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L’
INFLUENZA DEL SISTEMA POLITICO INTERNAZIONALE SUI REGIMI POLITICI INTERNI DEGLI TATI
L - 5
A STRUTTURA CLIENTELARE DEI RAPPORTI CENTRO PERIFERICA
E : ’ 5
PILOGO L USCITA DAL SISTEMA BIPOLARE E LA COSTRUZIONE DI UN SISTEMA UNIPOLARE
L’ETÀ DELLA GLOBALIZZAZIONE 6
I 6
NTRODUZIONE
T / : 6
RE DIMENSIONI PROCESSI DI GLOBALIZZAZIONE
D 6
EL MERCATO
D 7
EL CAPITALE
D : 7
ELLA PRODUZIONE
’ 8
D ELL INFORMAZIONE 8
L E IMPLICAZIONI POLITICHE DELLA GLOBALIZZAZIONE
IL RUOLO INTERNAZIONALE DELLO STATO 9
9
D
EFINIZIONI E QUESTIONI PRELIMINARI
L S R I 9
O TATO NELLE ELAZIONI NTERNAZIONALI
T , 9
ERRITORIO SOVRANITÀ E SICUREZZA
S 10
L E NUOVE FUNZIONI DELLO TATO
R S S : 10
UOLO DELLO TATO E SISTEMA DEGLI TATI VERSO UN DIFFERENTE RAPPORTO DI RECIPROCA FUNZIONALITÀ
IL RUOLO INTERNAZIONALE DEGLI ATTORI ECONOMICI 11
11
PREMESSA
L’ 12
AVVENTO DELLA GLOBALIZZAZIONE
R S 13
UOLO INTERNAZIONALE DEGLI ATTORI ECONOMICI E DECLINO DELLA SOVRANITÀ DELLO TATO
G ( ’I P E ) 13
R OBERT ILPIN PADRE DELL NTERNATIONAL OLITICAL CONOMY
S S : 13
USAN TRANGE 14
C ONCLUSIONI
LE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI, LE ONG E I REGIMI 14
15
R
EGIMI E CONFERENZE MULTILATERALI
L 15
E ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI GLOBALI
L 16
E ORGANIZZAZIONI REGIONALI 17
S PIEGARE LE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI
IL REGIONALISMO: COMPETIZIONE O COLLABORAZIONE? 17
I 17
NTRODUZIONE 18
S IGNIFICATI E TEORIE DEL REGIONALISMO
V 18
ARIETÀ DI REGIONALISMO
R 19
EGIONALISMO E APERTURA
LA SOCIETÀ CIVILE GLOBALE 20
P 20
REMESSA
I 20
L CONCETTO E LE SUE ORIGINI 20
L E COMPONENTI DELLA SOCIETÀ CIVILE GLOBALE
F 21
ONTI DI POTERE E DI INFLUENZA
L 21
A SOCIETÀ CIVILE GLOBALE IN AZIONE 21
C
ONCLUSIONI USI – Economia – Anno accademico 2006/2007 – Economia e Istituzioni– V.E. Parsi
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Manolo
Il sistema bipolare e la lunga guerra fredda
Prologo: da Versailles a Yalta
L’instabile equilibrio che si era venuto a creare con la fine della prima guerra mondiale
sopravviverà stentatamente per poco più di vent’anni. L’isolamento Sovietico e la politica
isolazionista USA consentono alle potenze europee di seguitare a illudersi che il gioco della
politica internazionale resti ancora nelle loro mani, e che in via quasi automatica il governo del
mondo spetterà alla potenza europea che saprà imporsi sulle altre.
A Washington era prevalsa l’illusione di potersi rinchiudere nuovamente in quello splendido
isolamento che fin dalle origini aveva portato gli USA a disinteressarsi delle questioni europee.
Questo atteggiamento produsse due conseguenze tutt’altro che di poco conto:
• rafforzò la convinzione di più d’un governo europeo che il gigante americano fosse al più
una possibile guest star della politica di potenza
• privò il sistema politico internazionale di un attore fondamentale per cercare di trovare
una qualche forma di equilibrio, appena decentemente stabile.
Il ventennio 1919 – 1939 è il periodo in cui inizia a prendere forma e ad acquistare consistenza quel
secolo delle ideologìe che farà dello scontro tra i sistemi liberaldemocratici e di mercato e i sistemi
totalitari e collettivisti la cifra più vera del Novecento. Il nazionalismo costituirà una forma di
commistione e confusione rispetto allo scontro ideologico, che rappresenta la novità destinata a
durare almeno fino alla fine di quello che verrà definito il secolo degli estremi.
A seconda guerra mondiale conclusa, quello che era stato il sistema degli Stati europei si ritroverà
di fatto diviso in due zone di influenza: una sovietica e l’altra americana. E questa divisione, una
volta stabilizzatasi e istituzionalizzatasi, diventerà il sistema ipolare che ha dominato la
Guerra fredda fino al principio degli anni Novanta.
La novità del bipolarismo e di un sistema politico mondiale
Molti sono gli elementi di novità contenuti nell’assetto bipolare del sistema politico
internazionale:
• gli attori del sistema si collocano fuori o ai margini del continente e sono campioni di
due visioni del mondo in termini politici ed economici.
• Il sistema degli Stati europeo diventa un sottosistema all’interno del sistema politico
monidale, sia pure quello più importante.
• Il sistema vedeva per la prima volta la presenza di un’arma che finiva col rendere il suo
uso del tutto impossibile.
• Quello bipolare era un sistema ad alta intensità di contrapposizione ideologica
Lo studioso Raymond Aron fornisce la più convincente sistemazione teorica dello scenario della
Guerra fredda classificando i sistemi politici internazionali in base a due caratteristiche:
• Distribuzione di potenza (riflessioni sulla potenza e la sua distribuzione si ritrovano in
qualunque teoria delle Relazioni Internazionali)
Tutti i sistemi sono inquadrabili in base al numero degli attori significativi in termini di potenza e al gioco delle loro
alleanze e ciò che conta sapere è come la potenza è distribuita nel sistema, cioè quanto è dispersa e quanto è concentrata e
in quanti poli si addensa. E in questi termini sta la differenza più importante tra sistemi multipolari (possibili più
combinazioni di alleanza fra gli attori) e sistemi bipolari (poche alternative di allenaze).
• Omogeneità o disomogeneità ideologica tra i poli
Ciò che è specifico dell’impostazione aroniana è l’inserimento della variabile ideologica nella diversificazione dei sistemi
politici internazionali, un inserimento di pari dignità rispetto al criterio della distribuzione di potenza che permette la
USI – Economia – Anno accademico 2006/2007 – Economia e Istituzioni– V.E. Parsi
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Manolo
visione di poli ideologicamente omogenei o eterogenei l’uno rispetto all’altro (il balletto delle alleanze diventa
sostanzialmente impossibile quando i poli diversi sono anche gli alfieri di concezioni ideologiche incompatibili). La libertà
d’azione degli attori cresce in sistemi multipolari e omogenei e decresce in sistemi bipolari e disomogenei.
Se quella aroniana risulta la più convincente tra le interpretazioni del sistema bipolare della Guerra
fredda, va aggiunto che è
Kenneth Waltz lo studioso che scolpisce con più rigore il concetto di struttura del sistema.
Secondo lui la struttura del sistema politico internazionale è definita:
• Dal principio anarchico contrapposto a quello gerarchico tipico dello Stato
• Dalla distribuzione della potenza fra gli attori che a sua volta è data sia dal loro numero,
sia dalla loro capacità di costituire una minaccia per gli altri
• Dal fatto che la sicurezza rappresenta la preoccupazione primaria di tutti gli Stati, per
cui, oltre a stabilirsi un naturale primato della politica estera su quella interna, diventa
irrilevante la forma di governo degli attori.
Se anarchia e preoccupazione per la sicurezza sono ciò che accomuna tutti i sistemi politici
internazionali, la distribuzione della potenza è ciò che li rende diversi. Per Waltz il sistema
bipolare della guerra fredda è quello che meglio di altri possiede la caratteristica della stabilità (il
cosiddetto equilibrio del terrore)
Per Waltz ed Aron esiste una vera e propria cesura tra Otto e Novecento, segnata da:
• L’avvento della politica di massa
• Dall’industrializzazione
• Dal declino delle capacità delle élite tradizionali di poter fare un uso proficuo della
diplomazia segreta e delle consolidate consuetudini che regolavano i rapporti tragli stati e le
loro classi dirigenti.
Ma la stabilità del sistema durante la Guerra fredda era frutto del bipolarismo o dell’arma
atomica?Proprio la difficoltà nel rispondere a questa domanda a partire dagli anni Novanta un po’
tutto il cosiddetto “realismo strutturale” è entrato in una fase di profonda crisi (il realismo
strutturale non considerava infatti rilevanti le caratteristiche interne degli attori).
Per riassumere, dalla fine della seconda guerra mondiale si consolida un sistema politico
internazionale che è:
• Bipolare
• Globale
• Bloccato dalla presenza dell’arma nucleare (e quindi impossibilitato a veder sfociare la
continua tensione in un conflitto aperto)
• A sovranità sospesa (la sovranità restava effettivo appannaggio solo delle due superpotenze
ed il sistema politico internazionale arrivava al punto di riscrivere in maniera generalizzata
le funzioni stesse degli Stati.
L’influenza del sistema politico internazionale sui regimi politici interni
degli Stati
Sta quì il paradosso del sistema bipolare, che mentre accentuava il carattere della sicurezza come
mai era avvenuto in passato, la sottraeva però alla sfera della sovranità di quasi tutti gli Stati, che
proprio in questo campo si ritrovavano a dover subire le maggiori limitazioni alla propria sovranità.
Proprio in virtù del ruolo centrale che l’ideologia giovaca nello srutturare il sistema politico
internazionale, quest’ultimo influenzava assai pesantemente, fino a determinarla, la forma delle
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Manolo
istituzioni degli attori minori. Proprio questo carattere di contrapposizione globale fece si che il
sistema bipolare producesse un’inesorabile forza omogeneizzatrice al proprio interno.
Al contrario, nei rapporti che legavano le due superpotenze ai paesi periferici, la coerenza
ideologica e l’omogeneità politico-istituzionale vennero meno con regolarità, e tanto l’URSS quanto
gli USA non esitarono a stringere rapporti di cooperazione con i più disparati regimi e capi politici.
La struttura clientelare dei rapporti centro-periferica
Abbiamo appena introdotto una nuova differenziazione all’interno del sistema bipolare della
Guerra fredda: quella tra centro e periferia.
Se è vero che il sistema bipolare della Guerra fredda rappresenta il primo esempio di sistema
politico internazionale globale, è altrettanto vero che l’ingresso del Sud nel sistema politico
internazionale avviene in maniera subalterna. Il sistema bipolare si era limitato a collegare in
posizione subordinata agli Stati del Nord il resto degli Stati del mondo, piuttosto che