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SECONDO EXCURSUS SUL FASCISMO
Angeloni viene arrestato dopo il secondo interrogatorio. Ingravallo si sdoppia: 1)
voce dell’autore e critica il fascismo, provando pietà per Angeloni. 2) funzionario
dello stato fascista, è sensibile inquisizione e sollecitazione e pressione fda parte dei
funzionari fascisti
La citazione dei Bravi manzoniani è per dire che lo stato fascista non ha bisogno dei
bravi perché l’illegalità era incorporata nello stato.
resurrezione dell’Italia ( la
Il fascismo si presenta come la terza prima durante il
Rinascimento nel 500 e la seconda il Risorgimento nell’800).
CAP. 4
L’arrivo del treno è puntuale (Mussolini ci teneva alle apparenze) e la puntualità dei
treni è l’unica cosa che funzionava sotto il regime.
Gli inquirenti sono colpiti dalla reazione indifferente del calducci per la morte della
moglie e le sua preoccupazione, invece, è rivolta tutta ai gioielli rubati.
‘Pelle di coccodrillo’ e ‘lacrime’: queste due parole insieme richiamano le lacrime di
coccodrillo di calducci perché si è comportato male con la moglie durante il
matrimonio.
COMPORTAMENTO DEI PARENTI DI LILIANA VERSO BALDUCCI:
pieno di rabbia, rancore. Rimpianti interessato dall’avarizia
è un atteggiamento
(Liliana non ha lasciato niente). Le zie di Liliana sono deluse perché il furto ha
dimezzato il patrimonio. Reclamano la cosa che hanno dato in prestito ( cioè Liliana)
e il patrimonio della dote. Metafore della polvere di ferro che viene risucchiata dalla
calamita così come il fantasma di Liliana è richiamato dalle zie. Le due zie sembrano
le Erinni vendicative.
Le zie accusano il marito di Liliana soprattutto per non averla saputa fecondare.
Oreste, figlio di zia Elvira, è un nome parlante perché fa riferimento alla tragedia
greca.
TESTAMENTO DI LILIANA: il primo beneficiario è il marito a cui lascia la metà
Poi l’attuale nipotina Luigia. Il cugino, a cui
del patrimonio (lui si aspettava di più).
lascia i gioielli di famiglia (anello con brillante e catena con pietra dell’orologio)
quest’ultimo gioiello aveva un opale ma prima di morire Liliana lo fece sostituire con
un diaspro perché l’opale portava sfortuna (allo zio Peppe gli aveva fatto venire un
doppio cancro). IPOTESI: la colpa è di essersi arrochiti in guerra. Il diaspro è rosso
però qui è verde smeraldo. Sono i colori di Liliana: desiderio di maternità, frustrato, e
alla fine si lascia morire.
LOGICA DEL CONTRAPPASSO: è come se Liliana volesse scongiurare una
maledizione che grava sulla sua famiglia con la soluzione della pietra. Nel diaspro vi
sono striature rosse (sangue delle vittime di guerra).
CONSIDERAZIONE DI INGRAVALLO: col Natale aumentava la tristezza di
Liliana . Gli altri poliziotti non capiscono la raccomandazione di nascondere il
testamento. Ingravallo pensa che a Liliana non importasse più della ricchezza , la
voleva disperdere e disperdersi. Questa tendenza a dissipare il patrimonio è per
Ingravallo un opposto della psiche femminile che tende ad accumulare e spendere per
sé.
PARENTESI MISOGENA: la donna è concentrata sulle ovaie, si distingue
dall’uomo perché è portata a ripetere, come un pappagallo, la parola maschile. La
donna dipende dall’uomo, sia nel sociale che nel pubblico. Mussolini è modello per
gli uomini nella vita pubblica, mentre nel privato il modello è il marito.
Quando mancano i figli il marito diventa un oggetto ornamentale, Liliana nella sua
mente ha svalutato inconsciamente il marito. La donna sterile si disinnamora del
marito e guarda le altre donne sia con gelosia che con compassione.
PERQUISIZIONE IN CASA DI GIULIANO: saltano fuori i gioielli del
testamento, e lui si difende raccontando il segreto dei cugini. Ingravallo da un lato ci
crede, dall’altro no perché lo invidia. Il senso comune suggerisce ad Ingravallo
un’altra favola, volgare, cioè un favore sessuale di Giuliano da cui sarebbe nato un
bambino. Ma poi dice di sbagliarsi, Liliana non aveva bisogno del cugino.
Viene interrogato l’orefice che conferma il racconto di Giuliano. L’orefice dice di
non essere superstizioso ma poi si comporta come tale (non nomina l’opale,
chiamandolo ‘coso’; e lo mette in un cassetto con corna di corallo per esorcizzare).
Viene interrogato anche il bancario, e favore di giuliano, e racconta del suo rapporto
con la cugina Liliana. TRIPLICE VALENZA FAMILIARE: cugini, fratelli, madre-
figlio (Liliana coltiva sin da giovanissima il desiderio materno).
Viene anche sentito Balducci che porta a delle riflessioni: Liliana per la depressione
si isola, e inizia a frequentare i poveri ( ambiente sociale più basso del suo). Inoltre
racconta un episodio di Liliana arrabbiata per una nipote incinta.
FUNERALI: sono celebrati il 21 Marzo (equinozio di primavera e Liliana è come
Cerere che torna sulla Terra mentre Liliana scende negli Inferi. ANTITESI). Nella
bara sono gettati dei gigli bianchi e garofani. Ingravallo è vestito di nero.
Liliana aveva più volte modificato il testamento a seconda delle varie nipoti:
1^ NIPOTE: Milena, una ladra bugiarda.
2^NIPOTE: Ines (successivamente apparirà un altro personaggio di nome Ines,
questa è forse una svista di Gadda oppure una voluta omonimia per generare
confusione): si sposò con uno studente di giurisprudenza
3^ NIPOTE: Virginia, ha caratteristiche demoniache, tanto che Don Corpi non ne
vuole parlare perché è scabrosa, è una ragazza strafottente, affascinante (esercita
seduzione erotica su entrambi i coniugi Balducci). La sua bellezza è una bellezza
classica.
Dettaglio della dentatura di Virginia: li ha come gli squali, come se dovesse dilaniare
il cuore a qualcuno (PREMEDITAZIONE DEL DELITTO). Lo squalo è come se
fosse chiamato a punire i pescecani (CONTRAPPASSO). In questa edizione del
ma resta l’aspetto
romanzo viene eliminata la sua relazione con Balducci
omosessuale (vi è l’episodio in cui bacia Liliana ). Liliana è per lei la Madonna in
quanto sua benefattrice ma può essere anche una provocazione, profanazione della
ragazza che sembra un diavolo verso la donna che sembra una Madonna. Riferimento
ai suoi denti che sembrano una coroncina (riferimento alla coroncina del rosario e
Liliana ne regalò uno a Virginia). Virginia recitava le preghiere a modo suo,
stravolgendo l’orazione. Porta il libro delle preghiere al contrario (nelle messe nere i
nomi si leggono al contrario). CAP. 6
Per telefono viene comunicato chi sia il possibile ladro (con riferimento all’Eneide
dato che portano i nomi di Enea, Anchise e Venere). Ma la comunicazione è
disturbata . la contaminazione, l’interferenza è tipica di Gadda.
Ad occuparsi del ladro è Pestalozzi (con il suo nome si vuole fare riferimento ai modi
violenti del fascismo). Vi è una sproporzione tra l’entità dell’impresa e il coraggio di
Pestalozzi.
è una ragazza segnata dalla vita (il ragazzo l’ha abbandonata e lei è rimasta
INES:
povera). Viene citata nel Primo Capitolo. Lei ha vari reati: prostituzione (anche se
non la esercita nei bordelli ma in strada), oltraggio a pubblico ufficiale, furto di un
pollo e di un paio di scarpe al mercato di piazza Vittoria. Ma è giustificata dallo stato
di miseria.
Fumi sottolinea che Ines abbia commesso dei crimini, Ingravallo sta zitto
(manifestazione di dissenso contro una giustizia che se la prende con una poveretta).
La descrizione fisica di Ines è caratterizzata dall’ossimoro: è bella ma sudicia perché
povera.
E’ vittima della giustizia e dello sguardo maschile. Da un lato vi è questa violenza ma
dall’altro la sua bellezza subisce negli inquirenti i sogni di una felicità coniugale
(oltre che bassi pensieri) che possa riscattare tutto ciò che c’è di negativo nella vita
(anche Mussolini).
Ines li introduce nel mondo di Zamira.
LABORATORIO-BETTOLA DI ZAMIRA: Ines vi aveva lavorato per un periodo
di tempo. Zamira ha un spetto opposto a Ines: è brutta, repellente, è sdentata
alla vecchia dell’Innominato nei Promessi Sposi), viene presentata come
(richiamo
una strega, una maga antica. Zamira è una sarta, guaritrice dei corpi, indovina,
chiromante, cartomante, gestisce uno spaccio di vini e liquori, toglie il malocchio e i
pidocchi ai bambini, vi è un implicito riferimento al fatto che facesse abortire le
prostitute che lavoravano nella sua bettola. Libera i giovani dai dubbi e scrupoli,
educandoli al crimine: le donne alla prostituzione, gli uomini ad essere protettori di
prostitute. È come se fosse la sacerdotessa di una religione capovolta. Probabilmente
fu una prostituta.
DIPINTO PRESENTE NEL SEMINTERRATO DELLA ZAMIRA: si tratta del
dipinto di Pagliano, “Zeus e le fanciulle di Crotone”, che racconta del pittore greco
Zeusi che, dovendo dipingere la bellezza di Elena di Troia, prese a modello cinque
ragazze di Crotone. Qui ne viene data una falsa descrizione, essendo i frequentatori
ignoranti: Zeusi è scambiato per un dottore.
Nella cantina entrano dei topi e vengono attratti del formaggio posseduto al suo
interno. I topi sono usati come metafora del ladro che fugge .
Le apprendiste di Zamira sono dette nipotine come quelle di Liliana (simmetria
Liliana e Zamira, ma sono anche agli opposti).
Viene presentato il capo della questura di Marino, il Maresciallo Santarella. Lui viene
detto centauro perché viaggia sulla motocicletta. Vive con nove donne, il vicinato fa
circolare la voce che frequenti qualcuna delle nipoti si Zamira. È un fervente fascista.
CAP. 7
la notte, e nel mezzo dell’intervallo Ines aspetta in
Ines è ancora interrogata, durante
camera di sicurezza con altre colleghe ed un cantoro muto (indica il pitale, cioè il
vaso da notte). Camilla, amica di Ines, le parla di Virginia in modo inquietante,
che esprimono l’intenzione di
diabolico. Si parla dei suoi occhi infernali da zingara
volersi vendicare.
fidanzato di Ines, Diomede, che l’ha abbandonata e che lei ancora
Si parla dell’ex
ama. Ines è inquisita da una giustizia ingiusta, si sente nuda , indifesa, inerme. Si
sente indegna di rivolgere una preghiera a Dio perché in passato nonostante avesse
avuto la possibilità di cambiare non lo ha fatto (richiamo a S. Pietro).
Diomede ufficialmente fa l’elettricista ma in realtà si prostituisce.
POLEMICA DI FUMI: Fumi critica le turiste straniere che vengono in Italia con la
scusa di arricchirsi culturalmente ma in realtà sono solo interessate alla bella