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Età Repubblicana Urbanistica

La colonizzazione romana dell'Italia nel IV sec a.C. dà inizio a particolari impianti urbanistici a incroci regolari di vie, analoghi alle disposizioni degli accampamenti. Nel mondo ellenico la stessa città di Ippodamo, Mileto, distrutta dai persiani del 500 a.C. fu ricostruita a scacchiera regolare. Le planimetrie a scacchiera, dette ippodamee, diventano comunque sempre più numerose verso la fine del secolo V a.C. e soprattutto nell'età ellenistica. Di fronte ad esempi di planimetrie greche a schema geometrico indifferenziato si riconosce uno schema urbanistico etrusco - italico a due assi predominanti, incrociati. Secondo un concetto religioso che appare ignoto ai Greci questo schema sarebbe legato agli antichi riti della disciplina etrusca. La limitatio, da essa regolata, si basa sul tracciato ad incrocio di due linee, il cardo (cardine) da nord a sud e il decumanus da est a ovest. A ogni modoadattasse alle caratteristiche del terreno circostante. Il Foro era il cuore pulsante della città romana, un luogo di incontro e di scambio commerciale, ma anche di celebrazioni religiose e di manifestazioni pubbliche. Solitamente, su uno dei lati minori del Foro si erigeva un tempio, dedicato a una divinità protettrice della città. Questo tempio rappresentava un punto di riferimento visivo e simbolico per i cittadini e conferiva al Foro un'aura sacra.

trovasse decentrato per un ampliamento non uniforme all'abitato. Differenza tra Agorai e Fori è innanzi tutto nella presenza di edifici sacri che caratterizza un numeroso gruppo di questi ultimi. Il tempio, Capitolium, che attestava il titolo di colonia della città, sorgeva su uno dei lati minori, dominando l'area dall'alto del suo podio con disposizione di netta impronta etrusco-italica. Tale si presenta il Foro di Pompei, di forma molto allungata, circondato da edifici pubblici lungo i quali corrono porticati di tufo di età sannitica. In mancanza del tempio, elemento principale del Foro era la Basilica, generalmente disposta lungo uno dei lati maggiori. La presenza del tempio pone i fori in rapporto col tipo dei recinti sacri, itemenoim che si avviava insieme alle agorai verso forme chiuse, e anzi trova in esso un accordo nella tendenza a disposizioni assialiche si manifesta nell'area ellenistica. Le maggiori composizioni assiali romane,

prima che nei Fori imperiali o nelle città d'Oriente, siebbero nei santuari laziali, dal tempio di Giunone a Gabi. Altrove accenniamo ad altre aree pubbliche chiuse da porticati come imercati o il recninto dietro il teatro di Pompeo che avrà largo seguito nell'età augustea.

Foro repubblicano a Roma fig. 54

Oggi del foro repubblicano rimane poco, infatti abbiamo solo molte rovine ripristinate dalla fine dell'Ottocento in poi, spesso snaturando l'insieme e ciò che rimaneva dei singoli edifici.

L'organizzazione longitudinale dello spazio è evidenziata dal tabularium che faceva da chiusura all'area del foro verso il Campidoglio. I lati maggiori erano delimitati dalla Basilica Giulia e dalla Basilica Emilia sul lato opposto. Oggi il Tabularium ha conformazione completamente diversa ed è frutto di notevoli restauri, e ancor oggi non sappiamo se fosse a due o tre piani.

Il foro repubblicano prende come schema base

della propria organizzazione uno schema derivato dal mondo etrusco-italico, ovvero una piazza aperta oblunga con strade, tra cui la via Sacra, che arrivano direttamente al foro. Più tardi vedremo si tende a chiudere lo spazio. Prima Età Imperiale (da Cesare a Claudio) Urbanistica - PORTICI E FORI Con l'età Imperiale ha inizio una più vasta attività urbanistica a Roma e nelle province, nelle quali vengono segnalate soprattutto due città di fondazione Augustea di impianto ispirato ai castra: Aosta e Torino. ROMA: vennero compiute molte opere di pubblica utilità assicurando un impianto che nessun'altra metropoli dell'antichità aveva avuto, infatti si avviarono molti sviluppi di carattere monumentale. Ma a causa delle guerre civili non aveva potuto adottare misure urbanistiche di vasto e preciso indirizzo. Cesare affrontò il problema con un grandioso programma secondo il quale la cittàdella città. Cesare li fece costruire lungo la via Sacra, collegando il Foro Romano al Colosseo, creando così un percorso monumentale. Questi portici erano adornati con statue e colonne, e servivano sia come luogo di passeggio che come spazio commerciale. Inoltre, Cesare si preoccupò anche di migliorare le infrastrutture della città. Fece costruire nuove strade, come la Via Flaminia, che collegava Roma a Rimini, e la Via Appia, che collegava Roma a Brindisi. Queste strade erano importanti per facilitare gli spostamenti delle truppe e il commercio. Cesare si impegnò anche nella costruzione di nuovi edifici pubblici, come il Teatro di Pompeo, il primo teatro stabile di Roma, e il Tempio di Venere Genitrice, dedicato alla dea protettrice di Cesare. Questi edifici contribuirono a rendere Roma una città ancora più grandiosa e imponente. In conclusione, l'opera di Cesare nella trasformazione di Roma fu di grande importanza. Grazie ai suoi interventi urbanistici, la città si ampliò e si arricchì di nuovi edifici e infrastrutture, diventando il centro politico e culturale dell'Impero Romano.della città in senso sempre più monumentale. Già età reppubblicana fiancheggiavano alcune vie o piazze e di cui noteremo più oltre alcuni nuovi esempi,vengono ad assumere l'aspetto di ambulationes chiuse a peristilio intorno a un'area. Questa disposizione ha inizio con il portico annesso al teatro di Pompeo che recingeva un'area a giardino come i peristili delle ville ma con disposizioni più ampie e complesse. La planimetria ci mostra un recinto rettangolare accompagnato da un colonnato che sui due lati minori protendeva in tre avancorpi. Prendendo l'avvio da questi portici sembrano avere inizio in questa età le vie di carattere monumentale fiancheggiate da colonnati. Nonostante il carattere ellenistico le loro origini immediate non si devono porre fuori dall'ambito dell'architettura romana. (nei fori di Pompei appare una tensione longitudinale data dai portici che ne annuncia l'andamento). Foro di Cesare aRoma (metà I sec. a.C. 46 a. C.) fig. 55 È il primo foro indipendente rispetto al foro repubblicano, che fino ad allora era stato ricostruito, modificato, ampliato. Il foro di Cesare, la cui parte in fondo fu trasformata in seguito con una costruzione della basilica Argentaria, ebbe la forma di un rettangolo molto allungato come il foro di Pompei e come questo ebbe nel fondo un tempio, rinnovato in età Flavia e dedicato a Venere Genitrice, secondo un voto fatto da Cesare alla battaglia di Farsalo. Ha un orientamento diverso rispetto a quello repubblicano ed è costituito da un recinto chiuso su se stesso circondato da portici su tre lati. Sul quarto lato sorge il tempio di Venere Genitrice. Il lato del colle capitolino era costeggiato da tabernae. Particolare interesse presenta quest'opera che dette a Roma la prima piazza con disposizione unitaria e monumentale. La parola tempio in riferimento all'architettura romana sta a significare semplicemente edificio., diversamente dal mondo greco, dove il tempio è un'entità che designa un'area sacra più o meno vasta e complessa, è un sacello dovesi conserva il simulacro della divinità. La differenza tra il concetto di tempio romano e quello di tempio greco è quindi enorme. Il foro imperiale è sempre basato su questo schema, realizzato per la prima volta al tempo di Cesare: uno spazio chiuso, circondato da , su uno dei due lati corti un tempio, dalla parte opposta, se non una basilica, quantomeno uno spazio più profondo e con un'organizzazione diversa rispetto ai portici ed una funzione civile, contrapposta alla funzione sacra del tempio. Nel foro di Traiano c'è la vera e propria. A Roma i fori non sono mai stati scavati del tutto, e quel poco che si sapeva ha fatto da base per lo sviluppo di teorie smentite dagli scavi del 1999. Poiché Roma è la capitale dell'Impero,

È il luogo dove ogni imperatore costruisce il suo foro, e quindi dallo studio di questa zona si possono capire molte cose sui vari cambiamenti di gusto e di idee. Ciò che realmente resta dei fori è:

  • la zona dei mercati di Traiano;
  • la zona del tempio di Marte Ultore;
  • qualche pezzo della Curia;
  • la basilica Emilia;
  • parti del tempio di Minerva e il foro di Nerva.

Le carte ufficiali, invece, sono complete, come se ci fosse ancora tutto. Molti sono i dubbi in realtà, come ad esempio il collegamento tra il Foro di Augusto e quello di Traiano (la zona non è mai stata scavata) o la presunta esistenza del tempio del Divo Traiano.

Augusto: con la battaglia di Azio Antonio e Cleopatra vengono sconfitti, crolla così l'ultimo mondo ellenistico, l'Egitto. Roma con Augusto crescerà moltissimo e arriverà fino al golfo Persico anche se sarà con Traiano che avrà la sua massima espansione arrivando fino alla

Dacia.Augusto riprende e prosegue l'opera di Cesare e pur limitando i programmi svolse un'attività edilizia molto intensa. Egli completò inoltre l'assetto che rimase definitivo del foro Repubblicano, ricostruendo la Basiliza Emilia ed erigendo sul lato minore verso oriente, di fronte ai rostri cesarei. Ma soprattutto aprì un altro foro monumentale, inserito ortogonalmente a quello di Cesare, abbattendo un altro gruppo di abitazioni.

Foro di Augusto a Roma (2 a. C.) La parte del foro verso il foro di Cesare è sconosciuta, ma la configurazione generale è simile grossomodo a quella di Cesare. L'accesso avveniva probabilmente su tre ingressi che si trovano ai lati e non da un ingresso sull'asse longitudinale.

A Roma nel riordinamento cesareo del foro furono rinnovate le due basiliche che già lo fiancheggiavano con la ricostruzione della basilica Emilia, di proporzioni allungate e con un doppio ordine di colonne interne, e con

l'erezione di una nuova basilica, la Giulia. Il tempio di Marte Ultore domina il foro: presenta dimensioni molto grosse, specie in relazione alle dimensioni del piccolo.
Dettagli
A.A. 2021-2022
195 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ggiovanni.ciocca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura antica e medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Viscogliosi Alessandro.