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A
1 REAZIONE: la formazione di un doppio legame
trans-α,β per deidrogenazione è catalizzata dal
flavoenzima acil-CoA deidrogenasi e porta alla
2
formazione di trans- Enoil-CoA. Esistono tre
isozimi dell’acil CoA deidrogenasi ciascuno
specifico per un ambito di lunghezza della catena di
acido grasso substrato: la deidrogenasi degli acil
CoA a catena lunga, VLCAD (catene da 12 a 18
atomi di C); la deidrogenasi degli acil CoA a catena
media, MCAD (per catene carboniose di 4/14 atomi
di C) e la acil-CoA deidrogenasi a catena corta,
SCAD (per catene carboniose di 4-8 atomi di C). Gli
elettroni rimossi dal acil-CoA sono trasferiti al FAD
legato all’enzima (che si riduce a FADH ) che a sua
2
volta trasferisce immediatamente questi elettroni
+
(riossidandosi a FAD ) ad un trasportatore di
elettroni nella catena respiratoria mitocondriale, la
flavoproteina che trasferisce elettroni ETF. ETF
trasferisce una coppia di elettroni dal FADH ad
2
una flavoproteina ferro-zolfo ETF: l’ubichinone
ossidoreduttasi, che a sua volta trasferisce una
coppia elettronica alla catena di trasporto degli
elettroni mitocondriale riducendo il coenzima Q
(CoQ). La riduzione di O ad H O tramite la catena
2 2
di trasporto degli elettroni porta alla sintesi di 2
ATP per ogni coppia di elettroni trasferita.
L’ossidazione catalizzata dall’acil-CoA deidrogenasi è analoga a quella catalizzata dalla
a
succinato deidrogenasi nella 6 del ciclo dell'acido citrico (rif. pagina 260): in entrambe le
reazioni gli enzimi sono legati alla membrana mitocondriale interna e introducono nella
molecola di un acido carbossilico un doppio legame tra gli atomi di carbonio e rispetto
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al carbossile, il FAD è l'accettore degli elettroni che sono poi trasferiti alla catena
respiratoria e all'ossigeno.
A
- 2 REAZIONE: nella seconda fase dell’ossidazione degli acidi grassi viene aggiunta da parte
dell’enoil-CoA idratasi una molecola d'acqua al doppio legame del trans- formando 3-
L--idrossiacil-CoA; questa reazione è formalmente analoga a quella della fumarasi del
a
ciclo dell'acido citrico (7 reazione a pag. 258) in cui viene aggiunta una molecola d'acqua
.
ad un doppio legame
A +
- 3 REAZIONE: la deidrogenazione dipendente dal NAD del β-idrossiacil-CoA è mediata
dalla 3-L-idrossiacil-CoA deidrogenasi (enzima altamente stereospecifico) con la
conseguente formazione del corrispondente β-chetoil-CoA; il NADH che si forma in questa
reazione dona i suoi elettroni alla NADH deidrogenasi, un complesso coinvolto nel
trasporto degli elettroni nella catena respiratoria. Quando gli elettroni passano dal NADH
all’ossigeno come accettore finale della catena respiratoria, si forma ATP a partire dall’ADP;
-idrossiacil
la reazione catalizzata dalla CoA deidrogenasi è strettamente analoga a quella
catalizzata dalla malato deidrogenasi nell’ottava tappa del ciclo dell'acido citrico (pag.259).
A
- 4 REAZIONE: prevede la rottura del legame C −C catalizzata dalla Acil-CoA
α β
acetiltransferasi, meglio conosciuta come tiolasi, in una reazione di tiolisi (in analogia con
-chetoil
l’idrolisi) in cui il CoA reagisce con una molecola di coenzima A libero che, da
nucleofilo, attacca il carbonio carbonililico in idrolizzando il legame con il gruppo
metilenico. Si libera così un frammento a due atomi di carbonio dalla regione
carbossiterminale dell'acido grasso legato alla molecola di CoA, ossia un’unità di l’acetil-
CoA. L'altro prodotto della reazione è il tioestere dell'acido grasso, l’acil-CoA rimanente
(che nel caso dell’ossidazione del palmitato è il miristoil-CoA), ma con una catena acilica
ora raccorciata di due atomi di C. La sequenza delle reazioni della beta ossidazione è un
meccanismo molto efficace per destabilizzare e rompere i legami singoli Carbonio-Carbonio
(-CH -) naturalmente molto poco reattivi e alquanto inerti. Le prime 3 tappe infatti,
2
rendono molto meno stabile il carbonio metilenico in quanto costeggiato, su entrambi i
lati, da carboni carbonilici. La funzione chetonica sul carbonio lo rende un ottimo
elettrofilo, suscettibile all’attacco di un CoA-SH libero, parimenti, l’acidità degli idrogeni
legati al carbonio in e la stabilizzazione per risonanza del conseguente carbanione
rendono il gruppo -CH – CO – S – CoA un buon gruppo uscente, facilitando la rottura del
2
legame C −C
α β.
Le ultime tappe di questa sequenza a 4 reazioni sono catalizzate da due gruppi di enzimi a seconda
della lunghezza delle catene degli acidi grassi: per le catene con 12 o più atomi di carbonio le
reazioni sono catalizzate da un complesso multienzimatico associato alla proteina trifunzionale
TFP, questo complesso è un eterottamero con una composizione in subunità Ogni subunità
4 4.
idrossiacil
ha una doppia attività, quella della enoil CoA idratasi e della CoA deidrogenasi
mentre alle subunità appartiene l'attività tiolasica. L’associazione di tre attività enzimatiche
sull’eterottamero consente l’incanalamento dei substrati da un sito all'altro senza che diffondano
fuori dalla superficie del complesso. Una volta accorciata la catena dell'acido grasso fino a
raggiungere i 12 atomi di carbonio o meno l'ulteriore ossidazione viene catalizzata da un gruppo di
4 enzimi presenti all'interno della matrice mitocondriale. Poiché l'ossidazione degli acidi grassi
consuma sostanze nutrienti importanti questo processo è sottoposto a regolazione in modo tale
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che si possa attivare solo quando la cellula lo richiede. Nel fegato, gli acil-CoA a livello citosolico
possono andare incontro a due destini: la ossidazione da parte degli enzimi presenti nei
mitocondri oppure la conversione a triacilgliceroli o fosfolipidi da parte degli enzimi citosolici. La
scelta o dell’una o dell’altra dipende dalla velocità di trasferimento degli acil-CoA a catena lunga
nei mitocondri. La concentrazione del malonil-CoA, primo intermedio della biosintesi citosolica
degli acidi grassi a catena lunga a partire dall’acetil-CoA aumenta quando l’animale è ben fornito di
carboidrati. L’eccesso di glucosio che non può essere ossidato o conservato sotto forma di
glicogeno viene convertito in acidi grassi conservati poi come trigliceridi. L'inibizione della
carnitina aciltransferasi I da parte del malonil CoA rallenta l'ossidazione degli acidi grassi quando
il fegato dispone di molto glucosio come combustibile o quando sta sintetizzando triacilgliceroli
dallo zucchero in eccesso: due enzimi sono coinvolti nella ossidazione e sono regolati anche dai
meccanismi che segnalano un’abbondanza energetica. Quando infatti il rapporto tra
idrossiacil
+
[NADH]/[NAD ] è elevato la CoA deidrogenasi viene inibita, inoltre concentrazioni
elevate di acetil-coenzima A inibiscono la tiolasi. Al contrario la diminuzione della concentrazione
di ATP e l'aumento della concentrazione dell’AMP attiva la chinasi AMPK che fosforila diversi
enzimi tra cui l’acetil CoA carbossilasi inibendola e determinando così un calo della
concentrazione del malonil-CoA. A questo punto l’inibizione della carnitina aciltransferasi I viene
rimossa e il trasporto degli acidi grassi nei mitocondri per la beta ossidazione può riprendere.
La completa ossidazione di una molecola di acido grasso è un processo fortemente esoergonico
che produce numerose molecole di ATP. Ad esempio per l’ossidazione dell’acido palmitico 16:0 (a
partire dal palmitoil-CoA) sono necessari 7 cicli di β-ossidazione, con la generazione di 7 FADH , 7
2
NADH e 8 acetil-CoA. L’ossidazione degli 8 acetil-CoA, a sua volta, produce 8 GTP, 24 NADH e 8
FADH . Poiché la fosforilazione ossidativa delle 31 molecole di NADH produce 93 ATP e quella delle
2
15 molecole di FADH produce 30 ATP, sottraendo i 2 equivalenti di ATP necessari per la
2
formazione dell’acido grasso acil-CoA, l’ossidazione completa di una molecola di palmitato porta
a una resa di 129 molecole di ATP. Praticamente tutti gli acidi grassi di origine biologica
contengono solo doppi legami di tipo cis, che quasi sempre sono localizzati tra C9 e C10 (a cui ci si
9
riferisce con Δ o doppio legame 9). Ulteriori doppi legami, se ve ne sono, sono intervallati da tre
atomi di carbonio e quindi non sono mai coniugati.
- OSSIDAZIONE DEGLI ACIDI GRASSI INSATURI: due esempi di acidi grassi insaturi sono
l’acido oleico e l’acido linoleico, nella β-ossidazione degli acidi grassi come l’acido
linoleico, i doppi legami creano due problemi risolti con l’azione di altri tre enzimi. 270
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In relazione all’acido oleico 18:1 (figura
accanto) la difficoltà enzimatica si
incontra dopo il terzo ciclo di β-
ossidazione: il risultante enoil-CoA
3
contenente un doppio legame Δ cis-
β,non è un substrato dell’enoil-CoA
enoil-CoA
idratasi. L’enzima isomerasi,
3
tuttavia, converte il doppio legame cis-Δ
2
in doppio legame trans-Δ . Il composto
2
trans-Δ dodecenoil-CoA è il normale
substrato per l’enoil-CoA idratasi, per cui
la β-ossidazione può continuare. Nell’acido linoleico 18:2 (figura
accanto) uno dei doppi legami è a
livello di un atomo di carbonio
dispari (e al terzo ciclo viene risolto
con il meccanismo
precedentemente illustrato)
mentre l’altro è localizzato su un
atomo di carbonio pari. Questo
costituisce la successiva difficoltà
che si incontra al quinto ciclo di β-
ossidazione: la presenza di un
doppio legame a livello di un
atomo di carbonio pari porta alla
formazione di 2,4-dienoil-CoA, che
non è un buon substrato per
l’enoil-CoA idratasi. Tuttavia, la
2,4-dienoil-CoA reduttasi NADPH-
dipendente riduce il doppio
4
legame Δ ; la reduttasi dei 3
mammiferi genera trans- -enoil-
CoA, il quale, per procedere lungo
la via della β-ossidazione, deve
prima essere isomerizzato a trans-
2
-enoil-CoA, ancora una volta,
mediante la reazione catalizzata
dalla 3,2-enoil-CoA isomerasi.
271
Univ