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ESISTENZA DI DIO
IMMORTALITA' DELL'ANIMA
Se io, attraverso un metodo razionale, arrivo a dimostrare queste due verità, nessuno potrà dire che la mia filosofia contrasta
con la fede cristiana.
Il punto di partenza della metafisica è il DUBBIO METODICO (Il dubbio viene, da Cartesio, applicato a tutto tranne che al
metodo). e riflette in maniera approfondita sull’ anima e sull’ idea di Dio
IV Capitolo: problema del dubbio metodico
(fornisce le 3 prove) ossia i fondamenti di metafisica;
Dubbio di Cartesio
Il punto di inizio del discorso è il dubbio , inteso quale sospensione del giudizio, al fine che i pregiudizi non
interferiscano, non alterino le conoscenze.
Il dubbio può essere inoltre fonte di una sospensione definitiva di giudizio, di conoscenza che porta a quello che è lo
scetticismo ossia alla possibilità di potere procedere nella conoscenza.
Cartesio
Proprio per questo ragione nell’esaminare la posizione del dubbio individua due modelli di dubbio: 1) dubbio
iperbolico ossia quel dubbio che fa sospendere in modo definitivo il giudizio asserisce Cartesio questa è opera di un genio
maligno che ci inganna, che non vuole che noi possiamo cogliere, che possiamo accostarci a forme conoscitive. E questo ha
metodico
come atto finale la sospensione definita della conoscenza ossia lo scetticismo; 2) il dubbio , ossia un dubbio che
viene usato per una indagine di una verità assolutamente certa.
Il filosofo estende la metodologia del dubbio a qualunque ambito del sapere, per arrivare ad affermare che nessuna
conoscenza di ordine pratico si può sottrarre al dubbio.
Descartes articola il suo dubbio tramite un esame degli strumenti della nostra conoscenza, riprendendo anche critiche già
elaborate dalla tradizione scettica:
è necessario dubitare dei sensi, (conoscenza sensibile) perché questi possono ingannare l’individuo;
passa ad analizzare le verità matematiche; infatti, asserisce Descartes, sia che dorma sia che sia sveglio due più tre daranno
sempre cinque;
però, anche la certezza delle matematiche non pare più a Cartesio indiscutibile se si elabora un’altra tesi: non è detto che
Dio abbia marcato nell’uomo immagini di una realtà che non c’è e che abbia voluto che l’uomo si ingannasse inoltre in quelle
conoscenze che si presentano con le caratteristiche dell’evidenza immedita;
si può anche supporre che l’ uomo sia stato creato, non da un Dio buono, ma da un genio maligno che inganna l’ uomo e gli
fa apparire vero ciò che in realtà è falso, però non potrà fare che l’uomo dia il suo consenso a questo suo inganno; ma il
dubbio libera l’uomo in questo modo dall’assenso ad un errore e ad un inganno.
L’ipotesi del genio maligno serve, nell’itinerario cartesiano per impedire che si dia il consenso a conoscenze senza di
fondamento evidente e a liberare la mente dagli inganni dei sensi.
Cogito ergo sum Cogito ergo sum
Alla base di tutto c’è il dubbio. Il dubbio deve essere metodico ( ).
Il dubbio che era stata alle fondamenta della base della sospensione di giudizio inizia a dare i suoi frutti. Il frutto fondamentale
è che quando io sospendo il giudizio io posso asserire di tutto posso dubitare tranne del fatto che sto dubitando, se dubito
significa che penso, se penso significa che esisto, da qui la celebre frase cogito ergo sum .
Cogito ergo sum ergo
L’espressione che Cartesio usa qualcuno fa un tentativo di un’interpretazione di quel che sta a
significare dunque.
Dunque nel procedimento logico significa la conclusione di un sillogismo. E’ pensatore dell’autonomia
Cartesio l’ergo del Cogito ergo sum
Per questa ragione chiarirà questo dubbio dicendo che il sta ad indicare l’intuizione .
Quindi come vedete il dubbio diventa una strada tramite il lungo il percorso che mi porta come conseguenza finale ad
affermare esplicitamente di esistere in quanto essere pensante.
Obiezioni al cogito
Le “Meditazioni metafisiche” avevano avuto una lunga gestione, poiché Cartesio sperava di ottenere l’approvazione della
facoltà teologica dell’Università della Sorbona :dovette però divulgare l’opera solo attraverso privati. Questo libro è la raccolta
delle obiezioni (che furono 7 Catero ; Mersenne ; Hobbes ; Arnauld ; Bourdin ; Gassendi ) al cogito.
Le obiezioni più significative furono :
Arnauld : accusa Cartesio di compiere un circolo vizioso .Se il cogito è accettato perché è evidente, la regola dell’evidenza
deve essere anteriore al cogito perché ne costituirebbe il fondamento à quindi se giustifichi l’evidenza col cogito compi un
ragionamento circolare.
Risposta : il cogito non risulta evidente perché conforme alla regola dell’evidenza , ma perché il cogito è la stessa
autoevidenza esistenziale che il soggetto ha di se stessoà il cogito è autoevidente.
Gassendi : il cogito è una forma di sillogismo abbreviato: tutto ciò che pensa , esiste; io penso; dunque esisto.
In un sillogismo, affinché risulti vero , la premessa principale deve essere veraà ma qui cade nel dubbio, quindi neanche la
conclusione sarà vera .
Risposta : il cogito è un’intuizione, non un ragionamento.
Hobbes : Cartesio ha ragione a sostenere che l’IO , in quanto pensa, esiste, ma avrebbe torto a esprimere come esiste ( dal
cogito si può ricavare l’essere pensante)à esempio :sto passeggiando, quindi sono un passeggiata...
Risposta : l’uomo non sempre passeggia ,ma pensa sempre .Il pensiero indica l’atto del pensiero, talvolta la facoltà, talvolta
l’oggetto (=sostanza) con cui si identifica questa facoltà.
Se è vero che Cartesio sostiene che la certezza del pensare è indubitabile , perché sostiene che il soggetto del pensiero è
una sostanza pensante?
La sostanza pensante sarà la RES COGITANS = anima àdimostrazione dell’esistenza dell’anima indipendente dal mondo à
l’anima è immortale.
In effetti ha dimostrato solo l’immaterialità dell’IO . La sua capacità di esistere indipendente dal corpo è un’illazione che
Cartesio compie quando concepisce il pensiero indipendente dal corpo à pensiero = idea chiara e distinta.
Che poi, alla chiarezza di un’idea debba corrispondere anche la sua verità ( = esistenza reale del suo contenuto ) è solo un
presupposto dovuto al metodo matematico.
Le idee e Dal Cogito a Dio (prove dell’esistenza di Dio) Cartesio
E’ logico che nel momento in cui abbiamo questa visione si determina subito per la identificazione di quelle che sono
le idee (le nostre rappresentazioni mentali o immagini delle cose).
Per dimostrare l'esistenza di Dio, Cartesio muove dal fatto che l'idea di Dio sia un'idea innata. Egli infatti divide le idee in:
1) Le idee fattizie sono le idee che nascono direttamente dall’esperienza. Perciò sono soggette ha possibili errori legati alla
loro conoscenza sensibile; 2) le idee avventizie sono quelle idee che maturano tramite tutte le conoscenze che ci vengono
date, che ci vengono inculcate. Questo sono soggette a quelli che possono essere ipotetici errori nei quali sono incorsi, coloro
i quali ce li dettano; 3) le idee innate che l'uomo ha fin dalla nascita.
Fra queste idee innate c’è fondamentalmente l’idea di Dio. Qui Cartesio riprende un vecchio discorso già presente nella
riflessione filosofica precedente secondo la quale riflessione si può dire che Dio esiste poiché se Dio non esistesse non lo
potrei addirittura pensare.
Il filsofo dà 3 prove sull’esitenza di Dio: 1. Nell’uomo l'idea di Dio di Cartesio è come essere <<eterno, infinito, immutabile,
onniscenete, onnipotente, creatore>>. Questa non può realizzata dall’uomo: questi si dimostra essere finito. Allora l’idea di
infinito è innata e deve avere la sua origine in un essere infinito che è in me, è Dio; 2. Se si suppone che Dio non esiste, l’
individuo si deve chiedere da dove possa derivare il suo pensiero (qualità superiore), pertanto se l’ uomo fosse causa di se
stesso si sarebbe dato delle perfezioni che invece non possiede; l’uomo non può essersi creato da solo, ma deve esser stato
Prova ontologica:
creato da Dio, il quale ha posto in lui l’ idea di perfezione; 3. è una ripresa dell’ argomento ontologico (come
S. Anselmo), si fa’ derivare l’esistenza di Dio dall’ idea di Dio.
Dualismo cartesiano
Dualismo cartesiano La identificazione di due modi di essere di Dio che Cartesio identifica nella Res cogitans e nella Res
extensa.
Res cogitans Res
La che permette di avere una visione dell’universo mentale, le cui componenti essenziali sono le idee ; la
extensa l’universo fisico e l’universo materiale
ossia tutto ciò che concerne . L’universo fisico e l’universo materiale è
1) la estensione il movimento leggi fisiche
caratterizzato da tre elementi essenziali: , 2) , 3) ossia le leggi meccaniche cioè le
leggi che riguardano lo studio del movimento.
Cartesio i tre principi fondamentali della meccanica 1) il principio di inerzia; 2)
è un grande filosofo, matematico individua :
il principio del moto rettilineo uniforme; 3) il principio di conservazione della quantità di moto.
Che cosa è che permette il rapporto fra la Res cogitans e la Res extensa?
Egli asserisce che fra la Res cogitans e la Res extensa noi abbiamo la possibilità di una mediazione che è dettata dalla
ghiandola pineale. Cartesio chiarisce che l’errore è nell’asserire o negare qualcosa di un’altra. Il giudizio per
Il problema dell’errore
questo filosofo nasce dal concorso di intelletto e volontà. L’errore è imputabile alla nostra volontà, che ci può partare ad essere
impazienti e frettolosi e perciò ci può portare a ritenere chiare, distinte idee che sono invece ancora confuse, oscure.
L’intelletto umano è limitato, però la volontà umana è libera.
Per evitare l’errore, l’intelletto deve, perciò, precedere la determinazione della volontà. Non è Dio il motivo dei nostri errori, né
la facoltà che ci ha dato, però il cattivo utilizzo che l’uomo fa di questa facoltà.
Metafisica è quella parte della filosofia che, andando oltre gli elementi contingenti dell'esperienza sensibile, si occupa
degli aspetti ritenuti più autentici e fondamentali della realtà, secondo la prospettiva pi&ugra