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RICAVI DI COMPETENZA ECONOMICA – COSTI DI COMPETENZA ECONOMICA
Ricavi di competenza temporale Costi che hanno avuto nel medesimo
dell’esercizio. esercizio il corrispettivo ricavo o che
non lo avranno più.
Costo non di competenza: avrà il corrispettivo ricavo nei prossimi esercizi. 33
Passato Presente Futuro
Elementi del passato che condizionano il presente.
Elementi del presente che condizioneranno il futuro.
Il presente può essere considerato il passato impostato per il futuro.
L’utile d’esercizio e la sua destinazione
L’utile d’esercizio è il surplus che la gestione annuale evidenzia contabilmente come differenza fra i componenti
positivi di reddito ed i componenti negativi di reddito che, secondo il ragionamento economico, possono riferirsi alle
competenze del periodo di tempo preso in considerazione.
L’utile d’esercizio è considerato un componente incrementativo del patrimonio netto aziendale. Dal punto di vista
economico dovrebbe essere incardinato all’interno di una valutazione prospettica della gestione, per esaminare se si
tratta di una mera singolarità o se ancora è ragionevolmente perseguibile nel futuro, in una quantità congruamente
soddisfacente.
Se dal punto di vista contabile qualsiasi livello di utile può considerarsi come un incremento del patrimonio netto, dal
punto di vista economico il reddito sarà congruo quando raggiungerà quel livello che può considerarsi soddisfacente
rispetto a queste attese che si basano sui rendimenti di significative alternative di investimento basate su un
ragionamento economico.
L’utile d’esercizio come surplus della gestione annuale dovrebbe essere destinato a remunerare i portatori del capitale
proprio dell’impresa per l’investimento da loro fatto. Quando questo accade l’utile termina di essere un valore
incrementativo del livello del capitale proprio investito e viene suddiviso tra gli aventi diritto. Può accadere che tutto o
parte dell’utile contabilmente conseguito non venga distribuito ai conferenti il capitale proprio. Questa ritenzione
dell’utile incrementa il capitale proprio.
La perdita d’esercizio: il suo significato contabile ed economico
Un esercizio amministrativo chiude in perdita quando i costi ad esso attribuiti non hanno trovato copertura, cioè i ricavi
attribuibili all’esercizio sono inferiori ai costi attribuiti allo stesso esercizio.
Dal punto di vista contabile, ogni perdita è di fatto un componente negativo del capitale netto, cioè una diminuzione del
capitale proprio a disposizione dell’impresa.
Dal punto di vista economico aziendale, le perdite d’esercizio devono essere distinte in due categorie:
La perdita come mera distruzione del capitale si ha tutte le volte che, in una visione prospettica, essa non ha alcuna
possibilità di essere recuperata, per cui gli effetti negativi che l’hanno determinata si sono prodotti nell’economia
dell’impresa una volta per tutte. Generalmente si tratta di perdite non programmate che sortiscono da un’errata
gestione o scelte economiche, o da sfavorevoli fatti interni od esterni non controllabili. Queste perdite possono
essere superate con un ridimensionamento dell’impresa (riduzione del patrimonio netto), oppure con un
investimento esterno che ponga l’impresa nelle condizioni che aveva prima di subirle (copertura della perdita da
parte dei soci).
La perdita come possibile investimento in attesa di realizzo si ha tutte le volte che, per motivi di inserimento nel
mercato o per sviluppo delle dimensioni produttive, essa era prevista e programmata, così come è prevedibile e
programmabile nel futuro una sua completa copertura da parte della gestione dell’impresa. In questi casi la perdita
si produce per lo sforzo economico al quale è sottoposto il sistema aziendale in particolari momenti della sua vita,
come in fase di costituzione o di ampliamento. La perdita in questi casi ha mera valenza contabile, mentre per la
sostanza economica rappresenta un costo che può essere recuperato dalla futura gestione nel rispetto
dell’equilibrio economico. Queste perdite discendono essenzialmente dalla peculiarità della situazione aziendale i
cui frutti si avranno negli anni successivi; per cui è vero che si chiudono i bilanci in perdita, ma è anche vero che
questo tipo di perdita è la conseguenza di particolari criteri di contabilità che sono stati adottati.
Secondo un altro ragionamento, i costi sostenuti, per esempio in caso di avviamento o in caso di ampliamento, non
devono essere imputati per il loro intero valore negli esercizi in cui sono stati sostenuti, ma possono essere
contabilmente trattati come costi immateriali da ripartire in più esercizi. Seguendo questo ragionamento gli
esercizi in cui sono stati sostenuti detti costi avrebbero chiuso con un pareggio o con un certo livello di utile e,
contabilmente, la perdita si è trasformata in un costo pluriennale da realizzare. 34
L’informazione
L’ambiente esterno con cui l’azienda ha continui rapporti, è pervaso da un elevato dinamismo economico e da
interventi istituzionali. L’impresa, per sopravvivere, deve essere in grado di fronteggiare il primo rispettando i secondi.
Il flusso delle informazioni deve scorrere attraverso tutto il sistema aziendale.
Possiamo definire l’informazione come qualsiasi comunicazione, notizia, messaggio e dato che genera nell’organo che
la riceve nuova potenziale conoscenza. Si ha informazione solo quando il patrimonio conoscitivo dell’organo ricevente
viene accresciuto in virtù dell’informazione stessa. Abbiamo due modi di acquisizione dell’informazione:
Acquisizione diretta, quando questa è ricercata tramite propri strumenti di analisi dall’organo che vede
accrescere il patrimonio conoscitivo;
Acquisizione indiretta, quando l’informazione viene inviata all’organo interessato da un altro organo.
L’informazione deve considerarsi come una risorsa primaria e necessaria per il mantenimento dell’equilibrio
economico e per l’eventuale sviluppo dell’impresa; è indispensabile affinché l’organo decisorio dell’impresa possa
effettuare scelte opportune in un clima di sempre minore incertezza e con maggiori possibilità di fronteggiare rischi ed
errori. Un’informazione deve ritenersi tale solo se sarà utile al fine della decisione, se sarà economicamente e
tempestivamente accessibile, se sarà accuratamente predisposta nella forma (chiara) e nel contenuto (precisa e
completa). Nella carenza di uno di questi suoi attributi l’informazione potrà risultare, totalmente o parzialmente, non
sfruttabile da parte dell’organo aziendale che ne ha necessità.
Le informazioni possono essere:
interne o esterne, a seconda che la fonte della loro provenienza sia all’interno o all’esterno del sistema
aziendale.
di routine o straordinarie, a seconda che la loro ricorrenza sia ripetitiva o occasionale;
storiche, concomitanti e prospettiche, a seconda se riguardano rispettivamente dati consuntivi, attuali o
tendenze future;
per il top management, per il middle management o immediatamente operative, a seconda l’organo a cui
sono rivolte (rispettivamente vertice, direzione intermedia o direzione esecutiva).
Sistema informativo
Con l’espressione sistema informativo si possono individuare due aspetti:
l’aspetto originario, cioè il sistema dei dati e delle notizie che sono ottenuti e trasmessi all’interno
dell’organizzazione aziendale;
l’aspetto organizzativo, cioè la rete, le vie, il linguaggio simbolico e le procedure mediante i quali le
informazioni vengono reperite e trasmesse ai vari organi aziendali, nonché le modalità della loro
conservazione, memoria e sfruttamento.
Il sistema informativo aziendale è l’insieme delle informazioni e dell’idoneo apparato organizzativo che ne permette il
reperimento, l’elaborazione, la conservazione e la trasmissione nello spazio e nel tempo. Il sistema informativo
aziendale è un sistema complesso, costituito da un organico insieme di sottosistemi informativi, ognuno dei quali è
rivolto a fornire informazioni ad una particolare direzione o ad un particolare momento decisorio. Ognuno di questi
sottosistemi reperisce, elabora, conserva e trasmette informazioni per se stesso e per tutti gli altri sottosistemi
aziendali che risultino interessati all’informazione. Il sistema informativo aziendale è formato da tre fasi:
Reperimento: è l’insieme delle operazioni messe in atto al fine di ottenere dati che possano generare
informazioni. Il reperimento dei dati, interno od esterno, incamera i dati che possono creare nuova
conoscenza sulla gestione aziendale e/o sull’ambiente-mercato dove opera l’impresa. All’interno del sistema
aziendale le informazioni possono essere reperite da:
organi interni ad hoc che hanno il compito di reperire in maniera specialistica le notizie che,
successivamente elaborate e memorizzate, costituiscono materia per le decisioni dei vari dirigenti
aziendali.
organi di line, che sono a contatto con i centri da cui solitamente possono sortire dati e notizie. Essi
devono intendersi come centri primari per l’informazione stessa.
organi preposti ad altri servizi, addetti alla raccolta ed all’elaborazione dei dati aziendali (il servizio di
contabilità ed il servizio statistico). Questi organi operano su dati e notizie.
organi di controllo, che forniscono messaggi ai vari organi affinché possano essere presi gli opportuni
provvedimenti.
Il reperimento dei dati può essere richiesto dall’impresa ad organi esterni; in questo caso l’informazione è un
fattore produttivo.
Elaborazione: può essere definito come il processo di trasformazione di dati grezzi in dati valutati, cioè in
informazioni. Le operazioni da effettuare su un dato reperito sono: 35
Ordinarlo:
- Selezionarlo rispetto al suo verificarsi nel tempo;
- Individuare gli organi cui il dato può interessare.
Ripulirlo:
- Enucleare dal dato gli elementi reputati superflui ai fini del processo decisorio;
- Confrontarlo con altri dati al fine di poter sintetizzare una valutazione o una tendenza.
Catalogarlo:
- Inserirlo all’interno di un idoneo archivio al fine di farne memoria e per consentirne un
facile e celere reperimento;
- Collegarlo con altri dati cointeressati al processo decisorio.
Le operazioni di elaborazione dei dati possono avvenire direttamente da parte dell’uomo oppure tramite
elaboratore elettronico. Queste due possibilità non sono alternative, perché anche il sistema più
automatizzato non può fare a meno dell’apporto u