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CAPITOLO 11: IL REGIONALISMO COMPETIZIONE O COOPERAZIONE(di J. Ikenberry)

L’idea del regionalismo in politica internazionale appartiene essenzialmente al XX secolo. Dopo la prima guerra mondiale, al momento della sua prima formulazione, i liberali professavano idee universalistiche di sicurezza collettiva e governance globale, che lasciavano poco spazio al regionalismo. Ma la sconfitta della Società delle Nazioni vede il rinascere di un certo interesse verso accordi regionali che sostenessero un ordine mondiale stabile. Anche durante la seconda guerra mondiale, gli inglesi e altri leader europei presero in considerazione un sistema post-bellico organizzato intorno a sfere d’influenza regionali. Durante la Guerra fredda prese forma un tipo diverso di regionalismo: Europa, Sud America e Asia orientale crearono sfere di sicurezza regionale distinte, tutte però legate agli Stati Uniti; l’Unione Sovietica si mosse a sua volta per creare accordi finalizzati ad alleanze regionali.Molti patti di sicurezza regionale fallirono, e la NATO rimase la sola associazione regionale davvero multidimensionale. Nello stesso periodo nacquero la CEE e la CECA, che avviarono l'integrazione dell'Europa occidentale verso l'integrazione regionale.
  1. Significati e teorie del regionalismo
Il termine regionalismo può significare molte cose.
  1. La nascita di un'integrazione economica e sociale dentro una determinata area geografica. Questo processo non comporta alcuna "ingegneria politica" da parte dei governi: operano solamente le attività aziendali guidate dal mercato, mentre si registra una diffusione transnazionale di persone e associazioni (ad esempio la diaspora regionale di cinesi nel Sud-Est asiatico).
  2. Regionalismo manifesto nelle realtà condivise di un popolo dentro una determinata regione geografica (ad esempio la nozione di Occidente corrisponde a un'identità regionale).
  3. Cooperazione interstatale. È quello a cui ci si riferisce

Oggi quando si parla di regionalismo. Si tratta di un'organizzazione formale istituita dagli Stati attraverso accordi politici ed economici, posta in essere almeno in parte per promuovere una maggiore cooperazione regionale (l'esempio migliore è l'UE). La logica sottesa è che gli Stati rinunciano a una certa autonomia di policy in cambio della gestione congiunta di uno spazio economico e politico comune.

2. Varietà di regionalismo

Il regionalismo può essere: aperto/chiuso, coercitivo/consensuale, gerarchico/bilanciato, economico/politico; può essere il risultato di un'operazione decentralizzata dei mercati o di azioni determinate compiute dagli Stati; può prendere la forma di blocchi politico-economici esclusivi e conflittuali o rimanere aperto e decentralizzato.

Un esempio di regionalismo fondato sul dominio militare è l'impero regionale giapponese degli anni '30 (comprendente Giappone come centro decisionale e Cina).

Taiwan e Corea fusi con la forza a partire dal 1931). Era un ordine autarchico, ovvero con confini definiti e con scambi con il resto del mondo limitati. Dall'altra parte si può collocare un'immagine di regione molto più aperta e politicamente benevola, risultato non intenzionale di scambi economici decentralizzati e dotata di confini permeabili e indistinti, senza la presenza di istituzioni politiche né forme di dominio coercitivo. Si tratta di una regione solo per la presenza di Paesi strettamente raggruppati dal punto di vista geografico, ad esempio la regione dell'Asia-Pacifico. Dimensioni del regionalismo: - Carattere dell'integrazione economica o l'estensione dell'interdipendenza economica tra gli Stati che fanno parte della regione. L'integrazione economica a sua volta può riferirsi a aspetti differenti: il grado o il livello di interdipendenza economica tra gli Stati nella regione (es. alto o grado come l'UE obasso come il NAFTA);
l’equilibrio o grado di simmetria, cioè se gli Stati all’interno della regione sono differentemente dipendenti gli uni dagli altri (caso di maggior asimmetria) o se hanno un grado e un tipo di dipendenza maggiormente uguale (caso di maggiore equilibrio o simmetria);
il livello delle barriere per le relazioni economiche all’interno e all’esterno della regione, che quindi vede confini regionali più bassi (in caso di mancanza di tariffe comuni né barriere discriminatorie verso l’interno) o confini regionali più alti (con frontiere meno permeabili e tariffe discriminatorie nei confronti dell’esterno).
- Carattere politico, ovvero la misura in cui la regione è anche un’organizzazione politica, con mete e relazioni oltre l’integrazione economica. Il regionalismo politico possiede caratteristiche specifiche:
Il grado in cui il regionalismo politico è plasmato da Stati che condividono

Specifici obiettivi politici (es. CE); Il processo alternativo, che conduce alla nascita del regionalismo politico tramite l'integrazione economica che determina poi quella politica (processo bottom-up, con operatori economici che spingono verso maggiore integrazione regionale, es. il caso dell'area Asia-Pacifico).

Presenza di una leadership politica nella regione e il suo carattere. Se una regione è definita esclusivamente in termini di integrazione economica, la leadership politica non esiste o non conta molto; se invece essa è organizzata inizialmente dagli Stati, con una precisa agenda politica, la regione può organizzarsi intorno a un singolo grande Stato (regione unipolare) o attorno ad alcuni Stati di dimensioni simili (regione multipolare). In entrambi i casi il carattere della leadership può andare dal dominio coercitivo alla benevolenza e consenso.

Fonte dell'integrazione regionale:

  • Economica
  • Politica

Unipolare/ NAFTA

Sfera di

co-prosperità della più grande Gerarchico Asia Orientale Modello organizzativo Multipolare/ APEC Unione Europea decentralizzato

3. Regionalismo e apertura

Oggi in politica la forza dominante è il regionalismo o la globalizzazione? 28

Entrambi sono parte di un unico processo. Oggi la globalizzazione rappresenta una corrente molto più forte del regionalismo nel dare forma all'ordine mondiale; ciononostante si stanno diffondendo nel mondo accordi commerciali regionali, segno che il regionalismo si sta dimostrando compatibile con la crescita di un'economia politica sempre più aperta e integrata.

Questi accordi commerciali regionali derivano per la maggior parte da un orientamento economico liberale. Oggi il regionalismo economico ha un'agenda politica quasi inesistente e incrementa il commercio interno soprattutto abbassando le barriere interne, piuttosto che innalzandole verso l'esterno; questo regionalismo odierno è una risposta a tre

impulsi: - l'ondata di accordi regionali degli anni '80 e '90 è stata prodotta dalla svolta registrata nelle strategie di sviluppo economico dei PVS; quindi questi e i PA condividono sempre più concezioni simili dei mercati; - la liberalizzazione del commercio mondiale verso negoziati multilaterali globali è diventata sempre più problematica; gli accordi commerciali regionali consentono di raggiungere più velocemente risultati riguardanti le barriere commerciali, risultati difficili da negoziare in contesti multilaterali; - l'evoluzione in atto nell'economia mondiale ha reso sempre più difficile l'uso dei tradizionali strumenti macroeconomici per gestire le proprie economie e stimolare la crescita: gli accordi commerciali regionali sono attraenti, in quanto consentono ai leader politici di ottenere un certo grado di crescita tramite una politica di governo. Queste tre ragioni suggeriscono un'altacompatibilità con un'apertura economica globale continuata, poiché sono strumenti di policy, e non obiettivi di policy. Quindi è possibile sostenere che sia le agende e le istituzioni regionali sia quelle globali sono importanti e che ciascuna ha un proprio ruolo da giocare. CAPITOLO 12: LE MAFIE UNA PROSPETTIVA COSMO-POLITICA (di Fabio Armao) 1. Sulla competenza degli internazionalisti a parlare delle mafie Quel che manca è il riconoscimento di un ruolo autonomo della teoria delle RI in questo campo di studi. La mafia ha una duplice natura: - in termini di giudizio ontologico sul crimine organizzato, le cui cause vengono individuate esclusivamente nel contesto nazionale o addirittura locale: in condizioni di sottosviluppo politico (assenza dello Stato) e/o di arretratezza economica (mancata industrializzazione) → in verità mafia è modernissima, sia grazie al capitalismo che alla nascita dello Stato moderno: l'intreccio dei due hacontribuito a chiarire la peculiare funzionalità dei poteri mafiosi tanto al mercato quanto alla politica; in discussione il problema di quale sia la metodologia migliore per analizzare la realtà criminale. Le mafie tra teoria e pratica della ricerca Tra gli studiosi della mafia non esiste accordo su quale sia il concetto più idoneo a definire il problema che si vuole analizzare. Due terminologie: - mafia è termine italiano, riferito alla particolare esperienza del Mezzogiorno post-unitario e, più precisamente, della Sicilia occidentale; identifica un fenomeno politico-sociale che non possiede i connotati di strutturazione ed efficienza imprenditoriale tipici del crimine organizzato; - crimine organizzato è espressione statunitense coniata negli anni '20 e omologata nel 1951 dal rapporto Kefauver sul crimine nel commercio interstatale; ha una valenza prettamente economica cui a volte si associa l'esistenza di una componente politica.

subculturale di tipo etnico. Qual è la più operazionabile? Ovvero qual è la definizione più concretamente utilizzabile in una ricerca comparata?

Crimine organizzato solitamente preferito, poiché meno vincolato alla propria matrice storica (in quanto richiama caratteristiche strutturali) e poiché è più facilmente riconducibile a un quantum.

Testo della convenzione delle Nazioni Unite: per crimine organizzato si deve intendere "un gruppo strutturato di tre o più persone, che esiste per un periodo di tempo e che agisce in concerto con lo scopo di commettere uno o più gravi reati o illeciti [...] al fine di ottenere, direttamente o indirettamente, un vantaggio finanziario o di altro genere materiale".

Definizione induttiva, giuridica, scevra da qualunque assunto teorico o ideologico per certi versi lacunosa e vaga, poiché decontestualizza il fenomeno dalla realtà che l'ha prodotto.

e non necoglie la peculia
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
39 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Paliano Damiano.