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CARATTERI DEL CINEMA EUROPEO

La storia del cinema non può essere separata dal contesto in cui si è sviluppata. Il

cinema nasce sulle due rive dell'Atlantico. I rispettivi meriti degli americani e degli

europei sono diversi. I primi sono i creatori del materiale cinematografico, ma sono gli

europei a trasformare una innovazione tecnica in un divertimento popolare. Gli ultimi

anni dell'800 e i primi del 900 sono un periodo di creatività, chiamato era del

modernismo. Il film evidenzia i nuovi protagonisti sociali, il capitalista, l'operaio,

l'emigrante, l'emarginato. Alla fine dell'800 in Europa il cinema diventa simbolo della

mobilità. Nel 900 le tecnologie evolvono rapidamente. Attori, registi, tecnici vanno da

un posto all'altro per imparare nuovi metodi o per vendere la loro esperienza. Nel

1995, il commercio cinematografico mondiale è controllato in modo quasi

monopolistico dai produttori statunitensi, ma il cinema europeo non è morto. Il periodo

iniziale di cooperazione competitiva viene interrotto dagli anni di tensione e di guerra

(1914-45), che devastano il continente. L'epoca che segue la prima guerra mondiale è

caratterizzata dal nazionalismo. Tutti i paesi bandiscono i prodotti stranieri e

sopravvalutano le produzioni locali. L'arrivo del sonoro (1927) rafforza l'isolazionismo,

le varie cinematografie mettono in risalto caratteri distintivi che rendono i loro prodotti

incomprensibili a un pubblico straniero.

Dai primi momenti dello spettacolo filmico fino agli anni 60, il cinema è apprezzato e

amato dagli europei. Ma non era dato per scontato: a Madrid, le sale cinematografiche

aperte all'inizio del 900 non trovano un pubblico sufficiente e tutte chiudono o si

trasformano in music halls. L'arrivo del sonoro rinforza ancora l'affezione del pubblico

e vengono aperte sale gigantesche di 1000 o 2000 posti anche nelle piccole città. Il

confronto tra Francia e Inghilterra rivela due tipi di omogeneizzazione culturale

attraverso l'uso del cinema. Nel primo caso l'importante è il rituale, il fatto di mettersi

insieme per andare alla proiezione, mentre nel secondo la possibilità di scambiare

opinioni diverse sul film crea un legame tra gli spettatori.

In quegli anni, bisogna ricordarsi che quasi tutti i luoghi pubblici sono chiusi alle

donne. Gli spettacoli sono lunghi, con due pellicole e due intervalli. Il biglietto costa

molto poco. Verso la fine degli anni 50 vi è un declino rapidissimo del pubblico. In Gran

Bretagna la politica non interferisce sul cinema, mentre è determinante in Russia.

Dopo la morte di Stalin, si vuole mostrare che i soldati non sono eroi e che il sistema

economico funziona male. Il cinema è l'unico mezzo di comunicazione critico; mentre il

pubblico diminuisce in Gran Bretagna, sale in Unione Sovietica e fino ai primi anni 80 i

russi vanno al cinema almeno una volta alla settimana. In Italia il cinema è da molto

tempo un divertimento popolare. In Germania, andare al cinema è considerato un

passatempo minore, pressoché volgare, molto inferiore al teatro. La Germania è il

paese dove il cinema è stato sostituito dalla televisione quasi all'istante. Subito dopo

la fine della seconda guerra mondiale, Italia e in Francia si muovono per creare un

consorzio di produzione. Un accordo di cooperazione viene firmato tra i due paesi ma

si tratta di una convenzione puramente finanziaria che non prevede la produzione di

film autenticamente europei. I responsabili dell'iniziativa tentano di allargarla e vanno

a Londra ma ricevono un rifiuto basato sulla paura di aprire il mercato nazionale ai

concorrenti e perché agli inglesi non piacciono i prodotti dei paesi vicini.

C'è un tipo di opere cinematografiche che piacciono a tutti, ovvero i film americani. La

conquista degli schemi europei da parte dell'America è la conseguenza di uno sforzo

basato su 4 elementi:

Un sistema di produzione razionale;

 Una visione commerciale ampia;

 Una straordinaria capacità d'adattamento alla domanda;

 Un appoggio senza riserve dei pubblici poteri.

Gli aspetti visibili del lavoro cinematografico sono la realizzazione e la proiezione in

sala. Però, i film non vanno immediatamente dallo studio all'esercente, nel mezzo vi è

la tappa della distribuzione. I produttori fanno vivere le pellicole ma hanno un'idea

vaga di mercato, mentre i distributori hanno una visione complessiva in quanto

osservano l'evoluzione della moda. La società cinematografica francese Pathé si

stabilisce a New York, ma gli americani non sono disposti a cedere il mercato a

stranieri e si accordano per monopolizzare i diritti dei film europei venduti in America.

A partire dal 1911 cominciano a esplorare gli altri continenti e costatano che le

strutture commerciali europee sono poco efficaci. I distributori si piazzano sul

continente e se la gestione rimane agli europei, il noleggio è per lo più nelle mani degli

americani. All'inizio degli anni 30, sette aziende integrate, quelle che vengono

chiamate majors, hanno i propri studi, il loro circuito distributivo e di sale di proiezione.

La Corte suprema statunitense condanna i monopoli in materia di cinema e le majors

sono costrette a rinunciare alla gestione delle sale di prima visione, ma serbano la

distribuzione interna e quella degli altri continenti. Alla fine del 900, i cinque principali

distributori sul continente europeo, tutti statunitensi, distribuiscono il 70% dei

programmi cinematografici nel Regno Unito e più del 50% in Germania, Italia e

Spagna. Minacciati sul proprio territorio, i produttori europei chiedono ai rispettivi

governi di applicare dazi d'importazione sulle pellicole americane, ma gli esercenti

hanno bisogno dei prodotti hollywoodiani reclamati dal pubblico. Negli anni 60

Hollywood deve affrontare una situazione difficile visto che, col successo della

televisione e i cambiamenti nelle forme di divertimento degli americani il consumo

cinematografico cala. Invece di chiedere protezionismo alla politica, i distributori

aprono il loro mercato all'Europa. Prima della seconda guerra mondiale, Hollywood

esporta in Europa ma può ancora vivere col mercato interno. Con la crisi del 1929 e

l'inflazione molti paesi riducono le importazioni di pellicole e alcuni, come la Germania

e l'Italia, istituiscono alcuni anni dopo l'embargo. Nel 1945 le nazioni europee,

rovinate, non vogliono spendere i loro pochi dollari per comprare dei film quindi

limitano le importazioni con l'imposizione di tasse. I responsabili politici promuovono i

prodotti made in USA. Quando un governo europeo chiede un finanziamento in dollari,

deve includere nel prestito un numero rilevante di prodotti hollywoodiani.

Gli europei usarono 3 forme di resistenza: la creazione di unità di produzione di tipo

industriale, i tentativi per federare gli studi del continente e la diversificazione dei

prodotti nazionali. I primi grandi produttori di film (come Pathé in Francia e Cines in

Italia) sono abituati a girare velocemente un gran numero di piccoli film venduti

immediatamente. Dal 1911 cominciano a creare pellicole di lungo metraggio ma non

sono capaci di gestirne la distribuzione. Il rapido incremento del consumo incita le

banche a investire nel cinema e le case di produzione si moltiplicano. L'unico governo

che tenta di promuovere un'azienda integrata, in grado di seguire il prodotto

cinematografico dalla creazione alla diffusione, è quello tedesco, desideroso di

resistere alla pressione americana e di avere uno strumento di propaganda. Berlino

appoggia l'UFA che, inizialmente produce dei film espressionisti, in cui la recitazione

volontariamente impersonale degli attori, lo scenario stilizzato e l'uso contrario delle

luci evoca un universo mentale libero dalle pesantezze materiali. Gli intellettuali sono

entusiasti ma il pubblico resta freddo e successivamente, sul punto di fallire, cambia i

piani di produzione e gira i film voluti dal pubblico. Dopo l'avvento del sonoro l'UFA

propone di realizzare tre o quattro versioni in lingue diverse. L'ingaggio di diverse

troupes risulta costoso e porta a trasformare i film di qualità in film di genere.

Confiscata dagli Alleati, l'UFA sparisce dopo la guerra. Il fallimento dell'UFA segna la

fine del progetto di Europe - Film. Nel frattempo Rank, un industriale inglese,

acquistando per il suo gruppo tutte le ditte in difficoltà, forma un trust verticale capace

di distribuire i suoi prodotti in Gran Bretagna. Alcune pellicole hanno successo, ma gli

americani interrompono le vendite sul mercato inglese e Rank smette la produzione.

L'ultimo esempio di organizzazione integrata è quello sovietico. L'UFA e gli studi

sovietici imitano i sistemi di Hollywood senza mai imporsi sui mercati esteri. Quando i

Patti di Locarno sembrano avviare un periodo di collaborazione tra diversi stati, si

pensa di realizzare pellicole continentali. Una decina di accordi, soprattutto tra società

tedesche e francesi, permettono il lancio di un film importante come Napoleone.

Gli europei non sono mai riusciti a creare un trust verticale in grado di competere con

le majors statunitensi, né a girare film adatti a ogni tipo di pubblico. Hollywood offre

prodotti che rappresentano lo standard a partire dal quale si valutano i film. Nei primi

tempi del cinema, i cineasti copiano i film di altri studi cinematografici che trovano

interessanti. Altri produttori decidono di proteggere i loro diritti attraverso l'uso di uno

stile particolare: i film d'autore. Questi film usano la tradizione romantica per suggerire

stati d'animo lontani dalla psicologia un po' meccanica dei film americani, e molto

prossimi alla psicoanalisi. Dopo la prima guerra mondiale Hollywood s'installa

saldamente sugli schermi europei. I primi anni 20 sono quelli delle varie avanguardie.

Gli impressionisti ricreano la visione soggettiva dei personaggi, le loro paure e le loro

reazioni all'aggressione del mondo esterno. Pommer afferma che si devono eliminare

tutti gli elementi che annoiano e così introduce una nuova tappa della storia

cinematografica europea, quella dell'adattamento al modello hollywoodiano. Anche le

dittature l'adottano. L'eccezione, in questi decenni, è il Neorealismo italiano, che

designa un cinema diverso da quello americano, meno sofisticato nel racconto, più

vicino alla vita e alle preoccupazioni della gente comune. Gli anni 60, in Europa, sono

un momento di grande invenzione cinematografica. Alla fine del 900 il mercato delle

immagini si sposta verso la televisione o la vendita di video cassette o di cd - rom.

NASCITA DELL'AUTORE CINEMATOGRAFICO

L’autore è parte integrante del processo di comunicazione cinematografica. La storia

dell’autore cinematogra

Dettagli
A.A. 2017-2018
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliaspeziale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cinema e televisione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Ghislotti Stefano.