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Nel santuario superiore si può ammirare il ricorso al calcestruzzo per la tecnica di sostruzione cava
e il ricorso all’arco inquadrato nell’ordine.
Il tempietto rotondo, secondo ipotesi, avrebbe accolto un grande fuoco sacrale.
Sulla terrazza degli emicicli, vi erano due
emicicli (C)
voltati curvilinei.
La base delle D
colonne non era
impostata su un
plinto ma
direttamente sul
suolo con delle
modanature
obliquate, per far C
fronte al piano
obliquo.
Questa obliquazione dell’ordine
architettonico diventa di gran uso
nell’età barocca.
L’emiciclo superiore (D) è organizzato su due navate, coperto da una volta a botte in
concrezione.
In questo santuario non abbiamo un tempio dalle caratteristiche etrusco italiche, ma possiamo
trovare un tempietto circolare che non ha niente a che vedere con i grandi templi italici.
Forse l’architetto era ellenistico ma non si hanno prove concrete.
Foro romano repubblicano Si trova ai piedi
del campidoglio,
la sua
sistemazione
monumentale
risale alla tarda
età repubblicana,
al periodo di
Cesare, nella
seconda metà del
I secolo a.C.
Situato in una palude, nel 600 a.C. venne drenato con una Cloaca Maxima.
La valle bonificata viene pavimentata in tufo e vengono alzati i primi monumenti.
Sopra la valle del foro, sul campidoglio, viene eretto il tempio di Giove optimus Maximo
Il campidoglio in età arcaica si divideva in due terrazzamenti scoscesi, a sinistra il Capitolium, a
destra l’Arx.
La valle tra le due estremità si chiamava Asylum.
I principali assi viari di collegamento erano:
l’argiletum, la strada che collegava il foro romano con la suburra (rione monti,
• attraversava l’arco dei pantani, il clivus capitolinum che collegava la valle ed il
campidoglio,
il clivus argentarius, che andava verso il quirinale.
•
Tra i monumenti più antichi realizzati, vi
erano: Il comitium: luogo per le assemblee
• pubbliche;
Curia ostilia: situata dietro il
• comitium, qui si riuniva il senato
romano;
Le basiliche di Opinia, Sempronia,
• Emilia: realizzate nel II secolo.
Le basiliche
È un edificio in cui si svolgono funzioni di
carattere pubblico.
Strutturalmente era una piazza coperta, deve essere intesa come uno spazio pubblico, civile,
come un luogo di passaggio.
Non serviva per riti religiosi, prendeva posto nel lato corto del foro, di fronte al tempio.
La basilica si riconosce dalla presenza di più navate, tra cui quelle centrali sono più sopraelevate
rispetto a quelle laterali.
Il tabularium Nel I scolo a.C. con Silla si
regolarizza il fronte verso il
campidoglio con la costruzione
del Tabularium.
Il tabularium corrisponde alla
parte posteriore del palazzo
senatorio.
In questa architettura abbiamo una delle prima manifestazioni
dell’uso dell’arco inquadrato dall’ordine architettonico.
Il basamento lungo m 73,60, con mura di blocchi
di tufo dell'Aniene e di peperino, sostiene l'odierno palazzo
Senatorio, sede del comune di Roma.
In un primo tempo si poteva accedere al Tabularium dal Foro attraverso una scala di 67 gradini,
ancora ottimamente conservata, ma al tempo di Domiziano con la costruzione del Tempio di
Vespasiano l'ingresso sul foro fu bloccato.
È una struttura tipica delle grandi opere di età repubblicana, in particolare Sillana (metà del II e
metà del I secolo a.C.), che chiudeva monumentalmente lo sfondo del Foro, tra i templi di
Saturno e della Concordia, secondo una prospettiva già indirizzata dalla disposizione
della Basilica Emilia e dalla Sempronia.
L'uso del loggiato con le semicolonne fece da modello per tutti gli edifici romani usati come
sostruzione, dai santuari di Palestrina, Tivoli, Ferentino e Terracina, al Teatro di Pompeo fino al
loggiato a mare del Palazzo di Diocleziano a Spalato.
Foro romano di Cesare Nella seconda metà nel I secolo a.C. Caio
Giulio Cesare compra una vasta area per
realizzare un foro privato e Cicerone fa da
presta nome.
Il foro di Cesare viene costruito demolendo
le case che si trovavano nell’area.
Cesare lo fa realizzare quando non è
ancora al governo di Roma.
Il modello a cui si ispira l’autore di
quest’opera è ellenistico.
Un ampio spazio scoperto circondato da
ali porticate.
L’ispirazione ellenica è chiesta
esplicitamente da Cesare.
È costruito alle pendici della rupe Tarpea.
È concepito su un’area 165x75m, la spesa
totale si aggira tra i 60 e i 100 milioni di
sesterzi.
Questa realizzazione era dedicata alla
memoria della dea Venere Genitrice, che
secondo il mito romano era la progenitrice
della stirpe delle enneadi, la stessa stirpe a
cui appartenne il mitico fondatore di
Roma Romolo.
Cesare rivendicava la sua discendenza da Enea e Romolo e
la supremazia della gens Iulia.
In un primo momento è dedicato solo a Venere, solo in
seguito viene dedicato a Venere Genitrice.
La statua di Cesare a
cavallo era al centro della
piazza.
Il gesto di Cesare è un
gesto da dittatore e da
tiranno.
Nel tempio, le navate sono
ripartite con un colonnato
doppio e l’intercolumni più
esterno è più fitto.
L’accesso al tempio di Venere era dato dalle scale laterali, non
dalla scalinata frontale.
È un tempio romano, sine postico con cella absidata, questa
tecnologia non ha precedenti della tecnologia greca.
La scalinata frontale del centro era pensata per la positura
frontale di un’ara.
Il tempio era corinzio octastilo e pycnostilo, cioè il
ritmo del colonnato stretto.
Le colonne interne erano poggiato su un basamento
continuo.
L’abside è intradossata, cioè non si vede il profilo
esterno.
Per la costruzione di questo tempio, vengono aperte
le cave di Carrara.
Il colonnato esterno era realizzato in marmo bianco e
la trabeazione aveva fregio floreale.
Per il tempio furono utilizzati molti tipi di marmi per
rendere la cromia molto varia.
Abitazioni nell’età repubblicana
Alle origini dell’architettura romana, sembra si debbano distinguere due tipi fondamentali di
abitazione:
Il primo di carattere rurale, per una sola famiglia, con ambienti disposti intorno ad uno
• spazio centrale libero;
L’altro di carattere cittadino, urbano e commerciale, destinato alla coabitazione di più
• famiglie, si sviluppa in altezza con piani sovrapposti e quello al pian terreno probabilmente
destinato alle botteghe.
Lo schema abitativo più comune era quello ad atrio.
L’atrio è un ambiente rettangolare con copertura lignea, simmetrico rispetto sull’asse
longitudinale dell’abitazione, illuminato ed areato attraverso un’apertura centrale posta sul tetto.
Verso la fine del 4 secolo e l’inizio del 3 prende piede la casa centrata sull’atrio, elemento
organizzatore dello spazio circostante.
Pompei ed Ercolano sono i migliori esempi di questo genere di abitazioni.
Vi è però la mancanza di scavi di ville suburbane.
Sorgevano su piattaforme a terrazza poiché erano realizzate in punti più panoramici.
Abbiamo conoscenze più precise della casa di città, cioè la casa ad atrio.
Gli elementi tipici sono:
Piccolo ingresso assiale
• (vestibulum) affiancato da
due stanze di servizio;
Stanza centrale più ampia
• (atrium) circondata da due
stanze da letto;
Un bacino
• centrale(impluvium);
il tablinum si pensa fosse la
• stanza del padrone, divisa
dall’atrium da pareti mobili
o tende.
Casa del chirurgo È una casa privata situata a Pompei.
La costruzione si presentava all’interno senza aperture salvo le
porte e qualche feritoia.
Ai lati vi sono due ambienti, uno dei quali aperto il muro verso la
strada, fu poi trasformato in bottega.
Intorno all’atrio erano distribuite le stanze.
Il tetto era costituito da spioventi laterali esterni ed un compluvium
aperto verso l’interno, a cui corrispondeva la vasca che
conteneva l’acqua.
Casa del fauno Si assiste ad un’ellenizzazione, nell’atrio
compaiono delle colonne.
Superato il vestibolo, pavimentato in opus
sectile, si accede all'atrio: di tipo tuscanico,
al centro è posto l'impluvium
Villa dei misteri in una prima fase, databile intorno alla metà del
III secolo, la villa si presenta quadrata, raccolta
attorno ad un enorme atrio tuscanico.
Esternamente le pareti non erano chiuse e la villa
era eretta in gran parte su un terrapieno, che le
costituiva intorno un’ampia terrazza.
Questa villa si trova in prossimità del centro
abitato.
Tra il 150 e il 100 a.C. viene applicato lo schema
della Domus repubblicana al contrario, quindi:
un ingresso;
• un peristilio;
• un atrio;
• un tablinum.
•
Architettura in età imperiale
Nl 31 a.C. Augusto
vince contro
Cleopatra e
Marco Antonio e
fonda l’impero
romano.
Nella prima fase
dell’impero, gli
obbiettivi sono
quelli di
consolidare
l’impero e di
migliorare
l’apparato
legislativo.
La
concentrazione
del potere nelle
mani di una sola
persona, espanse
il mecenatismo
pubblico,
comportando il
diffondersi di un’arte di stato che rappresentava il potere ed era una potente arma politica, di
persuasione e di immagine, una sorta di esperanto del potere.
Era un’architettura che accomunava popoli che parlavano lingue diverse.
Ottaviano, diventato imperatore con il nome di Augusto, esercita un controllo assoluto di tutte le
arti, tramite l’impiego di uomini di fiducia come scrittori, architetti ed artisti.
In campo architettonico viene attuato un vasto programma di opere pubbliche, che assumono il
ruolo di stabilizzazione politica.
Augusto riprende e porta a compimento i progetti incompiuti di Giulio Cesare.
Le componenti essenziali dell’architettura augustea sono:
i primi 30 anni dopo la morte di Cesare, sono dedicati al compimento delle opere rimaste
• incompiute;
mescolanza di idee indigene italiche ed idee ellenistiche;
• trionfo del marmo come materiale essenziale, le tecniche di lavorazione diventano sempre
• più raffinate ed accurate;
travertino e tufo sono a mano a mano abbandonati;
• importazione di manodopera proveniente dalla Grecia, questo comporta una
• contaminazione del sapere di cantiere ma anche una contaminazione del gusto. Gli
oper