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TRASFORMAZIONE
Il DNA eterologo può essere lineare o circolare (plasmidico) e la cellula ricevente deve essere
COMPETENTE per acquisire DNA esogeno. Questo processo può essere indotto artificialmente ed
è raro nei batteri:
CONIUGAZIONE
Il processo di coniugazione è mediato da plasmidi coniugativi (plasmideF in E. coli).
L’informazione per il trasferimento dei plasmidi coniugativi si trova sui plasmidi stessi.
La coniugazione può avvenire tra ceppi della stessa specie o tra ceppi di specie e generi diversi
(anche se con una frequenza minore).Plasmidi coniugativi possono mediare il trasferimento di
plasmidi non coniugativi o di plasmidi coniugativi che hanno perso “le informazioni necessarie al
loro trasferimento”. In questo caso un plasmide Helper medierà il trasferimento di un plasmide non
coniugativo.
Se il plasmide coniugativo è integrato nel cromosoma (nelle cellule ad alta frequenza di
ricombinazione Hfr) anche geni del cromosoma possono essere trasferiti da una cellula donatrice ad
una ricevente.
L’integrazione del plasmide F non avviene in regioni casuali del genoma batterico.
TRASDUZIONE
Il processo di trasduzione permette il trasferimento di geni da batterio a batterio ad opera di
batteriofagi.
Nella trasduzione generalizzata i diversi geni batterici vengono trasferiti con la stessa efficienza,
che solitamente non è elevata.
A seconda del meccanismo con cui avviene il trasferimento dei geni del batterio si parla di
Trasduzione Generalizzata o Trasduzione Specializzata.
La Trasduzione Specializzata richiede l’integrazione
del genoma virale nel cromosoma batterico e viene
quindi effettuata solo da virus LISOGENI.
La Trasduzione Specializzata determina quindi il
trasferimento, con elevata efficienza, di geni batterici
posti vicino al sito di integrazione del profago
lisogeno.
I LIEVITI
Cap. 6
I lieviti o ascomiceti sono funghi unicellulari eucarioti caratterizzati da una riproduzione per
gemmazione e capaci di dar luogo alla fermentazione alcolica.
Non esiste una definizione univoca e precisa di lievito. In realtà le tipiche caratteristiche utilizzate
per definire un lievito (ad esempio: microrganismi eucarioti unicellulari caratterizzati da
suddivisione per gemmazione e capaci di dar luogo a fermentazione alcolica) non caratterizzano un
ben preciso gruppo di specie.
Sebbene la maggior parte dei lieviti esista come singola cellula in certe condizioni alcuni possono
formare filamenti (Candida).
Alcuni attuano, in condizioni avverse, riproduzione sessuata.
Sono spesso ovoidali e sono più grossi dei batteri (si possono osservare al microscopio ottico anche
a 40%).
I lieviti, da un punto di vista applicativo, spesso associano i vantaggi tipici dei procarioti(rapida
crescita, genoma relativamente piccolo) con alcuni tipici degli eucarioti(espressione dei geni,
modificazioni post translazionali di proteine e loro secrezione).
Parete cellulare
•
La parete cellulare è principalmente costituita da polisaccaridi (mannano e glicaniramificati) e nel
loro protoplasma (sede delle principali vie glicolitiche) esistono importanti strutture che hanno
spesso importanti ruoli metabolici:
nucleo con membrana: contiene la maggior parte del DNA
- mitocondri: ciclo di Krebs e respirazione
- ribosomi: sintesi proteica
- reticolo endoplasmatico: glicosilazionedi proteine
- vacuoli: proteolisi
- perossisomi: di acidi grassi, ciclo del gliossilato
- β-ossidazione
In dettaglio la parete è caratterizzata da uno spessore di 100-200 nm, è il 15-25% della massa secca
e la composizione è distintiva delle specie:
80-90% polisaccaridi: (glucani e mannani anche ramificati) organizzati in un network di
- microfibrille.
2-4% chitina: (polimero di N-acetilglucosammina). La chitina è presente in % maggiori nei
- lieviti filamentosi (Candida albicans) mentre in altre specie è del tutto assente. In
Saccharomyces cerevisiae la chitina svolge diverse funzioni: i) recettore di tossine killer, ii)
mantenimento dell’integrità osmotica e morfologica, iii) è il maggior costituente delle
cicatrici di gemmazione.
Le mannoproteine rappresentano la parte superficiale della parete. Esse presentano dei
- legami crociati mediati da interazioni idrofobiche e/o da ponti disolfuro. Le mannoproteine
sono inoltre legate alle microfibrille di glucano mediante legami covalenti.
La composizione della parete di lievito (S. cerevisiae) influenza le caratteristiche di flocculazione e
flottazione dei diversi ceppi utilizzati nelle fermentazioni alcoliche. Sulla base di questa
caratteristica i lieviti si dividono in bottom yeast e top yeast.
La Flocculazione è legata alle glicoproteine di superficie e alla carica elettrostatica superficiale;
La Flottazione è legata alle caratteristiche di idrofobicità di superficie, in particolare alla capacità di
intrappolare la CO .
2
Si può quindi dire che i lieviti sono una categoria non-tassonomicadi funghi definita secondo
criteri morfologici e fisiologici e più di 400 specie sono state fino ad oggi classificate
Tipi di lievito
•
Lieviti di maggior interesse biotecnologico sono ascomiceti o anamorfici (imperfetti, mancano di un
ciclo sessuale).
I lieviti si possono suddividere anche in:
- Lieviti tipici (Saccharomyces cerevisiae)
Lieviti non convenzionali
- Saccharomyces cerevisiae
•
Saccharomyces cerevisiae è utilizzato intensamente tanto per applicazioni della biotecnologia
tradizionale, che per applicazioni della biotecnologia moderna.
È unicellulare, metabolizza diversi carboidrati dando luogo a fermentazione alcolica e si riproduce
per gemmazione e anche con la riproduzione sessuata.
Con la gemmazione si avrà una diversa età tra le varie generazioni mentre si hanno condizioni
sfavorevoli; da una cellula singola diploide si avrà la formazione di una struttura contenete 4 gameti
(due di ciascun tipo sessuale) che viene denominata ASCO e le cellule al suo interno ASCOSPORE.
Questo avvenimento avviene tramite meiosi; fin a che le condizioni non ritornino ad essere
favorevoli per il lievito, le asco spore compiono mitosi.
Al momento delle condizioni ottimali le ascospore si fondono compiendo riproduzione sessuata e
ritornando diploide.
La fusione avviene per contatto e grazie a degli AA sulla superficie del lievito.
Lieviti non convenzionali
•
Si trovano soprattutto su substrati naturali ricchi di zuccheri (ad esempio frutta) o associati ad altre
sezioni di specie vegetali.
Poche specie sono patogene opportuniste per l'uomo (ad esempio Candida albicans, Cryptococcus).
Per il loro isolamento si può sfruttare la crescita in un intervallo di pH ampio e a valori anche acidi
(fino a pH3,5).
Tipici terreni sono composti da glucosio (1%), estratto di malto (0,3%), peptone (0,5%), estratto di
lievito (0,3%) a pH leggermente acidi (4,5-5,5).
I lieviti in generale non possiedono amilasi: per S. cerevisiae sono utilizzati melassi, mentre K.
Lactis può vantaggiosamente utilizzare siero da latte.
Metabolismo
•
Il loro metabolismo si basa sulla degradazione del glucosio e in base alla loro attività in presenza di
ossigeno si dividono in:
Aerobi stretti: non utilizzano il glucosio come substrato in assenza di ossigeno
- Rhodotorula
• Rhodosporidium
• Saccaromycopsis
• Cryptococcus
•
Anaerobi facoltativi: utilizzano il glucosio in presenza e in assenza di ossigeno
- Cadida
• Saccharomyces
• Schizzosaccharomyces
•
Alcuni lieviti mostrano un metabolismo di tipo respirativo (Candida) mentre altri prediligono un
metabolismo di tipo fermentativo (Saccharomyces e Schizzosaccharomyces), ma con basse
concentrazioni di substrato, se no respira.
L’effetto Pasteur fa diminuire il consumo di substrato in aerobiosi rispetto a quanto osservabile in
anaerobiosi.
Processi di respirazione sono più favorevoli da un punto di vista metabolico (soprattutto da un
punto di vista energetico) rispetto a processi fermentativi.
L'effetto Pasteur è strettamente relazionato con l'azione della fosfofruttochinasi(PFK).
Questo enzima è disattivato da ATP; alte concentrazioni di ATP si ritrovano spesso in aerobiosi
quando la fosforilazione ossidativa è a pieno ritmo, causando quindi una diminuzione del consumo
di glucosio.
L'effetto Pasteur è di bassissima entità per lieviti fermentativi, ossia che non hanno alti livelli di
respirazione in terreni contenenti glucosio a concentrazioni intorno ai 10 g/L.
Nella produzione di etanolo,S. cerevisiae viene normalmente fatto crescere in aerobiosi con
aggiunte fed-batch di glucosio.
Questo per attutire l'effetto Crabtreee quindi è utilizzato in anaerobiosi per spostare in senso
completamente fermentativo il suo metabolismo.
S. cerevisiae può utilizzare glucosio in condizioni di anaerobiosi, ma non è in grado di crescere
significativamente.
La mancanza di O2 non permette la produzione di ergosterolo e di alcuni acidi grassi essenziali
per la funzionalità delle membrane cellulari.
Ceppi di Saccharomyces cerevisiae sono tra i più adatti a fornire etanolo con alte rese, ma
producono una serie di prodotti collaterali di grande importanza, soprattutto nella produzione di
bevande alcoliche, tra i quali glicerolo, acidi organici, alcoli, esteri, aldeidi e chetoni.
I BATTERI Cap. 7
Attinomiceti
•
Attinomiceti in senso stretto sono considerati quei batteri che:
si sviluppano formando un micelio che puòessere aereo o vegetativo. I
-
proattinomiceti(genere Nocardia) formano un micelio che si frammenta in cellule bacillari
nelle colonie che stanno invecchiando e non vengono prodotte spore in senso proprio.
Gram +
- aerobi, salvo poche eccezioni (tra le quali Actinomyces bovis, l'agente eziologico
-
della attinomicosi bovina, detta anche malattia del fungo raggiato che si presenta con la
formazione di granulomi attinomicoticiche si sviluppano nei tessuti e sulla mandibola)
si localizzano soprattutto nel terreno
- Batteri acetici
•
Sono caratterizzati da metabolismo aerobio con ossidazione incompleta dei substrati organici, sono
Gram – e acidofili (crescono fino a pH 4, l’acido acetico può arrivare fino a 0,4 M).
Si localizzano soprattutto sulla superficie di piante, in particolare fiori e frutti
Utilizzano esclusivamente la via HMP per degradare vari carboidrati e si distinguono in tre generi:
Acetobacter
- Gluconobacter
- Gluconoacetobacter
-
In fine sono capaci di crescere utilizzando etanolo come unica fonte di carbonio e producono acido
acetico.
Batteri acetici sono spesso incapaci di sintetizzare gli enzimi catabolici necessari per la
degradazione dei composti organici di parziale ossidazione