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Estratto del documento

M

quantità, allora il valore ottimale sarebbe p . Questo è il prezzo di monopolio e corrisponde al punto in cui

MR = MC, e in corrispondenza di questi prezzi i profitti sono pari alla superficie A.

Ora, supponiamo che il monopolista fissi una tariffa a due stadi. Per ogni valore di p, il venditore dovrebbe

fissare f al livello massimo compatibilmente con il vincolo che i consumatori siano ancora disposti ad

acquistare il bene, e questo livello massimo è dato dal surplus del consumatore, CS(p), l’area sotto la curva

di domanda e sopra il prezzo.

M M

Per p = p , il surplus del consumatore è dato dall’area B, ovvero CS(p ) = B. Se invece il prezzo è pari al

costo marginale, c, allora CS(c) = A + B + C.

Sia π(p) il profitto lordo del monopolista in funzione del suo prezzo, cioè π(p) = (p – c) D(p). Se il venditore

stabilisce la parte f al livello massimo che i consumatori sono disposti a pagare, allora i suoi profitti lordi

saranno dati da: π(p) = π(p) + f = π(p) + CS(p)

Ma questo è esattamente il surplus totale, W(p), e quindi abbiamo π(p) = W(p).

Ciò implica un primo importante risultato: se il venditore può usare una tariffa a due stadi e tutti i consumatori

hanno la stessa domanda, allora il prezzo (ossia la parte variabile) che massimizza i profitti lordi è la stessa

che massimizza il surplus totale, ovvero il prezzo efficiente (p = c).

Come sappiamo, l’efficienza (ossia la massimizzazione del surplus totale) richiede che il prezzo uguagli il

costo marginale, per cui la tariffa a due stadi ottimale deve prevedere p = c.

La parte fissa ottimale allora sarebbe pari al surplus del consumatore in corrispondenza di p = c, ovvero,

f = CS(p) = A + B + C.

Con l’introduzione di una tariffa a due stadi notiamo che:

• Aumentano i profitti da A a A + B + C;

• Il surplus totale aumenta da A + B a A + B + C, in quanto l’output è aumentato, come richiede

l’efficienza allocativa;

• Il surplus lordo dei consumatori aumenta da B a A + B + C, in quanto il prezzo marginale scende da

M

p al costo marginale;

• Ma il surplus netto del consumatore diminuisce da B a zero, in quanto è catturato dal monopolista

attraverso f.

In altre parole l’efficienza totale aumenta, ma il benessere dei consumatori cala in seguito all’applicazione di

un prezzo non lineare.

In conclusione: Pag. | 7

una tariffa a due stadi ottimale consiste di una parte fissa positiva e di una parte variabile più bassa del

prezzo di monopolio. Il surplus totale è più alto che in regime di prezzi uniformi.

10.3.1 Consumatori eterogenei e tariffe multiple

Supponiamo ora che ci siano diversi tipi di consumatori, inoltre, ipotizziamo che i consumatori di tipo 2 usino

il bene più intensamente di quelli di tipo 1, cosi che CS (p) > CS (p), per ogni p.

2 1

Dato che ci sono diverse tipologie di consumatori, è naturale ipotizzare che il venditore fissi diverse tariffe a

due stadi. Se il venditore potesse identificare i consumatori dei vari tipi, allora la soluzione sarebbe

estremamente semplice: il venditore fisserebbe p = c e f = CS (c).

i i

Il problema è che nel mondo reale il venditore non può osservare esattamente a quale tipologia appartiene

un determinato consumatore e anche se questo fosse possibile, una discriminazione di prezzo di questo tipo

sarebbe considerata una violazione della legge antitrust.

Supponiamo però che il venditore offra ai consumatori la scelta tra un ventaglio di offerte (tariffe a due stadi).

Una tariffa con p = c e f = CS (c), e un’altra tariffa, con p = c e f = CS (c). Questo menù di tariffe, nel caso

1 2

non siano imposte, ma scelte liberamente, non potrebbe funzionare: entrambe i 2 tipi di consumatori

sceglierebbe la prima tariffa, che ha lo stesso prezzo marginale ma una parte fissa più bassa.

Per evitare che entrambe i tipi scelgono la prima tariffa, il venditore deve fare in modo che i consumatori di

tipo 2 non abbiano convenienza ad adottare la prima tariffa.

Inoltre, il consumatore deve fare in modo che ogni tipo di consumatore preferisca pagare la parte fissa e

acquistare il bene nella quantità ottimale per lui piuttosto che non consumare niente.

Il venditore deve tenere conto:

• Vincolo di incentivazione, che richiede che i consumatori di tipo i preferiscono la tariffa i alla tariffa j;

• Vincolo di partecipazione, richiede che ogni consumatore preferisca acquistare una quantità positiva

che non acquistare affatto.

Il menù ottimale della tariffa prevede:

• f = CS (p ) e p > c (soluzione non efficiente);

1 1 1 1

• f < f < CS (p ) e p = c.

1 2 2 2 2

Ciò significa che i consumatori di tipo 2 pagano una parte fissa relativamente alta, f > f , ma un prezzo

2 1

marginale basso, p = c. I consumatori di primo tipo, pagano invece una parte fissa più bassa, f = CS (p ),

2 1 1 1

ma un prezzo marginale più alto, p > c.

1

È importante chiarire che sono i consumatori a scegliere la tariffa, e dato il menù di tariffe i consumatori si

selezionano da soli.

Rispetto al caso con un solo tipo di consumatori, ci sono due differenze.

In primo luogo, i consumatori la cui domanda è bassa pagano un prezzo maggiore del costo marginale, p >

1

c, il che implica che la soluzione non sia efficiente in senso allocativo.

In secondo luogo, i consumatori al alta domanda pagano una parte fissa inferiore alla loro disponibilità a

pagare, ovvero f < CS (p ).

2 2 2

Di conseguenza il profitto del venditore è più basso di quello che si potrebbe ottenere se si potessero

selezionare i consumatori direttamente. Questo minor profitto è il prezzo che il venditore deve pagare per

ricorrere all’autoselezione dei consumatori.

10.4 Categorizzazione, combinazione di beni e altre forme di selezione dei consumatori

La discriminazione di terzo grado è stata definita come il caso in cui prezzi diversi sono applicati a diversi

gruppi di consumatori, in base a certe caratteristiche osservabili dei consumatori che sono correlate con la

loro disponibilità a pagare. Quindi, il venditore può identificare il gruppo a cui ogni consumatore appartiene,

in base a qualche caratteristica osservabile esternamente.

Spesso, però, il venditore sa che l’universo dei potenziali consumatori è formato da diversi gruppi, ma non sa

a quale gruppo appartiene un determinato consumatore.

Anche se è impossibile identificare direttamente a quale gruppo appartenga ciascun consumatore, il

venditore può tentare di selezionare i consumatori in modo indiretto. L’idea è quella di offrire diversi

“trattamenti” in modo che i consumatori si autoselezionino a seconda del gruppo a cui appartengono.

Quindi altre forme di autoselezione dei consumatori sono:

10.4.1 Classi di prodotti Pag. | 8

Offerta di diverse combinazioni qualità – prezzo tale da indurre i consumatori ad autoselezionarsi in base alla

loro disponibilità a pagare.

Una forma estrema di questa tattica è quando le imprese per realizzare una discriminazione di prezzo,

riducono la qualità di alcuni prodotti che già offrono, in altri termini quando le imprese peggiorano

volutamente i prodotti.

Una diversa qualità può implicare costi diversi di produzione, ma esistono anche casi estremi in cui l’impresa

deve addirittura sostenere un costo addizionale per abbassare la qualità.

In primo luogo, notiamo l’esistenza di discriminazione di prezzo attraverso la differenziazione della qualità,

infatti si potrebbe sostenere che le differenze di prezzo riflettano differenze di costo.

In secondo luogo, la discriminazione di prezzo può avere effetti positivi per tutti, cioè può condurre ad un

miglioramento paretiano poiché sia l’impresa, sia i consumatori con alta e bassa disponibilità a pagare

stanno meglio di prima.

L’impresa sta chiaramente meglio di prima, altrimenti non avrebbe realizzato questo tipo di discriminazione, i

consumatori con bassa disponibilità a pagare stanno meglio, perché, in assenza dei beni peggiorati, non

avrebbero acquistato il bene, e infine, è probabile che i consumatori con alta disponibilità a pagare stiano

meglio perché l’impresa probabilmente dovrà ridurre il prezzo per il prodotto di alta qualità. La ragione di

questo è che un differenziale di prezzo eccessivo potrebbe indurre i consumatori con alta disponibilità a

pagare a spostarsi sul bene di bassa qualità.

10.4.2 Vendite collegate

Le vendite collegate, o bundling, è un’altra strategia volta a selezionare i consumatori e realizzare una

discriminazione di prezzo. Possiamo distinguere tra bundling puro, in cui gli acquirenti possono scegliere tra

acquistare l’intero pacchetto o non acquistare per niente, e il bundling misto, in cui gli acquirenti hanno la

possibilità di acquistare l’intero pacchetto o ciascuna delle sue componenti.

Offrendo diverse versioni dello stesso prodotto, o diverse combinazioni di prodotti collegati, un’impresa può

essere in grado di discriminare tra diversi tipi di consumatori.

10.4.3 Beni durevoli

Elemento essenziale nella decisione di acquistare beni durevoli è il “quando”. Le strategie di prezzo relative

ai beni durevoli consentono di effettuare una discriminazione di prezzo lungo un’altra dimensione, quella

temporale.

Praticando oggi prezzi diversi da quelli futuri, un monopolista può riuscire a vendere ai consumatori con alta

disponibilità a pagare a un prezzo elevato e ai consumatori con bassa disponibilità a pagare a un prezzo più

basso.

L’idea è quella di fissare un prezzo alto oggi e sperare che i consumatori con alta disponibilità a pagare

acquistino subito; poi in futuro, una volta che i consumatori con alta disponibilità a pagare hanno acquistato il

bene, si fissa un prezzo più basso che genererà ulteriori vendite ai consumatori con bassa disponibilità a

pagare.

Sfortunatamente, la speranza che i consumatori con alta disponibilità a pagare acquistino nel primo periodo

può rimanere tale.

In effetti un consumatore razionale dovrebbe mettersi nei panni di un venditore e capire che sarà

nell’interesse di quest’ultimo abbassare i prezzi nei periodi successivi.

Quindi, la strategia “prezzi alti oggi, bassi domani” porta i consumatori, senza distinzione, a comprare

“domani”, aspettando gli sconti futuri.

Quindi la strategia sarebbe controproducente:

• le vendite sono molto dilazionate nel tempo;

• il prezzo medio è molto più basso rispetto al caso in cui si fissasse il prezzo di monopolio in

entrambe i periodi.

Qu

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
50 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martins93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Castellani Davide.