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Modello di comportamento del consumatore
A A B BUm e Um = utilità marginali dei due beniA BP e P = rispettivi prezziA BIl consumatore massimizza l’utilità scegliendo il paniere di consumo (compatibile con il vincolo dibilancio) per il quale il rapporto fra utilità marginale e prezzo è lo stesso per tutti i beni.
Nella realtà, non esiste alcuna misura oggettiva dell’utilità, come presupposto dalla funzione diutilità precedentemente definita. Tuttavia, è possibile, tramite l’osservazione diretta, definire se unparticolare individuo preferisce un paniere di consumo ad un altro. Tali informazioni sono sufficientiper costruire un modello di comportamento del consumatore che presenti tutte le implicazioni delmodello precedentemente illustrato.
Questo approccio alla teoria del consumatore è definito delle preferenze rivelate e presupponeche i consumatori operino sempre scelte coerenti (e soprattutto stabili nel tempo).
tempo) fra i beni che possono acquistare. La teoria delle preferenze rivelate mostra che ogni consumatore coerente si comporta come se stesse massimizzando la propria utilità. In tal modo, si può usare la massimizzazione dell'utilità per descrivere i risultati di un processo decisionale coerente dei consumatori, anche se non è l'esatto processo attraverso il quale si assumono le decisioni.
Analisi dell'offerta
CONCETTI FONDAMENTALI:
L'azienda è un organismo composto da persone e beni diretto alla produzione di beni e servizi.
L'imprenditore è il soggetto che organizza la produzione e se ne assume il rischio economico.
Impresa è un'unità organizzativa, giuridicamente definita, che prende le decisioni relative alla produzione e vendita dei beni economici. Il suo obiettivo è quello di trarre profitto.
Offerta è la quantità di beni che le imprese mettono a disposizione dei consumatori.
Le imprese presenti sul mercato possono
essere di tre tipologie:
- Le imprese individuali, di proprietà di un individuo il quale ha pieni diritti sul reddito che nericava ed è pienamente responsabile di qualunque perdita l'impresa possa subire
- Le società di persone sono accordi d'affari con i quali due o più persone condividono la proprietà di un'impresa e sono solidalmente responsabili per qualsiasi perdita da essa subita. Tale impresa può assumere diverse forme:
- Società semplice (S.s.)
- Società in nome collettivo (S.n.c.)
- Società in accomandita semplice (S.a.s.)
- Le società di capitali sono organizzazioni legalmente autorizzate a svolgere attività di produzione di beni e servizi; i proprietari (azionisti) sono responsabili esclusivamente nei limiti dell'investimento effettuato nella società, anche se questo dovesse rivelarsi insufficiente a coprire eventuali perdite. Tale impresa può assumere diverse forme:
Un metodo di produzione è considerato tecnicamente efficiente, se la quantità prodotta è la massima possibile dato l'impiego dei fattori di produzione nelle quantità date e non esiste alcun altro metodo che impieghi almeno uno dei fattori produttivi in quantità minore (deve quindi essere caratterizzato dall'assenza di sprechi).
Invece, un metodo di produzione è considerato economicamente efficiente quando, per ottenere un dato livello di produzione, minimizza il costo dei fattori impiegati nella produzione.
Funzione di produzione
La funzione di produzione di un'impresa indica il massimo prodotto che essa può ottenere per ogni dato livello di impiego dei fattori produttivi. La possibilità di cambiare i metodi di produzione varia in relazione ai tempi richiesti per reagire a mutamenti nelle tecnologie o nelle condizioni di mercato. I fattori variabili sono quelli il cui impiego l'impresa può
modificare a piacimento, anche nel breve periodo. I fattori fissi sono quelli il cui impiego è dato nel breve periodo, ma è modificabile nel lungo periodo. Il livello di produzione di un'impresa dipende, nel breve periodo, dalla quantità impiegata dei fattori variabili. Nel seguente esempio, la funzione di produzione di breve periodo, per semplicità, descrive la relazione tra il livello di produzione e il livello di impiego di un unico fattore variabile (la manodopera), ipotizzando costante l'impiego degli altri fattori. La curva del prodotto totale (PT) illustra il rapporto tra l'impiego di un fattore variabile (come il lavoro) e il livello di produzione che ne deriva. Più è grande l'impiego del fattore variabile maggiore è la produzione. Il prodotto marginale (PMa) di qualsiasi fattore di produzione variabile (come il lavoro) è la quantità addizionale di prodotto ottenuta impiegando una unità addizionale diTale fattore. Il prodotto marginale di qualsiasi fattore produttivo diminuisce quando il suo impiego supera una determinata soglia. La curva del PMa indica dapprima un aumento (fase I) e poi una diminuzione (fase II) del rendimento del lavoro.
La tendenza del prodotto marginale di qualsiasi fattore produttivo a diminuire quando il suo impiego supera una certa soglia è così generale da poterlo considerare come una legge. Infatti, da questo concetto nasce la legge dei rendimenti decrescenti che afferma che, se la quantità dei fattori fissi non varia, il prodotto marginale del fattore variabile (ad esempio il lavoro) diminuisce, oltre una certa soglia, all'aumentare dell'impiego di tale fattore.
Il prodotto medio (PMe) di qualsiasi fattore di produzione variabile (come il lavoro) è il rapporto tra la quantità prodotta dall'impresa e la quantità impiegata di quel fattore. Quando il prodotto marginale PMa è superiore al prodotto medio, la
curvadel prodotto medio ha un andamento crescente; quando il PMa è al di sotto del PMe, la curva del PMe ha un andamento decrescente. Il PMe è massimo nel punto in cui interseca la curva PMa nel trattodecrescente.Curve di costo
Il costo di breve periodo deve coincidere, in corrispondenza di ciascun livello di produzione, con la somma dei costi dei fattori variabili associati a quel livello di produzione e del costo dei fattori fissi utilizzati dall'impresa.
I costi fissi (CF) sono i costi derivanti dall'impiego dei fattori fissi e nel breve periodo non dipendono dal livello di produzione dell'impresa.
I costi variabili (CV) sono i costi derivanti dall'impiego dei fattori variabili e dipendono dal livello di produzione dell'impresa.
I costi totali (CT) sono la somma dei costi fissi e dei costi variabili: CT = CF+CV
Il costo marginale (CMa) è il costo in cui si incorre per produrre un'unità addizionale di prodotto.
altre parole, il costo marginale è la variazione del costo totale associata a un incremento unitario nel livello di produzione. Per bassi livelli di produzione, i costi marginali diminuiscono all'aumentare della produzione. Ciò avviene perché ogni unità di lavoro addizionale, richiesta per aumentare la produzione, è più produttiva di quella precedente. In altre parole, se la produttività marginale del lavoro è crescente, il costo marginale è decrescente. Per elevati livelli di produzione, tuttavia, il prodotto marginale del lavoro diviene decrescente e ciò implica che i costi marginali divengano crescenti.
Il costo medio è il costo per unità di prodotto.
Il costo medio fisso è il rapporto tra il costo fisso (CF) e la quantità prodotta.
CMeF= CF / quantità prodotta
Il costo medio variabile è il rapporto tra il costo variabile (CV) e la quantità prodotta.
CMeV= CV / quantità prodotta
La quantità prodotta
Il costo medio totale è il rapporto tra il costo totale (CT) e la quantità prodotta. CMeT = CT / quantità prodotta
All'aumentare della produzione i costi marginali superano quelli medi perché diventa troppo dispendioso produrre un'unità in più incrementando l'impiego di un solo fattore.
L'intersezione avviene nel punto in cui il costo medio è minimo. La variazione dei fattori produttivi provoca lo spostamento delle curve dei costi.
Relazione tra costi medi e costi marginali
I costi marginali sono inizialmente inferiori sia ai costi medi totali che ai costi medi variabili. Ma, in virtù della legge dei rendimenti decrescenti, all'aumentare del livello di produzione i costi marginali divengono superiori ad entrambi i costi medi, dato che diviene sempre più dispendioso produrre unità addizionali incrementando l'impiego del solo fattore lavoro. La curva del costo
nti dai costi fissi). Una variazione dei costi variabili determina una traslazione della curva CV enella stessa misura della curva dei costi totali CT, mentre non sono influenzate né la curva dei costimedii CV né quella dei costi marginali Cma (dato che i costi fissi sono completamente indipendenti daicosti variabili). Una variazione dei costi totali determina una traslazione di tutte le curve dei costi,compresa quella dei costi marginali Cma. In particolare, se i costi totali aumentano, tutte le curve deicosti si spostano verso l'alto, mentre se i costi totali diminuiscono, tutte le curve dei costi si spostanoverso il basso.