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PUNTI ESSENZIALI DELLA TRADUZIONE
Bruno Osimo dice che qualsiasi sia la tipologia di traduzione che stiamo facendo, dobbiamo
porci alcune domande:
1*Chi trasmette a chi?/Chi è il mittente?
Alcune tipologie testuali ci fanno capire che spesso colui che ha scritto il messaggio non è
colui che l'ha pensato. E' quindi importante sapere chi è colui che scrive e se è la stessa
persona o meno che ha ideato il testo.
Importante anche sapere a chi è rivolto il testo, se esso è rivolto a qualcuno in particolare
(tradurre un testo rivolto a bambini non ci permette di usare parole troppo difficili da
comprendere per i bambini).
Es. Il direttore di un'azienda detta un testo alla sua segretaria. Quindi il direttore è colui che ha
pensato il testo ma la segretaria è colei che l'ha scritto.
2*Con quale intenzione?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo legare il concetto di INTENZIONE a FUNZIONE
ed EFFETTO. Il legame fra intenzione ed effetto è inevitabile e molto importante. Spesso
l'intenzione dell'autore che scrive il testo per dare un determinato messaggio non sortisce
l'effetto desiderato sul lettore che, per un motivo o per un altro, può rimanerne deluso o
infastidito.
Le intenzioni, in genere, si veicolano per mezzo della FUNZIONE INFORMATIVA (funzione
priva di qualsiasi indicazione personale, dice le cose così come sono oggettivamente) o della
FUNZIONE ARGOMENTATIVA (funzione attraverso la quale l'autore cerca di argomentare il
suo punto di vista cercando di convincere il lettore della correttezza della propria idea).
3*Con quale mezzo?
4*Dove, quando e perché?
LA DISCIPLINA DELLA TRADUZIONE
La pratica di tradurre testi è molto antica mentre la teoria e le riflessioni in ambito traduttivo è
una scienza che si lega essenzialmente alla storia nel '900 con molti linguisti e traduttori che
cominciano a riflettere sulle problematiche relative alla traduzione.
Il primo ad aver scritto un testo specifico sui problemi della traduzione è il linguista francese
George Mounin, autore di molti testi su questo argomento, fra cui il più importante è "Les
Belles infidèles".
Lo sviluppo vero e proprio della teoria della traduzione si è avuto quando Danica Seleskovitch
(traduttrice che lavorava come interprete di conferenza per la comunità europea negli anni '70)
ha creato un organismo insieme ad altri docenti chiamato ESIT (Scuola Superiore di Interpreti
e Traduttori) che univa tutti coloro che si dedicavano allo studio delle problematiche traduttive
(studio che nasce dalla pratica, in cui molti altri traduttori nei vari settori avevano avuto un
approccio e poi riscontrato varie problematiche). Holmes, linguista inglese, "conia" nel '72
durante un convegno di linguisti il termine inglese "translation studies" (in francese viene
indicata con "traduttologie") per indicare questa scienza, nata per risolvere le problematiche
traduttive. Viene identificata come una scienza perché non si tratta affatto di un'operazione
banale, implica una conoscenza teorica dei problemi della traduzione.
DENOTAZIONE E CONNOTAZIONE ȓ
Jakobson pone i suoi studi incentrandosi molto sulla "pa ole" la quale può assumere per un
traduttore un'importanza denotativa o connotativa. La DENOTAZIONE è legata alla parola in
sé, e viene preso in considerazione il significato della stessa così com'è. La CONNOTAZIONE
è legata agli elementi allusivi della parola che sono intuibili dal lettore ma non sono espressi
concretamente; è propria del soggetto che scrive il testo ed è quanto di più personale esiste
dell'autore. Nonostante siano due concetti separati, in letteratura spesso la denotazione è
portatrice di connotazione e ciò è un aspetto molto importante per il traduttore che nel tradurre
deve "ripristinare" l'intenzione dell'autore di dire le cose in un certo modo.
ELEMENTI EXTRATESTUALI
In un testo letterario ci sono tanti altri elementi extra-testuali che devono esser tenuti in
considerazione perché si collegano allo stile e all'aspetto sociale e culturale dell'autore.
I. Calvino scrive: "Tradurre è un'arte. Il passaggio di un testo letterario, qualsiasi sia il suo
valore, in un'altra lingua richiede ogni volta un qualche tipo di miracolo. Sappiamo tutti che la
poesia in versi è intraducibile ma la vera letteratura, anche quella in prosa, lavora proprio sul
margine intraducibile di ogni lingua. Il traduttore letterario è colui che mette in gioco tutto sé
stesso per tradurre l'intraducibile".
"Tradurre è un'arte"=la traduzione non è il semplice passaggio di codice da una lingua all'altra
ma richiede una capacità artistica da parte di chi si dedica alla traduzione che non tutti
possono avere. Spesso capita di affidare traduzioni ad esperti di quel campo (un romanzo
francese tradotto da un romanziere italiano, una poesia inglese da un poeta italiano, etc.) ma
si è notato che così facendo il traduttore non va a tradurre l'autore ma arriva a tradurre sé
stesso, traducendo la sua sensibilità e la sua percezione verso il testo, magari diversa da
quella che l'autore originale voleva intendere. Quindi non è detto che se la traduzione è
un'arte, può esser applicata solo dall'artista corrispondente o che egli sia l'unico a poterla
applicare al meglio.
"La letteratura lavora sul margine intraducibile di ogni lingua"=il traduttore è colui che ha
questa sfida costante di fronte a sé e deve lavorare proprio sull'intraducibilità dei testi, su
quelle parti che sono più connotate e più difficili da tradurre. Ogni testo letterario ha dei punti
"sospettosi" che generano il sospetto e la perplessità in chi legge poiché sono quelli che
meglio esprimono il pensiero interiore/la connotazione dell'autore ed è lì che il traduttore deve
lavorare di più.
TEORIA DEL POLISISTEMA LETTERARIO=Cercare di capire come risolvere la questione, nel
momento in cui da un mondo socio-culturale d'origine si arriva in un altro mondo socio-
culturale diverso.
U. Eco scrive: "tradurre non è soltanto collegato alla competenza linguistica ma è soprattutto
collegato alla competenza intertestuale, psicologica e narrativa".
La traduzione è fondamentale ed il traduttore deve capir bene come far sì che il mondo
letterario del testo di partenza sia recepito nel mondo d'arrivo. Il testo dev'essere tradotto in
maniera intelligente, nel momento in cui entra nella cultura d'arrivo deve saper cogliere
l'attenzione del lettore ed il traduttore dev'essere consapevole che ciò che viene destinato al
lettore sarà un testo che potrà influenzare la cultura d'arrivo.
Il testo tradotto si introduce all'interno di un sistema culturale, che è capace di trasformare,
cambiare, influenzare.
7 PUNTI SU CUI SI BASA IL LAVORO DEL TRADUTTORE
Sono stati analizzati sostanzialmente 7 punti su cui il traduttore deve porre la sua attenzione
nel tradurre un testo letterario: retorica, stili, lingua, residuo
comunicativo, reversibilità, equivalenza, intertestualità.
*RETORICA
"arte del dire bene". In letteratura è abbinata alle figure retoriche che hanno il compito di
suggerire, commuovere, esplicitare, colpire l'attenzione dell'autore. La retorica si lega sempre
allo SCARTO: nel testo si usa il lessico tipico del parlare comune ma viene immesso in un
contesto linguistico autoreferenziale, così la retorica crea uno scarto fra il linguaggio
quotidiano (NORMA) e il linguaggio letterario (TESTO).
Es. "I gabbiani verdi" non esistono nella realtà quotidiana ma vengono resi tali in quella creata
dallo scrittore nel testo letterario che usa quindi quest'espressione in forma retorica.
Le figure retoriche, in letteratura, si dividono fra: FIGURE DI SENSO legate alla semantica e
FIGURE DI STILE (o di DIZIONE) legate alla forma/segno linguistico. Non necessariamente in
tutte le lingue però si traducono allo stesso modo.
-FIGURE DI SENSO: rimandano ad un significato nascosto dietro al segno linguistico
***Ossimoro=quando si susseguono due parole di senso opposto. Es. ghiaccio bollente / dotta
ignoranza / amara dolcezza.
***Sineddoche=si indica il tutto con una parte o si indica una parte con il tutto. Es. Ho visto una
vela (barca) all'orizzonte / trasporto su gomma (camion) / vado in america (USA).
***Metonimia=uso di una parola che rimanda, per continuità mentale, ad un altro significato.
Es. Ieri sera ho letto Manzoni (libro di M.) / bere un bicchier d'acqua (bevo l'acqua non il
bicchiere)
***Metafora=rispetto al segno linguistico, il significato gli viene relazionato per analogia. Es.
Marco ha agito da leone (con coraggio)
-FIGURE DI STILE (o di DIZIONE):
***Apocope=eliminazione alla fine della parola di una vocale o di un suono o di un fonema. Es.
piè>piede / bell>bello
***Aferesi=al contrario dell'apocope è l'eliminazione di un suono all'inizio della parola. Si usa
più in poesia che in prosa. Es. lo 'ntelletto>l'intelletto
***Allitterazione=ripetizione all'interno dello stesso verso/frase dello stesso suono in parole
successive. Es. Il pietoso pastore pianse il suo pianto.
***Anafora=ripetizione della stessa parola all'inizio di ogni verso/frase. Rif. “la pioggia nel
pineto” di D'annunzio dove più versi iniziano con “piove”.
***Assonanza=forma di rima imperfetta, consistente nel terminare due o più versi successivi
con parole che terminano con lo stesso suono vocalico. Usata molto nelle poesie antiche per
dare un ritmo armonico alla strofa.
*STILI
Moltissimi stili vengono usati o possono esser presi in considerazione in ambito letterario:
retorico, colloquiale, familiare, divulgativo, popolare, saggistico, etc.
Nel momento in cui ci mettiamo a fare una traduzione lo stile va individuato fin dall'inizio,
poiché determina la concettualità di chi scrive (quello che vuole dire) e la lingua che andrò ad
utilizzare per la traduzione. Ogni autore ha il suo stile che veicola la sua visione del mondo. E'
quindi molto importante che il traduttore capisca, comprenda ed analizza lo stile del testo che
va a tradurre affinché sia riproposto in modo corretto. Anche laddove lo stile possa sembrare il
più neutro e oggettivo possibile, in realtà non lo è mai.
***Lo stile dipende molto anche dal genere letterario usato per comporre il testo: teatro,
poesia, prosa, etc.
TEATRO=Il genere teatrale usa il palcoscenico per espor