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ALCUNI ASPETTI DEL POLITEISMO
Che cos’è la religione?
RUDOLF OTTO, Il sacro, 1917
L’essenza di ogni religione è il sacro = mysterium tremendum et fascinans, mistero
(= assolutamente estraneo alla dimensione umana) che ispira timore ma allo stesso
tempo attrae e affascina.
>> categoria filosofico/teologica, non storica
Opposti ma complementari
Le tracce di questa definizione che dà si trovano nelle fonti, ma è filosofo e si inoltra
nell’ambito difficile da studiare di “cosa provano gli uomini”.
GIULIA SFAMENI GASPARRO
Giulia Sfameni Gasparro, Introduzione alla storia delle religioni, 2011
“Uno degli aspetti del fatto religioso [è] (…) l’idea che l’uomo possa instaurare dei
rapporti, variamente qualificati caso per caso, con entità potenti, diverse da sé, non
visibili né tangibili ma pure presenti nella realtà che lo circonda e capaci di
intervenire nella sua esistenza”.
È possibile instaurare rapporti con questa entità > altrimenti si arriva alla negazione della
religione (cfr Epicurei: gli dei esistono, ma vivono lontani – intermundia – in una
dimensione in cui è impossibile raggiungerli e che essi influiscano sulla vita umana. In una
filosofia simile la religione non ha alcun valore → negazione della religione)
Parla di fatto religioso
E' un tentativo abbastanza soddisfacente perché mette in luce tanti aspetti importanti della
religione.
E' vero che il sacro va al di là della dimensione umana e che gli dei sono diversi e più
potenti degli uomini; però il presupposto fondamentale di questa definizione è che sia
possibile instaurare dei rapporti con queste entità → altrimenti si arriva a una negazione
della religione: ad esempio gli epicurei ritengono che gli dei esistono (l'ateismo
nell'antichità non è quasi per niente diffuso) ma sono lontani, in una dimensione
impossibile da raggiungere e da cui non è possibile che intervengano nella vita degli
uomini → idea che gli dei siano inutili alla vita umana → in questo tipo di filosofia la
religione non ha più valore (anche se Epicuro afferma che gli dei sono perfetti e felici e in
quanto tali si prestano in parte a fare da modello morale per l'uomo). Comunque il non
poter comunicare con le divinità limita la loro utilità.
Rapporti variamente qualificati caso per caso → preghiera, sacrificio, offerta, supplica,
dono votivo, ecc.
La Sfameni Gasparro cerca di dare una definizione in cui entrino tutte le religioni.
In genere gli dei sono non visibili e non tangibili → nel mondo antico il modo in cui
appaiono agli uomini non è la loro vera essenza → la vista degli dei nella loro vera natura
sarebbe insostenibile per l'uomo → ce lo racconta, per esempio, il mito di Senele, amante
di Zeus, la quale istigata da Era, gelosa, chiede a Zeus di mostrarsi a lei in tutta la sua
potenza, per com'è veramente (non nella forma antropomorfica che usa per essere visto e
capito); in questa versione mitica Zeus alla fine appare sotto forma di luce da cui
sprigionano lampi e Senele rimane incenerita.
Nonostante non siano visibili e tangibili, dice la studiosa, gli dei sono presenti nella realtà
umana, possono intervenire nella vita dell'uomo. Ci sono elementi che non posso essere
controllati dall'uomo → la spiegazione più semplice è che sia qualcun altro a controllarli;
quella più difficile è che sia tutto nel caos, nel caso (in questo senso intervengono alcune
filosofie come in parte quella epicurea)
Classificazione monoteismo // politeismo
Anche nelle religioni politeiste è stata attraversata una fase in cui ci si è avvicinati al
monoteismo (es Platone, Aristotele: unico ente). Ma sempre nell'ambito del politeismo,
perché nel monoteismo in realtà una caratteristica fondamentale è che l'unico dio abbia
creato il mondo.
SFAMENI GASPARRO
Monoteismo: [religione che venera] un dio personale, creatore di tutta la realtà e
• trascendente rispetto ad essa, attivo nella vicenda storica in cui si manifesta la sua
potenza, che esclude l’esistenza di qualsiasi essere divino accanto a sé e postula
da parte dell’uomo un’accettazione esclusiva e definitiva, in vista di una prospettiva
salvifica
> Dio personale: ha sua fisionomia, personalità
> Creatore di tutta la realtà (Nel politeismo gli dei sono parte della realtà, non suoi creatori)
Gli dei sono concittadini (soprattutto quelli romani), vivono nello stesso ambito degli
uomini (per quelli romani la città), ma non sono sullo stesso livello >> concittadini
di alto rango. Interessati ai beni della città proprio come gli uomini.
> Richiesta di esclusività, esclusivismo (molto rara nel politeismo antico → le sette
(orfismo e pitagorismo) non escludono però la fede in molti dei)
> Prospettiva oltremondana salvifica (nel politeismo non nella religione ufficiale, solo nei
riti misterici che promettono una vita più felice, uguale a quella terrena)
Altre caratteristiche del Monoteismo
> Individualismo: scelta personale dell'individuo che deve fare un gesto che lo renda parte
della comunità dei fedeli
> Universalismo: tutti devono fare tale scelta >> proselitismo
> Esclusivismo: dedizione assoluta ad un solo dio >> vocazione religiosa >> vita
religiosa // laica (distinzione non presenta nel politeismo perché no distinzione sacro //
profano)
Il termine "monoteismo" non è antico, è una formazione moderna (1600). Utilizzata dagli
studiosi moderni applicato alle "tre religioni del libro": Giudaismo, Cristianesimo, Islam
Libro sacro
• Dogmi
• Uno o più profeti
•
nb. sono comunque fenomeni storici: hanno evoluzione storica e geografia: no fenomeni
monolitici
es Cristianesimo in Cina – raffigurazione della Madonna col bambino con iconografia
tipicamente orientale (fiore di loto, tratti fisici orientali) → cfr "ognuno immagina gli dei
simili a sé"
Politeismo: Un complesso più o meno organicamente strutturato di potenze
• personali con prerogative funzionali ben precise, esplicate da tali potenze in
rapporto allo scenario cosmico, nei suoi vari «dipartimenti», e alla vita umana,
anch’essa considerata nell’ampio ventaglio dei suoi aspetti, ciascuno dei quali (o
insiemi omologhi dei quali) risulta posto sotto la sovrintendenza dell’una o dell’altra
personalità divina, operante in una sorta di sinergia con tutte le altre del medesimo
quadro.
> Caratterizzati da potenza superiore agli uomini
> Caratteristiche che li definiscono come identità, sono identificabili → tradotto
nell'antropomorfismo greco e romano nelle rappresentazioni artistiche
> Concepite come raggruppate in diversi ambiti
> Create per rispondere alle necessità degli uomini 21/02
Prerogative funzionali e ben precise che si esplicano in rapporto allo scenario cosmico
(vari ambiti del cosmos; terra, al di là, cielo etc).
Il politeismo prende in considerazione tutti gli elementi della vita umana e dello spazio
cosmico e per ognuno c’è una divinità a cui ci si può rivolgere, a cui un aspetto pertiene.
Sia uomini sia donne → strano perché la funzione femminile in ambito civile e sociale era
molto ridotta. Ma in ambito religioso la donna ha un ruolo in tutte le fasi della sua vita. Il
parto felice, il parto sfortunato, donna che muore durante il parto etc tutti aspetti sotto la
protezione di una divinità.
“Aspetti omologhi” → es tutte le attività artigianali sono sotto protezione dea Atena
“sinergia” → una delle principali differenze col monoteismo. Le divinità si intrecciano nella
protezione. Nel monoteismo c’è esclusivismo. Gli dei del politeismo agiscono in una sorta
di sinergia tra loro. Anzi nel politeismo venerare una sola divinità sarebbe empietà. Se
rappresentano tutti gli aspetti della vita umana, bisogna considerarli tutti, non si può vivere
parzialmente, dimenticare ed ignorare una parte di vita.
Es tragedia di Euripide su Ippolito. Ippolito è cacciatore, figlio di un’amazzone (Ippolita) e
Teseo; alla caccia presiede Artemide. Ippolito commette empietà dedicandosi solo al culto
di Artemide ignorando Afrodite → purezza, castità, caccia in senso quasi religioso fatta
come scelta di vita VS sessualità, amore, matrimonio, tutto ciò che in una polis, società
civile, è imprescindibile, si sarebbe uomini a metà, si andrebbe contro interessi della
comunità.
Altri (e stessi ripetuti) aspetti del politeismo
Sistema virtualmente aperto: può assorbire divinità e correnti, anche provenienti da
• altri paesi es Patera di Parbiago, culto di Cibele dalla Frigia dal VI sec aC, culto
assorbito con le dovute modifiche: i culti non si trasmettono inalterati, ogni comunità
prende ciò che più le è utile.
>> no proselitismo, MA non sistema tollerante al 100% (Soprattutto romani,
religione romana imposta alle province, lasciando sopravvivere credenze locali. In
età imperiale culto dell’imperatore.)
A Roma (e in Grecia) non si accettano tutti i culti stranieri, alcune divinità sono
considerate pericolose es Senato consulto contro i baccanali (degenerazione del
culto di Bacco).
In Grecia cfr processo di Socrate
Politeismo antichi: no dogmi, no profeti (→ la religione nasce con la società stessa,
• non fondata da un uomo, tanto meno mandato da dio), no libri sacri
Dei non trascendenti rispetto al mondo, che per lo più non hanno creato
• Termine “politeismo” creazione antica
• polutheos = che venera molti dei
◦ polutheia = insieme di molti dei – non è molto diffuso, è presente in Eschilo ma
◦ con un significato leggermente diverso da quello che intendiamo noi
suffisso “ismo” è la componente moderna
◦
Usato per la prima volta in questo senso da Filone di Alessandria (30 aC – 40 dC), filosofo
ebraico, in senso polemico.
Visione interessante perché è un monoteista che parla del politeismo.
PUNTO DI VISTA EMICO/ETICO
Termini nati in ambito linguistico ed antropologico.
Coniati da Kenneth Pike negli anni 70s circa, emic / etic, prendendo la desinenze delle
parole phoneic (fonologia) e phonetic (fonetica) >> fonetica: studio dei suoni dall’esterno;
fonologia: studio dei suoni come percepiti da chi li produce
In antropologia questi due aggettivi hanno applicazione m