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Per le decisioni strategiche servono conoscenze di sintesi in ampio campo, per le decisioni tattiche servono conoscenze
di sintesi in capo specifico, per le decisioni operative servono conoscenze di analisi a campo specifico.
Per risultare stabilmente soggetto economico, è necessario avere volontà di governare l’azienda, avere le competenze
professionali di management (organizzazione, controllo, programmazione e leadership), disporre della maggioranza
dei voti per imporre la propria volontà nell’assemblea dei soci. Generalmente si ha la maggioranza dei voti quando si
ha la proprietà della maggioranza del capitale. Disporre della maggioranza dei voti in assemblea non significa
necessariamente avere la proprietà della maggioranza del capitale sociale poiché è possibile avere il controllo della
società anche con un’aliquota di capitale inferiore al 50% con un investimento indiretto di capitali senza avere la
proprietà del capitale.
- Controllo della società con aliquota inferiore al 50%
Ciò avviene a causa della polverizzazione della proprietà azionaria dell’assenteismo degli azionisti, della presenza di
azioni di risparmio che non hanno diritto di voto nell’assemblea degli azionisti, della possibilità di integrare la quota
azionaria di proprietà mediante l’acquisizione di deleghe di voto, della possibilità di integrare la quota di proprietà
mediante l’acquisizione di diritti di voto (pegno, garanzia su un’obbligazione del debitore; usufrutto, diritto di
godimento pieno su un bene/cosa rispettandone la destinazione economica; riporto, contratto per il quale il riportato
trasferisce in proprietà al riportatore titoli di credito di una data specie per un determinato prezzo e il riportatore
assume l’obbligo di trasferire al riportato, alla scadenza del termine stabilito, la proprietà di altrettanti titoli della stessa
specie, verso rimborso del prezzo).
- Controllo della società tramite investimento indiretto
Consiste nella formazione di un gruppo di società, ovvero, complesso di aziende aventi distinti soggetti giuridici ma un
unico soggetto economico. Il può essere diretto o indiretto: il soggetto economico si trova nella
controllo
holding/società capogruppo/società finanziaria, che esercita un controllo diretto su “A, B, C” e un controllo indiretto
su “M, N”. La holding può essere pura o mista: quando svolge solo attività finanziaria, quando svolge sia
pura, mista,
attività finanziaria sia attività operativa. La creazione di un gruppo è data dall’esigenza degli imprenditori di aumentare
la dimensione dell’attività operativa.
Le strategie di sviluppo che portano alla creazione di un gruppo di società possono essere di 4 tipi: sviluppo verticale
(l’impresa “x” crea/acquista società che producono beni/servizi a monte o a valle delle attività operative
integrato
effettuate dalla stessa società “x”, quindi aziende direttamente connesse con la propria attività controllando
approvvigionamenti e vendite), (l’impresa “x” acquista/crea imprese che
strategia di sviluppo orizzontale integrato
producono lo stesso bene, strategia utile per conquistare alte quote di mercato che possono creare situazioni di
monopolio; i beni solitamente sono differenziati tecnicamente o solo nel marketing), strategia di sviluppo diversificato
(la società “x” entra in nuovi settori diversi per tecnologia e/o marketing; può essere uno sviluppo conglomerale
quando non ci sono connessioni tecnologiche e di marketing, o sviluppo laterale quando c’è connessione tecnologica
ma non di marketing; questa strategia è utile per la ripartizione merceologica dei rischi imprenditoriali, ovvero, se un
settore è in crisi non è detto che anche gli altri settori in cui opera l’azienda siano in crisi diversamente dallo sviluppo
verticale/orizzontale), (utile per la ripartizione geografica dei rischi aziendali , si
strategia di sviluppo internazionale
articola in 4 fasi: impresa a mercato internazionale, dove l’azienda produce in Italia e distribuisce i prodotti in Italia e
all’estero e la vendita sul mercato avviene mediante i buyer che sono soggetti esteri; impresa internazionale, dove
l’azienda produce in Italia e vende i prodotti in Italia e all’estero con strutture distributive proprie; impresa
internazionale, dove l’azienda produce in Italia e indirettamente all’estero mediante cessioni di licenze, brevetti e
know-how ad aziende estere; impresa multinazionale, dove l’azienda produce e vende direttamente in Italia e
all’estero con il soggetto economico in Italia che controlla anche l’attività internazionale e le società estere di
un’impresa multinazionale possono essere se sono state create investendo una quantità di capitale che
subsidiaries
consente il controllo, e joint venture se sono state create all’estero concludendo accordi che prevedono una
partecipazione paritetica con soggetti esteri).
- Controllo senza investimento diretto o indiretto del capitale
In base all’art. 2359 c.c. sono considerate controllate: le società in cui un’altra società dispone della maggioranza dei
voti nell’assemblea ordinaria, le società in cui un’altra società dispone di voti sufficienti per esercitare un’influenza
dominante nell’assemblea ordinaria, le società che sono sotto l’influenza dominante di un’altra società in virtù di
particolari vincoli contrattuali con la società stessa.
ECONOMIA AZIENDALE – 2° PARTE
La struttura organizzativa è il complesso dei ruoli e delle linee d’influenza; l’organigramma è la sua rappresentazione
grafica. L’organo che detiene il governo aziendale specifica gli obiettivi da conseguire nei singoli centri organizzativi in
riferimento a certi a lassi temporali e le norme di funzionamento da svolgere per conseguirli. Gli obiettivi possono
essere determinati esclusivamente dagli organi di vertice o mediamente la partecipazione degli organi di livello
gerarchico inferiore.
Le norme di funzionamento comprendono: le procedure operative standard, politiche aziendali, regole. Con le
procedure operative standard si programma, ai livelli organizzativi più bassi, il comportamento da tenere e le azioni
da eseguire; le politiche aziendali, ai livelli organizzativi più alti, sono emanate dall’alta direzione per orientare gli
organi dotati di discrezionalità decisionale verso il perseguimento degli obiettivi aziendali. L’autorità permette che le
decisioni, adottate nei livelli superiori dell’organizzazione, costituiscono delle guide o premesse per le delibere dei
livelli inferiori. L’autorità formale consiste nel diritto riconosciuto dall’organizzazione per comandare, cioè, per
indirizzare l’attività dei subordinati e nell’obbligo imposto a questi ultimi di accettare le decisioni. I tipi di autorità
formale sono 3: autorità gerarchica, autorità funzionale, autorità del grado. L’autorità gerarchica consiste nel diritto
di comando assegnato a determinate persone; comporta l’obbligo di obbedienza da parte di colui che riceve il
comando; intercorre tra persone che si trovano sulla stessa linea di comando; l’autorità è generale; sono previste
ricompense e sanzioni per indurre i subordinati ad obbedire; bisogna rispettare il “principio dell’unità di comando”
secondo il quale una persona riceve ordini soltanto da un capo ed è responsabile solo nei suoi confronti. Nelle imprese,
la struttura decisionale ha al vertice il soggetto economico, poi vi sono i centri deliberativi responsabili dei sub-sistemi
aziendali e ciascuno di questi può essere composta da sub-sistemi inferiori. L’autorità funzionale consiste nel diritto di
comando assegnato a determinate persone; comporta l’obbligo di obbedienza da parte di chi riceve il comando;
intercorre tra persone dislocate su linee di comando differenti; è limitata ad una particolare materia ed è limitata nel
tempo; il capo funzionale può proporre sanzioni e ricompense, le quali sono dispensate dal capo gerarchico; si spezza
l’unità di comando. L’autorità del grado è tipico degli organismi militari e poco utilizzato in azienda; un soggetto di
livello gerarchico inferiore deve obbedire a qualsiasi soggetto di grado superiore al suo, quindi di più persone, e se
queste sono in conflitto tra loro, egli non ha l’obbligo di eseguire tutti i comandi o uno di essi sulla base di una sua
valutazione personale; quindi, al fine di disciplinare questi conflitti, i regolamenti organizzativi dispongono che il
subordinato ha il dovere di eseguire quello che gli è stato trasmesso per ultimo ma ha l’obbligo di far rilevare a colui
che lo ha emanato, il contratto esistente. La risoluzione dei conflitti potrebbe trovare altri metodi.
I rapporti organizzativi sono rapporti formali classificati in: (rapporti autoritari stabiliti in presenza
rapporti gerarchici
di autorità gerarchica), (rapporti di autorità funzionale, cioè rapporti autoritari stabili in presenza
rapporti funzionali
dell’autorità funzionale; rapporti consultivi, cioè rapporti non autoritari, risoluzione dei problemi studiata e pianificata
da un specialista che la raccomanda ai dirigenti; rapporti di servizio, rapporti non autoritari dove lo specialista produce
servizi per la risoluzione dei problemi; rapporti di controllo, cioè rapporti non autoritari dove uno specialista esercita
il controllo su alcune persone al posto del loro diretto superiore gerarchico), (l’organizzazione
rapporti di assistenza
innesta in un rapporto gerarchico una linea di influenza non autoritaria dal basso verso l’alto; può essere assistant-to,
assistente addetto, che è un organo che lavora da solo con il suo capo ma non ha autorità sui subordinati di egli; o
general staff, staff personale che è un sistema di specialisti coordinati da uno Chief of Staff). Il potere è la capacità
dell’autorità formale di influenzare i membri dell’organizzazione e i suoi subordinati. Secondo la teoria classica
dell’organizzazione e del management, dagli obiettivi derivano le funzioni, da queste i compiti, da questi le
responsabilità, fronteggiate dall’autorità formale che conferisce il potere; all’aumentare dell’autorità aumenta anche
il potere. La teoria moderna dell’organizzazione e della direzione sostiene il fenomeno inverso poiché all’aumentare
dell’autorità formale diminuisce il potere. Line è il personale sulla linea di comando; staf