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La gestione della potenzialità ricettiva nel magazzino

Nel caso di impossibilità di terziarizzazione, la potenzialità ricettiva andrà dimensionata pari al valore massimo della giacenza media.

Nel caso invece di possibilità di terziarizzazione, il valore di potenzialità ricettiva potrà essere scelto all'interno dell'intervallo [MINg, ..., MAXg]. Al solito il valore si ricava dal trade off delle voci di costo interessate. In particolare si ha che all'aumentare della potenzialità ricettiva aumenteranno i costi del magazzino, mentre parallelamente diminuiranno i costi di terziarizzazione.

Il criterio di allocazione diametralmente opposto rispetto allo shared storage è il cosiddetto dedicated storage, o allocazione per posti dedicati. In questo caso, per facilitare le operazioni di rintracciabilità in magazzino degli articoli, e quindi di prelievo manuale, ogni articolo viene destinato in una ben determinata area del magazzino. In definitiva, la ricettività.

complessiva del magazzino sarà quindi parialla somma delle giacenze massime dei singoli articoli, e quindi molto maggiore rispetto al caso shared storage. Nel caso di dedicated storage quindi, il processo che porta alla determinazione della potenzialità a partire dall'analisi dei dati storici è identico rispetto al caso di allocazione per posti condivisi, solamente che in caso di allocazione per posti dedicati si utilizzeranno i dati storici di giacenza massima per ogni articolo invece che quelli di giacenza media. Un caso intermedio tra allocazione per posti condivisi ed allocazione per posti dedicati è rappresentato dal caso di allocazioni per classi o class based storage. In questo caso gli articoli vengono suddivisi in 2/4 classi, in funzione del valore assunto da un parametro fondamentale di movimentazione, dall'indice di accesso (è dato dal rapporto tra il numero di movimentazioni nel rappresentato periodo di. - giorno, mese anno - e la ricettività del magazzino). Nel caso abbastanza probabile in cui non vi siano correlazioni significative tra le giacenze degli articoli di una stessa classe, si potrà ritenere ragionevolmente e con buona approssimazione che i picchi di giacenza si compensino nel periodo, per cui si potranno dimensionare le zone relative a ciascuna classe utilizzando i dati storici di giacenza media, analogo al caso shared storage. Scelta delle tipologie di magazzino Una volta determinati i valori dei parametri fondamentali di progetto del magazzino, ricettività e potenzialità di movimentazione, si tratta di individuare le tipologie di magazzino più adatte per la situazione in esame. Tale scelta deve tenere conto anche di vincoli di natura tecnica, quale ad esempio la selettività richiesta, ma anche da motivazioni di carattere economico o strategico, quali ad esempio il costo delle attrezzature di stoccaggio e di movimentazione.

La possibilità di riconfigurare facilmente il magazzino, lo spazio a disposizione, ecc.

In una fase preliminare i parametri fondamentali a cui fare riferimento possono essere ridotti all'indice di accesso ed alla selettività richiesta al magazzino.

L'indice di accesso (IA) di un magazzino, come già affermato prima, è dato dal rapporto tra il numero di movimentazioni nel periodo di riferimento considerato (giorno, mese, anno) e la ricettività del magazzino, espresse in unità tra loro coerenti (es. n° pallet).

IA = F / PR

F = num. Movimentazioni

L'indice di accesso ha le dimensioni dell'inverso di un tempo ed esprime la frequenza di rotazione nel periodo di riferimento dell'intero magazzino: magazzini con indici di accesso elevati sono quindi magazzini fortemente dinamici.

- IA alto selettività alta

Si può prendere in considerazione l'investimento in sistemi a scaffalature serviti da

trasloelevatori; inmentre l'utilizzo diquesto caso infatti le scaffalature consentono una selettività pressoché unitaria,all'elevato numero di accessitrasloelevatori permette di far fronte ai vani.–IA basso selettività alta per un'elevata selettività ma servitisi potrà ricorrere a sistemi più economici, sempre con scaffalatureda carrelli manuali a forche. La selettività rimane pressoché unitaria, dal momento che tutte le unità dicarico possono essere prelevate direttamente, ma il limitato numero di movimentazioni può essererealizzato anche con sistemi manuali.–IA alto selettività bassaQuando non si ha a che fare con merci deperibili e con la necessità di gestire il magazzino tramite unapolitica FIFO rigida, si possono adottare sistemi quali la catasta, il live storage o il drive in. Nel caso dicatasta o live storage inoltre, si riesce a garantire un livello di gestione di

tipo FIFO non rigida, intermini però non di singola unità di carico ma di fila di prodotti stoccata a magazzino, a patto che le filevengano sempre riempite per intero dallo stesso prodotto.–IA basso selettività bassasi può prendere in considerazione l’ipotesi dell’adozione di un sistema a scaffali mobili. Dimensionamento dell’area di stoccaggio Una volta determinate le possibili soluzioni alternative, è necessario procedere ad un dimensionamentomassima dell’area di stoccaggio. Questo processo si articola indi tre passi fondamentali: • determinazione della superficie di stoccaggio richiesta; • determinazione del lay out ottimale dell’area di stoccaggio; • scelta delle modalità di allocazione delle merci. Determinazione della superficie di stoccaggio richiestada cui partire per determinare la superficie complessiva da destinare all’area diIl dato di progettostoccaggio è rappresentato

Dalla ricettività richiesta al magazzino, espressa ad esempio in numero di pallets. Sulla base della ricettività data è possibile calcolare la superficie da destinare al magazzino attraverso la determinazione del numero di unità di carico contenute nel modulo unitario dell'unità geometrica elementare magazzino. Il modulo unitario rappresenta che, ripetuta ordinatamente, consente di riprodurre la pianta del magazzino. Il tipo di magazzino e il sistema di movimentazione adottato, influenzano sia la larghezza dei corridoi sia le dimensioni del vano. In seguito saranno illustrati i seguenti "casi notevoli":

  1. Magazzino con scaffalature bifrontali e carrelli a forche retrattili
  2. Magazzino con scaffalature bifrontali e con carrelli trilaterali
  3. Magazzini automatici serviti da trasloelevatore
  4. Magazzini live storage

La prima operazione consiste nel dimensionamento del vano pallet e nel dimensionamento del corridoio. Innanzitutto si ipotizza lo

stoccaggio del pallet con il lato corto parallelo al corridoio e quindi da ciò si desume immediatamente la dimensione del vano pallet. Ciò che invece incide su tali valori è il mezzo di movimentazione scelto, infatti avendo supposto di utilizzare carrelli a forche retrattili sono necessari corridoi di almeno 3 m di larghezza, in modo da garantire le operazioni di manovra dei carrelli stessi. Il numero di livelli di stoccaggio dipende dalla massima altezza raggiungibile dalle forche dei carrelli; quindi comprensiva dell'ultimo pallet sarà quindi data dall'altezza massima delle forche più l'ultimo pallet; ovviamente tutto ciò compatibilmente con l'altezza standard di un capannone industriale.

2 Rispetto al caso precedente rimarranno inalterate le dimensioni del vano pallet mentre potranno essere ridotte le dimensioni del corridoio; valori plausibili in questo caso sono

Attorno a 1,8 m è l'altezza massima di presa forchelarghezza. Inoltre anche sarà maggiore utilizzando carrelli trilaterali. Rispetto al caso precedente si avranno quindi minori superfici necessarie a parità di ricettività richiesta al magazzino, e quindi costi di acquisto terreno minori, con costi di costruzione al m però maggiori e maggiori costi dei carrelli.

L'unità di carico che si suppone di dover stoccare è come prima un pallet; il vano per lo stoccaggio presenta però le dimensioni leggermente maggiori rispetto al caso precedente; inoltre anche i giochi l'altezza del che devono essere assicurati tra i pallet sono in questo caso maggiori. Per quanto riguarda le considerazioni sull'altezza delle scaffalature e sulla massima fabbricato oltre a ripetere le considerazioni prima quota raggiungibile dal mezzo di movimentazione, si deve tenere conto che, solitamente, deve essere Δ tra il soffitto del fabbricato e l'ultimo.

pallet; questo spazio viene stimato mantenuto uno spazio libero in 1,2 m circa. Possono essere realizzati corridoi più stretti rispetto a corridoi di magazzini serviti da carrelli a forche, con larghezza di circa 1,4 m. Ancora una volta si può affermare che le superfici da occupare col magazzino a parità di ricettività sono minori rispetto ai casi già esaminati, ma ciò va sempre "pesato" con il maggior sforzo economico che bisogna sostenere. In questo caso le dimensioni del vano devono prevedere una maggiore larghezza, per tenere conto della necessità di inserimento di pareti divisorie tra i vani stessi. La profondità è però ridotta alla profondità del pallet dal momento che le unità di carico sono accumulate in ciascuna fila l'una a ridosso dell'altra. Per quanto riguarda l'utilizzo dimensionamento del corridoio, di carrelli a forche frontali impone un corridoio di larghezza

non inferiore a 3,5 m.

Le stesse considerazioni e gli stessi calcoli effettuati per le quattro tipologie di magazzini, possono essere ripetute considerando una diversa disposizione dell'unità di carico. L'unità di carico viene in questo caso immagazzinata anziché con il lato più lungo ortogonale al corridoio di prelievo, con il lato corto ortogonale al corridoio stesso. Si tratta di una configurazione comunemente adottata in magazzini in cui si effettuano operazioni di picking.

Si nota come in questo caso si recuperino mediamente 40 cm nella dimensione del corridoio.

In generale, oltre che per ragioni di sfruttamento superficiale, si preferisce comunque l'adozione di una configurazione che preveda l'inforcamento del pallet per il lato più corto (lato corto parallelo al corridoio) dal momento che questa configurazione consente una maggiore stabilità ed un minore ingombro.

Determinazione del lay out ottimale dell'indice di

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A.A. 2020-2021
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SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/35 Ingegneria economico-gestionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher james60 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Logistica industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Guizzi Guido.