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MODULO 3. IL PROCESSO DIAGNOSTICO IN PSICOLOGIA CLINICA

La diagnosi assolve molteplici funzioni e compiti, per esempio: la necessità di categorizzare le informazioni, la facilitazione della comunicazione tra addetti ai lavori, facilitazione della comunicazione con il paziente e l'orientamento delle scelte terapeutiche.

Il "MODELLO DEL DISTURBO ORGANICO" postula che i disturbi mentali sono dovuti a processi patologici in specifiche aree o sistemi cerebrali.

Il "MODELLO DELLA FUNZIONE ALTERATA" dice che l'alterazione di una funzione costituisce un fattore di rischio per la salute.

Il "MODELLO BIOPSICOSOCIALE" sostiene che i disturbi sono dovuti alla relazione tra molti fattori e che i fattori esterni acquisiscono la stessa importanza di quelli interni.

Il "MODELLO DELLA DISFUNZIONE DANNOSA" afferma che il disturbo mentale ha due componenti associate di disfunzione cognitivo-emotiva-percettiva e di danno di adattamento.

In ambito clinico

conosciamo due tipi di diagnosi (conoscere attraverso):La Diagnosi Categoriale che prevede due livelli di complessità: 1. per inclusione-esclusione (presenza o assenza della patologia) 2. per inquadramento nosografico clinico (valutazione in base alla definizione delle manifestazioni sintomatologiche.La Diagnosi Dinamica è espressione di un approccio poliedrico e relativo ne prevede invece 3: 1. dinamico interpretativa o descrittiva legata al sintomo (descrive il contesto del sintomo e le manifestazioni osservabili) 2. dinamico processuale o di stato legata alle funzioni (quando si combinano gli elementi in un quadro funzionale, definendo un punto di equilibrio possibile) 3. dinamico strutturale o di psicopatologia, legata alla personalità.Il livello di diagnosi può essere collegato al CONTESTO (spazio-tempo), allo STATO (valutando le modalità e le organizzazioni dinamico-funzionali, il punto di equilibrio) e alla STRUTTURA (elementi di base checaratterizzano la personalità). Si può quindi dire che la diagnosi psicologica è un processo di:
  1. OSSERVAZIONE CLINICA (primo livello di base di astrazione)
  2. INQUADRAMENTO DELLE OSSERVAZIONI CLINICHE IN UNA CORNICE FORMALE RICONOSCIUTA DALLA COMUNITÀ SCIENTIFICA (secondo livello di astrazione)
  3. ELABORAZIONE DI IPOTESI SUI MECCANISMI DI FORMAZIONE E MANTENIMENTO DEGLI ESITI CLINICI NONCHÉ AI FINI DELLA SCELTA DEL TRATTAMENTO (terzo livello di astrazione).
La diagnosi psicologica può inoltre essere divisa in 3 tipologie:
  1. DIAGNOSI DESCRITTIVA: vengono osservate e classificate le funzioni psicologiche che sottendono un determinato fenomeno clinico e la sintomatologia.
  2. DIAGNOSI DI SEDE: sede anatomica o funzionale della lesione.
  3. DIAGNOSI EZIOLOGICA: eziopatologia dei sintomi.
Tra le modalità più frequenti per fare diagnosi troviamo il PDM-2. La diagnosi psicologica nasce dall'empatia e dalle regole, soprattutto quelle del setting.anche dall'individuazione di costanti nella definizione della valutazione diagnostica.

CARATTERISTICHE DELLA DIAGNOSI PSICOLOGICA

Il metodo clinico consiste in un atteggiamento osservativo mirato alla raccolta sistematica di dati relativi al singolo visto nel suo contesto ambientale.

Lo scopo di ogni intervento clinico è quello di aumentare il benessere e l'efficienza degli individui che soffrono, comprendendo lo stato della persona (processo valutativo) modificandone la personalità e il funzionamento (processo terapeutico), modificandone le influenze che agiscono sulla persona generando o aumentando i suoi problemi (processo di controllo ambientale).

La consultazione diagnostica è l'occasione per esporre le proprie paure, le delusioni per i precedenti tentativi terapeutici.

L'invito allo psicoterapeuta è fatto da un altro professionista che svolge il ruolo di inviante.

Si è creata una spaccatura tra approccio psicometrico e clinico, ma

questo ha creato un irrigidimento di una delle due parti. Sono stati criticati i sistemi di siglatura molto complicati, la scarsa utilità predittiva un'inadeguata validità così come anche il troppo tempo necessario per l'apprendimento dei test. Sarebbe opportuno quindi avvalersi di entrambi gli approcci. La ricorrenza ai test ha molti lati positivi (può rendere più chiaro il quadro etc...) ma anche negativi, infatti il clinico potrebbe basarsi troppo sui risultati dei test senza usare il ragionamento clinico. Sono controindicati anche quando il paziente ha bisogno di una presa in carico immediata o è in una situazione di emergenza. I test servono anche al paziente perché gli permettono di dare un senso alla propria sofferenza. La restituzione deve procurare al paziente una chiave di lettura della propria storia e delle proprie vicessitudini relazionali. Che idea ha il paziente dei test? Di solito oscilla tra la cartomanzia e i quiz.

Ma è difficile un rifiuto categoriale di questi. Il clinico deve avere dei giusti elementi per motivare il paziente a sottoporsi ai test e lui dovrà esserne convinto. Solo così potrà instaurarsi una buona alleanza diagnostica.

FASI E STRUMENTI DEL PROCESSO DIAGNOSTICO

L'organizzazione della consultazione diagnostica si sviluppa in 3 fasi:

Fase Preliminare: segnalazione e primo approccio al paziente, presentazione, esposizione dei motivi della consultazione, illustrazione dell'oggetto e scopo della consultazione, individuazione delle aspettative.

Fase Centrale: approfondimento della personalità del paziente attraverso colloquio, test, osservazione. Alla fine lo psicologo giunge alla formulazione di un profilo di personalità.

Fase Conclusiva: sintesi di quanto accaduto, offerta di alcuni spunti di riflessione, analisi della motivazione del paziente per offrire un sostegno ad una situazione di crisi o l'invio ad altro.

professionista, i dati informativi appaiono inizialmente frammentari e discontinui, è poi il nostro lavoro di elaborazione concettuale a connetterli e dargli significato. Cose non trascurabili sono: storia medica del paziente, vita extrafamiliare, vita sessuale e affettiva. L'anamnesi è quindi sia un dato di informazione diretta oggettiva, ma anche uno strumento indiretto per l'indagine dello stile relazionale ed emotivo dell'utente. La diagnosi può essere pensata come spiegazione diagnostica che ha un versante logico (riferimento alla teoria) e uno pratico (indicazioni tecniche della terapia). La diagnosi psicologica, in base al criterio interpretativo utilizzato, può presentare una certa variabilità. Le finalità del colloquio non si possono definire a prescindere, ma in itinere e nel corso dello stesso colloquio queste possono anche modificarsi. Ogni colloquio presenterà momenti diagnostici e momenti terapeutici. Se si tratta un

paziente non diagnosticato possiamo trovarci di fronte a dei pericoli. Uno di questi può essere il trovarsi ad affrontare problemi più gravi di quelli preventivati, senza avere strumenti e capacità adeguate per risolverli.

I dati dei test possono essere spesso più tangibili di quanto non lo siano le interpretazioni o le inferenze del clinico e ci forniscono esempi convincenti del comportamento del paziente. Possono ridurre l'aspetto difensivo facilitando l'alleanza su temi specifici.

Recentemente sono stati costruiti nuovi strumenti finalizzati a valutare:

  • Il funzionamento mentale e la capacità di coping
  • La qualità della vita in rapporto allo stato di salute (la sensazione o il cambiamento rilevato assumono un significato particolare, cioè il sintomo, perché inseriti in un quadro di riferimento specifico, ossia la malattia.

DIAGNOSI E RESTITUZIONE

L'ultimo incontro è dedicato alla restituzione, ossia alla

spiegazione in termini più chiari dei risultati raggiunti. Si riprenderanno brevemente i motivi che hanno portato all'esame diagnostico e si riproporrà una sintesi dell'anamnesi raccolta, evidenziando relazioni temporali e funzionali, tenendo conto del quadro di riferimento dell'interlocutore. Si sottolineeranno le parti sane e quindi le risorse su cui egli può contare. Se dobbiamo presentare un resoconto non al paziente, ma alla comunità scientifica, sarà opportuno anche raccontare l'errore clinico (se in un gruppo ci siamo dimenticati 1 persona, sicuramente vorrà dire qualcosa). Si possono individuare alcune tipologie di restituzione in base ad alcuni elementi: STRUTTURA: dipende dal tipo di diagnosi e dal tipo di relazione con il paziente. FORMA: avviene sulla base della comprensione. MODALITÀ: richiesta dal modo di funzionare del paziente sia da un punto di vista emotivo che cognitivo. SCOPI E PROCESSUALITÀ: sono

Diversi a seconda del setting e degli obiettivi. D'importanza fondamentale è l'alleanza nella restituzione. Si può avere sfiducia e diffidenza nei confronti del clinico.

MODULO 4. MODELLI DI COLLOQUIO

Si deve innanzitutto creare un'alleanza diagnostica, cioè un rapporto emotivo che implica la capacità di trovare uno o più oggetti comuni di lavoro. Il colloquio non può prescindere dall'alleanza.

Il clinico deve osservare il paziente rispetto a 3 aree di funzionamento:

  • Funzionamento emotivo (sentimenti, emozioni e tono dell'umore e dipende da: tipo, labilità, intensità e adeguatezza)
  • Funzionamento cognitivo (livello di coscienza e consapevolezza, orientamento spazio-temporale, attenzione e concentrazione, memoria, capacità di giudizio, capacità di concettualizzazione)
  • Modalità d'interazione

Espressioni del viso e parole dovrebbero essere in armonia, nel caso contrario ci troveremo di

e dalla situazione specifica, ma in generale è importante cercare di comprendere le ragioni dell'arrabbiatura del paziente e rassicurarlo sul fatto che il tempo dedicato alla valutazione è fondamentale per poter fornire una diagnosi accurata e un trattamento adeguato. È importante mantenere la calma e la professionalità, cercando di instaurare un dialogo aperto e empatico con il paziente.
Dettagli
A.A. 2021-2022
49 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariachiaraa99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e tecniche del colloquio clinico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Prestano Claudia.