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ALESSANDRO MANZONI
A differenza di Foscolo,si sente pienamente uno scrittore romantico. Nacque a
Milano nel 1785 trascorse la giovinezza in collegi retti da padri somaschi e
barnabiti, dove ricevette la tradizionale educazione classica. Egli ha sottratto la
moderna letteratura italiana alla sua rigidità classicista e alla sostanziale
indifferenza alla storia: la letteratura deve impegnarsi sul piano morale e
sociale e svolgere una funzione educativa.
In Manzoni c'è un cattolicesimo convinto che porta a nuove domande sul
rapporto tra essere e over essere: i principi del Cristianesimo rappresentano il
“dover essere”, il modello di compotamento giusto, ma sono costretti a confrontarsi
con le forme concrete,storiche dell' “essere.”
1) Il cinque maggio [p.415 B.4]
La conversione fu per Manzoni un fatto totalizzante: dopo di essa Manzoni
sostenne che i Romani furono un popolo violento ed oppressore, mentre era stato il
Medioevo cristiano la vera matrice della civiltà moderna. Secondo Manzoni il male
è radicato nella storia e l'uomo è inevitabilmente incline al peccato. Nasce il
bisogno di una letteratura che guardi al vero della condizione storica dell'uomo.
La prima opera scritta dopo la conversione, gli Inni sacri cantano temi vivi nella
coscienza contemporanea,ecco perchè sceglie 12 inni che cantaassero le principali
festività dell'anno liturgico, pubblicandole solo 4.
Nel 1821 Manzoni compone l'ode Il Cinque Maggio, ispirato alla morte di
Napoleone,avvenuta durante l'esilio a Sant'Elena il 5 maggio 1521, in cui non resta
più nulla del repertorio di immagini mitologiche; viceversa, i fatti contemporanei
sono visti nella prospettiva religiosa → la passione politica è riassorbita nella
meditazione religiosa. Il fascino del pg che aveva sconvolto l'Europa riemerge sotto
il segno della sconfitta e morte: per un momento il poeta abbandona la ricerca di
valori storici e collettivi e guarda all'individuo, di cui la sconfitta riscatta
l'eroismo individualistico e lo inserisce nel più ampio piano della Provvidenza: lo
scrittore lo immagina, stanco e deluso, approdare nella pace della fede religiosa
che lo libera dalla disperazione. E di fronte alla morte di Napoleone, il poeta rinvia
ai posteri l'”ardua sentenza”, il giudizio storico e affida all'imperscrutabile
misericordia divina il giudizio morale.
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Si individuano 3 momenti:
1 morte di Napoleone e atteggiamento del poeta di fronte all'evento:
l'immobilità della salma si oppone alla rapida successione di caduta, rivincita e
sconfitta definitiva; la grandezza e la gloria si oppongono alla negatività dell'azione
2 rievocazione vicenda di Napoleone; a sua volta divisa tra imprese vittoriose e
sconfitta,esilio e disperazione: si articola su un'opposizione spaziale: spazio
geografico amplissimo in cui si manifesta il genio militare di Napo contro la “breve
sponda” dell'isola in cui finisce esule/opposizione temporale: passato glorioso vs.
presente misero dell'esilio
3 conclusione quindi trionfo dell'eterno sulla gloria terrena
2) Lucia e Don Rodrigo (dal Fermo e Lucia,tomo I, cap.III) [p.453 B.4]
e La vergine e il seduttore (da I promessi sposi,cap.III) [p.454 B.4]
I Promessi sposi rappresentano il tentativo riuscito di realizzare una letteratura
nazionale e popolare. La ricerca di un mezzo largamente comunicativo volge
Manzoni dal teatro al romanzo storico, genere rilanciato con successo da Walter
Scott.
3 redazioni: La prima, “Fermo e Lucia” del 1821 è caratterizzata da una lingua
composita e artificiale e si differenzia dalle successive perchè ad es. L'innominato
è un tipico tiranno secentesco,Lucia è più realistica, alcuni episodi sono impostati
molto diversamente come quello della Monaca di Monza che è molto più ampia / La
seconda, “I promessi sposi” del 1827, tenta di volgere al toscano vivo
ottocentesco appreso per via libresca / la terza, del 1840, è stata scritta dopo che
Manzoni si è recato a Firenze per “sciacquare i panni in Arno e vedere dal vivo
il toscano”, ed è un'edizione con illustrazioni xilografiche.
La tematica: l'arte per Manzoni deve avere come oggetto il vero, come fine l'utile
e come mezzo l'interessante. Sceglie il Seicento come sfondo storico perchè
quel secolo incarna i suoi bersagli polemici: il formalismo, l'esibizione
scenografica, la sopraffazione, l'ignoranza che egli smaschera con lo sguardo
severo della ragione illuministica e della morale cattolica. Inoltre sceglie la
Lombardia del Seicento, sotto la dominazione spagnola → Manzoni risale al
passato per cercare le radici dell'arretratezza presente. Le esigenze essensiali
sono: indipendena nazionale, saldo potere statale, legislazione equa...
Il romanzo si rivolge non solo ai letterati ma anche al vasto pubblico,
rappresentando una realtà umile, fino ad allora ignorata (romanzo realistico);
Manzoni introduce nella narrazione l'esposizione di idee, precetti divenendo il
mezzo per fornire al lettore notizie storiche.
Oltre che nelle grandi componenti naturali e sociali (come la guerra, la carestia,
la peste) gli essenziali poli di forza del romanzo vanno riconosciuti nei personaggi.
I principali sono 8, di cui 4 del mondo laico (Renzo&Lucia= forza positiva di
operosità e religiosità popolare/ Don Rodrigo=tradizionale
libertino/Innominato=figura suprema e tragica del male prima e compassionevole
aiutante del bene poi) e 4 del mondo ecclesiastico (Don Abbondio=pg più
umile,soggiace per paura e viltà alle minacce di Don Rodrigo,è smp chiamato in causa
controvoglia, poiché preferirebbe restare nella sua tranquilla immobilità)/ Padre
Cristoforo=figura suprema del bene, scioglie il voto di Lucia,persuade Renzo al perdono
del nemico/ Monaca di Monza Gertrude= aiutante di Lucia prima, aiutante dei rapitori poi/
Federigo Borromeo= il cardinal Borromeo è il volto positivo dell'alta gerarchia
ecclesiastica, una rara figura di bene nelle alte strutture della società.)
I personaggi appartenenti ai ceti meti fungono da mediatori tra potenti e popolo.
Gertude e Don Rodrigo=aristocrazia oppressiva; Cardinal Borromeo=aristocrazia
benefica; Innominato=passaggio esemplare della nobilità da negativa a positiva → i
corrispettivi popolani di queste figure dei ceti alti sono la folla sediziosa di Milano,
rassegnazione di Lucia, la trasformazione di Renzo
Renzo: sperimenta il male in campo politico e sociale, Lucia soprattutto in campo
morale. Renzo prova insofferenza per ogni forma di sopruso ed è convinto che
l'oppresso possa farsi giustizia da sé; a Lucia manca la consapevolezza del
male.
Il lieto fine,l'idillio,la Provvidenza. Nella conclusione sono presenti i cardini stessi
della visione manzoniana; Manzoni ha del reale una visione tragica, che
scaturisce dal suo pessimismo religioso. Per questo la vita di Renzo e Lucia
non è finalizzata a star bene, ma a far bene. Essi identificano ingenuamente virtù
e felicità, credono che Dio intervenga a premiare e difendere i buoni; nella
superiore visione teologica di Manzoni,invece, solo alla fine dei tempi vi è la
certezza che i buoni saranno ricompensati e i malvagi puniti.
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Confrontiamo le due versioni dell'episodio delle insidie di don Rodrigo a Lucia.
Siamo all'inizio del racconto: Renzo, dopo che ha appreso il nome di chi ha
minacciato Don Abbondio perchè non celebri il matrimonio,si reca a casa della
fidanzata, ansioso di saperne di più. Lucia racconta le insidie di cui è stata fatta
oggetto da parte di Don Rodrigo.
Differenze generali: nel Fermo il racconto di Lucia è in forma diretta, nei
Promessi sposi c'è il discorso indiretto quindi nel Fermo appare molto più mosso
e ricco di particolari realistici, mentre nei Promessi sposi più spoglio di elementi
esteriori.
Nel FERMO E LUCIA: un quadro di costume.
Vi è una forte contestualizzazione storica e sociale; i pg si muovono in uno
spazio fisico concreto: la strada del mercato, il lavatoio … che evocano una realtà
tutta paesana e popolare. L'ambiente sociale sullo sfondo è suggerito sia
dall'attività di lavoro sia dai comportamenti , tutti socialmente e storicamente
determinati.
Inoltre vi è un forte realismo dei personaggi: Lucia e Don Rodrigo sono tipici di un
certo ambiente, storicamente connotato: Don Rodrigo è il signorotto di campagna
sensuale e volgare, solito ingannare l'ozio insidiando le contadine. Lucia ha tratti
risentitamente realistici che delineano un'immagine viva e corposa di campagnola
lombarda.
Nei PROMESSI SPOSI: una scena simbolica:
Genericità e indeterminatezza di tempo,spazio e personaggi.La scena della
tentata seduzione non ha antefatti, come poteva essere nel Fermo e Lucia: è un
evento unico ed eccezionale. Così pure lo spazio si riduce a indicazioni
genericissime prive di ogni valore descrittivo. Anche l'immagine di Lucia si
compendia in due scarni particolari, l'affrettare il passo e gli “occhi bassi”.
Lucia: se nel Fermo la protagonista ha tratti decisamente realistici, nella redazione
definitiva è preservata dalla volgarità della realtà comune dal privilegio di una
superiore spiritualità, che la trasforma in occasione di salvezza per chi la
incontra. Nei Promessi sposi l'immagine di un Don Rodrigo che tira in disparte
Lucia e si prende con lei “più liberta” sarebbe poco meno che sacrilega
3) La redenzione di Renzo e la funzione salvifica di Lucia (da I promessi sposi,
cap. XVII) [p.462 B.4]
Renzo, in fuga dal suo paese a causa del sopruso di don Rodrigo, giunge a
Milano proprio il giorno in cui il popolo, infuriato per il rialzo del prezzo del
pane, si è sollevato. Il giovane,inorridito dai propositi omicidi della folla contro il
magistrato preposto agli approvvigionamenti, aiuta il vice governatore Ferrer a
portarlo in salvo, perchè è convinto che sia responsabile della mancanza di pane e
che verrà condotto in prigione. Si illude così che l'azione popolare possa dare
un contributo determinante al ristabilimento della giustizia; pertanto si lascia
trascinare a dire la sua tra un crocchio di persone. Continua poi i suoi discorsi
all'osteria,dove,nell'euforia del momento,finisce per ubriacarsi.Ma uno sbirro
travestito, che lo ha accompagnato, riesce a sapere il suo nome. L'indomani
Renzo