduzione
A. Un uso politico della psicoanalisi
La teoria psicanalitica è un’arma politica, in quanto dimostra in che modo l’inconscio della società
patriarcale abbia strutturato la forma filmica. Il paradosso del fallocentrismo è che esso dipende
dall’immagine della donna castrata per dar ordine e significato al suo mondo. La funzione della
donna quindi nella formazione dell’inconscio patriarcale è duplice: per prima cosa, rappresenta la
minaccia di castrazione con la sua assenza reale di un pene e in secondo luogo, introduce di
conseguenza il proprio figlio nel simbolico (rappresentazione di mancanza e maternità, fondati
sulla natura anatomica). La donna nella cultura patriarcale funge da significante per l’altro
maschile, vincolata da un ordine simbolico in cui l’uomo può vivere le sue fantasie e ossessioni
tramite il dominio del linguaggio, imponendole all’immagine silenziosa della donna, ancora legata
la suo posto di portatrice di significato.
B. Distribuzione del piacere come arma radicale
Il cinema pone degli interrogativi circa i modi in cui l’inconscio struttura i modi di vedere e il piacere
del guardare. I progressi tecnologici hanno cambiato le condizioni economiche della produzione
cinematografica, venendosi a formare così un cinema alternativo. Il cinema alternativo apre uno
spazio per la nascita di un cinema che sia radicale in senso sia politico che estetico, e che sfidi i
presupposti basilari del cinema tradizionale. Il film tradizionale codificava l’erotico nel linguaggio
dell’ordine patriarcale dominante.
2. Il piacere di guardare. La fascinazione per la forma umana
A. Il cinema offre una quantità di possibili piaceri, uno di questi è la scopofilia. Vi sono delle
circostanze in cui il guardare stesso è una fonte di piacere, proprio come nel caso contrario, c’è
piacere nell’essere guardati. Originariamente, nei suoi “Tre saggi sulla teoria sessuale” di Freud,
egli isolava la scopofilia come una delle componenti istintuali della sessualità che esistono come
pulsioni in modo indipendente dalle zone erogene; inizialmente si manifesta con i bambini che
hanno curiosità verso le parti genitali, alla presenza o meno del pene etc…) Sebbene l’istinto sia
modificato da altri fattori, esso continua a essere una base erotica del piacere nel guardare un’altra
persona come oggetto. Il cinema sembrerebbe ben distante dal mondo dell’osservazione segreta e
furtiva di una vittima ignara; ma possiamo dire che la produzione cinematografica tradizionale
ritraggono un mondo ermeticamente chiuso che si svolge magicamente. Infatti l’essere al buio in
una sala, la separazione dal mondo sullo schermo, portano lo spettatore a provare piacere per
quelle immagini luminosi sovraimpresse sullo schermo. Si ha così un piacere voyeuristic