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RISPOSTE DEL SÉ

Rientrano in questa componente le modalità attraverso cui la persona reagisce alla

risposta, positiva o negativa, dell’altro. Le RS vengono distinte in “espresse” e le

risposte “non espresse”, quelle viceversa non apertamente comunicate, ma solo

pensate.

Esiste anche una modalità alternativa di utilizzo del CCRT che prevede l’utilizzo di

categorie “su misura”, ovvero create ad hoc in base alla lettura dei trascritti. Sebbene

tale modalità favorisca una migliore aderenza tra quanto detto del paziente e il CCRT

emerso – ed è quindi utile in termini clinici – l’utilizzo dell’elenco di categorie standard

presenta numerosi vantaggi rispetto alla confrontabilità di risultati emersi

dall’applicazione del CCRT a vari casi.

8.3.2 La Scala di valutazione dei meccanismi di difesa

Scala di valutazione dei meccanismi di difesa

La (Defense Mechanism Rating Scale,

DMRS) è uno strumento creato da Perry con l’obiettivo di operazionalizzare i

meccanismi di difesa, rendendo possibile una loro valutazione in chiave empirica.

l’organizzazione della difesa può essere intesa come un sistema affettivo-cognitivo di

regolazione che influisce globalmente sulla rielaborazione di informazioni dell’Io.Perry

(19879) ridefinisce il concetto di meccanismo di difesa in stretta connessione al

concetto di conflitto psicodinamico, cioè quell’insieme di atteggiamenti, convinzioni,

comportamenti interpersonali caratteristici e modi di gestire gli affetti che possono

causare difficoltà al soggetto di fronte a situazioni distress.Il conflitto è dunque inteso

come un elemento intrinseco alla personalità dell’individuo che fornisce un particolare

significato patogeno a diverse situazioni stressanti della vita. la DMRS è più orientata

ad una valutazione in fase di assssment diagnostico, e rappresenta un’interfaccia tra

intrapsichico e relazionale.La DMRS infatti può essere applicata ai trascritti delle

sedute, come il CCRT, oppure può essere impiegata in fase diagnostica attraverso

89intervista.La DMRS individua 27 difese. Per ciascuna difesa viene fornita una

definizione e la funzione che essa ha nel funzionamento psichico dell’individuo. Inoltre,

viene fornito un “metodo di valutazione” che contiene le informazioni necessarie alla

siglatura. le 27 difese sono infatti organizzate secondo un ordine gerarchico in 7

cluster, dalle difese più mature e adattive, a quelle più arcaiche e primitive. La DMRS

fornisce dunque sia una descrizione qualitativa sia un valore quantitativo. Il valore

quantitativo è dato dal rapporto tra la frequenza con cui una difesa si presenta nel

funzionamento psichico di una persona e il “peso” di quella difesa legato, come si

diceva, al grado di maturità. L’ordine proposto da Perry è il seguente:

Difese mature

 Affiliazione

o Repressione

o Anticipazione

o Umorismo

o Autoaffermazione

o Sublimazione

o Aut osservazione

o Altruismo

o

Difese ossessive

 Isolamento

o Intellettualizzazione

o Annullamento retroattivo

o

Difese nevrotiche

 Rimozione

o Dissociazione

o Formazione reattiva

o Spostamento

o

Difese narcisistiche

 Onnipotenza

o Idealizzazione

o Svalutazione

o

Difese di diniego

 Negazione

o Proiezione

o Razionalizzazione

o

Difese borderline

 Scissione

o Identificazione proiettiva

o

Difese di acting

 Acting out

o Aggressione passiva

o Ipocondriasi

o

MODULO 9. TEORIE PSICODINAMICHE MULTIPERSONALI

9.1 Gruppoanalisi

La teoria Gruppoanalitica descrive l’identità psichica in termini essenzialmente

“culturali” e riconosce la natura primariamente sociale dell’uomo. I suoi

capisaldi teorici sono costituiti dalle intuizioni di Foulkes e dai contributi della

Scuola Italiana di Gruppoanalisi (Napolitani, 1987; Di Maria, Lo Verso, 1995) che

sottolinenao la concezione costitutivamente sociale dell’uomo, la centralità dei

concetti di gruppalità interna e di matrice di gruppo nella struttura della

personalità e nelle relazioni intersoggettive, e l’importanza del contesto

istituzionale e comunitario per una comprensione non individualistica e

riduttiva dei fenomeni psichici. In particolare, il modello gruppoanalitico

sostiene che la soggettività si sviluppi a partire dall’introiezione dei codici

simbolici, cognitivi e affettivi della cultura d’origine, e che poi proceda, per

mezzo di un’attitudine espressiva specie-specifica, a una risignificazione

originale degli stessi. , i teorici gruppoanalitici affermano una natura

essenzialmente sociale e collettiva: “I processi psicologici non sono creati

dall’individuo isolato, in accordo solo con il proprio modo di essere, -ma- hanno

origine in un contesto, vale a dire in una rete interpersonale di interazioni,

rappresentate prima di tutto dalla famiglia primaria. La dimensione gruppale

rappresenta, dunque, il luogo culturale, mentale e relazionale entro il quale la

soggettività nasce, si struttura ed evolve. La famiglia originaria è la rete

primaria in cui si forma in modo decisivo la personalità del futuro individuo.

Essa ha un asse verticale che punta al passato, ai genitori, alla fanciullezza dei

genitori, al rapporto dei genitori con i propri genitori, e tutto questo entra nella

parte più interna del fanciullo in formazione (...) I valori inculcati, l’intero

rapporto con il mondo e con gli oggetti, l’intero modo di esprimersi, di

respirare, di dormire, di svegliarsi, di divertirsi, di parlare, il comportamento

totale dell’individuo è stato modellato in modo decisivo dal gruppo familiare

originario. La gruppoanalisi pone, dunque, la rete di relazioni familiari come

rete di significazione che consente -o al contrario impedisce- all’individuo di

apprendere gli strumenti mentali che gli serviranno a dare senso alla cultura,

passata, presente e futura, e che gli consentiranno di passare attraverso le crisi

che caratterizzeranno il suo ciclo di vita (Lo Verso, 1994). L’origine psichica

individuale è transpersonale in quano attiene ad un insieme di relazioni che

investono la persona senza che questa possa riconoscerle come fatti propri,

inerenti, cioè, ad eventi collegati alla propria identità. Alcune ricerche hanno

portato a definire convenzionalmente cinque livelli di transpersonale, che

sintetizzano le principali esperienze collettive a cui si collega e da cui parte la

vita psichica individuale (Lo Verso, 1989). I livelli sono: biologico-genetico (si

riferisce a ciò che è iscritto nel corredo cromosomico della specie e che

riguarda ciò che viene trasmesso ad ognuno dall’esperienza fatta in milioni di

anni di reciproco adattamento e trasformazioni uomo-ambiente); etnico-

antropologico (si riferisce alle grandi aree culturali e comprende gli aspetti

macroantropologici e le macroistituzioni, transgenerazionale si riferisce alla

storia della famiglia attraverso le generazioni istituzionale (si riferisce agli

aspetti psicosociali del vivere umano); socio-comunicativo (riguarda gli aspetti

della comunicazione. Un altro esponente di spicco è Diego Napolitani; i concetti

di gruppalità interna e di simbolopoiesi da lui proposti (1987) risultano utili per

la comprensione della dimensione fondativa e strutturale delle relazioni e della

dimensione gruppale. Con il concetto di gruppalità interna Napolitani descrive

l’esito dell’internalizzazione, attraverso processi identificatori, dell’insieme di

relazioni delle quali l’individuo, sin dalla nascita, entra a far parte come

elemento personale di una circolarità di significazioni e di intenzionamenti.

L’identità individuale si compone, dunque, di relazioni interiorizzate che nel loro

complesso costituiscono una gruppalità interna. Ciò che viene introiettato è

piuttosto una rete di modalità relazionali, la rappresentazione dei rapporti di

ognuno con l’altro e con l’ambiente, le significazioni e i codici legati a tali

rapporti. mentre la dinamica degli oggetti interni è fondata

sull’interiorizzazione parcellare di oggetti, la gruppalità interna ha a che

vedere con l’identificazione e l’interiorizzazione di relazioni e di modelli di

relazione (Di Maria, 1993). Napolitani ritiene, inoltre, che la soggettività umana

non possa essere semplicemente ridotta a questa attitudine apprenditiva-

incorporativa: l’identità individuale è al contempo continuità con il passato

transgenerazionale familiare e con quanto di esso è presente sia nel qui e ora

delle relazioni reali sia nel mondo interno (l’Idem), e discontinuità (l’Autòs)

rispetto a esso. La creatività si configura, dunque, come un’attitudine

espressiva su cui poggia la possibilità di promuovere la diversità, e di

trasformare il mondo con i suoi codici istituiti e i suoi intenzionamenti. I teorici

gruppoanalitici hanno proposto una lettura della sofferenza psichica come

fenomeno relazionale, non riducibile unicamente alle struttura o al

funzionamento del singolo individuo, ma come evento che acquista un

significato entro un network di relazioni in cui il soggetto è inserito -relazioni

familiari, istituzionali, culturali- ed entro la storia psichica e

autorappresentazionale del soggetto da parte del network che lo ha concepito.

Il gruppo terapeutico rappresenta, infatti, un dispositivo volto alla cura del

singolo attraverso le relazioni che questo esperisce all’interno del setting

clinico; è, dunque, inteso come un grande spazio teatrale, in cui le figure e i

personaggi presenti nella propria esperienza interiore si trovano a venire fuori,

a interagire e a relazionarsi con l’altro. Poichè il disturbo psichico è qualcosa

che riguarda le relazioni del soggetto, la terapia non può consistere

nell’eliminazione del male -il sintomo visibile-, ma in un processo di

rimodulazione e riconfigurazione delle modalità di entrare in relazione del

soggetto.

9.2 Psicologia sistemico-familiare

La psicologia familiare nasce negli Stati Uniti intorno agli anni 50 sotto la spinta di un

rinnovamento scientifico e culturale profondo; la cultura scientifica, comincia ad

essere affascinata dal paradigma sistemico che, rifiutando ogni visione microscopica

ed elementaristica, affermava invece l’imprescindibilità di una visione complessa e

olistica della realtà. La teoria dei sistemi, elaborata dal biologo austriaco Von

Bertalanffy negli anni 30 e sistematizzata in maniera definita ne

Dettagli
A.A. 2018-2019
22 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pamela.nistico di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Attimonelli Gabriella.