vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
SPITZ
Spitz individuò due sindromi che chiamò <<sindrome da ospedalizzazione>> e <<depressione anaclitica>>.
La sindrome da ospedalizzazione venne osservata da Spitz in bambini ospiti di orfanotrofi, i quali ricevevano gli
accudimenti legati ai bisogni fisiologici fondamentali ma trascorrevano la maggior parte del tempo da soli e finivano
per soffrire di un ritardo generale in tutte le sfere.
La depressione anaclitica è stata osservata in figli di donne prigioniere intorno ai nove mesi, che mostravano sintomi
di apprensione, tristezza, piagnucolio, ritiro e rifiuto a nutrirsi. I bambini avevano avuto una buona relazione con la
madre nei primi sei mesi di vita, seguita dalla separazione fisica completa del bambino dalla madre per più di tre mesi.
Se il bambino veniva riunito alla madre prima di tale periodo i sintomi regredivano e scomparivano; se la separazione si
prolungava oltre i tre mesi i sintomi si aggravavano sempre di più.
Spitz studia le funzioni del’’Io che rendono consapevole il bambino della madre e il costituirsi delle relazioni oggettuali
nel progressivo costituirsi di tale consapevolezza.
Le funzioni dell’Io del soggetto si strutturano in <<organizzatori>> della psiche, il cui emergere è segnalato da
segnali esterni detti <<indicatori>> .
periodi critici
Gli organizzatori compaiono in = periodi in cui si presentano asincronie tra il processo di maturazione e lo
sviluppo individuale.
I periodi critici fanno emergere dei livelli dell’Io in cui risultano inadeguati gli usuali metodi per scaricare la tensione e
richiedono l’elaborazione di formule più adeguate. La nuova formula ristabilisce la progressione sincronica per un po’
fino alla comparsa della successiva asincronicità.
Fallimenti nel superamento dei periodi critici possono portare a una organizzazione psichica deviante.
Spitz ipotizza un’iniziale indifferenziazione tra Io ed Es, corpo e psiche, interno ed esterno, pulsione e oggetto.
Secondo Spitz le prime sensazioni del bambino non costituiscono ancora delle percezioni. Il neonato sarebbe protetto
dal bombardamento di stimoli proveniente dall’ambiente mediante una soglia percettiva molto alta – complementata
dallo schermo protettivo fornito dalla madre – che durerebbe per alcuni mesi per poi abbassarsi, per permettere al
bambino di interagire pienamente con il mondo. Fino ad allora ogni stimolo è mediato dall’apparato propriocettivo –
enterocettivo.
Spitz chiama l’organizzazione sensoriale del neonato <<organizzazione cenestesica>>.
Egli ipotizza anche l’esistenza di organi sensoriali che fanno da interfaccia tra interno ed esterno, i quali faranno da
ponte tra la ricezione cenestesica e la percezione <<diacritica>> e indica uno di questi organi nella regione orale.
Solo tramite un continuo interscambio tra madre e bambino si può passare a modalità discriminative: esperienze
ripetute di accadimento – associate a soddisfazione o a frustrazione – rendono il bambino consapevole dell’esterno: la
situazione di accadimento prevede che il contatto si combini con la percezione a distanza.
secondo mese
Il primo organizzatore della psiche compare intorno al di vita e l’indicatore che lo segnala è il sorriso
indifferenziato (= il bambino risponde a qualsiasi configurazione di faccia, anche a una maschera). Il primo
organizzatore prevede la percezione dell’esterno e la costituzione di un Io rudimentale, dal momento che la
costituzione di primitive tracce mnestiche – oltre a istituire la divisione tra conscio e inconscio – permette al bambino di
mettere in atto il precursore del processo di pensiero, che consiste nello spostamento della carica investita ovvero nell’
anticipazione della risposta piacevole all’accudimento.
Tra il terzo e l’ottavo mese di vita comincia a stabilirsi l’oggetto libidico come prodotto della fusione della pulsione
aggressiva e di quella libidica sotto la dominanza della libido. La fusione avviene quando il bambino realizza che
l’oggetto buono – gratificante – e l’oggetto cattivo – frustrante – sono in realtà la stessa persona.
Il processo può attuarsi soltanto se le esperienze sono state sufficientemente gratificanti da unire la libido
all’aggressività ma anche sufficientemente frustranti da provocare una differenziazione tra rappresentazioni del Sé e
dell’oggetto.
Il bambino diventa consapevole della sua specifica madre e l’estraneo o una maschera non elicitano più il sorriso, anzi
l’avvicinarsi dell’estraneo provoca angoscia, che si manifesta tramite il ritiro e spesso tramite il pianto. L’angoscia
all’ottavo mese
dell’estraneo intorno è l’indicatore del secondo organizzatore della vita psichica, che comporta lo
stabilirsi di un vero e proprio oggetto libidico.
Il bambino deve ora iniziare a gestire la separazione dalla madre e inizia a utilizzare la voce della madre come segnale
che ella è ancora presente e che – tramite le sue ammonizioni – ancora si occupa di lui. Il contatto tattile perde di
importanza e diventa impellente una modalità comunicativa più adeguata, che permetta di esprimere il pensiero
astratto.
Il terzo organizzatore della psiche prevede lo sviluppo delle relazioni oggettuali sulla modalità della comunicazione
semantica. Questo rende possibile l’emergere del Sé e l’inizio delle relazioni sociali a un livello umano.
<<no>> semantico,
La comparsa del terzo organizzatore della psiche è segnalata dal accompagnato dallo scuotere
della testa.
Ogni “no” proveniente dalla madre costituisce una frustrazione sperimentata come un’aggressione e il bambino si trova
a confrontarsi con il fatto che è la fonte del dispiacere è l’oggetto libidico. Il bambino risolve il conflitto tramite
l’identificazione con l’aggressore, preservando l’oggetto e allo stesso tempo creando una struttura autoregolatoria. Se
il precedente tentativo di fusione tra pulsione aggressiva e libido fallisce, predomina la pulsione aggressiva, che
comporta rabbia e violenza.
Spitz ritiene importante per un adeguato sviluppo il ruolo della madre nel regolare la frustrazione nei periodi critici,
eliminandola o usandola per ottimizzare la costruzione dell’Io.
Momenti regressivi da parte della madre sono importanti per adattarsi alla situazione del bambino. Tuttavia ella deve
essere capace, oltre che di entrare in sintonia con il bambino, di fornire nuove esperienze quando il bambino ne mostri
il bisogno.
Secondo Spitz relazioni oggettuali disturbate nel primo anno di vita sono capaci di provocare malattie mentali.
MARGARET MAHLER
M. Mahler ritiene che il bambino fin dall’inizio si formi e si sviluppi all’interno dell’unità duale madre-figlio quindi in
stretta relazione con i modi e lo stile della madre, indipendentemente dal fatto che ella rappresenti un oggetto sano o
patologico.
Per la Mahler a nascita psicologica di un individuo è il processo di separazione-individuazione, il processo di
separazione dalla madre e della conquista della propria individualità, il quale è anche il presupposto di una vera
relazione con la madre.
M. Mahler individua due fasi che precedono il processo di separazione-individuazione, a sua volta suddiviso in sottofasi.
Fase autistica normale (prime 4 settimane)
M. Mahler ipotizza che il neonato funzioni come un sistema chiuso e sia caratterizzato dalla relativa assenza di
investimento degli stimoli esterni e dall’illusione dell’onnipotenza. Prevalgono gli stati di sonno.
Il neonato grazie alle cure materne raggiunge una maggiore consapevolezza dell’ambiente e si ha un
progressivo spostamento della libido dall’interno del corpo verso la periferia.
Fase simbiotica normale (fino ai 4-5 mesi)
Il bambino comincia ad avere la vaga consapevolezza di un oggetto che soddisfa i suoi bisogni e agisce come
se lui e la madre fossero una unità onnipotente.
Al culmine di questa fase si comincia a formare un legame affettivo tra madre e bambino.
PROCESSO DI SEPARAZIONE – INDIVIDUAZIONE
Sottofase di differenziazione (5-10 mesi)
In questa fase il bambino sviluppa la propria immagine del corpo.
Alcuni fenomeni comportamentali indicano l’inizio della prima fase del processo di separazione-individuazione:
il processo di <<schiusura>>: il processo in cui il bambino comincia a osservare attentamente gli oggetti e
l’ambiente esterno, per poi tornare a volgersi verso la madre.
Il continuo confronto visivo tra la madre e l’altro.
La Mahler sostiene che nei bambini che hanno vissuto una fase simbiotica soddisfacente gli elementi
dominanti dell’esplorazione dell’estraneo siano la curiosità e lo stupore, mentre nei bambini che non hanno
sviluppato una solida fiducia di base si può verificare una improvvisa grave angoscia dell’estraneo oppure un
periodo di moderata angoscia.
l’ispezione doganale: il bambino esamina sia a livello tattile sia visivo la faccia della madre o di altre persone.
Nel primo caso l’ispezione avviene in maniera gioiosa, nel secondo caso in maniera seria e pensosa.
Il bambino ha familiarità con la madre e reagisce a lei in un modo diverso da tutto quello che, non essendo
la madre, non è familiare.
Sottofase di sperimentazione
(10 mesi – 18 mesi)
La differenziazione corporea dalla madre, l’instaurarsi di un legame specifico con la madre e lo sviluppo degli
apparati autonomi dell’Io danno la possibilità al bambino di spostare il proprio interesse dalla madre al mondo
esterno.
1. Periodo di sperimentazione precoce
Periodo caratterizzato dall’entusiasmo verso gli oggetti inanimati che vengono esplorati con gli organi
percettivi (mani, bocca). Tuttavia se il bambino perde di vista la propria madre diventa triste, perché ella è
ancora il punto di riferimento stabile del bambino, necessario per appagare il bisogno di <<rifornimento
affettivo>> attraverso il contatto fisico.
2. Periodo di sperimentazione vera e propria
Bastano momenti di contatto con la madre limitati e brevi per ridare energia al bambino e farlo proseguire
nella sua sperimentazione.
Il bambino ha acquisito la locomozione in posizione eretta, che provoca uno stato di euforia nel bambino, che
diventa indifferente agli urti, alle cadute, alle frustrazioni. L’abbassamento del tono dell’umore si verifica solo
quando la madre si allontana.
Sottofase di riavvicinamento(fino
ai 2 anni)
1. Periodo di riavvicinamento precoce
Il bambino torna a rivolgersi alla madre con un atteggiamento gioioso e di solito portandole cose e giocattoli.
Con lo sviluppo della capacità locomotoria e l’aumento delle capacit&agra