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4) ESORTAZIONE A PIGLIARE L'ITALIA E A LIBERARLA DALLE MANI DEI
BARBARI, dal Principe, cap. 26 [pag. 399 B.2]
L'esortazione conclusiva: Ora il tono si fa vibrante, concitato, e si innalza ad un
intenso pathos oratorio. Il linguaggio si fa immaginoso, tutto concentrato
attorno alla personificazione dell'Italia devastata. Tutta la rigorosa analisi scientifica
della “verità effettuale” era finalizzata a mutare la situazione esistente: è naturale
perciò che sfoci in questa perorazione appassionata. Sono 2 momenti diversi del
discorso, ma entrambi funzionali allo stesso fine e complementari. L'analisi della
realtà effettuale deve necessariamente finire in questa “exhortatio” perchè sin
dall'inizio mirava a smuovere gli animi e a contrastare l'inerzia contemporanea.
TASSO E IL PERIODO CONTRORIFORMISTICO
Torquato Tasso, è una figura di sintesi altissima quanto dolorosa di classicismo e
manierismo (collegare Manierismo), nonché del Rinascimento e dell'epoca della
Controriforma.
Vita folle: Nato a Sorrento nel 1544 e dopo aver studiato a Napoli presso i Gesuiti,
raggiunse il padre a Roma, poi a Venezia, fu poi assunto dagli Este a Ferrara. Con
la conclusione della Gerusalemme liberata si spezzò l'equilibrio della sua esistenza:
Tasso guardava alla sua opera con insoddisfazione ed era tormentato dallo
scrupolo di adeguarla perfettamente ai canoni letterari e religiosi; venne assalito
anche da dubbi sulla propria ortodossia perciò si fece volontariamente
processare dall'Inquisizione di Ferrara → a ciò si univano le manie di
persecuzione: ritenutosi spiato da un servo, gli scagliò contro un coltello; il duca lo
fece allora rinchiudere in convento ma fuggì. Dopo vari viaggi, tornato a Ferrara ma
non ottenendo l'accoglienza calorosa che si aspettava diede in escandescenze, al
punto che il duca lo fece rinchiudere all'Ospedale di Sant'Anna come pazzo
furioso. Inquietanti sono le lettere scritte dall'ospedale di Sant'Anna che
testimoniano i malesseri fisici e i turbamenti di una coscienza malata, devastata da
allucinazioni e ossessioni.
La sua Gerusalemme Liberata (composta nel 1575, quando lo scontro tra i Turchi
e l'Europa cristiana nelle acque del Lepanto sembrava ridare bruciante attualità al
tema della prima crociata) è sì il capolavoro letterario della cristianità
controriformistica (MARINO VI OPPORRA' L'ADONE) ma è anche il simbolo di
una decadenza storico-culturale senza via di uscita. Tasso si propone di narrare
una vicenda che esalti il “meraviglioso cristiano”, si fondi sulla storia (quella
della prima crociata e della liberazione del Santo Sepolcro) e presenti elementi di
stupore per il lettore. Diversi elementi che rendono più fluida la narrazione: il
paesaggio composto di tinte sfumate e notturni fascinosi, la magia suddivisa in
positiva e negativa ma rivolta a svelare la dimensione inconscia dell'animo umano.
Se Ariosto, alla corte degli Este, conservava un margine di indipendenza nei
confronti del potere, Tasso vive lo stesso legame in maniera assai più drammatica e
conflittuale: difficoltà di conciliare le esigenze individuali con le strutture
gerarchiche delle accademie.
LA POETICA, LA LINGUA E LO STILE:Tasso afferma che mentre la storiografia
tratta del vero, la poesia tratta del verisimile (il meraviglioso cristiano, gli
interventi soprannaturali di Dio e degli angeli appaiono verisimili perchè verità della
fede). Le teorie pervase dallo spirito della Controriforma assegnavano alla poesia
compiti morali e pedagogici, Tasso però riconosce che la poesia non può essere
separata dal diletto, perciò per conciliare questa antitesi per Tasso il diletto deve
essere finalizzato al giovamento. Tasso respinge il modello ariostesco, che con
la molteplicità di azione compromette il principio dell'unità : il poema deve essere
vario sì ma legato in una struttura unitaria. Vi è una tensione verso il grande, il
magnifico e il sublime: lo stile: sublime. I concetti devono riguardare le cose più
grandi (Dio, gli eroi...). Eppure vi è un pluristilismo (registri encomiastico, epico,
lirico, ecc.) anche se i 2 registri fondamentali sono epico e lirico. La lingua è
labirintica, con calchi letterari, ritmo irregolare, flusso di parole ed effetti. L'ottava
tassiana è caratterizzata dall'enjambement che rappresenta la duplice tensione
alla frattura e alla continuità; oltre a creare sublimità, possono segnare una pausa
irrazionale che rallenta il ritmo! Inoltre vi è una perenne compresenza di contrari
a riflettere l'onnipresente ambiguità.
L'ARGOMENTO e IL GENERE : Siamo nel 1099, nella fase finale della 1a
crociata [Cristiani vs. Infedeli] → in particolare la materia è la conquista del Santo
Sepolcro a opera dei crociati guidati da Goffredo di Buglione → garantita così la
verisimiglianza. Il fine/genere è didascalico e pedagogico.
L'INTRECCIO DEL POEMA: Al sesto anno di guerra, Dio vede i vari principi
dimentichi del loro sacro obiettivo e impegnati solo a inseguire fini personali; manda
quindi l'arcangelo Gabriele da Goffredo di Buglione, unico rimasto fedele alla
missione, perchè spinga i compagni al compimento dell'impresa. Nei primi scontri si
segnalano i cristiani Tancredi e Rinaldo e i pagani Clorinda, vergine guerriera, e
Argante. La principessa Erminia è innamorata di Tancredi, ma questi ama, non
ricambiato, la pagana Clorinda. Satana manda in aiuto dei pagani le sue schiere di
demoni e la bellissima maga Armida, che si presenta al campo cristiano e inganna i
vari guerrieri imprigionandoli. Argante vuole risolvere con un duello le sorti della
guerra, e ad affrontarlo è il prescelto Tancredi; ma il duello viene interrotto per il
calare delle tenebre. Dopo varie peripezie, il mago Ismeno getta un incantesimo
sulla selva di Saron per impedire ai cristiani di fare legna e ricostruire la torre: i
crociati che vi si avventurano vengono colti da terrificanti visioni. Dio è deciso a
rovesciare le sorti della guerra in favore dei cristiani, quindi manda una visione a
Goffredo incitandolo a richiamare Rinaldo, l'unico in grado di vincere l'incanto della
selva, e questo riesce a rompere l'incantesimo. Con l'aiuto delle nuove macchine
comincia l'assalto finale; Tancredi e Argante ingaggiano il duello decisivo: Argante è
ucciso e Tancredi, morente, viene curato da Erminia. Nella battaglia finale Goffredo
uccide il capo dell'esercito egiziano: può quindi piantare il vessillo crociato sulla
città conquistata e sciogliere il voto adorando il Sacro Sepolcro.
La teatralità di Tasso si esprime soprattutto nei PERSONAGGI PRINCIPALI:
CRISTIANI: Goffredo di Buglione ( Eroe confuso in difficoltà/ Capo dei crociati e
modello ideale della moralità ) / Rinaldo ( eroe per eccellenza che non perde di
vista l'obiettivo / Capostipite degli Estensi e ha tanti i tratti tassiani come sete di
gloria e passione come pericolo per la moralità ) / Tancredi ( innamorato di
guerriera pagana Clorinda, dubbioso e pieno di sofferenze / Rappresenta la parte
sensibile di Tasso )
INFEDELI: Argante & Solimano ( forza spregiudicata e priva di condizionamenti
morali sebbene l'uno sia un fiero sprezzatore di Dio che alla fine rivela una natura
meditativa e l'altro è costantemente vendicativo)
DONNE: Clorinda ( donna-guerriera pagana – si mostra – fugge ) / Armida ( maga
– inganna i cavalieri e dista dal mondo reale ) / Erminia (figlia del re Cassano di
Antiochia - preda dei cristiani – ama Tancredi )
LA VISIONE DELLA REALTA' E IL BIFRONTISMO TASSIANO: La Gerusalemme
liberata deve essere il perfetto poema cristiano secondo i canoni
controriformistici, ma anche il perfetto poema epico, in obbienza all'autorità
Aristotelica. Ma la realtà effettiva è molto più comlplessa in quanto c'è
l'ambivalenza nei confronti della corte: Tasso ne è insofferente e sogna un
mondo conforme solo alla natura; in secondo luogo, l'intento di costruire un'opera
moraleggiante si contrappone all'attrazione per un amore svincolato da ogni legge
morale → ne nasce una poesia non eroica e non moraleggiante, ma soggettiva e
autobiografica. Il tema della guerra è ricoperto anch'esso di ambivalenza dato
che c'è un' esaltazione dell'eroismo e poi la guerra vista come atroce e disumana.
Sul versante della religione idem: celebrazione scenografica della maestà della
religione vs. religiosità più intima e autentica.
SCONTRO TRA PAGANI E CRISTIANI: I pagani sono portatori di una visione laica
che si rifà a valori rinascimentali quali l'individualismo e l'edonismo, mentre i
cristiani sono portatori del codice culturale della Controriforma (subordinazione di
ogni fine individuale a quello religioso). Ma Tasso è affascinato dalla devianza che
si manifesta nelle molteplicità.
STRUTTURA NARRATIVA: anche qui i fili narrativi intorno alla linea centrale di
Goffredo sono molti → Il fascino della dispersione romanzesca.
L'organizzazione del punto di vista: non è unitario, ma è mobile e si colloca
alternativamente nel campo cristiano e in quello pagano.
Lo spazio orizzontale è teatro dello scontro tra cristiani e pagani mentre quello
verticale è diviso tra il cielo e l'inferno, lo spazio del cristianesimo che svaluta il
significato della terrestrità.
Vi è poi la linearità temporale, tranne brevi flashback
1) PROEMIO dalla Gerusalemme liberata,I [pag.596 B.2]
Il Proemio ricalca puntualmente lo schema fissato dalla tradizione epica ed è
ripartito in 3 momenti: l'esposizione dell'argomento del poema (ottava 1) ,
l'invocazione alla Musa (ottave 2-3), la dedica al signore, che introduce il motivo
encomiastico (ottave 4-5).
LA PRIMA OTTAVA: I TEMI DEL POEMA. Il verso iniziale, “Canto l'arme pietose e
'l capitano” è la ripresa esatta dell'inizio dell'Eneide virgiliana: già questo solo fatto
ci fa capire come Tasso voglia adeguarsi al modello del poema epico classico che
veniva contrapposto al modello del “romanzo” cavalleresco di Ariosto. Se in Ariosto
c'eran “l'arme e gli amori” come nella buona tradizione cavalleresca, Tasso si
concentra solo sul tema più alto e sublime, la materia guerresca. L'amore è
ancora largamente presente ma non è più il motore principale dell'azione, anzi è
declassato a ostacolo delle imprese dei crociati.
Denso di significato è poi l'epiteto “pietose” (dove sta