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CAPACITA' DI UN ACCUMULATORE
CORSO: Laboratorio di Chimica fisica 1 CCL: Chimica
DOCENTE: Prof. ssa Anita Scipioni ESPERIENZA: n°1
SCOPO DELL’ ESPERIENZA: Determinare la capacità di un piccolo accumulatore del tipo NiMH
scaricandolo tramite delle resistenze poste in un circuito; un computer rileva l'andamento della
corrente, della ddp e della temperatura durante la scarica.
MATERIALI E STRUMENTAZIONE:
Accumulatore NiMH da 3.6 V (3 da 1.2 V in serie)
Resistenze in serie per la scarica (resistenze di carico)
Potenziometro per shunt da 2KΩ
Termoresistenza (da collegare al computer)
Computer con interfaccia per la rilevazione e l'archivio dei dati
Cavi di rame per cablaggio circuito
PRINCIPIO DEL METODO:
Lo scopo dell’esperienza è quello di determinare la capacità dell’accumulatore in uso; generalmente
la capacità viene espressa secondo la relazione:
c = znF
Dove F è la costante di Faraday, n il numero di moli di sostanza che prendono parte al processo e z
il numero di elettroni per mole di sostanza.
Quando non è possibile misurare o determinare direttamente le moli dei reagenti e prodotti che
costituiscono l’accumulatore, si ricorre ad un metodo più pratico che comporta la scarica dello
stesso per mezzo di opportune resistenze.
Quando la batteria è posta e collegata al circuito, una corrente fluisce all’interno dei cavi dello
stesso; tale corrente, insieme ai valori di temperatura e ddp viene archiviata per l’elaborazione dei
dati.
Durante la scarica la ddp dell’accumulatore gradualmente diminuisce esponenzialmente; quindi, per
la legge di Ohm: V = R*i
se la resistenza del circuito è approssimativamente costante, anche la corrente (i) deve diminuire
con andamento esponenziale.
Per determinare la capacità basta semplicemente integrare la funzione che indica l’andamento della
corrente totale che fluisce nel circuito rispetto al tempo di scarica (t):
t
∫
c= i dt
0
Il valore ottenuto esprime la capacità dell’accumulatore in Coulomb; semplicemente si può passare
a mAh. 1
Leonardo Calabresi RELAZIONE ACCUMULATORE 20/02/2013
ELABORAZIONE DATI:
Dato che l’interfaccia del computer non sopporta correnti superiori a 25 mA occorre collegare un
circuito di shunt (un potenziometro) che permette di rendere apprezzabile la misura effettuata.
Nel circuito in questione, il rilevatore di corrente è collegato ad un partitore di tensione dove
troviamo la resistenza di carico (R ) e la resistenza di shunt (R ); grazie al teorema di Kirchoff
L s
possiamo facilmente calcolare la corrente totale (i) conoscendo la corrente di shunt archiviata (i ):
s
i → i=i i
∗R =i ∗R +
L L s s s L
Quindi avremo che: R s
i=i (1+ )
s R L
Per determinare la capacità occorre integrare la corrente totale; quindi possiamo utilizzare la
relazione: t t
R
∫ ∫
s
c= i dt=(1+ i dt
) = 121.525 C → 33.757 mAh
s
R
0 L 0
Per passare da Coulomb a mAh basta semplicemente dividere tale valore per 3600 che
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corrispondono ai secondi in un ora e moltiplicare per un fattore 10 che ci permette di passare da Ah
a mAh.
I grafici mostrano l’andamento della corrente totale e della differenza di potenziale archiviati
durante la scarica e la depolarizzazione dell’accumulatore. L’accumulatore in dotazione ha una
capacità calcolata dalla fabbrica di circa 140mAh; valore molto distante da quello determinato
sperimentalmente, questo è dovuto al fatto che la batteria in seguito alle numerose ricariche si è
danneggiata e l’intervallo di linearità si è accorciato di molto, come dimostrano le pendenze delle
curve nei grafici. Inoltre l’utilizzo di una resistenza particolarmente bassa fa si che la corrente che
fluisce nel circuito sia elevata; ciò ha imposto all’accumulatore una scarica rapida che, oltre a
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Leonardo Calabresi RELAZIONE ACCUMULATORE 20/02/2013
danneggiare l’accumulatore ne diminuisce
le prestazioni.
Nella batteria avvengono delle reazioni
chimiche comportano un inevitabile
riscaldamento quando non si trovano
all’equilibrio, come nel caso di una scarica
rapida.
Come è possibile vedere dal grafico di lato,
la massima temperatura non corrisponde
alla massima erogazione di corrente, essa
viene raggiunta circa verso metà scarica;
ciò è dovuto all’inerzia termica del sistema
che impiega del tempo per aumentare la
temperatura complessiva. Appena il
circuito viene aperto l’accumulatore
comincia ovviamente a raffreddarsi con il tipico andamento esponenziale.
PROCEDIMENTO, OSSERVAZIONI FINALI:
Il procedimento è abbastanza semplice: si tratta di collegare un accumulatore (caricato
precedentemente) in un circuito che consente di scaricarlo entro un tempo relativamente breve.
Le resistenze in serie permettono di regolare a proprio piacimento il tempo della scarica; attenzione
però che impostando una resistenza troppo bassa si rischia di far scaricare l'accumulatore troppo
rapidamente danneggiandolo. In questo caso sono stati impostati 5.5 ohm.
Dato che l'interfaccia del computer non può rilevare una corrente maggiore di 25 mA occorre
inserire una resistenza di shunt (potenziometro) che ci permette di lavorare nel range di rilevazione
corretto per il nostro scopo. Il potenziometro è stato impostato a 1200 ohm.
Durante l'utilizzo l'accumulatore tende a riscaldarsi per effetto joule da parte delle resistenze interne
delle celle al passaggio della corrente; un ulteriore contributo è dato anche dai processi chimici
redox che avvengono all' interno.
L'utilizzo della termoresistenza permette di rilevare delle variazioni di temperatura
dell'accumulatore durante la scarica; anch'essa è collegata all'interfaccia di rilevazione del computer
in uso insieme alla corrente di shunt e alla differenza di potenziale (ddp).
Una volta chiuso il circuito inizierà la scarica che impiegherà circa un ora (dipende dalla resistenza
di carico scelta); nel frattempo il computer archivierà i dati per l'elaborazione finale.
Interrompere la scarica quando la ddp ha raggiunto circa il valore di 1.2 V.
Si può notare che, appena il circuito viene aperto, la ddp cresce rapidamente (depolarizzazione)
tentando di ritornare al valore iniziale prima della scarica ma non ci tornerà mai; questo è dovuto
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