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Q R
indipendenti: o (ricavi).
R−Ř Ř
: vendite profittevoli, dove R è il livello dei ricavi attesi, è il ricavo di
equilibrio (ovvero il livello minimo di ricavo che l’impresa deve conseguire per non
avere perdite.
3 Grandezze caratteristiche dello stato strutturale:
P(R), ovvero il profitto espresso come prodotto tra tasso di contribuzione (TC) e
o Ř
vendite profittevoli TC ° (R – ).
Ř il ricavo di equilibrio (CS/TC)
o TC tasso di contribuzione
o 24
Ř
L’espressione = CS/TC viene rappresentata graficamente (ascisse TC, ordinate
Ř ) da un’iperbole equilatera che si chiama Isocosto di struttura, perché ogni punto
sull’iperbole contiene il medesimo livello di costi di struttura.
Legge dei cambiamenti dei
Quest’isocosto va a rappresentare la cosiddetta
cambiamenti di stato, infatti ogni punto sulla curva rappresenta un diverso stato della
struttura dell’impresa. Questa legge è associata ad una struttura specifica, ogni
struttura avrà il suo isocosto.
Adeguamenti: cambiamenti strutturali di lieve entità, frequenti, che implicano il
cambiamento di stato, ma non il variare della struttura specifica. Può dipendere sia da
un cambiamento nelle relazioni tra i componenti, che da un cambiamento dei
componenti. L’adeguamento consiste nell’utilizzare meglio le capacità incorporate
nella struttura. Porterà ad un incremento del tasso di contribuzione TC e una
diminuzione del reddito di equilibrio. Oltre un certo
livello l’adeguamento risulta inefficace, o poco efficace, poiché le manovre
incrementive di TC sono molto difficili nel breve, e alla lunga avranno poco effetto sul
Reddito d’equilibrio.
Trasformazioni: cambiamenti strutturali ancora più significativi, meno frequenti e
hanno un impatto sui costi di struttura. La trasformazione consiste sia in un
cambiamento di stato che in un cambiamento di struttura specifica (nuova curva di
isocosto). L’effetto sul profitto può essere ambiguo, può infatti aumentare la variabile
TC e diminuire il R d’equilibrio, o viceversa.
Anche se adeguamento e trasformazione hanno un impatto positivo sul profitto,
l’impresa potrebbe comunque non metterli in atto, a causa del rischio.
Ristrutturazione: modificazione delle fasi a monte della matrice concettuale, ovvero
struttura ampliata e schema organizzativo di massima, cioè andiamo a modificare il
disegno fondamentale dei processi che vogliamo fare all’interno o delle forniture che
“make or buy”,
vogliamo ottenere. C’è la modificazione quindi dell’equilibrio ovvero
quanto vogliamo fare all’interno e quanto acquistiamo dall’esterno. La ristrutturazione
può portare anche a una modificazione del business in cui operiamo. Può essere
make or buy,
fisiologica (ogni volta che si va a toccare l’equilibrio in termini di
toccando lo schema organizzativo di massima) o patologica (spesso non sono
cambiamento voluti, ma subiti, quando si arriva a questo tipo va a rischio anche
l’identità dell’impresa; es. cessione aziendale, cambia la proprietà) 25
Capacità sistemiche: sono delle capacità di cambiamento, che favoriscono o meno
l’effettuazione delle modificazioni. Collegata all’adeguamento c’è l’elasticità, per le
trasformazioni c’è la flessibilità preordinata (è legata all’eccesso di potenziali rapporti
inter-sistemici, se l’organo di governo ha previsto una scorta di potenziali soggetti da
contattare in un secondo momento sostituzione di sogg. chiave), per le
ristrutturazioni la flessibilità innovativa.
Modi gestionali con cui si sfrutta l’elasticità:
Elasticità come produttività maggiore.
o Elasticità come efficienza tecnica, non aumento la produzione, miglioro il consumo
o delle risorse.
Tassi di elasticità riguardanti il mix della produzione:
Elasticità di prodotto: cambiare qualche piccola parte all’interno del mix (es.
o modificare le dosi).
Elasticità di mix: è quando cambio il peso percentuale, ossia le quantità tra le
o relative produzioni.
Elasticità di prezzo: piccole limature nei prezzi.
o Elasticità di approvvigionamento: se abbasso il prezzo, aumentano le quantità che
o riesco a vendere. Ho quindi bisogno di maggiori input e posso chiedere uno sconto
per una superiore quantità da acquistare.
LEVA OPERATIVA: esprime la reattività, la sensibilità, l’elasticità dei risultati attesi al
variare dei ricavi attesi. Il suo campo d’oscillazione è tra 1 e infinito. Se vale 1 vuol
dire che i risultati attesi variano della stessa percentuale della variazione dei ricavi
attesi. Quando è alta rappresenta un segno di debolezza quando i mercati sono maturi
(ricavi crescono poco), recessivi (ricavi decrescono) o instabili. Quando invece il
mercato è espansivo, una leva operativa elevata sarà un fattore di forza, di
potenzialità.
LO (R) = ΔP/P / ΔR/R ΔP/ΔR R/P
1) ×
PRIMA FORMULA : faccio il rapporto tra la variazione percentuale dei risultati sulla
variazione percentuale dei ricavi di vendita.
ΔP/ΔR è un rapporto incrementale che può essere scritto anche come derivata della
funzione di profitto al variare dei ricavi attesi. Sapendo che il profitto può essere
espresso anche come TC × (R – Req), derivandola in R otteniamo TC (= ΔP/ΔR) e
possiamo riscrivere tutto come:
2) LO (R) = TC × R/P
SECONDA FORMULA: nessuna delle due formule può essere rappresentata
graficamente, avendo due variabili. Allora proviamo ad eliminare la variabile P
sostituendola con la formula del profitto TC × (R – Req), ed otterremo:
3) LO(R)= 1 / [ 1 - (R – Re) ] 26
TERZA FORMULA: studio la f. cercando i punti estremi, i limiti. Per R che tende a
infinito, la leva operativa sarà uguale a 1 (asintoto orizzontale). Per R = Req,
ovvero quando R assume il suo valore minimo, le leva operativa tende all’infinito
(asintoto verticale). LO (P) = 1 + TC × Req/P
4) Esplicitando la funzione rispetto a R, otteniamo
QUARTA FORMULA: conferma che la leva operativa decresce al crescere del
LO (P) = 1 + CS/P,
profitto. Dato che TC × Req sono i costi di struttura (CS) si
capisce che è una funzione sensibile ai costi di struttura, ai costi fissi (crescere al
crescere di questi).
Modello delle azioni di sviluppo o modello delle alternative strategiche: indica cosa
succede quando l’impresa è in grado di fare sviluppo, ovvero quando aumenta CS, lo
sviluppo senza investimenti non si fa. ΔCS > 0 è il presupposto del modello. Si
vengono a creare altre due grandezze: la leva di contribuzione (indica come reagisce il
tasso di contribuzione TC all’aumentare di CS) e la leva delle vendite profittevoli
(quanta parte dell’aumento dei ricavi attesi si trasforma in vendite profittevoli).
4 possibili strategie di sviluppo:
Otteniamo
Mera crescita dimensionale: forma di miglioramento di breve termine apparente.
Leva di contribuzione bassa (CS aumenta di parecchio, TC di poco), dunque la
crescita è solo dimensionale. È una situazione di rischio.
Azioni di razionalizzazione: incremento di CS porta ad un ritorno immediato in
termini di efficienza. TC cresce più che proporzionalmente rispetto a CS, ma i nuovi
investimenti non incrementano molto le nostre vendite profittevoli (efficienza alta,
ritorno dal mercato basso).
Azione di crescita o espansione commerciale: sviluppo più quantitativo che
qualitativo, efficienza migliora di poco, ma le vendite migliorano parecchio.
Azione di sviluppo: azione migliore, c’è uno sviluppo sia quantitativo che
qualitativo, migliora efficacia ed efficienza.
Sistema finanziario: è un sistema rilevante, la rilevanza la riconduciamo sempre ai
caratteri della criticità della risorsa mezzi propri o capitale di debito, e l’influenza
può essere più o meno significativa a seconda della patrimonializzazione, della
configurazione della struttura finanziaria K = mezzi propri + indebitamento
(patrimonializzazione è il rapporto tra mezzi propri e indebitamento. Più l’impresa è
patrimonializzata, minore è l’influenza e la rilevanza del sistema finanziario.
Il sistema finanziario è un sistema vitale, e come tutti deve essere finalizzato alla
sopravvivenza, intesa come realizzazione del processo di intermediazione finanziaria.
La sua attività specifica è infatti quella di essere in mezzo, intermediare, tra unità in
surplus e unità in deficit, in condizioni di efficienza e stabilità (intesa come capacità di
prevenire le crisi). La configurazione del sistema finanziario e soprattutto l’organo di
governo sono molto complessi, infatti dipende dall’ambito geografico di riferimento
27
(nazionale, europeo, ecc.). La sua struttura operativa è formata sostanzialmente da 3
grandi gruppi: intermediari finanziari, mercati finanziari e altri operatori.
Esempi di intermediari finanziari e operatori-fondi sono i Private Equity (investono nel
capitale di rischio di un’impresa diventando socio, l’ambizione è che l’impresa aumenti
di valore e il fondo possa vendere profumatamente la propria partecipazione), i
Venture Capital (forma di Private Equity che finanzia imprese giovani, le Start up, dove
il prodotto è poco più di un’idea) e i Business angels (soggetti privati benestanti che
investono e finanziano anche lo studio di un’idea di prodotto).
2 tipologie di sistema finanziario:
Bank based: basati sulle banche che mettono in collegamento unità in surplus e in
PRO:
deficit, legame forte tra banca e impresa. questo stretto legame fa sì che la
banca intervenga anche consigliando all’impresa sui progetti di investimento e
sulle decisioni. Inoltre la banca è disponibile a offrire aiuto all’impresa anche se
quest’ultima è in crisi.
Market based: i mercati finanziari assumono un ruolo molto rilevante nello
svolgimento della funzione tipica di intermediazione. Il risparmio delle famiglie
affluisce alle unità in deficit attraverso i mercati di borsa. Per questo l’azionariato è
PRO:
più diffuso. maggiore autonomia dal sistema finanziario, con conseguenze che
CONTRO:
possono essere sia favorevoli che sfavorevoli. asimmetrie informative,
per quanto un investitore possa studiare un’impresa, non avrà mai le stesse
informazioni di chi la governa (disclosure: