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Appunti di
Didattica della
lingua italiana
I modulo
Bruno Migliorini
Bruno Migliorini nacque a Fucecchio nel 1896. Fu avviato all'amore per le lingue dal padre e uno dei suoi primi interessi fu l'esperanto, aveva l'idea che una lingua unica e neutrale per tutti, tale ricerca era mirata sulla curiosità per le lingue oltre che dai suoi ideali. Tuttavia verso la fine del 1930 egli abbandonò tali ricerche perché aveva compreso che il clima politico dell'Europa non avrebbe mai acconsentito a una nuova lingua neutra.
Nel 1931 fu insignito dell'incarico come primo professore di Storia della lingua italiana per questa occasione scrisse Storia della lingua e storia della cultura in cui presentò le sue linee guide della storiografia linguistica.
Diede più seguente contributo alla storia della cultura e lavorò fino dal 1925 alla stesura dell'Enciclopedia italiana come requisito linguistico e della letteratura italiana in seguito.
Per 23 anni (dal 1930 al 1953) venne nominato redattore capo affrontando anche questioni linguistiche più generali come lo sviluppo sociale dell'italiano, l'italianismo, il prestito dei maggiori, il...
calco. Nel 1933 accettò la cattedra di filologia romanza a milano,
e in svizzera.
Si intraprese una nuova linea linguistica detta
**morfemica**, una
strategia equilibrata che permetteva di intervenire sulle lingue in maniera
equilibrata su bisogni funzionali e storici in armonia con la struttura,
e le sue naturali tendenze evolutive.
Nel 1939 fondò la rivista **lingua nostra** dedicata allo studio dell’italiano
che nello stesso anno ottenne la sua cattedra a firenze.
Professore di storia delle linguistica italiana, questa disciplina dava
autonomia e rinascita a linguistica italiana. Quest’ultima aveva la
linguasi nel suo insieme e nel suo carattere.
Scrisse nel 1960 i cammini in cui ricopriva il millennio del periodo
capuano. Storia delle lingue italiane. Esso cercava di raccogliere
in maniera organica tutte le ricerche sulla lingua italiana e
divenne subito un punto di riferimento. Scrisse anche una grammatica
per le scuole. **lingua nazionale.** scrisse anche alcuni vocabolarî
**che cos'è un vocabolario?** aggiunta. prodotti fra forme e funzioni del
dizionario moderno stampa una raccolta di neologismi pare nuoce.
Divenne socio dell'accademia della crusca dal 1946 e ne fu il
presidente dal 1949 al 1963 e divenne direttore degli studi di
filologia italiana dal 1958 al 1972. Morì a firenze nel 1975.
Bisogna riconoscere che l’italiano nel suo che cos'è un vocabolario
distingue in maniera netta i termini che potrebbero sembrare
sinonimi, ma non lo sono. vocabolario aggiornato ad uso di
**firma dizionario di più ampia accezione perché riferito a**
**qualsiasi raccolta sistemata in ordine alfabetico, però non si**
**riferisce solo al lessico infatti abbiamo il dizionario biografico**
degli italiani, ovvero lo studio dei più grandi personaggi sistemati
***in ordine alfabetica.***
leggi di grammatica, lessicografia e teorie linguistiche. Sotto
esposto, questo volume parla dei diversi tipi di italiano settoriale
e della commistione tra italiano parlato - italiano scritto.
Il terzo volume è la terza linea che tratta dei dialetti e del
l'incontro dell'italiano con altre lingue.
Il più recente riferimento a un manuale di questo tipo è alla
Storia dell’italiano scritto, pubblicato dall’editore Carocci, nel 2014.
3. RIVISTE SCIENTIFICHE
La prima rivista scientifica dell’italiano è stata fondata da Dutto
e Migliorini nel 1939. Si trattava della rivista Lingua nostra, la quale
era focalizzata sotto la direzione di Biondelli e Isotta.
Successivamente uscirono nel 1960 Studi linguistici italiani, diretti
da Anlterso Castellani e nel 1966 Lingua e stile diretto da Heinricho Romanski.
Mentre l'Accademia della crusca pubblica Studi di grammatica
italiana, Gli studi di filologia italiana e Gli studi di lessicografia
italiana.
4. GRAMMATICHE STORICHE
La grammatica storica si occupa dello sviluppo diacronico della
lingua. Essa è la cosiddetta storia interna della lingua, ovvero
quella si occupa di tracciare, segni ed esempi, usati nella storia,
in Germania quando gli studiosi servivano conto che l’evoluzione
della lingua segue una serie di regole di un primissimo
grammatico che un’Einzige grammatiki tratta della storia delle Allegems
Sprache literaria. Questa grammatica si limita all'italiano letterario
e al dialetto toscano. Un’ipotesi ampliata si ha con
grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti
del tedesco Gerhard Rohlfs nei quali prende in considerazione
tutte le parole dialettali della penisola flopper si dedica in
Capitolo 1:
Origine e primi documenti
Il latino volgare
Il latino di cui abbiamo parlato finora non era il latino classicoma il latino volgare; esso era parlato in tutta l'area dellaRomania, ovvero l'impero romano, ma non era uguale ovunque,infatti anche nella stessa zona si parlavano più varianti di latinocome il sermo plebeus, sermo familiaris, sermo rusticus. Questoquando un'area conquistata nuovo testo. Il latino che arrivava nonera lo stesso né un effetto è impossibile che si possa parlareuna sola lingua in una zona così vasta. Si deve poi aggiungerela variabilità sociale di colui non avrebbe mai parlatocon in maniera identica agli intellettuali pur usando lo stesso «», idem per attestare una parola latina la fa sempre riferimentoal latino scritto, tuttavia potrebbe capitare un'innovazione in unaparola che non ha alcuna attestazione scritto tal caso si appositaun asterisco. Il caso della parola *potuere (parola in latino) chesi pensa deriv di *poterei (verbo attestato). Mentre il latino volgareconteneva molti tomi del latino scritto alcune volte poteva ancheesercita un cambio di significato: ad esempio la parola testamin origine significava vaso, tuttavia col tempo iniziò a indicarela parola caput. Un documento importante per il latino volgare èl'Appendix Probi (un libro di un grammatico) una raccolta di 227voci e grafie provenienti probabilmente alla stessa manieraesso è databile al III/IV secolo. Con tale opera si comprende chespesso gli autori del passato si traducono in ver e proprie normenella lingua che usarlo per un’eccezione e uno dovazione della normache talvolta poi costituire l'immersione.Infine bisogna distinguere scritto, ovvero l'ablazione esercitata su
Capitolo 6
3o Duecento
1. Il linguaggio poetico dai provenzali ai siciliani
Il primo vero e proprio scritto in volgare risaleva al XIII secolo, in questo periodo ci fu lo sviluppo poetico della scuola siciliana, con a capo Federico II e Rimà.I poeti siciliani immettono i trionfatori d'oltape, soprattutto quelli giugni d'oc, tuttavia, la loro non fu un'imitazione passiva, come fecero alcuni poeti settentrionali, ma per tali componimenti poetici utilizzarono un volgare siciliano.La scelta di questo linguaggio estetico amplificò la maggior parte dei poeti siciliani al'Italia meridionale originaria dell'isola. I componimenti erano dotati di una rima perfetta che purtroppo non ci giunse, infatti con la scomparsa degli libri fu distrutta anche tutta la documentazione cartacea, cioè che ci è pervenuto che per secoli fu considerata autentica, sono stato messi a rincontrasto da capitoli toscani.Bisogna anche precisare che nel 1200 l'arte del copista non era neutrale, perciò i copisti adattarono testi alla propria lingua e oggi infatti troviamo nei componimenti siciliani rime come peso/messo, in cui peso sarebbe dovuto essere in siciliano piesu. Il copista avrebbe cambiato anche miso in messo ma quest'ultima sarebbe stata troppo lontana dall'originale, per cui v'ha lasciato invariato. Altre rime sono amato con ammossu, è stato cambiato dall'originale amossu.Pressimon note quindi come in alcuni dialetti, la tonica si posiziona tocca al eui in posizione atona, li rimane e la posizione tonica diversamente dal toscano che in queste posizioni posiziona li - o e l'e.La poesia siciliana è nata già matura, proprio per la sua derivazione della lingua d'oc, da cui importa alcuni termini come le forme in -asis (coraggio per casta) e le forme in -anza (corteggiare, dimostranza).