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ETICA DELLA VIRTU’ CONTEMPORANEA:
Etica dell'atto è quell'etica che vede la valorizzazione dell’atto morale e tecnicamente è biforcata in
deontologismo e consequenzialismo. Oggi però si vuole superare tale concezione (non si parla più di etica
dell'atto) perché troppo schematica, ma si tende a parlare di etica della virtù o etica della persona, un'etica
che vede la valorizzazione non tanto dell’atto morale o delle sue possibili conseguenze, ma del soggetto
che lo compie.
Gran parte degli studi che mettono in discussioni la teoria etica dell’atto possono esser collegati ad
Elisabeth Anscobe in “Modern Moral Philosophy” del 1969.
PHILIPPA FOOT (1920-2010) Filosofa inglese, allieva di E.Anscobe, il cui pensiero si basa su un'etica
delle virtù che prende a modello l'impostazione di Aristotele. 14
Contrariamente alle posizioni filosofiche che considerano l'etica come il campo riservato alle scelte dei
singoli, P.F. sostiene che questa nasca da comportamenti sociali e naturali, come avviene per le regole
della buona educazione.
Norme di condotta, queste ultime (educaz.), che possiamo anche non osservare, mentre questo non può
avvenire quando ci troviamo di fronte a norme morali che non dipendono da ciò che l'individuo considera
utile e preferibile per lui, ma che invece implicano la felicità individuale poiché sono connesse alla sua
stessa naturalità. Seguiamo infatti le norme morali poiché siamo per natura spinti a farlo:
«Credo infatti che le valutazioni della volontà e dell'azione umana abbiano la stessa struttura concettuale
dei giudizi valutativi sulle caratteristiche e sulle operazioni di altri esseri viventi, e che possano essere
comprese appieno solo in questi termini.»
In questo senso naturalistico il pensiero della Foot, può essere visto come un tentativo di modernizzare la
teoria etica aristotelica, che si basava sulla natura sociale dell'uomo, sostenendo che possa essere
applicata ancora oggi ai problemi della nostra epoca.
P.F:
- Afferma la priorità del bene sul giusto (tutto ciò che è giusto dipende da ciò che è bene)
La BONTA’ NATURALE può essere attribuita solo agli esseri viventi ed alle loro parti; è una bontà intrinseca
o autonoma, nel senso che dipende direttamente dalla relazione che lega un individuo e la forma di vita
propria della sua specie.
- ha una prospettiva teleologica (il punto di partenza sono i FINI dell’essere umano)
- critica la pretesa di dare alla sfera della moralità una caratterizzazione semplicemente formale (come
Kant): la sfera della moralità, secondo P.F. non può essere circoscritta senza fare riferimento ai contenuti
di cui la moralità si deve occupare
- I termini morali descrivono determinate proprietà naturali degli oggetti (posizione naturalistica)
- Intento Anti-soggettivistico: (aveva sostenuto la concezione neohumeana della razionalità pratica (la
natura del bene da perseguire è vincolata agli interessi del soggetto agente), posizione da cui poi si
discosterà successivamente) La valutazione morale è un esempio di valutazione che riguarda gli esseri
viventi ed il loro agire, considerato relativamente alla specie cui appartengono (tipo di valutazione
intersoggettiva-oggettiva). La NORMATIVITA’ NATURALE è uno dei concetti
centrali del suo pensiero, ed è una teoria della
valutazione degli esseri viventi in cui la valutazione
La valutazione degli esseri viventi si fonda sulla conoscenza di determinati fatti riguardanti la loro specie: la
morale rientra in una più ampia valutazione della vita in
valutazione morale non si contrappone all’essere fattuale (superamento della divisione fatti/valori)
senso generale.
- La Virtù per P.F. è l’esercizio quanto più possibile perfetto delle attività e delle funzioni specifiche degli
esseri umani come esseri dotati di Razionalità. L’essere umano ha bisogno della virtù per raggiungere i
suoi fini tipicamente umani che hanno a che faro con l’amore e con l’amicizia, poiché senza le virtù (lealtà,
onestà,..) non si riuscirebbero a realizzare rapporti di amicizia e amore. Ed una persona senza legami non
ha una vita sana.
- Il Bene per un essere umano razionale, può esser considerato negli stessi termini per un essere
subrazionale?
Che un animale o una pianta riescano a vivere la loro vita, che è il loro Bene, dipende dal caso e dalle loro
qualità individuali. Ma la loro Bontà è determinata concettualmente dall’interazione fra l’habitat naturale e le
strategie naturali per la sopravvivenza e riproduzione, che sono proprie della loro specie.
Ma l’idea del Bene umano è molto più complessa e problematica, poiché il bene umano deve essere
considerato in relazione alle caratteristiche della specie umana che per sua natura persegue molti più fini di
quelli di un animale. Il bene, infatti, per l’essere umano dipende sia dalle caratteristiche della sua specie
che dalle sue caratteristiche individuali da cui possono dipendere numerosi e differenti fini. 15
HOBBES e J.RAWLS – Esempi di Etica Contrattualistica
Il contrattualismo comprende quelle teorie politiche che vedono l'origine della società in un contratto tra
governati e governanti, che implica obblighi precisi per ambedue le parti. In questa concezione il potere
politico si fonda su un contratto sociale che pone fine allo stato di natura, segnando l'inizio dello stato
sociale e politico. Il contratto sociale è, secondo alcuni pensatori, alla base della nascita della società,
ossia di quella forma di vita in comune che sostituisce lo stato di natura, in cui gli esseri umani vivono in
una condizione di instabilità e insicurezza per la mancanza di regole riguardo a quelli che sono i loro diritti e
doveri.
Accettando spontaneamente le leggi che vengono loro imposte, le persone perdono una parte della loro
assoluta e (potenzialmente) pericolosa libertà per assicurarsi una maggiore tranquillità e sicurezza sociale.
Nel momento in cui il patto viene violato, il potere politico diventa illegittimo; di conseguenza il diritto di
resistenza e ribellione dei governati viene legittimato.
“Il leviatano” di Hobbes (1588-1679)
- Fra gli uomini vi è una sostanziale uguaglianza nelle capacità del corpo ma soprattutto della mente, tale
per cui non c’è cosa che un uomo possa rivendicare a proprio vantaggio, senza che un altro possa
pretenderla a pari titolo e a pari capacità di ottenerla; infatti dall’eguaglianza di capacità scaturisce
l’eguaglianza nella capacità di attuare i propri fini.
Nasce da qui la CONCORRENZA:
se due uomini desiderano la stessa cosa
di cui non possono fruire entrambi,
diventano nemici nel perseguire il loro
fine.
- Nella natura dell’uomo troviamo tre cause di contesa:
1. la competizione: porta gli uomini ad aggredirsi per acquistare possesso
2. la diffidenza: “ “ “ “ per acquistare sicurezza
3. la gloria: “ “ “ “ per acquistare reputazione 16
Di conseguenza, quando gli uomini vivono senza un potere comune che li tenga in soggezione, si trovano
in quella condizione detta Guerra (=condizione d’insicurezza, in cui nulla è giusto e nulla è ingiusto: dove
non c’è legge, non c’è ingiustizia). Le passioni che inclinano gli uomini alla pace sono la paura della morte,
il desiderio delle cose necessarie per una vita confortevole e la speranza di ottenerle con la propria
industria.
- Il Diritto naturale è la libertà di ciascun uomo di difendere se stesso con tutti i mezzi possibili, e fare tutto
ciò che secondo suo giudizio è possibile per raggiungere quel fine.
=
Assenza d’impedimenti
esterni
Mentre la Legge di natura è una regola che proibisce all’uomo di fare ciò che è dannoso per la sua vita.
- Il precetto generale della ragione è che ogni uomo debba tendere alla pace finchè ha speranza di
ottenerla; e quando non può ottenerla, gli è permesso di usare tutti gli aiuti ed i vantaggi della guerra.
Prima fondamentale DIRITTO DI
LEGGE DI NATURA NATURA
Da essa deriva la Seconda fondamentale LEGGE DI NATURA: essere disposti a deporre il proprio diritto a
tutte le cose, e ad avere tanta libertà nei confronti degli altri quanta ne concediamo a loro nei nostri.
Le leggi di natura possono essere ridotte a “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.
Tali leggi obbligano in foro interno (=vincolano al desiderio che siano attuate) ma non sempre in foro
externo (=attuazione effettiva).
La scienza delle leggi di natura è la vera filosofia morale. La filo. morale infatti non è altro che la scienza di
ciò che è bene e male nelle relazioni e nella società.
Tutti gli uomini concordano sul fatto che la pace sia buona e che i mezzi della pace (ovvero la giustizia, la
gratitudine, la modestia, il perdono,..) sono virtù morali e sono buoni anch’essi.
Gli uomini hanno impropriamente definito questi dettami della ragione con il nome di Leggi/Precetti ma è
sbagliato, poiché essi non sono altro che conclusioni riguardanti ciò che porta alla conservazione di sé.
- Si depone un diritto mediante una semplice rinuncia o
(senza curarsi di chi ne tragga beneficio)
trasferendolo ad un beneficiario.
Ed una volta ceduto tale diritto, si è tenuti sia a non rendere nullo tale atto volontario e a non impedire che
coloro cui è stato ceduto lo esercitino; tale impedimento sarebbe un’ingiustizia o un torto.
Ogni volta che un uomo depone un diritto, lo fa in considerazione di un diritto che gli viene reciprocamente
trasferito. Questo mutuo trasferimento di diritti si chiama contratto.
Quando invece, il trasferimento di diritti non è mutuo, ma una delle parti lo compie nella speranza di
guadagnarsi l’amicizia, o la reputazione di carità, allora si tratta di un regalo/grazia.
- i Segni del Contratto possono essere espressi, o per inferenza
Sono parole dette con Possono essere conseguenze
l’intelligenza del loro di parole, silenzi, azioni o
significato; possono rinunce ad agire.
riferirsi al passato,
presente e futuro.
- Lo Stato Civile, si contrappone allo stato di natura, in esso è presente un potere stabilito che si preoccupi
che il patto venga rispettato. Chi trasferisce un diritto trasferisce anche i mezzi di esercitarlo. Quindi coloro
che cedono il diritto ad un sovrano di governare, gli danno anche il diritto di imporre tasse e nominare
un’amministrazione della giustizia; strumenti necessari per adempiere ai prop