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Quanto alla poesia bucolica (vedi Letteratura pastorale), si tratta di un genere perpetuato per secoli

in tutto l'Occidente. L'autore più importante è il siracusano Teocrito, famoso per i suoi Idilli in

dialetto dorico, brevi carmi che con lui acquistarono una sfumatura pastorale che il termine ha poi

mantenuto nella tradizione. Il presunto realismo di certi suoi idilli corrisponde piuttosto al desiderio

di allargare i temi di una poesia che resta sempre breve e aristocratica. Accanto a quello di Teocrito

si collocano i nomi di Mosco e Bione (inizio del I secolo a.C.), che vissero entrambi in Sicilia.

Legami con gli scritti di Teocrito hanno gli otto mimiambi (mimi, cioè poesie in forma dialogica,

scritti in giambi, il metro delle opere destinate alle scene) di Eroda (seconda metà del III secolo

a.C.), scoperti in un papiro nel 1891.

Con l'ellenismo ricevette una definitiva consacrazione l'epigramma, che dalla sua funzione

originaria (iscrizione sepolcrale, offerta votiva, dedica, celebrazione di un evento ecc.) si

specializzò nella trattazione breve della tematica amorosa, divenendo anche la sede dell'esibizione

di un virtuosismo formale che esalta la brevità e l'acutezza intellettuale. La storia dell'epigramma

letterario greco occupa un millennio, dal V secolo a.C. al V d.C. La produzione fu enorme e il

meglio di essa è conservato nell'Antologia palatina, redatta alla fine del IX secolo d.C. e trovata agli

inizi del Seicento nella Biblioteca palatina di Heidelberg. Fra i tanti epigrammatisti ricordiamo solo

Meleagro di Gadara in Palestina (140-70 ca.).

Le migliori opere in prosa dell'età ellenistica rientrano negli ambiti della storiografia, della filosofia

e degli studi scientifici ed eruditi. Furono numerosi gli storici di Alessandro Magno: Callistene (IV

secolo), nipote di Aristotele che seguì Alessandro nelle sue spedizioni; Nearco (IV secolo), ufficiale

della flotta di Alessandro; Clitarco (III secolo), narratore fantasioso e fonte principale dello storico

latino Curzio Rufo (I secolo d.C.); lo scrupoloso Tolomeo, aiutante personale del sovrano e poi re

d'Egitto con il nome di Tolomeo I Sotere; Aristobulo di Cassandrea (IV-III secolo); e l'autore di una

fantasiosa biografia nota come Romanzo di Alessandro.

Molti furono poi gli storici dell'epoca dei 'diadochi', i successori di Alessandro Magno della prima

generazione (Ieronimo di Cardia, Duride di Samo, Filarco, Manetone e Berosso). Su tutti spicca

Polibio, le cui Storie in quaranta libri sono un grande affresco della storia romana dalla prima alla

terza guerra punica.

L'attenzione riservata a Roma mostra come nel I secolo a.C. l'asse culturale, dopo quello politico, si

stesse spostando verso Occidente. Nell'età ellenistica si assistette alla nascita di una scienza della

letteratura con centro ad Alessandria, dove si costituì una cerchia di dotti (Museo) dediti alla ricerca

letteraria di tipo erudito e filologico (esercitata soprattutto su Omero), che si intrecciava

all'elaborazione di nuove forme poetiche. I nomi maggiori di questi grandi filologi, eruditi e

grammatici alessandrini sono: Zenodoto di Efeso (325-260 ca.), Aristofane di Bisanzio (257-180),

Aristarco di Samotracia (217-145 ca.), Dionisio Trace (170-90 ca.) e Didimo di Alessandria (I

secolo a.C.), al quale si attribuiscono oltre 3500 libri.

Poeta e scienziato fu Eratostene: celebre per la sua attività di matematico e geografo, misurò con

sorprendente precisione la circonferenza della Terra (39.690 km contro i moderni 40.000). Altri

scienziati sono gli astronomi Ipparco di Nicea e Aristarco di Samo, l'anatomista Erasistrato, il

medico Erofilo e i matematici Euclide, Archimede e Apollonio Pergeo.

Ultima gloria di Atene, mentre l'asse della cultura in lingua greca si spostava in Egitto, fu la

filosofia. Ad Atene, nel 'Giardino', si stabilì la scuola filosofica di Epicuro, e sempre ad Atene

tennero i loro insegnamenti i tre capiscuola della prima fase dello stoicismo: Zenone di Cizio,

Cleante di Asso (304–232 ca.) e Crisippo di Soli (281-204 ca.). I rappresentanti della seconda fase

dello stoicismo (Panezio, 185–110 ca.; Posidonio, 135–51 ca.) si formarono nel mondo greco ma

soggiornarono poi a Roma.

In età ellenistica l'elaborazione concettuale di una dottrina, specie in altri ambiti filosofici, come

quello cinico, lasciò il posto a un'azione di propaganda di tipo divulgativo (tale a Roma fu la

predicazione epicurea). All'ambiente cinico è riconducibile Menippo di Gadara (prima metà del III

secolo a.C.), cui è attribuita l'invenzione di un tipo di satira mista di prosa e di versi che assume il

nome di 'menippea' e che ebbe grande diffusione in ambiente greco e romano.

L'ETÀ IMPERIALE (30 A.C. - 529 D.C.)

Mentre nei regni ellenistici l'egemonia culturale del greco era fuori discussione, in Occidente lo

stato romano si servì di una lingua propria e dimostrò un'eccezionale vitalità letteraria autonoma

almeno a partire dal I secolo a.C. Nell'impero romano bilingue, durante i cinque secoli che

precedettero l'avvento al trono di Giustiniano nell'impero d'Oriente nel 527 (anno in cui si fa

iniziare l'età bizantina), la lingua greca si trovò a dover difendere la propria tradizione, e la

letteratura greca manifestò una tendenza classicistica che si espresse anche nel conservatorismo

linguistico. La produzione in versi, salvo in parte gli epigrammi, di cui furono autori Filippo di

Tessalonica, Lucillio (entrambi del I secolo d.C.), e Stratone di Sardi (II secolo), è povera, mentre

prevale la prosa con prevalenti finalità artistiche.

L'interesse marcato per la retorica e per l'imitazione del passato caratterizzò, soprattutto nel II

secolo d.C., la seconda sofistica, i cui rappresentanti furono maestri di retorica, conferenzieri spesso

itineranti che cercarono e ottennero nelle varie parti dell'impero successo e popolarità. Essi

diffusero la cultura greca presso ceti e popolazioni a essa estranei e fissarono le basi della cultura

media del loro tempo. Per questo ambito si segnalano Dione Crisostomo di Prusa (40 ca. - dopo il

112), Favorino (nato in Gallia, nell'odierna Arles, 80 ca. - 150), Erode Attico (101-177) e Massimo

di Tiro (125-185). Ma la personalità più creativa fu Luciano di Samosata in Siria, la cui opera

letteraria (Dialoghi degli dei, Dialoghi dei morti, Dialoghi delle cortigiane) esprime uno

scetticismo beffardo e una felice forza polemica contro l'ipocrisia degli intellettuali e il formalismo

dominante.

Retore singolare è anche Elio Aristide, che nei Discorsi sacri tracciò una biografia religiosa basata

sui sogni e sulla connessione tra religione, pratiche terapeutiche e vita intellettuale. Prolifico retore

dalla solida preparazione filosofica e scientifica fu anche il beota Plutarco, autore delle Vite

parallele, opera che ha segnato per secoli la cultura occidentale: strutturate in ventidue coppie di

biografie, una greca e una romana, le Vite plutarchiane offrivano un’originale interpretazione della

storia attraverso incisivi parallelismi cronologici.

Uno dei generi più originali e tipici dell'età imperiale è il romanzo, che si fonda su due ingredienti,

l'amore e l'avventura, lungo percorsi e attraverso motivi convenzionali. I precedenti sono l'Odissea,

i resoconti di viaggi, le leggende locali, le suggestioni orientali – più forti dopo Alessandro – e

l'elegia narrativa alessandrina. Sino alla fine del XIX secolo si credeva che il romanzo greco fosse

nato in età imperiale, ma la scoperta di un papiro egiziano contenente due lunghi frammenti di un

romanzo scritto nel I secolo a.C., il cosiddetto Romanzo di Nino, ha fatto arretrare gli inizi del

genere romanzesco in tarda età ellenistica.

La maggior parte dei romanzi greci giunti a noi appartiene al I e soprattutto al II secolo d.C.,

quando divenne un genere caro alla seconda sofistica, che rese più complessi gli intrecci e più

retorico e artificioso lo stile. I più celebri sono quello di Caritone (fine I - II secolo), Avventure di

Cherea e Calliroe, il più antico tramandato per intero; seguono Storia efesia di Antea e Abrocome di

Senofonte Efesio (II o III secolo), Le avventure di Leucippe e Clitofonte di Achille Tazio (II - inizio

del III secolo), Gli amori pastorali di Dafni e Cloe di Longo Sofista (II o III secolo) e le Storie

etiopiche di Eliodoro (III secolo).

Numerosi sono anche gli storici in età augustea (Diodoro Siculo, Nicola Damasceno, Dionigi di

Alicarnasso) e in quelle successive (Appiano, Arriano e Dione Cassio Cocceiano) fino a Erodiano

(II-III secolo) e Zosimo (seconda metà del V secolo).

Per la geografia spiccano le opere di Strabone, che con la sua Geografia ci ha fornito una preziosa

descrizione geografica e storica del mondo allora conosciuto, e la Periegesi della Grecia di

Pausania. Quanto alle scienze, fondamentali anche per i secoli successivi sono le opere di medicina

di Galeno e quelle di matematica e astronomia di Tolomeo, cui si deve la summa dell'astronomia

antica, che resse fino a Copernico e Galileo.

In ambito filosofico continuò la lunga vita del neoplatonismo con Plotino. Solo la filosofia dello

stoicismo seppe trarre nuova forza dall'incontro con la cultura romana, a partire da Seneca. E gli

ultimi grandi stoici furono Epitteto, di condizione servile, che non scrisse nulla e il cui

insegnamento venne raccolto da Arriano di Nicomedia (95-180 ca.), autore di un famoso Manuale,

e Marco Aurelio, autore di un diario intimo conosciuto col titolo Ricordi o Colloqui con se stesso.

L'incontro con l'ebraismo e la letteratura cristiana: Breve ma intenso fu l'incontro della cultura

greca con l'ebraismo. La dominanza culturale del greco impose la traduzione dell'Antico

Testamento in greco: è la cosiddetta Bibbia dei Settanta, che risale alla metà del III secolo a.C. E il

più concreto tentativo di giungere a un sincretismo tra cultura greca e giudaica si ebbe col filosofo

Filone di Alessandria, una parte consistente della cui opera è dedicata all'esegesi biblica.

L'antagonismo tra mondo ebreo e mondo greco-romano risalta invece nell'opera dello storico

Giuseppe Flavio, autore della Guerra giudaica e delle Antichità giudaiche. Per le opere del Nuovo

Testamento, composte tra la fine del II secolo e la metà del IV, e le opere protocristiane, specie degli

apologisti (in difesa della nuova fede), fu utilizzata in genere la koiné parlata dal popolo.

Ad Alessandria, attorno al 180 d.C., nacque una scuola di cultura e filosofia cristiana impegnata a

difendere il cristianesimo e poi a combattere le eresie al suo interno. Di questa scuola, gli intelletti

più robusti sul piano dottrinale e teologico furono Clemente Alessandr

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
15 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/02 Lingua e letteratura greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher danifrask di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Giorgianni Franco.