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DARE AVERE
Fitti passivi X
Cassa x
Esempio: Acquisto di un immobile:
DARE AVERE
Capannoni X
Cassa x
Se un’impresa stipula un contratto per l’acquisto di merci che saranno consegnate
dopo molti mesi, al momento della firma il suo patrimonio non subisce modifiche.
Queste informazioni possono essere raccolte con una tecnica contabile che utilizza il
sistema della partita doppia. Si attivano quindi degli PSEUDOSISTEMI.
Esistono tre tipologie di pseudosistemi:
Lo pseudosistema dei beni altrui;
• Lo pseudosistema degli impegni;
• Lo pseudosistema dei rischi.
•
Lo pseudosistema dei beni altrui
Riguarda i beni di proprietà di terzi di cui l’impresa dispone. Non possono essere
iscritti nel sistema contabile perché sono di proprietà di terzi.
Esempio: DARE AVERE
Macchine in locazione X
Cedenti beni in locazione x
Lo pseudosistema degli impegni
In questo pseudosistema si rilevano gli impegni assunti dall’impresa. L’impegno si
registra al momento dell’assunzione. Si storna quando viene meno l’impegno.
Esempio:
“si stipula contratto di….” DARE AVERE
Merci da ricevere X
Fornitore x c/merci da x
ricevere
All’atto della consegna: DARE AVERE
Fornitore x c/merci da x
ricevere
Merci da ricevere x
Lo pseudosistema dei rischi
Molte operazioni dell’impresa comportano dei rischi. Tali rischi non sono osservabili
nel sistema principale finchè non si abbattono sull’impresa.
Esempio:
“si scontano effetti salvo buon fine…”
DARE AVERE
Rischi su effetti scontati x
SBF
Banca c/rischi su effetti x
SBF
All’avvenuto incasso o al mancato pagamento si registra:
DARE AVERE
Banca c/rischi su effetti x
SBF
Rischi su effetti scontati x
SBF I risultati dell’esercizio
7.
Il principio di competenza
Il principio di competenza individua quali valori sono di competenza dell’esercizio.
Nella prassi dell’attività economica si riconoscono due versioni del principio di
competenza:
Principio di cassa. Tale principio considera di competenza dell’esercizio tutte
1. le operazioni che danno luogo ad una variazione del denaro in cassa;
Principio di competenza economica. Questo principio considera di competenza
2. economica i ricavi realizzati nell’esercizi e i costi correlati a tali ricavi.
Il principio di prudenza
Osservando tutti i costi a fine esercizio, ci si rende conto che alcuni non sono
correlati a nessun ricavo di competenza e a nessun ricavo futuro.
Secondo il principio di prudenza occorre considerare di competenza non solo i costi
correlati ai ricavi di competenza ma anche i costi che non sono correlati a nessun
ricavo, cioè delle perdite.
Le scritture di assestamento
Tra tutti i conti bisogna distinguere quali sono i costi e i ricavi di competenza e quali
no. I costi e i ricavi di competenza saranno iscritti nel conto economico.
Il primo esame da effettuare riguarda i costi e i ricavi già registrati in contabilità.
Bisogna analizzare per distinguere quelli di competenza dell’esercizio da quelli di
competenza degli esercizi successivi.
La seconda operazione da compiere è l’analisi degli altri conti accesi alle attività e
alle passività. Si evidenziano quindi i costi e i ricavi di competenza che non sono stati
ancora registrati in contabilità.
La terza attività da compiere è interrogarsi sulle operazioni in corso al termine
dell’esercizio che non hanno dato luogo a modifiche di attività, di passività e del
netto. Ad esempio un costo di locazione di un capannone che viene pagato
posticipatamente. In questo caso la quota di costo in locazione deve essere registrata
tra i costi perché di competenza dell’esercizio.
Una volta completate tutte le valutazioni devono essere redatte le scritture contabili.
Tali scritture si dicono scritture di ASSESTAMENTO.
Si dicono scritture di assestamento quelle che si compongono al termine
dell’esercizio per trasformare i valori di conto in valori di bilancio.
Le scritture di assestamento si dividono in due tipologie:
Scritture di rettifica,
• Scritture di integrazione.
•
Le scritture di rettifica sono quelle scritture che rinviano al futuro i costi e ricavi che
non sono di competenza dell’esercizio. Esse vengono chiamate scritture di risconti.
Il risconto attivo è una quota di costo sospeso, cioè da rinviare al futuro.
DARE AVERE
Risconti attivi x
Fitti passivi x
Il risconto passivo è una quota di ricavo da rinviare al futuro.
DARE AVERE
Fitti attivi x
Risconti passivi x
Le scritture di integrazioni sono quelle scritture con le quali si registrano nei conti i
costi e i ricavi di competenza che non sono stati ancora registrati.
Le scritture di integrazione si definiscono ratei.
Un rateo passivo è una quota già maturata di un costo futuro.
Un rateo attivo è una quota già maturata di un ricavo futuro.
DARE AVERE
Ratei attivi x
Fitti attivi x
DARE AVERE
Interessi passivi x
Ratei passivi x
L’ammortamento
Alla fine dell’esercizio tra le attività sono iscritti beni destinati ad essere utilizzati tra
più esercizi. Questi beni sono di utilità pluriennale.
Nel caso dei beni pluriennali il costo deve essere ripartito tra gli esercizi in cui viene
utilizzato. Questo metodo prende il nome di ammortamento. La quota di costo prende
il nome di quota di ammortamento.
Esempio:
Ammortamento x
Computer x
Il completamento della contabilità
8.
Le scritture di chiusura
Dopo le scritture di assestamento si redigono le scritture contabili di chiusura, o
anche di epilogo, le quali si compongono in tre classi di operazioni:
Giroconto a stato patrimoniale finale di tutti i saldi dei conti accesi ad attività,
1) passività e netto.
Giroconto a conto economico di tutti i saldi di tutti i conti accesi a csoti e ricavi
2) di competenza.
Rilevazione del risultato economico.
3) CHIUSURA DEI CONTI ACCESI ALLE ATTIVITà (ESEMPIO)
1) DARE AVERE
Stato patrimoniale finale x
macchinari x
impianti x
ecc x
CHIUSURA DEI CONTI ACCESI ALLE PASSIVITà (ESEMPIO)
2) DARE AVERE
Mutui passivi x
Debiti v/fornitori x
Debiti v/altri x
Stato patrimoniale finale X
CHIUSURA DEI CONTI ACCESI ALLE QUOTE DI PATRIMONIO NETTO
3) (ESEMPIO) DARE AVERE
Capitale sociale x
Riserva legale x
Riserva facoltativa x
Stato patrimoniale finale x
Nella seconda fase delle scritture di chiusura si accende un conto denominato “conto
economico”, il cui saldo esprimerà il risultato economico dell’esercizio.
CHIUSURA DEI CONTI ACCESI AI COSTI ( ESEMPIO)
4) DARE AVERE
Conto economico x
Merci c/acquisto x
Spese telefoniche x
Salari e stipendi x
CHIUSURA DEI CONTI ACCESI AI RICAVI (ESEMPIO)
5)
Merci c/vendite x
Interessi attivi x
Proventi straordinari x
Conto economico x
Tutti i conti del sistema risulteranno chiusi ad eccezione di Stato Patrimoniale e
Conto economico.
Il saldo del conto economico esprime il risultato dell’esercizio.
Nel caso di utile:
conto economico x
Utile d’esercizio X
Utile d’esercizio x
Stato patrimoniale finale X
Nel caso della perdita:
Perdita d'esercizio x
Conto economico X
Stato patrimoniale finale x
Perdita d’esercizio X
I conti STATO PATRIMONIALE FINALE e CONTO ECONOMICO sono dei conti
che vengono accesi solo per effettuare le scritture finali di chiusura. Sono dei conti di
INTERFERENZA, in quanto sono una pura contropartita.
Le scritture di apertura
All’inizio di ogni esercizio occorre riaffermare nei conti i saldi derivanti dal periodo
precedente.
Tale operazione si compie mediante la redazione delle scritture di apertura. Le
scritture di apertura si effettuano accendendo un conto di interferenza denominato
“Stato patrimoniale iniziale”.
In partita doppia, esempio: DARE AVERE
Macchinari X
Banca X
ecc X
Stato patrimoniale iniziale X
Stato patrimoniale iniziale X
Debiti v/fornitori X
Capitale sociale X
Successivamente all’apertura dei conti patrimoniali, occorre gestire tutte quelle
operazioni che si sono svolte a cavallo dell’esercizio precedente e di quello in corso.
La prima operazione da compiere sarà quella di riaffermare il saldo dei conti accesi ai
risconti attivi e passivi.
Il ciclo contabile
Il continuo susseguirsi delle scritture continuative, di assestamento, di chiusura e di
apertura prende il nome di ciclo contabile.
In particolare il ciclo contabile avviene in questo modo:
Dal 1 gennaio al 31 dicembre dell’anno n, si redigono le scritture continuative,
1) con le quali si rilevano i fatti di gestione;
Il 31 dicembre dell’anno n si redigono le scritture di assestamento, che
2) consentono le valutazioni di fine esercizio, e le scritture di chiusura;
Il 1 gennaio dell’esercizio n+1 si redigono le scritture di apertura;
3) Dal 1 gennaio al 31 dicembre dell’anno n+1 si ritorna alle scritture
4) continuative e si riavvia il ciclo.
Le imprese commerciali ed industriali
9.
L’inventario
L’inventario è l’attività finalizzata alla conoscenza della composizione del capitale e
del suo valore.
L’inventario può essere completo, ossia riguardare il capitale intero, o essere relativo
a singole zone del capitale (inventario dei crediti, dei debiti ecc).
La redazione dell’inventario al termine dell’esercizio è un adempimento obbligatorio
per tutte le imprese. Esso deve essere compiuto una volta l’anno.
L’inventario dell’impresa commerciale
L’impresa commerciale è quell’impresa che acquista beni da ricollocare sul mercato.
La gestione dell’impresa commerciale è più complessa. La maggiore complessità si
sostanzia nell’esigenza di tenere presso l’impresa un magazzino inteso non solo in
senso fisico come luogo dove custodire la merce, ma anche in senso contabile, come
sistema scritturale dedicato alla gestione dei beni che entrano ed escono dall’impresa.
Attraverso tale sistema si può sapere per diversi periodi di riferimento quanta merce è
stata acquistata, quanta venduta e quanta invenduta, cioè giacente in magazzino.
Si può procedere utilizzando una tecnica contabile: per ciascun atto di vendita si
redigono due scritture, una riguarda il corrispettivo di vendita e un’altra relativa al
consumo del magazzino. In questo modo, in ogni momento sono presenti in
contabilità le segue