Il socialismo
Il socialismo: forma di Stato o forma di governo?
Lo Stato liberale prende forma dalla dichiarazione dei diritti del 1789, che è a sua volta frutto di due diverse tendenze ed ispirazioni: da un lato la concezione dello Stato (di Montesquieu) sostanzialmente aristocratica e non interventista, e dall'altro la concezione (di Rousseau) che propugna una democrazia ugualitaria e talmente radicale da essere sostanzialmente incompatibile con l'adozione dei normali istituti rappresentativi.
Da notare quindi che la Rivoluzione francese cela in sé i germi di tre diversi orientamenti capaci di caratterizzare lo Stato: il liberalismo, la democrazia e il socialismo. Inizialmente si affermò la concezione liberale, perché esistevano le forze sociali interessate e capaci di tradurla in atto. Le altre concezioni rimasero invece latenti e per questo si affermarono in seguito, quando il processo evolutivo dello Stato poté mostrare più chiaramente.
Le contraddizioni insite nello Statoliberale. La crisi economica e sociale dello Stato liberale se da un lato confluisce nell'avvento dello Statototalitario-nazionalista (dove il fine ultimo non è più rappresentato dalla realizzazione del benessere dell'individuo, ma della nazione, rispetto al quale il singolo è un semplice strumento), dall'altro conduce ad un'altra forma di Stato, anche essa nettamente contrapposta allo Stato liberale: lo Statosocialista.
Rapporti economici: il socialismo si contrappone nettamente al liberalismo, avendo come obiettivo (anche se non immediato) l'eliminazione della proprietà privata (che è invece alla base dell'economia liberale).
Rapporti politici: (intesi come limiti alla libertà individuale): non vi è una vera contrapposizione tra liberalismo e socialismo, in quanto entrambi affermano l'esigenza della garanzia della libertà dell'individuo nei confronti dello Stato.
Ma esiste una differenza di tipo quantitativo, nel senso che il socialismo tende a ridurre la libertà individuale ampliando la sfera di intervento dello Stato e sottraendo una serie di materie alla libera disponibilità individuale; la differenza sostanziale si realizza nella garanzia della libertà individuale (che a sua volta comporta una differenza circa l'esistenza dei poteri e dei compiti dello Stato).
Se rimane ferma per entrambi la necessità dell'affermazione del principio di uguaglianza, è nella sostanza che esso non coincide: da un lato il liberalismo ne sostiene una visione individualistica (mancando dunque quei gruppi intermedi in cui l'interesse del singolo si subordina volontariamente all'interesse del gruppo stesso) e dall'altro il socialismo afferma l'esistenza dell'uguaglianza degli interessi dei singoli (che comporta la necessità dell'esistenza di gruppi, quali associazioni sindacali e partiti).
politici organizzati, il cui interesse è un mezzo per realizzare l'interesse del singolo).
Presupposti filosofici: hanno in comune un atteggiamento materialistico (economico nel liberalismo e filosofico ed etico nel socialismo).
Cultura e religione: per entrambi lo Stato deve mantenersi in una posizione di neutralità essendo "affari privati".
Stato liberale e Stato sociale si contrappongono entrambi allo Stato totalitario in quanto negano che l'interesse dello Stato o della società siano il fine ultimo da raggiungere, il cui raggiungimento subordini l'interesse del singolo (specie economico).
Il punto di partenza ideologico del socialismo è la constatazione della profonda disuguaglianza della massa lavoratrice, tale da impedire ai suoi appartenenti di godere effettivamente dei diritti individuali, sebbene garantiti dallo Stato liberale: si rende allora, per il socialismo, necessario creare una società di uguali.
Al socialismo utopistico,
che vagheggiava l'instaurazione di un ordine ugualitario, si contrappone il socialismo scientifico di Marx, che pone alla base dell'attività di trasformazione sociale una dottrina filosofica fondata sul materialismo, che considera la materia (nel senso di un continuo processo di azioni e reazioni) come fondamentale realtà della vita dell'universo (dove lo spirito ne sarebbe derivato), basata su una dialettica di tesi e antitesi che porteranno alla sintesi (il materialismo dialettico per Marx nella vita umana diventa storico). Nei rapporti sociali l'elemento materiale determina forme e condizioni dei rapporti economici (intesi come processi di produzione dei beni): le forme di società sono superstrutture, aventi come base le infrastrutture dell'assetto economico. E l'evoluzione storica è determinata dal sistema che informa di sé il possesso dei beni economici: i possessori dei mezzi di produzione traspongono il proprio.potere economico sul piano politico, legalizzando il loro predominio sulle classi non possidenti i mezzi di produzione attraverso il plusvalore (consistente nella differenza tra il valore reale del lavoro e il suo minore prezzo riconosciuto invece dal datore di lavoro-possessore dei mezzi di produzione), per cui i possessori dei mezzi di produzione possono non pagare il lavoro subordinato per il valore corrispondente alle sue capacità produttive (poiché l'offerta di lavoro è superiore alla domanda e in seguito alla rivoluzione industriale il lavoro subordinato si è trovato ad essere fortemente deprezzato). La proprietà privata dei mezzi di produzione è legata al sorgere di uno Stato che sarà esso stesso uno strumento in mano alla classe possidente i mezzi di produzione, la quale riuscirà attraverso esso ad esercitare "legalmente" il proprio dominio sulla classe non possidente. L'ideologia socialista si propone direalizzare l'uguaglianza attraverso la redistribuzione della ricchezza prodotta (secondo il principio "a ciascuno secondo i suoi bisogni"): ciò porterebbe alla fine dello Stato, il cui fondamento era la contrapposizione tra classe dominante (possidente dei mezzi di produzione) e classe dominata. Si tenga presente l'esistenza di una fase transitoria: 1) lo Stato socialista in senso stretto 2) lo Stato bolscevico. 2) Programma di Gotha e di Erfurt, ispirato al tema della democrazia radicale ed egualitaria, propugna, per arrivare all'eliminazione della proprietà privata, la realizzazione di un sistema elettorale che permetta la piena ed effettiva rappresentanza della classe elettorale (quella proletaria) e l'adozione, su scala generale, degli istituti di democrazia diretta. In tale modo la classe proletaria dovrebbe impadronirsi in tutto il mondo del potere politico, usando poi per espropriare radicalmente i mezzi di produzione. Lo Stato socialista per taleIl programma dovrebbe basarsi sul proletariato industriale, che però doveva unirsi al proletariato agricolo e alla piccola borghesia (dove invece prevalevano interessi conservatori e mancava una vera coscienza del contrasto di interessi tra classe possidente i mezzi di produzione e classe non possidente) per raggiungere la maggioranza numerica necessaria: tale programma fallisce, in quanto la socialdemocrazia prende solo atto del contrasto e le classi possidenti i mezzi di produzione e le classi non possidenti cercano di convivere sino a che sia possibile. 3) Lo Stato socialista si propone di realizzare una frattura nettissima con le precedenti strutture giuridico-politiche e di costituire uno Stato radicalmente nuovo con una società radicalmente nuova. Origini storiche: una delle forze politiche esistenti nell'ultimo periodo del regime zarista era il Partito socialdemocratico, in cui si contrapponevano due correnti, quella di maggioranza (che rivendicava la necessità diUna rivoluzione radicale) e quella di minoranza (che riteneva necessaria una rivoluzione borghese prima di quella proletaria e quindi si appoggiava alla classe della borghesia). Nel 1912 i menscevichi sono estromessi dal Partito. Il contrasto tra bolscevichi e menscevichi si ripropose al Congresso dei Soviet il 19 giugno 1917, quando i bolscevichi non riuscirono ad imporre la nuova regola "tutto il potere ai Soviet" (vale a dire l'eliminazione del Governo provvisorio e delle funzioni di Governo tipiche della democrazia occidentale), ma ci riuscirono al Congresso successivo, eliminando le opposizioni interne e ponendo la base del nuovo Stato. "Tutto il potere ai Soviet" (Assemblee): il nuovo Stato si fonda sulla organizzazione del potere basato sul sistema delle Assemblee ordinate su una struttura piramidale: se per lo Stato socialista l'eliminazione della proprietà privata è la conseguenza del potere esercitato dai lavoratori attraverso i
normalizzazione dei rapporti sociali attraverso la soppressione delle classi borghesi e la creazione di una società senza sfruttamento. Questo viene realizzato attraverso la dittatura del proletariato, che esercita il potere senza limiti legali al fine di eliminare la resistenza delle altre classi. Successivamente, il secondo obiettivo del regime bolscevico è la costruzione di una società comunista, in cui non esisteranno più classi sociali e lo Stato stesso si dissolverà. Questo processo avviene gradualmente, attraverso la trasformazione delle strutture politiche e l'implementazione di politiche economiche e sociali volte a garantire l'uguaglianza e la giustizia sociale. È importante sottolineare che, secondo il principio di legalità socialista, le regole e le leggi del diritto sono considerate legali solo se contribuiscono all'eliminazione dello Stato e del diritto stesso, in quanto strumenti di oppressione delle classi sfruttate.eliminazione delle classi che contrastano con quella proletaria (portavoce dell'interesse generale); il secondo obiettivo consiste nella sostituzione della proprietà privata dei mezzi di produzione con la proprietà di Stato (socialista). Si ha così una prima fase che realizza la società socialista, secondo il principio "da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni". Lo Stato bolscevico si basa sulla caratteristica struttura del principio della democrazia radicale (attraverso i Soviet) e il principio della concentrazione del potere - "tutto il potere ai Soviet" (contrapposto al principio della separazione dei poteri, tutto liberale).
Per quel che riguarda la libertà individuale, lo Stato bolscevico la garantisce espressamente, ma solo se essa risulti conforme agli interessi della classe lavoratrice e allo scopo del consolidamento del socialismo, al fine della realizzazione del comunismo.
nto negativo se ne limiterà l'esercizio). Inoltre, il potere statuale potrà anche stabilire delle restrizioni o dei divieti sull'esercizio di determinati diritti, nel caso in cui ciò sia necessario per tutelare altri diritti o interessi legittimi della società. In conclusione, i diritti fondamentali sono quei diritti che spettano a ogni individuo in quanto essere umano, e che sono garantiti e tutelati dal potere statuale. Tuttavia, il potere statuale ha anche il compito di stabilire i confini e le restrizioni all'esercizio di tali diritti, al fine di tutelare gli interessi della società nel suo complesso.Scarica il documento per vederlo tutto.
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