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QUARTA PUNTATA (VERSIONE

Letteratura “a tambur

La quarta puntata in venne tolta quasi all’ultimo momento. La prima stesura che Gadda fa

battente” inizia a partire dal ‘45. Le cinque puntate (che corrispondono ai 6 capitoli della versione definitiva) Gadda

le scrive in un lasso di tempo estremamente ridotto a causa di quella sua incontenibile urgenza di scrivere.

Contenuto- Nella quarta puntata non c'è quasi italiano, che vediamo esserci nella versione definitiva, per cui

Pasticciaccio.

sappiamo per certo che Gadda ha modificato in parte la lingua del La scelta del dialetto è giustificata

anche dall’argomento di cui tratta la puntata, viene infatti richiamato Remo Balducci.

Scelta calcolata visto ciò che aveva scoperto dopo l’interrogatorio a Don Corpi circa la terza nipote, Virginia. Verso

le 3/3:30 viene richiamata anche la Pettacchioni per chiederle informazioni circa le tre nipoti che lei aveva

conosciuto; la Pettacchioni aveva stretto un rapporto con Virginia, la quale le era molto simpatica.

In questo capitolo vi sono principalmente due lingue: romanesco (Balducci) e napoletano (Dottor Fumi).

Interrogatorio Remo Balducci- Balducci viene prelevato dall’albergo, ovvero l’Hotel Flora, dove aveva preferito

dormire perché non se la sente di tornare a casa dopo l’omicidio. Ha addosso i panni dell’agiatezza: bella vestaglia,

sandali. È uno che si veste da signore ma ha un corpo che rinuncia ancora alla sua provenienza popolare (non come

Giuliano Valdarena).

Balducci viene portato (non è un arresto) dal Dottor Fumi, dove è presente anche Ingravallo, che non andrà via

stavolta. Balducci, entrato nella stanza, si rende conto che l’area è cambiata e capisce che quell’interrogatorio sarà

un po' più duro degli altri, ma non sa che Don Corpi ha parlato. Assistiamo quasi ad una scena teatrale che mostra

l’attenzione di Gadda per i gesti di Fumi, che essendo napoletano gesticola molto.

Il Dottor Fumi in questa occasione va subito al sodo, contrariamente alle altre volte (simpatico dentista): fa capire

che la posizione di Balducci nelle indagine è stata compromessa. Ingravallo nel frattempo, nervosamente e con i

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suoi dentoni, mordeva il cappuccio della sua penna. Sopra Balducci vi è il ritratto del Duce, detto “il merda”, seguita

da una lunga parte in cui Gadda parla in malo modo del Duce e di sua madre.

Improvvisamente Dottor Fumi chiede quando avevano mandata via Virginia. Balducci risponde che era andata via

da 3-4 mesi, prima di prendere Ginetta e comincia a parlare di quest’ultima, quando l’interesse di tutti è su Virginia.

Il Dottor Fumi allora chiede di riprendere il discorso su Virginia.

Cita ad un punto Leopardi, un dettaglio che ci fa capire la preparazione culturale del Dottor Fumi. Dottor Fumi tende

a dare il “lei”, ma ricorda che il Fascismo l’aveva abolito perché considerato effeminato, per cui veniva usato il “voi”.

Fumi chiede come era stata cacciata e come l’aveva presa: Fumi cerca di arrivare a cosa è accaduto fra Virginia e

Balducci. Il metodo della polizia è quello di far finta di sapere tutto per far confessare l’indiziato.

Fumi chiede esplicitamente al Balducci: “ve site cuccate cu Virginia? (siete andati a letto con lei)”. Capiamo che

Balducci ha ceduto alla bellezza di Virginia. Dice di essere stato ricattato: oltre col coltello, si arriva addirittura a

sospettare della complicità di Liliana, in quanto sapeva della relazione tra i due. Virginia era una ragazza di una

grande sensualità, molto portata alla sentimentalità su entrambe le sponde; i baci e gli abbracci con Liliana sono

veri.

Protagonismo assente- Con questo taglio di puntata, si fa scomparire del tutto Virginia, non appare mai in scena

ma viene sempre riportata. In questa puntata Virginia è la protagonista, ma in assenza.

Pasticciaccio

Nel ci sono dei personaggi che appaiono solo attraverso la descrizione di altri, come Diomede

Lanciari, collegato ad Enea Retalli (proprietario della sciarpa verde). L’altra coppia importante è Assunta e Virginia

(omega e alfa), che come Diomede ed Enea sono entrambe bionde e belle.

La cosa curiosa è che Liliana Liliana tende ad adottare solo ragazze, mentre spera che Giuliano le dia figlio

maschio. CAPITOLO 6

Il sesto capitolo ha una trama quasi assente, sono quasi tutte digressioni su digressioni.

Errore- A inizio capitolo Gadda scrive del «quinto interrogatorio del Balducci», che però non abbiamo e che è stato

tagliato perché parte della quarta puntata. Alcuni autori sembrano sbagliare apposta, come per mandare un

segnale in più o ai lettori, o a sé stessi. L’ha lasciato per distrazioni o per lasciare un qualcosa che solo l’autore

conosce? Gadda lascia volutamente questa cicatrice per noi lettori, ciò porta il lettore ad interrogarsi su parti che

non si conoscono.

Interferenza- Nel pomeriggio di martedì 22 marzo, mentre continua a tenersi l’interrogatorio di Don Corpi, arriva al

commissariato una chiamata (ricchissima di interferenze che creano un vero e proprio gnommero di voci e

messaggi caotico più che mai ), a cui risponde il maresciallo Di Pietrantonio dei carabinieri di Marino.

[Carabinieri e Polizia si odiano: i carabinieri fanno parte dell’esercito, legati al re, e sono visti, per questo, in malo

modo dal fascismo, mentre la polizia no].

Viene detto che il proprietario della sciarpa con cui si era mascherato il rapinatore della contessa Menegazzi è stato

ritrovato, e si tratta di tale Enea Retalli detto “Luigino” (in realtà “Iginio”), abitante al Torraccio.

La sciarpa è stata trovata presso la ditta Ciurlani di Marino, per farle cambiare colore, ma inizialmente era stata

mandata da una cucitrice, in un laboratorio-mescita della Zamira, maga ed ex prostituta.

Nella interferenza si sente parlare anche una persona di colore all’infinito, questo perché dalle colonie cominciano

ad arrivare le prime persone di colore. Come insegna l'interferenza, tutto si bipartisce, senza però mai smettere di

comunicare: ognuna delle due organizzazioni (questura e tenenza) vorrebbe monopolizzare la Storia. Ma

nell'anomalia tutta italiana del sistema a doppia polizia, Gadda scorge l’impossibilità dell’unicità della Storia.

Pestalozzi e Santarella- Arriva quindi a tarda notte, sempre in commissariato, il brigadiere e motociclista

Pestalozzi con più di un messaggio e un rapporto da parte del maresciallo Santarella.

Il maresciallo Santarella è uno dei pochi “centauri”, assieme al Pestalozzi, della tenenza di Marino, una leggenda

locale persino fra i ladri che potrebbero addirittura contenti di farsi arrestare da lui. Egli inoltre vive in casa 9 donne:

moglie, suocera, cognata affetta da patologie mentali, sorella zitella, tre figlie piccole e due gemelle in subaffitto.

Pestalozzi diventerà un deuteragonista, ma inizialmente doveva essere solo una comparsa; il personaggio principale

sarebbe dovuto essere Santarella.

Messaggi- Dimesso finalmente anche il commendator Angeloni, si procede dunque alla lettura dei messaggi

davanti a tutti i presenti (Don Ciccio, Fumi, Di Pietrantonio, e “Sgranfia”, intento intanto a mangiare un panino). Si

viene dunque a sapere che la Zamira aveva affidato le ritinture, poiché piena di lavoro, a sora Mara Ciurlani, sita

sempre a Marino, e da lei viene effettivamente ritrovata la sciarpa; mentre per quanto riguarda l’ottenimento delle

informazioni sia sul proprietario della sciarpa che sulla sua posizione, queste sono state ottenute tramite informatori

di cui i carabinieri dispongono, in particolar modo una nipote della Zamira che da lei lavora.

Ines- A proposito di nipoti, Fumi ricorda del fermo di qualche giorno prima per prostituzione non autorizzata, e

nell’elenco una giovane che abitava al Torraccio, cioè Ines Cionini, ancora in stato di fermo in commissariato. Per

questo motivo viene interrogata verso le 10 di sera, e decide di raccontare tutto agli inquirenti. Quando appare,

Ines Cionini è sporca e maleodorante, ma è una bellissima ragazza, e colpisce particolarmente quelli che la

interrogano. 19

Con la soppressione della quarta puntata, questo capitolo ci permette di capire le modalità di interrogazione del

dottor Fumi, il quale interrogando fa spettacolo, è molto teatrale.

Pasticciaccio,

Ines Cionini è il personaggio cardine del perché si trova sullo spartiacque, il suo interrogatorio, che

prende una paura con l’interruzione fra il sesto ed il settimo capitolo.

Zamira- Ines dichiara di avere lavorato nel laboratorio della Zamira, in cui lavoravano varie ragazze minorenni e

che fungeva anche da bettola (e casino) frequentata persino dai carabinieri sia per carte e il vino che per le

ragazzine spesso senza intimo. Pestalozzi nega, ma i poliziotti sono ben lieti di credere ad Ines. Aveva avuto al

tempo i suoi corteggiatori, anzi uno in particolare che l’ha indotta al furto e al malaffare, avvenimento che la porta

quindi a decidere adesso di fare la delatrice per “ricambiare” le sventure portatele dai suoi “protettori”, Zamira

compresa.

Zamira Pacori è descritta come una che fa molti lavori: sarta, cartomante, maga, profetessa, fattucchiera e

venditrice di vino (tutti gli elementi che sono stati trovati in casa Balducci sembrano venire dal laboratorio).

Il narratore, nel finale, afferma che il caso si sta progressivamente risolvendo: prima era tutto ingarbugliato del

doppio caso di via Merulana, ma dall’interrogatorio di Ines Cionini la situazione cambia.

CAPITOLO 7

Nei capitolo precedenti al settimo, la maggior parte dei dialoghi è indiretto, mentre in questo è quasi tutto in

diretto, viene infatti influenzato dalla radio.

Amica Camilla- Dopo una pausa, prosegue l’interrogatorio di Ines. Ines accenna a un’amica di tale Camilla

Mattonari, sua collega al laboratorio della Zamira; questa amica di amica, ancora senza nome, aveva fatto un

servizio a Roma, presso dei signori che le avevano fatto la dote per il matrimonio con un industriale torinese nel

campo delle automobili (Fiat). Camilla ha descritto l’amica come dall’aspetto indiavolato, da zingara, tipico di chi

vuole vendicarsi di qualcuno.

Questa, forse residente a Pavona e rintracciabile in Santo Stefano Rotondo. Gli inquirenti capiscono però che questa

strada non li sta portando da nessuna parte (la descrizione rimanda alla Virginia).

Soluzione dei casi- Pompeo si chiede se magari Ingravallo, pensoso come appare, non stia cercando di trovare

proprio dei nessi fra la rapina e questa “zingara”. Ingravallo assume l’espressione di assonnato (tipico di quando sta

pensando): questo è il momento in cui Ingravallo ha la soluzione del caso, ed è proprio per questo che non

torneremo nella sua m

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

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