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OPERAZIONI, ATTIVITÀ E PASSIVITÀ IN VALUTA ESTERA

Aspetti teorici

Quando si parla di queste attività non si fa riferimento ad una specifica posta di bilancio, ma riguardano tutte le poste del bilancio. È molto frequente che l'azienda effettui operazioni internazionali che presentano valute diverse dall'euro.

Per cui questi valori devono essere convertiti in euro per poter essere contabilizzati. Il principio contabile è l'OIC 26, e lo definisce come attività/passività acquisite/contratte in una valuta diversa dall'Euro.

Queste operazioni si distinguono in due principali categorie:

  • Elementi monetari: sono tutte quelle attività o passività che sono già in forma liquida oppure sono destinate a trasformarsi per loro natura in denaro liquido da pagare o incassare (es. crediti, debiti, disponibilità liquide, ratei attivi e passivi, titoli di debito).
  • Elementi non monetari:

Sono tutte quelle attività e passività che non comportano, non generano alcun diritto né di ricevere denaro né di pagare una somma di denaro. Tutte quelle attività che non subiranno una trasformazione in denaro liquido (es. immobilizzazioni, partecipazioni, rimanenze, risconti attivi e passivi).

Gli elementi monetari subiscono un processo di valutazione diverso rispetto al processo riferito agli elementi non monetari.

Valore di iscrizione iniziale

A prescindere dal fatto che siano elementi monetari o non monetari, non cambia il valore di iscrizione iniziale, che equivale al corrispondente valore in euro determinato applicando il tasso di cambio a pronti in vigore alla data dell'operazione.

Il tasso di cambio serve a convertire una somma in valuta straniera in euro. Il tasso di cambio a pronti è il rapporto tra l'euro e la valuta estera per le operazioni spot, cioè quelle prontamente liquidabili in tempo reale o, di norma, entro la giornata.

Lavorativa successiva. Si deve utilizzare il tasso di cambio registrato nel giorno in cui si rileva l'operazione. Ipotizzando di convertire 100 USD in euro e che il tasso di cambio Euro/USD alla data della conversione sia 1,10, cioè 1 euro corrisponde a 1,1 $, il controvalore in euro è pari a:

1 : 1,10 $ = X : 100 $

X = 90,91

La differenza che deriva dalla conversione in euro di un determinato quantitativo di valuta straniera in date differenti e, quindi, a tassi eventualmente diversi prende il nome di differenza di cambio (utile o perdita su cambi).

Una differenza dovuta semplicemente dalla valutazione del valore in due date diverse.

Le differenze positive sono tutte quelle che riguardano un aumento di un'attività o un decremento di una passività. L'ipotesi di perdita su cambi si registra nel caso diametralmente opposto.

La differenza di cambio può essere:

  • Realizzata, significa o che sia stata incassata o che sia stata pagata; quindi, quando

c'è stata un'entrata o un'uscita di denaro che rappresenta la realizzazione della differenza di cambio.

119- Non realizzata, quando ancora non si è manifestata l'entrata o l'uscita legata a quella posta di bilancio, per cui non c'è una manifestazione finanziaria che rappresenti la realizzazione della differenza.

Valutazione ai fini dell'iscrizione in bilancio

Torna utili la distinzione tra:

  • Elementi monetari, si applica per prima cosa il criterio di valutazione previsto dai principi o dal codice per la specifica posta. Si converte poi il valore espresso in moneta estera al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell'esercizio. Le eventuali utili o perdite su cambi sono imputati a Conto economico.
  • Elementi non monetari, le eventuali variazioni di cambio non producono effetti diretti sul valore contabile. Per cui l'attività o la passività rimane iscritta in contabilità al valore di iscrizione.

iniziale.Se si rilevano utili su cambi non ancora realizzati, e che quindi non hanno avuto una contropartita di denaro, il legislatore ha posto un vincolo: in fase di approvazione del bilancio, il valore degli utili su cambi non realizzati è iscritto, per la parte non assorbita dall’eventuale perdita, in un’apposita riserva utili da cambi non distribuibile fino al momento del realizzo.

Il passaggio da utili su cambi a riserva avviene alla data di approvazione del bilancio, tendenzialmente ad aprile. Al 31/12 gli utili su cambi, anche se non realizzati, sono a tutti gli effetti dei ricavi.

L’obiettivo del legislatore è evitare la distribuzione ai soci di utili non ancora effettivamente realizzati. Viene così perseguito il principio della prudenza, non distribuendo utili che non sono effettivamente incassati.

La riserva utili da cambi può essere utilizzata, sin dalla sua iscrizione, per la copertura di perdite di esercizi precedenti.

Alla fine di ogni

anno successivo:

Se (utili o perdite su cambi non realizzati) > riserva esistente integrazione della riserva. È più corretto portare tutto il valore degli utili o perdite in aumento, piuttosto che solo l'eccedenza.

Se (utili o perdite su cambi non realizzati) < riserva esistente eccedenza destinata ad una riserva distribuibile.

Esercizio 11/12

Determinazione del valore del credito in euro

1 euro: 1,20 USD = x: 10000 USD

x = 8333

Liquidazione fattura di vendita

Con Descrizione conti Importo Dare Avere
VF+ Crediti v/clienti 8333 Dare
VE+ Merci c/vendite 8333 Avere

12/20

Determinazione del valore del credito in euro

1 euro: 1,28 USD = x: 10000 USD

x = 7812,5

Questo è quello che entra effettivamente nel portafogli dell'azienda

Differenza negativa di cambio realizzata: 8333 - 7812,5 = 520,5

Incasso fattura di vendita

Con Descrizione conti Importo Dare Avere
VF+ Banca c/c 7812,5 Dare
VE- Differenze negative di cambio 520,5 Avere

520,5 realizzate (bisogna necessariamente distinguere quelle realizzate da quelle non realizzate)

VF- Crediti v/clienti 8333

Esercizio 21/12

Determinazione del calore del credito in euro

1 euro: 1,20 USD = x: 10000 USD x = 8333

Liquidazione fattura di vendita

Con Cont Descrizione conti Importo Importo

o dare avere

VF+ Crediti v/clienti 8333

VE+ Merci c/vendite 8333

31/12

Determinazione del calore del credito in euro

1 euro: 1,10 USD = x: 10000 USD x = 9091

Differenza positiva di cambio non realizzata: 9091 - 8333 = 758

Adeguamento valore poste in valuta

Con Cont Descrizione conti Importo Importo

o dare avere

VF+ Crediti v/clienti 758

VE+ Differenza positiva di cambio 758

non realizzata

121

Valore iscritto al

1/12/n

Adeguamento al

31/12/n Crediti v/clienti

8333

758

9091

31/01/n+1

Determinazione del calore del credito in euro

1 euro: 1,08 USD = x: 10000 USD x = 9259

Differenza positiva di cambio realizzata: 9259 - 9091 = 168

Incasso fattura di vendita

Con Cont Descrizione conti Importo

Importoto o dare averedare avereVF+ Banca c/c 9259

VE+ Differenze positive di cambio 168realizzate

VF- Crediti v/clienti 9091

LE IMPOSTE SUL REDDITO

Aspetti teorici

Le imposte sono disciplinate dall'OIC 25 che fornisce anche la definizione. Le imposte sul reddito sono oneri sostenuti dall'impresa nella produzione del reddito da contabilizzare in osservanza dei principi di redazione del bilancio (tra questi, la competenza economica, che è anche quello che guida la contabilizzazione delle imposte). Le imposte, quindi, sono dei componenti negativi di reddito che si calcolano al 31/12 sul risultato economico conseguito. Contabilizzare le imposte secondo il principio di competenza vuol dire che devono essere contabilizzate nell'esercizio in cui sono stati contabilizzati i costi e i ricavi cui tali imposte si riferiscono, indipendentemente dalla data di pagamento delle stesse. Fondamentale ai fini dell'iscrizione è il momento in cui l'imposta diventa di competenza,

A prescindere dal pagamento dell'imposta stessa. Le imposte previste dallo stato italiano sono:

  • Imposte correnti, sono le imposte sull'utile conseguite sull'utile dell'anno. Queste sono:
    • IRES, imposta sul reddito delle Società, imposta statale, percentuale costante di 24%;
    • IRAP, imposta regionale sulle attività produttive, con un'aliquota minima di 3,9%, la regione però può applicare un'IRAP più alta con aumento massimo fino al 0,92 punti percentuali.
  • Imposte relative a esercizi precedenti, solo imposte che riguardano operazioni e fatti di esercizi precedenti;
  • Imposte differite e anticipate.

Tre fasi di contabilizzazione delle imposte:

  1. In corso d'anno, pagamento dell'acconto. Si fa una previsione su quello che potrebbe essere l'utile, e si applica su questo l'aliquota d'imposta. L'acconto è pagato su un utile stimato.
  2. A fine esercizio, determinazione delle imposte

Di competenze, si rileva l'utile effettivo, e si applica l'aliquota d'imposta.

Nell'esercizio successivo, pagamento del saldo, si paga la differenza registrata tra l'imposta effettiva e quella calcolata sull'utile stimato. Si paga ciò che non è stato pagato in acconto. La differenza può portare anche un credito nei confronti dell'erario.

Le imposte differite e anticipate

Queste imposte si generano perché si hanno due tipi di utile, utile contabile (perdita contabile) e reddito imponibile (perdita fiscale). La normativa civilistica ci aiuta a determinare l'utile contabile, il reddito imponibile invece deriva dall'applicazione delle norme fiscali, e le norme civilistiche sono diverse dalle norme fiscali, per cui alcuni ricavi potrebbero essere considerati solo dalla norma civilistica e non nelle norme fiscali (es. plusvalenza che va imputata nell'anno in cui è ottenuta secondo le norme civilistiche.

io corrente e non si ripercuotono negli esercizi futuri. Ad esempio, le spese non deducibili fiscamente come multe e sanzioni. - Differenze temporanee, sono quelle che producono effetti sia nell'esercizio corrente che in quelli futuri. Ad esempio, le perdite fiscali che possono essere portate in deduzione negli esercizi successivi. Per tenere traccia di queste differenze, si utilizzano delle voci contabili chiamate imposte anticipate e imposte differite. Le imposte anticipate rappresentano le imposte che devono essere pagate nell'esercizio corrente, mentre le imposte differite rappresentano le differenze temporanee che si ripercuoteranno negli esercizi futuri. In conclusione, il calcolo delle imposte nel nostro ordinamento fiscale è complesso e richiede una corretta gestione delle differenze tra utile contabile e utile fiscale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
159 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nico_paoletti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ragioneria generale e applicata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Gatti Marco.